SUOR MAGDOLNA, RIVELAZIONI PROFETICHE PER IL NOSTRO TEMPO.
5 Marzo 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae vorrei sottoporre alla vostra attenzione un libro particolarmente interessante, che è stato pubblicato vari mesi fa, ma di cui abbiamo preso conoscenza di un libro – e della persona che di questo libro è il soggetto principale – una religiosa ungherese, che è stata protagonista di rivelazioni sovrannaturali, e il cui messaggio sembra adattarsi molto bene ai tempi che stiamo vivendo. Il libro, per i tipi della SugarCo, si intitola “Rivelazioni profetiche di suor Maria Natalia Magdolna, mistica del XX secolo”, ed è stato scritto da Claudia Matera. Come già per i messaggi della Madonna ad Akita (e naturalmente per Fatima…) preghiera, penitenza ed espiazione costituiscono il fulcro delle esortazioni sovrannaturali, in una prospettiva che è quella di tempi difficili per il mondo e per la fede, di sofferenze e persecuzioni che non sembrano voler diminuire, anzi; e che fanno pensare a molti a un avvicinarsi degli Ultimi Tempi, e di una prospettiva apocalittica. Vi offriamo una parte della prefazione scritta da padre Serafino Tognetti. Buona lettura.
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Si dà finalmente alle stampe in italiano – in una veste ampia, documentata e coinvolgente – la vicenda spirituale e umana della mistica ungherese suor Maria Natalia Magdolna, calata nel suo ambiente storico e religioso. Pressoché sconosciuta finora qui da noi, grazie all’opera fervorosa dell’autrice e curatrice e al benemerito coraggio della Casa Editrice Sugarco, finalmente in Italia si potrà conoscere più diffusamente ciò che il Signore Gesù, attraverso quest’umile suora, comunica e insegna a riguardo di questi nostri tempi.
Ci sono tanti messaggi “privati” in questo momento storico, probabilmente non tutti autentici. Ci vuole saggezza e discernimento per capire ciò che viene dallo Spirito e quanto viene invece da esaltazione umana. La Chiesa a volte interviene per sancire l’autenticità delle rivelazioni private ma, di per sé, non è tenuta obbligatoriamente ad emettere decreti di riconoscimento o, al contrario, di palese falsità: a volte lascia che le cose vadano avanti da sole, per cadere definitivamente o per imporsi pian piano. È il principio usato da Gamaliele nel sinedrio di Gerusalemme quando si dovette giudicare la nuova dottrina predicata dagli apostoli di Cristo (cfr. At 5, 34-40).
Nel caso di suor Magdolna abbiamo un testimone d’eccezione che promosse e stimò al sommo grado quanto gli veniva riferito dalla suora medesima: il cardinale József Mindszenty, eroe della fede, colui che sopportò anni di duro carcere comunista e che ebbe a dichiarare, mentre era prigioniero: «Se mi dovessero liberare, non prenderei l’aereo per Roma, ma tornerei nella cattedrale di Budapest a rifare tutto quello che ho fatto fin dal primo giorno». Il cardinale accolse le parole di suor Maria Natalia, le studiò, le approvò, le divulgò per quanto poté. In più, vi è tutto il concorso della Chiesa cattolica ungherese che conosce benissimo suor Magdolna e la stima, come noi in Italia conosciamo sant’Antonio o san Pio da Pietrelcina.
Se questa voce ungherese è rimasta quasi sconosciuta finora a noi, questo è dovuto anche a cause storiche: clandestinità sotto il comunismo, difficoltà di poter reperire i testi autentici, eccetera. Ora questa lacuna è stata colmata e possiamo leggere quanto ci viene da quest’angolo di terra benedetta. Ungheria, terra benedetta? Sì, perché consacrata alla Vergine Maria.
Fu il primo re cristiano, il grande santo Stefano d’Ungheria, gloria del popolo magiaro, ad eleggere la Madre di Gesù come vera padrona del regno. Con un atto pubblico egli consacrò l’Ungheria alla Vergine Maria in occasione della morte del figlio Emeric erede al trono e lo rinnovò in punto di morte il 15 agosto 1038. Da allora non c’è ungherese, per quanto poco credente o ateo, che non si riconosca in qualche modo in questa figura nobile e tutta d’un pezzo che visse la sua vita di re totalmente dedicato, giorno e notte, al benessere dei propri cittadini. Stefano fu un vero esempio di governante illuminato e sapiente, che non pensò un solo minuto a se stesso o ai propri interessi, perché la sua vita era la felicità della nazione. Naturalmente era “schierato” e non si vergognava della propria fede; al contrario la manifestava apertamente e promosse la vita cristiana in tutte le sue forme. A tutt’oggi il governo magiaro ne segue le orme e ne vive l’eredità. A fronte di un mondo odierno in cui la laicità è diventata una sorta di divinità, la nuova Costituzione ungherese, promulgata nel 2012, inizia con le parole del Preambolo: «Dio, benedici l’Ungherese!».
A leggere quel preambolo si rimane meravigliati: i padri costituenti non solo non si vergognano della propria identità e delle proprie radici cristiane, ma si dichiarano orgogliosi di essere ungheresi, fieri delle loro tradizioni e di essere in linea con l’antico re Stefano. Al tempo stesso, nei messaggi del Signore a suor Maria Natalia Magdolna si parla di una funzione quasi messianica del popolo ungherese, chiamato a ridare un volto cristiano al mondo intero attraverso la pratica dell’espiazione e della penitenza per i peccati, per preparare quel trionfo del Cuore Immacolato di Maria predetto a Fatima, periodo di pace che si instaurerà sotto il segno della Madre di Dio, per la sua preghiera e la sua azione.
È vero che a Fatima la Madonna chiede la consacrazione della Russia e che, fatta quella, verrà concesso un periodo di pace; è vero che la consacrazione del Portogallo alla Madonna, fatta da tutti i vescovi portoghesi insieme, ha preservato quella nazione dalla guerra mondiale e da altri disordini, ma se anche all’Ungheria viene affidata una missione, che cosa c’è di male? Anzi, c’è tutto di bene. C’è che le nazioni hanno una loro legittimità, non solo, ma sono chiamate a vivere una per l’altra la trasmissione dei valori che sono loro propri. Il singolo battezzato ha sempre una missione nella Chiesa, ma anche la nazione la può avere. Tra l’altro, nostro Signore disse alla beata Elena Aiello (1895-1961), la suora stimmatizzata di Cosenza, quale fosse la funzione dell’Italia nel mondo (chi è interessato a sapere quale, legga la biografia della beata…).
Non meravigli tutto questo: il Signore Gesù è il Dio del Cielo e della terra e anche della storia umana. Egli lascia liberi, ma dimostra di avere molto a cuore la vita e la storia dell’uomo nella sua concretezza, nelle sue vicende terrene. Il cosiddetto sovranismo nazionale è tutt’altro che un disvalore, tanto che persino la parola “patria” è sempre stata giustamente considerata sacra. L’uomo comune della strada intende benissimo tutto ciò senza bisogno che glielo si spieghi. Io amo l’Italia e sono contento di essere italiano. Forse con questo tolgo qualcosa alla Francia o alla Finlandia? Che poi quelle popolazioni siano altrettanto fiere di essere francesi o finlandesi mi fa altrettanto piacere. Siamo forse tutti uguali? Certo che no: ognuno ha una propria ricchezza da sviluppare, da promuovere e da comunicare. È solo la strana follia del mondo moderno che esalta un mondialismo innaturale per il quale dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, fare le stesse cose, vestire le stesse marche, eliminando le nostre ricchezze e le nostre radici.
L’Ungheria, dunque, ha qualcosa da insegnare per arricchire la vita della Chiesa in questo tempo. Per introdurci nel Tempo di Maria, l’Ungheria, terra di Maria, annuncia che la vita cristiana più necessaria è quella della penitenza e dell’espiazione. E qui entriamo in un campo totalmente fuori moda oggidì. Si sente dire che la missione della Chiesa è quella di soccorrere le povertà del mondo, combattere l’ingiustizia, la miseria, la mancanza di lavoro, l’inquinamento dei mari e dei fiumi, eccetera. Niente di tutto questo. Gesù non ha mai promesso alcuna efficacia in queste azioni, non ha mai detto che la missione della Chiesa sia a favore del benessere, necessariamente parziale, della società.
«I poveri li avrete sempre con voi» e «Credete che sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico»: sono parole dette da Gesù. La vera missione del Cristo – e quindi della Chiesa – è indicata precisamente da Giovanni Battista la prima volta che lo vide un giorno sul fiume Giordano: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo» (Gv 1, 29).
Gesù dunque ha il potere, formidabile, di togliere i peccati del mondo, ossia dai nostri cuori e farci vivere di conseguenza la vita divina con il dono dello Spirito Santo. Il quale Spirito Santo è amore e ci fa compiere atti di carità. Ma per compiere tali atti provenienti da un amore sovrannaturale occorre credere in Gesù, vivere nella conversione continua, osservare i comandamenti di Dio.
Gesù ha salvato il mondo dalla dannazione non con la predicazione, non con i miracoli ma con il sacrificio della croce, ossia con la sofferenza offerta. Tutto il messaggio ungherese ruota attorno a questa realtà quasi dimenticata dalla Chiesa di oggi: con la penitenza e la vita di sacrificio ci si unisce alla passione di Cristo e si diventa anche noi in un certo qual modo co-redentori. Certo, siamo peccatori anche noi e a nostra volta dobbiamo essere salvati, ma Dio ci associa a sé, se egli è il capo e noi le membra, perché il corpo è unico. E all’Ungheria chiede di insegnare o re-insegnare la via della penitenza, dell’espiazione al mondo intero e alla Chiesa.
Ecco perché il presente testo andava stampato e va conosciuto: perché ci annuncia la sostanza della vita cristiana, che è soprattutto e prima di tutto unione con Dio, se è vero che il primo comandamento è: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze» (Mt 22, 37). All’età di trentatré anni suor Maria Natalia dichiarò a Gesù di volerlo amare così e ricevette da Gesù la promessa di grazie tali da portarle gioia tutti i giorni della vita. Ma amare Dio ed essere amati da Dio significa anche soffrire. Questa cosa non piace? Eppure abbiamo sentito dire che la via del Cielo è stretta, mentre è larga quella che porta alla perdizione e sappiamo bene che Dio dona la pace nel cuore a chi vive come lui. San Massimiliano Kolbe affrontò il martirio con una serenità, una pace, una quiete che lasciò di stucco tutti quanti e morì con il sorriso tra atroci privazioni. Bene, questo è il cristianesimo. È la vita di Gesù. È, per noi, non tanto la sequela Christi, quanto la vita Christi.
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Tag: magdolna, mindsentzy, tognetti
Categoria: LIBRI
Due anni fa trovai questa preghiera di consacrazione, con le relative promesse, in un opuscolo di preghiere diffuse da un Sacerdote, ora so a quale anima eletta furono affidate:
“Mio Gesù, alla presenza della Santissima Trinità, di Maria, nostra Madre celeste e di tutta la corte del Cielo, unitamente ai meriti del tuo Preziosissimo Sangue e del Sacrificio della Croce, secondo le intenzioni del tuo Sacratissimo Cuore Eucaristico e del Cuore Immacolato di Maria, io ti offro, per tutto il tempo che vivrò, tutta la mia vita, tutte le mie opere buone, i miei sacrifici e le mie tribolazioni in adorazione della Santissima Trinità e in spirito di riparazione, per l’unità della Santa Chiesa, per il Santo Padre, per i nostri sacerdoti, per ottenere vocazioni sante e per tutte le anime fino alla fine del mondo.”
“Mio Gesù, accogli questa offerta della mia vita e dammi la grazia di rimanervi fedele fino alla morte.” “Amen.”
Si deve compiere questa consacrazione con retta intenzione e in umile e totale donazione. Tutte le preghiere, le opere buone, le sofferenze e il lavoro compiuto con retta intenzione hanno altissimo valore quando vengono offerti in unione con il Sangue di Cristo e col Sacrificio della Croce. Questa totale donazione dobbiamo compierla, il più presto possibile, secondo le intenzioni del Cuore Immacolato di Maria e rinnovarla di frequente. La nostra Madre celeste ci chiede inoltre di recitare ogni giorno il Rosario con i misteri dolorosi, di vivere nell’amore più generoso e, nel giorno in cui Gesù sulla croce e la sua Madre Immacolata hanno offerto il loro sacrificio, il venerdì, possibilmente di digiunare a pane e acqua (almeno chi ne è capace), o altrimenti di offrire qualche altra rinuncia o sacrificio secondo le proprie capacità.
“Dio, benedici il Magiaro!” è il primo verso dell’inno nazionale ungherese (scritto da un sacerdote nell’Ottocento). Inutile aggiungere che il regime comunista lo vietò.
Certo che padre Tognetti a scrivere queste cose dimostra davvero coraggio! Lui sì che è trasgressivo e anticonformista, altro che i cattosinistri…
Tra l’altro vi è descritto, in termini molto precisi, l’Avvertimento profetizzato da molti altri mistici, ma mai così precisamente.
Vi è anche un bellissimo atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Gesù e le cinque promesse conseguenti.
Mah, qua spuntano sempre veggenti, apparizioni e rivelazioni… ma solo a me non appare nessuno dall’aldilà? 😂😂😂 Viene da chiedersi perché il Padreterno si sia preso la briga di darci la Rivelazione nella Bibbia, se poi tutti i momenti suo Figlio o sua Madre devono apparire a qualcuno per dire qualcosa… quanto sono loquaci 😃 con tutte le rivelazioni private si potrebbero scrivere decine di bibbie, mah… 😕😕😕 è lecito dubitare di tutta questa logorrea divina? 😁
Come sopra riportato, ci sono anche false private rivelazioni. D’altronde, satana cerca in ogni modo di confondere i fedeli, per evitare un loro grande vantaggio spirituale.
Le rivelazioni private sono un richiamo, un invito alla penitenza in un momento attuale molto complesso e difficile.
L’amore di una madre verso i figli c’è fin dall’inizio, ma questo non significa che nel tempo questo si manifesti con atti di affetto e anche richiami e correzioni.
Così fa il Signore con i suoi figli, richiamandoli alla verità e rettitudine. E se lo fa continuamente, è anche perché non viene ascoltato.
…é prezioso anche il capitolo che parla del significato della sofferenza e dell’espiazione, le parole celesti contenute in quel capitolo aprono come un orizzonte di luce giá su questa terra.
Misticismo, rivelazioni profetiche? Parole ostiche e avulse dalla melodia monocorde che profetizza “cieli nuovi e terra nuova” soltanto a condizione che vengano rimosse quelle “nuove povertà” su cui martella la narrazione da “sogno” (parola ricorrente anche in QA) e per cui si indice una “campagna globale”. Una settimana per celebrare a maggio, dopo cinque anni, la firma del manifesto (la Laudato si’) di e per un’ “ecologia integrale”, con iniziative di vario genere.
Prendo in prestito da una canzone ciò che mi suona adatto a rendere l’idea (solo per questo): Tutto il resto è noia… sembra il sottinteso di ben altri indottrinamenti, rispetto alle rivelazioni di una mistica, che potrebbero disturbare i vaticinatori che si ritengono detentori di certezze e farli masticare amaro…
Ho voluto dare un tocco di leggerezza al commento, senza alcun intento dissacrante e polemico.
Ho letto questo libro lo scorso settembre, ma ho appreso informazioni sulla vita di suor Maria Magdolna fin dal 2008.
Preciso che il libro si compone di due parti principali: la prima parla della vita della veggente, la seconda contiene principalmente messaggi da parte di Gesú Cristo e Maria Santissima. La seconda parte é sicuramente notevole e interessante.
Ma la prima parte, secondo me é veramente un disastro. Perché contiene inesattezze clamorose. Anzitutto la suora in questione é SLOVACCA, e non ungherese, poi la prima parte sostiene tesi nazionalistiche direi eccessive a favore dell’Ungheria, ai danni dei popoli vicini, in primis gli slovacchi. Nel libro si dice che gran parte del sud della Slovacchia é ungherese, mentre non é affatto vero. C’é una minoranza ungherese, questo sí, ma il sud della Slovacchia é slovacco.
Inoltre, l’autrice chiama delle cittá slovacche con nomi ungheresi, ad esempio non nomina mai “Bratislava”, ma la definisce “Poszony”, che é il nome ungherese che veniva usato dagli ungheresi per definire Bratislava, duecento anni fa! Un pó come chiamare Venezia col nome di “Venedig”…
Io sono slovacco e non mi é piaciuto per niente questo tentativo di “unghesizzare” una suora slovacca.
A mio parere, al libro come votazione darei nella prima parte 4/10, per la seconda parte, 7/10.
In complessiva, é un libro interessante, ma va preso con le pinze, come si suol dire.
Siccome io sono pure quasi slovacco. Siccome pure l’ ho comprato gennaio scorso, sono pienamente d’ accordo con Albert7. Nonostante meglio che niente, perche c’ è poco scritto su di lei, e sopratutto la seconda parte buona per l’ indicazioni profetiche.
Certamente caro Don Luis Eduardo, é l’unico libro in italiano che parla di questa significativa suora veggente. Alcuni insegnamenti di Gesú Cristo e Maria Santissima, contenuti nella seconda parte, mi hanno toccato il cuore e fatto riflettere molto, su alcuni aspetti della pastorale, e sul vero significato e importanza del sacrificio.
Sarebbe molto bello se qualcuno riuscisse a tradurre e pubblicare in Italia la versione completa di queste rivelazioni celesti. Infatti nell’attuale libro pubblicato da Sugarco, é stato pubblicato solo un riassunto di tali messaggi.
Anche lei un poco slovacco e poi non è quello che parla di Caracas. Ho qualcosa da dire anche su Caracas oltre che Slovacchia
Dica. Se posso rispondere, molto volontiere. In tanto, perchè non posso essere venezuelano di Caracas e nella periferia di Caracas ed al contempo averne del slovacco?
Siamo stati 3 volte in Slovacchia, la prima nel 2005 a Trencin poi un giro nella vicina Polonia nei luoghi di papa Wojtyla, Wadowice, Cracovia e Czestochowa. Poi nel 2007 a Trnava e dintorni con puntata in Cekia, infine nel 2010 di nuovo a Trnava e poi nel Paradiso slovacco, treni forestali e chiese di legno. Insomma alla parola Slovacchia mi commuovo.
MOJE SRDCE BIJE PO SLOVENSKY.
E cioè “mio cuore batte slovacco”. “Mi corazón late eslovaco”.
Lo potrei tradurre in altre lingue che sono parte della mia meravigliosa vita !
TALPRA, MAGYAR!….