LORETO, DIMISSIONI DEI CANTORI. PORFIRI RISPONDE AL VESCOVO.
10 Febbraio 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il Maestro Aurelio Porfiri ci ha inviato un articolo molto interessante relativo a Loreto. Quel santuario da qualche tempo riesce sempre, non si sa per quale motivo, a trovarsi al centro di polemiche di diverso tipo. Stilum Curiae se ne è occupato in questa occasione, e anche in questa. Che qualcuno ce l’abbia con la Madonna? Buona lettura…
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I giorni recenti sono stati singolari, in molti modi. Una di queste “singolarità” è stata nel trovarmi, mio malgrado, protagonista di una polemica. Faccio un piccolo riassunto. Era uscita su vari organi di stampa la notizia che la Santa Casa di Loreto aveva deciso di considerare come volontari (quindi non pagati) i membri professionisti della storica Cappella Musicale della Santa Casa, esistente dal sedicesimo secolo. Questi cantori si erano dimessi in blocco.
Oltretutto quello che ricevevano non era neanche uno stipendio, ma un rimborso spese che andava a coprire per alcuni le spese di viaggio, visto che molti venivano da fuori Loreto. In un mio articolo su La Nuova Bussola Quotidiana ho espresso il mio rammarico e disappunto per questa decisione, il che ha provocato una reazione dell’ufficio stampa della Santa Casa di Loreto, che ha pregato il direttore de La Nuova Bussola Quotidiana di rettificare con un loro comunicato. In realtà, nella replica del Direttore Riccardo Cascioli, si evince come la loro replica non facesse che confermare in toto quanto avevo scritto, con l’ovvia differenza che loro pensavano che quanto era stato fatto era una cosa giusta, io ovviamente no (e moltissimi altri come me).
Questa situazione è capitata proprio nei giorni in cui era in uscita il mio libro “Non ti pago! Sul trattamento economico dei musicisti di Chiesa” che raccoglie i miei articoli apparsi sul blog Duc in Altum.
Oltre ad articoli veri e propri ci sono anche alcune interviste, come quelle a Ettore Gotti Tedeschi e Robert Sirico. Il mio volumetto è stato impreziosito dalla bella prefazione di padre Samuele Cecotti, che da persona informata profondamente dalla vera dottrina sociale della Chiesa, dice tra l’altro: “Com’è possibile allora che oggi la Chiesa sia del tutto irrilevante rispetto alla musica contemporanea e alle altre arti? Com’è possibile che Colei che fu il sommo “mecenate” per millecinquecento anni almeno oggi non dia neppure da vivere a chi assicura settimanalmente la dignità musicale del culto? Il maestro Porfiri non si limita a denunziare, avanza pure una ipotesi di diagnosi rilevando il nesso inscindibile, tanto nel bene quanto nel male, tra musica sacra e Culto Divino, tra musica e liturgia. Ecco allora che lo stato penoso in cui versa la musica sacra cattolica da diversi decenni è come la cartina di tornasole d’una più grave crisi liturgica, d’uno smarrimento nella concezione stessa del culto cattolico”.
Per organisti, direttori di coro, cantori, parroci, vescovi e per tutti coloro che hanno a cuore il culto divino, sarà questo un libro che farà molto riflettere e vedere le cose, almeno lo spero, nella giusta e vera prospettiva.
Aurelio Porfiri
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Inchiesta sul demonio
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Chissà se i ” Negazionisti ” della diocesi di Milano ci lasceranno celebrare almeno ” Il Giorno del Ricordo ” della
Tradizione Cattolica senza farci ” assaggiare ” gli artigli e i becchi della loro ” Misssericordia ” ? ! ?
Tanti auguri di una santa e felice solennità della Madonna di Lourdes a tutti voi, cari amici e caro Tosatti
Da aggiungere a Matteo 25,31-46:
Avevo una Santissima Madre e voi l’avete disonorata.
ottime, bellissime considerazioni. Proposte valide.
Ma il problema sta nel rapporto con il denaro da parte dell’ordine gesuita. Mi è giunta voce che in qualche città sono stati licenziati i custodi delle Chiese gestite dai gesuiti e sono stati sostituiti con dei giovani volontari, che, all’occorrenza fossero anche in grado di fare da ciceroni. Questi giovani volontari furono organizzati in una associazione chiamata “pietre vive”. Ovviamente senza retribuzione alcuna .
Mi è giunta altresì voce che, presso le sale conferenze dei gesuiti vengano organizzati corsi di aggiornamento per insegnanti, corsi legalmente riconosciuti, che danno cioè luogo ad un punteggio nelle graduatorie per l’insegnamento .
Corsi di cui mi è stato detto l’importo annuo : piuttosto alto per i miei parametri, ma non evidentemente per l’ordine che li organizza.
Evviva! Basta con le corali, si recitino i salmi o li si canti in gregoriano tutti insieme.
anche con me che son stonato ? Diceva il mio parroco che se cantavo io, gli angeli dovevano alzare il volume delle arpe angeliche, per non sentirmi ?
Col gregoriano nessuno è stonato.
Ma per favore…
Per favore cosa? Che sei una di quelle canterine che vi sentite al centro del recital?
Perché secondo te chiudono le corali per far cantare il gregoriano? Partiranno con le chitarre e i bonghi, che ti credi?
Dice bene PMG: ”Il frastuono musicale, canti inopportuni, mal cantati e mal accompagnati, soprattutto prima, durante e dopo l ‘Eucarestia , son qualcosa di demoniaco. Non permettono la -partecipazione interiore – e il ringraziamento dopo la comunione…. persino il sacerdote mentre da la comunione , canta …”
Un’altra delle “beatitudini” del Novus Ordo. Pazienza, pazienza.
Ora, pero, amici (ma anche nemici) rilassatevi un po’. Guardate questo video. E’ un delizioso “duetto” che Rossini scrisse per parodiare certi soprano…
piccoli cantori della croce di legno ?
o forse è meglio dirlo in francese ?
potrebbe mettere il link ? così lo faccio girare , è bellissimo
https://youtu.be/txlxPKEd3QQ
Molti anni fa mi è capitato di entrare nella chiesa romana di Santa Maria in Campitelli in un ora in cui non c’erano funzioni religiose e mi sono accorto che una signora stava suonando alcuni pezzi di sua scelta. Era evidente che l’organo era lasciato lì a disposizione per chi volesse provarlo in quanto i pezzi suonati non erano legati a particolari funzioni religiose. La signora era bravissima , sicuramente una professionista, e capivo la sua gioia intima di suonare l’organo in una chiesa di tale bellezza e emanante ( come lo è tuttora) una senzazione di profonda religiosità. Per questo sono meravigliato che alcuni musicisti e cantori che hanno avuto in dono questa meravigliosa modalità di preghiera proclamino uno sciopero e si aspettino ricompense sostanziose, dato per certo che hanno altre attività lavorative remunerate.
Mah! Forse ho capito male, ma mi sembra di aver letto che quelle persone prima che venisse loro tolto quello che ricevevano per le loro prestazioni non erano “ricompense sostanziose” ma un semplice rimborso spese. Erano inoltre dei professionisti, e per dei professionisti accontentarsi del rimborso spese non mi pare un’esosità, mentre mi sembra taccagneria toglier loro anche il rimborso delle spese da loro sostenute per l’impegno assuntosi, col pretesto che fossero volontari.
C’è da notare poi che, a quanto pare, la decisione di eliminare il rimborso spese è stata presa d’autorità (altrimenti perché hanno messo fuori il pretesto del volontariato?). Forse se invece avessero chiesto di rinunciare spontaneamente a quel rimborso, per motivi di necessità economiche od altro, le cose sarebbero andate diversamente.
Certamente le informazioni sono troppo poche per un giudizio di merito. Un conto è cantare una messa la domenica nel Santuario e un altro fare il giro delle chiese delle Marche anche durante la aettimana. Io volevo sottolineare un altro aspetto che mi capitato di notare in una corale che cantava in una chiesa di Roma ma era di passaggio. Volti seri e professionali che ho visto illuminarsi di un grande sorriso quando il direttore del coro li ha invitati a cantare l’Ave Verum di Mozart.
Anche a me è capitato qualcosa di simile nella Basilica della Madonna di Tirano in Valtellina, dove esiste un maestoso organo dei primi anni del 1600. Ma parlo di oltre 30 anni fa. Ricordo che mia sorella che era con me mi sussurrò in un orecchio : mi sembra di essere in paradiso.
In un’epoca in cui si danno soldi a tutti, in primis a sedicenti “volontari” e Ong che fanno pappette per cosiddetti “migranti”, togliere un sussidio a una corale mi sembra semplicemente una meschinità: sicuramente vorranno “allocare” quelle risorse in altre cose (non è difficile immaginare quali: pappette a tutto spiano, telefonini per chiamare la patria lontana e così via). I vari “festival dei giovani” organizzati qua e là – rigorosamente NON a base di gregoriano o di polifonia – vengono forse organizzati gratis?
Passo frequentemente a Santa Maria in Campitelli ma onestamente non mi trasmette un senso di profonda religiosità, dato che è enorme ma vuota. Mi sembra piuttosto un ricordo di epoche passate, una sorta di relitto di un naufragio finito sulla spiaggia. Ma capisco che questa sia un’impressione personale.
Mi scusi, ma perché il sagrestano, le donne che fanno le pulizie, ecc vengono pagate e un musicista no? Ma sapete quanto ha dovuto studiare e deve farlo tutt’ora? E anche i cantori, quante ore di prove devono fare per fare i canti, soprattutto se polifonici?
E il Santuario di Loreto, a causa della crisi, viene diretto con maggiore sobrietà da parte di tutti o hanno tagliato solo i compensi dei musici?
Il bello, trascendentale con il bene e il vero perchè unito all’ Essere e dunque a Dio, ha nel bergoglismo un nemico viscerale.
Non è possibile neanche immaginare una vera opera d’arte, qualcosa come la Messa di Bach, ispirata in Amoris laetitia o in Laudato sì. Neanche con l’ oceano di soldi dei suoi amici di Black Rock. Non è un problema di soldi, è un problema ontologico.
Credo che alla fine il bergoglismo non sia tanto la causa, quanto piuttosto un altro tristissimo ‘segno dei tempi’ (e a volte mi domando se effettivamente non saranno gli ‘Ultimi’), come anche Bergoglio lo è.
Non è solo la musica, ma l’intera arte sacra ad essere degradata.
Paragoni solo ‘il cubo di Fuksas’ o la moderna chiesa dedicata a San Pio da Pietralcina, progettata da Renzo Piano, al duomo di Milano o di Orvieto; per esempio.
Ma queste moderne schifezze di arte “sacra” sono in realtà arte dissacratoria, rispondono ad un piano massonico ben preciso e puntuale. dissacrare, dissacrare e ancora dissacrare, in modo da eliminare gli ostacoli all’intronizzazione dell’Anticrsito. il piano parte da lontano, dai tempi di Pio IX, ma è stato possibile iniziare a realizzarlo dopo che hanno conquistato il soglio petrino e rivoltato dottrina, liturgia, pastorale e catechismo con il CV II ed il NOM e tutte le altre iniziative dissacranti annesse e connesse (comunione sulla mano, ministri laici dell’Eucaristia,, schitarrate e bongi, nuovo rito dell’esorcismoi, ecc.), per giungere ai balletti osceni, alle corse in bicicletta, alle pizzate, alle cene, alle brandine, ai comizi del PD e della Bonino, , all’ invito ed all’elogio di coppie LGBT, il tutto dinanzi all’altar maggiore, al tabernacolo (se non lo hanno spostato in un ripostiglio…). Ottimi esecutori dei disegni di Lucifero ! Ma non sanno che “il Signore aveva altri progetti”? che “Christus Vincit”? Se ne accorgeranno a loro spese (ed anche alle nostre, purtroppo)
Catholicus, d’accordo con lei. La nuova chiesa di San Pio di Pietrelcina è un monumento massonico. Sono lontani i secoli ogni particolare costruttivo rimandava a un simbolo biblico, a cominciare dell’orientamento dell’altare verso est.
L’arte è da dissacrare e l’autentica liturgia da denigrare, Giusto per averne chiara contezza ecco cosa pensa la Chiesa di Milano di coloro che seguono la liturgia antica. Sono le invocazioni della preghiera dei fedeli di venerdì 14/2, aprite il portale alla voce “Almanacco Liturghico – preghiere dei fedeli”
L Per chi, nella Chiesa, va promuovendo il ritorno alle
antiche tradizioni religiose con il rischio di assolutizzarle,
anteponendole alla tua stessa parola: Kyrie, eleison. R
L Per quanti rifiutano di credere in te, confondendo la
fede con la pratica delle molte tradizioni religiose degli
uomini: Kyrie, eleison. R
Incredibile @Luisa S, ora chiedono perdono per i cattolici rimasti tali. Che lo Spirito Santo li illumini, non riesco a spiegarmi questo generale accecamento.
Vada a Fatima a vedere il nuovo tempio-palestra messi di fronte al Santuario . Si porti un sacchettino-vomito
Non potendo – purtroppo! Tutta colpa dei giovani “rigidi” che trattano male i vecchi “aperti” – invitare Rita Pavone e i Beatles a cantare a Loreto, in attesa che vi venga invitato Roberto Benigni per tenere un corso di aggiornamento sul Cantico dei Cantici (con la benedizione del card. Ravasi, il quale su Twitter era tutto contento di essere citato a seguito della performance sanremense benigniana), suggerisco, anzi propongo di affidare il coro del santuario di Loreto ai salesiani, non necessariamente a don Palombella – attualmente impegnato in altre faccende – ma comunque ai salesiani. Rivolgersi all’UPS.
Ormai la cronaca della Chiesa sembra la storia di Tredicino:ogni giorno Tredicno ne ha fatta una. E’ deprimente.
“Il maestro Porfiri non si limita a denunziare, avanza pure una ipotesi di diagnosi rilevando il nesso inscindibile, tanto nel bene quanto nel male, tra musica sacra e Culto Divino, tra musica e liturgia. Ecco allora che lo stato penoso in cui versa la musica sacra cattolica da diversi decenni è come la cartina di tornasole d’una più grave crisi liturgica, d’uno smarrimento nella concezione stessa del culto cattolico”.
Il problema sta nel Novus Ordo, ma nessuno, nella gerarchia della Chiesa, ha il coraggio di dirlo. Dobbiamo toccare il fondo, presumo.
Come ho scritto qua sopra, non è solo la musica sacra a versare in uno stato penoso… ma l’intera arte sacra cattolica ad esserlo, PURTROPPO.
Consideri solo l’obbrobrioso affresco fatto dipingere da Mons. Paglia a Terni..
Qui la devo contraddire, sig Ateo Devoto. L’affresco sulla parete della cattedrale di Terni non è arte, è una bruttura scandalosa e basta.
L’arte contemporanea non è per forza sinonimo di schifezza, purtroppo tanti critici e “mecenati” plaudono e promuovono schifezze e la pagano pure a peso d’oro, come ultimanente è successo alla banana di Cattelan.
http://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cultura/2019/12/08/la-banana-di-cattelan-da-120mila-dollari-sparisce-in-un-boccone_20d39cd5-4da0-4a0f-977f-672eb79c0eca.html
intende l’affresco capolavoro che inneggia all’amore puro senza distinzione di sesso ? quello degli spiriti angelici , secondo Paglia ? di fatto l’outing dello stesso ?
Inevitabili e quasi all’ordine del giorno le polemiche nell’epopea e nell’epoca del facile ricorso a dimissioni e dismissione, in tutte le declinazioni, dalle “cacciate” più o meno eccellenti agli pseudo “congedi”, passando per qualche classico promoveatur ut amoveatur.
In un’intervista, a pochi giorni dal mancato rinnovo del mandato di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il card. Müller – in riferimento all’ “allontanamento” di tre Officiali del dicastero che aveva guidato – reclamò il rispetto della “dottrina sociale della Chiesa, anche a Roma (= Vaticano), nel rapporto con i collaboratori”.
https://www.marcotosatti.com/2017/07/08/muller-critica-il-modo-in-cui-e-stato-licenziato-la-dottrina-sociale-deve-valere-anche-in-vaticano/
Negli indirizzi di auguri natalizi alla Curia e ai dipendenti vaticani del dicembre 2017 Bergoglio pronunciò discorsi che varrebbe la pena rileggere a commentare alla luce di “sue” decisioni che li smentiscono clamorosamente. Tra l’altro puntò il dito anche contro la mancata regolamentazione di qualche lavoratore, con quel che ne consegue.
Spesso si è esibito in veste di sindacalista; la scorsa settimana (e non per la prima volta), ricevendo i partecipanti ad un seminario promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, elogiandone il ruolo cruciale ha sentenziato che gli insegnanti sono “sempre mal pagati”.
Che dire? Tutto bene, ovvio. Ma: non sarebbe il caso di partire da una piena traduzione del “predicato” in ogni angolo della “propria” casa? «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Lc 6,41). Medico cura te stesso (cfr.Lc 4,23)
Fakescoop .: dopo aver scoperto il precariato e mal trattamento dei Cantori di Loreto, il Papa personalmente , ha nominato quale commissario permanente a Loreto , il Presidente dei Cantori del Coro Bergogliano : AUSTEN IVEREIGH e capo cantore stabile alla Santa Casa di Loreto , ANDREA TORNIELLI , l’ultimo vero menestrello vivente. Sembra che Tornielli abbia già ricostituito il Coro , garantendosi la presenza di altro cantori quali GianGuido Vecchi . Mi dicono che Catani e Nicolini , già esultino , commentando che questo è un segno di riconoscimento della Traslazione Angelica , avendo il Papa , sostituito cantori con Angeli veri e propri.
Il frastuono musicale , canti inopportuni, mal cantati e mal accompagnati , soprattutto prima, durante e dopo l ‘Eucarestia , son qualcosa di demoniaco. Non permettono la -partecipazione interiore – e il ringraziamento dopo la comunione. Dove son costretto ad andare spesso a messa ,per ragioni logistiche , persino il sacerdote mentre da la comunione , canta …
Mi spiace dirlo , perchè la apprezzo da molti punti di vista , ma dove Cielle -Comunione e Liberazione . è dominante , questo avviene sempre . Non parlaimo delle messe dei Neocatecumenali , o dei Carismatici , dove si balla pure.
È un vero peccato lo scioglimento del Coro della Santa Casa di Loreto, impreziosivano le sacre ricorrenze in modo mirabile.
Vorrei rendere omaggio al Maestro del Coro e ai Cantori superqualificati.
Grazie!
Le chitarre durante la Santa Messa sono di una volgarità insopportabile.
Anche io ritengo che “Le chitarre durante la Santa Messa sono di una volgarità insopportabile.”
1 – Allontanano da Dio con il chiasso che fanno, suonando musica orrenda!
2 – I giovani, se vogliono cantare (e ballare) con le chitarre, vanno altrove, dove trovare la musica che piace a loro. Per loro la musica con le chitarre suonate da loro è solo ridicola e appena possono se ne allontanano ben volentieri.
La musica religiosa, quella adatta alla liturgia, è solo (qualunque cosa ne dicano i non competenti!) quella suonata con l’organo. L’organo, per chi non lo sapesse e per chi non ci ha riflettuto abbastanza, è lo Strumento Musicale migliore al mondo, ed è stato inventato nella e per la liturgia. Purtroppo Tutti i Musicisti e i teatri che possono permetterselo, si sono dotati di un Organo Classico da Chiesa, mentre la Chiesa – per la nefasta opera dei suoi gestori – li ha messi fuori uso. In quasi tutte le Chiese è presente un organo che si rispetti e che – solo dagli intenditori – è considerato un tesoro nascosto e da nascondere! Siamo alla follia!
concordo
In realtà non c’è scritto da nessuna parte che in chiesa si debba suonare solo l’organo. Secondo me la chitarra , se ben suonata ( facendo arpeggi e non solo accordi scordati) si può adattare, in certi contesti. Fermo restando che l’organo è lo strumento principe .
Il problema degli organi è che molti sono storici, ottocenteschi e per restaurarli ci vuole un mutuo, secondo , ci vuole un organista capace di suonare. Il miracolo è quando trovi uno capace di suonare anche la pedaliera e che abbia meno di ottant’anni.
Sembra un piccolo particolare ma non lo è.
In realtà, la chitarra, essendo uno strumento confacente alla musica profana, è proibito, come pure l’uso di effetti di distorsione elettronica di qualsivoglia genere o la riproduzione di musica registrata, anche ad altissima fedeltà. Allo stesso modo, è espressamente proibito l’uso del pianoforte, del tamburo, della grancassa, dei piatti, dei campanelli [all’infuori ovviamente del campanello usato per sottolineare alcuni momenti del Canone] (Motu Proprio sulla Musica Sacra del 1903), come pure il timpano (Decreto della S. C. dei Riti 4226, 2) e il trombone (Decreto della S. C. dei Riti 4226, 1). Allo stesso modo, sono da escludersi anche arpe, carrilon, cetre, tamburi baschi, tamburelli, triangoli e xilofoni (cfr. Trimeloni III ed., p. 319).
Siamo sempre lì: la musica sacra non è una generica “musica religiosa”, e non possono essere tollerati strumenti da balera o da serate in spiaggia, spesso male accordati ed ancor più mediocramente suonati. Il fatto che costi rimetterli in sesto non può, e non deve, essere un problema: nelle parrocchie si spendono fiumi di denaro per scemenze, queste sono necessità per il culto divino che viene prima di tutto, anche della Caritas parrocchiale o dei campi estivi per i marmocchi. Finché non ci metteremo in testa questo, cioè che la Santa Messa è la cosa più importante per un cattolico e che dobbiamo sforzarci per renderla più degna e dignitosa possibile (anche musicalmente, fermo restando tutte le disposizioni in merito da cui in molti, abusivamente, si auto-derogano) non se ne uscirà mai. Purtroppo, è un’altra delle storture del post-Concilio e della Messa rivoluzionaria di Bugnini: confondere ciò che piace con ciò che è appropriato per il culto divino.
Il Sacrosantum Concilium è del 1963 e non mi pare che proibisca l’uso di tutti gli strumenti tranne l’organo.
Io sono convinta che molti strumenti possono essere suonati bene e con profitto, sempre che non si voglia rimanere fermi unicamente al gregoriano.
Anche il gregoriano può essere un piagnisteo insopportabile se cantato male o con lo spirito sbagliato.
Non si può pretendere di fermare lo sviluppo dell’arte, non bisogna transigere sulla qualità e sul carattere spirituale.
Però la qualità si paga, se vuoi un organista diplomato al conservatorio devi riconoscere la sua professionalità.
La “Sacrosantum Concilium” sancisce che in chiesa si suonano e cantano anzitutto il gregoriano, poi il polifonico ed infine i canti popolari, a determinate condizioni (che non sono certo quello delle canzoncine vergognose ed irrispettose stile pop-rock, quanto i canti composti da grandi santi quale il “Tu scendi dalle stelle”). Inoltre, non sono proibiti tutti gli strumenti: grancasse, pianoforte, strumenti da musica leggera e profana (vedasi, appunto, le mai abbastanza riprovate chitarre) non sono “tutti gli strumenti”. RImangono (appunto) sempre l’organo e l’harmonium (che DEVONO essere gli strumenti principali, proprio a norma di “Sacrosantum Concilium” e dei decreti che ho già riportato), gli archi e gli strumenti a fiato. Purtroppo, lo ripeto, siamo arrivati al dover giustificare anche chitarrine e canzonette in chiesa, quando per esempio la stessa “Sacrosantum Concilium” sancisce che è bene sviluppare e promuovere le Scholae Cantorum. Il fatto che pressoché nessuno lo faccia, che chitarrine scordate e tastiere (che di certo NON riproducono il suono dell’organo) imperversino nelle parrocchie e che in pochi sappiano suonare (o cantare) in modo appropriato non può essere una giustificazione: casomai, è una aggravante del maledetto post-Concilio e della pessima situazione in cui versa la liturgia cattolica, complice la rivoluzione di Bugnini. Mi dispiace, ma è così; Lei può trovare tutte le giustificazioni che vuoLe, economiche, artistiche (?), ma è così.
Tra parentesi, io non odio le chitarre: a me piacciono persino i bassi elettrici, figuriamoci. Solo che un conto è sentirle in un concerto rock o metal, un altro in chiesa. Lo stesso dicasi per pianoforte, grancasse, gong e compagnie cantanti: lo ripeto, ogni cosa al suo posto. La liturgia è altro, la musica sacra è (o dovrebbe essere) altro rispetto alle canzonette ed lla musica profana.
Infine, una chiosa: se nessuno sa suonare l’organo o l’harmonium si può ben imparare a cantare in gregoriano o a suonare in polifonico (con canti sacri ed approvati dalla Chiesa e senza strumenti profani), no? D’altro canto, è possibile suonare anche strumenti ad arco ed a fiato. Ancora, leggiamo cosa dice l’Istruzione sulla Liturgia del 1958: ” Nelle azioni liturgiche, specialmente nei giorni più solenni, si possono adoperare anche altri strumenti musicali oltre l’organo – in primo luogo quelli ad arco – con o senza l’organo, per un concerto musicale o per accompagnare il canto, osservando però strettamente le norme che derivano dai princìpi sopra esposti (n. 60), le quali sono:
a) Che si tratti di strumenti musicali che veramente si possano adattare all’uso sacro;
b) Che il suono di questi strumenti venga emesso in tal modo e gravità e quasi con religiosa purezza, da evitare qualsiasi clamore di musica profana e favorire la pietà dei fedeli;
c) Che il direttore, l’organista e gli artisti conoscano bene l’uso degli strumenti e le leggi della Musica sacra.
69. Gli Ordinari dei luoghi, per mezzo specialmente della Commissione diocesana di Musica sacra, vigilino attentamente affinché le dette prescrizioni intorno all’uso degli strumenti nella sacra Liturgia siano realmente osservate; né tralascino, se ne sia il caso, di emanare su tale argomento norme particolari, adattate alle condizioni e alle provate consuetudini.”
Inoltre, “Tutti coloro che hanno una parte nella Musica sacra, come i compositori, gli organisti, i maestri di coro, i cantori, o anche i suonatori di strumenti musicali, dato che partecipano direttamente e immediatamente alla sacra Liturgia, devono rifulgere, innanzi tutto, sopra gli altri fedeli per l’esempio di vita cristiana.”
Il canto e, più in generale, la musica sacra non si improvvisano, né si possono cantare generiche “musiche religiose” o, peggio ancora, piagnistei anni ’60-70 durante la Divina Liturgia. Non ci sono organisti? Si formi un coro, ricordandosi che non è obbligatorio cantare la Messa neppure nel Novuso Ordo (se non in alcuni casi). Non c’è nessun organista? In attesa che qualcuno sia abbastanza preparato per suonarlo, si formi un gruppo di archi e di strumenti a fiato (tra gente, però, non scelta a caso o che sappia semplicemente suonarlo, ma che “siano di vita esemplari” ed “esperti nella propria arte”. Il problema è che non mancano suonatori, mancano cristiani e, peggio ancora, non c’è volontà per ripristinare la vera musica sacra cattolica. Questi sono i problemi, non la mancanza di denaro o l’inesperienza di cantori e musici.
Ma lei pensa che una corale possa imparare il gregoriano o addirittura i canti polifonici senza un maestro e senza uno strumento? Ma lo sa di cosa sta parlando?
Certo: è una questione di volontà, non di denaro. Se c’è la volontà di imparare il gregoriano o il polifonico (cosa che, ovviamente, implica sforzo e studio, nonché avere un maestro di canto) si fa, altrimenti… Si continua con il delirio attuale. D’altra parte si sa, il canto sacro oggigiorno si deve “evolvere”, “aggiornare”. Si spende denaro per mille iniziative, anche lodevoli per carità, ma ci si dimentica poi che la prima attività deve essere la Santa Messa, che non è una attività come le altre ma il cuore della fede cristiana.
Il delirio attuale è nato quando si è pensato che per attirare i giovani, fosse necessario produrre musica giovanile, che in quel momento era la pop anni ’70- 80.
In realtà i giovani , come tutti, avevano e hanno bisogno del messaggio autentico di Gesù , infatti hanno continuato a disertare le chiese.
A quanto dice – secondo me giustamente – Equesfidus vorrei aggiungere un particolare: non è detto assolutamente che tutte le Messe debbano essere “cantate”. E’ infinitamente meglio, laddove non ci siano gruppi di canto ben competenti, strumenti adatti e strumentisti, tutti all’altezza del degnissimo compito loro affidato, ed a ciò umilmente compresi (sottolineo umilmente), procedere alla celebrazione di una Messa Letta. L’assenza di chiasso e la maggiore sobrietà risulteranno tali da consentire un miglior accoglimento del senso del sacro (per quel minimo che la nuova liturgia può darne) da parte dei fedeli.
Prima della rivoluzione liturgica, non era infrequente, in certe occasioni in cui non era possibile organizzare un coro od un decoroso accompagnamento strumentale, procedere come detto sopra, anche se – come succede quasi sempre oggi – sarebbe stato possibile raccogliere quattro o cinque “cantanti” (e non coristi), più o meno stonati o strillanti. Ora invece sembra che la Messa sia solo l’occasione per permettere l’esibizione di questi gruppi di “star” che paiono quasi i protagonisti di tutta la celebrazione, e vengono messi in grande evidenza molto spesso vicino all’altare; e tali li considera il celebrante; tanto è vero che capita alle volte alla fine della Messa che l’ “assemblea” venga sollecitata a ringraziare con un caldo applauso l’esibizione dei “cantanti”.
Mentre invece quello che essi dovrebbero considerare è un “servizio” che offrono alla Comunità, e come tale, umilmente, come detto sopra. Proprio per questo prima della rivoluzione liturgica il coro e gli strumenti (in particolare l’organo) erano posti a distanza, non visibili e, se troppo vicini, celati dietro un separé; non perché fossero in castigo, ma proprio perché l’attenzione dei fedeli non doveva essere distratta dalle loro persone; e le loro voci ed i suoni dovevano pervenire come da un coro celeste che accompagnasse ed abbellisse in modo acconcio la divina liturgia che si stava svolgendo.
Ovviamente non voglio dire che non ci siano delle eccezioni a questo triste andazzo (anche se per sfortuna non ne sono a conoscenza). E tali eccezioni sono da considerarsi lodevoli o addirittura eroiche, quando invece dovrebbero far parte della normalità.
Non ritengo che tutto ciò che riguarda la messa NO sia sbagliato e da buttare via, certamente sono scaturiti errori e andazzi che probabilmente molti dei conciliaristi non avevano previsto.
Attualmente si vedono orrori che dipendono anche dal declino della chiesa modernista.
Però non ci sono solo brutture, non tutta la produzione musicale moderna è orrenda , alcuni pezzi, tolta la patina beat e le chitarre sono anche belli.
Concludo: se piace solo il gregoriano conviene senz’altro evitare le parrocchie e seguire solo la messa in latino VO.
Nelle cattedrali e nei grandi santuari è giusto che ci sia l’eccellenza anche nell’aspetto musicale (organo e cantori preparati).
Nelle piccole parrocchie non è così scandaloso trovare compromessi, la tastiera invece dell’organo, per es.
L’importante sarebbe che il parroco seguisse e guidasse le piccole corali, sia musicalmente che spiritualmente, sempre ammesso di avere un parroco equilibrato!
Faccio notare che il polifonico e, soprattutto, il gregoriano sono i canti ufficiali della Chiesa, che a norma proprio del (in parte tradito in parte volutamente confuso) CVII sono da promuovere ovunque, come pure le Scholae Cantorum. Faccio inoltre notare che, come ribadito giustamente da Lucior, se nessuno sa cantare o suonare gli appropriati canti sacri nessuno obbliga a farli, inoltre ci sono degli strumenti, a norma di diritto canonico e di decreti sulla musica sacra (mai abrogati, giusto per dire), espressamente vietati. Tra parentesi, per l’appunto ci sono degli artisti esperti di musica sacra (vera) che sostengono che la tastiera, a condizione che non ci sia l’organo o l’harmonium e che non ci sia possibilità di installarne o ripararne uno neppure piccolo, si possa suonare la tastiera durante la Messa purché riproduca il registro dell’organo e non altro.
Siamo sempre lì: il problema sono proprio i “compromessi”, e il far finta che il Concilio abbia sancito delle pessime abitudini, che si sono ormai incancrenite e che in pochi osano contrastare,quando in realtà non lo ha mai fatto. Un conto, lo ripeto e poi la smetto, è ciò che piace, un conto ciò che è permesso e che è utile alla santificazione delle anime. Chitarre e tastiere non rientrano in questa categoria.
Comunque intendevo tastiera che suona l’organo, che altro?!
Il compromesso non è solo accettare il peggio, può essere anche normale buon senso.
Ci sono anche buoni brani contemporanei, scritti con spirito di servizio e per elevare l’anima, per cori polifonici e organo, basta conoscerli.
In ogni caso, quando mi capita di trovarmi in una messa che, per qualche motivo, invece di elevarmi mi irrita, per esempio musica pessima o un prete che parla di politica invece che di Gesù, non ci vado più.
@ MILLI – La tua giusta osservazioni sul fatto che per suonare l’organo ci vuole un valido organista che veramente sappia suonarlo bene, mi ricorda che parecchi anni fa, in un piccolo cimitero di un paese del ponente ligure, mi aveva colpito l’epitaffio di una tomba che riportava: ” qui giace ….X X …. per quarant’anni organista della parrocchia. Dio gli usi ….. infinita misericordia.
Generale Laporta , meglio la fanfara dei bersaglieri ,vero ?
Beh! Se non la fanfara dei Bersaglieri, in certe Messe forse sarebbe opportuno suonare il “Silenzio” (militare).