DISPACCI DALLA CINA. ELEZIONI A TAIWAN, E IL DIFFICILE NATALE…
17 Gennaio 2020
Marco Tosatti
Cari Stilumcuriali, il Maestro Aurelio Porfiri nei suoi Dispacci dalla Cina ci parla delle recentissime elezioni a Taiwan, della difficile situazione di molti fedeli cinesi, e dello sguardo che alcuni scrittori-viaggiatori cinesi hanno rivolto all’occidente. Buona lettura.
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Le elezioni di Taiwan
Sabato 11 gennaio si sono svolte le elezioni a Taiwan. Il presidente uscente Tsai Ing-wen (蔡英文) del Democratic Progressive Party (DPP) ha stravinto su Han Kuo-yu (韓國瑜) del Koumimtang (che si trova anche scritto come Guomindang o Kuomintang, KMT). Tsai Ing-wen rappresentava coloro che cercano di mantenere lo status quo nell’isola, cioè l’autonomia da Pechino, mentre Han Kuo-yu era senz’altro più favorevole ad un avvicinamento con Pechino. La vittoria del presidente uscente non è stata di misura. Leggiamo in un articolo su “La Repubblica”: “Tsai ha vinto con numeri record, in base ai risultati finali: ha ottenuto 8,17 milioni di voti (57,13% del totale), un numero mai raggiunto nelle precedenti tornate elettorali presidenziali. Il nazionalista Ma Ying-jeou aveva avuto 7,65 milioni di voti nel 2008. Il più agguerrito rivale di Tsai, il nazionalista Han Kuo-yu, si è fermato a 5,52 milioni di voti (38,61%) e James Soong, il terzo candidato, a 608.590 (4,25%). L’affluenza è salita al 74% (dal 66,38% nel 2016) sui 19,3 milioni di elettori registrati”. Anche in questo caso, come in quello delle elezioni per i consigli distrettuali di Hong Kong del novembre scorso, le forze di resistenza al controllo da parte del governo centrale di Pechino ottengono numeri record. La Cina ha avvertito che non tollererà nessuna velleità di indipendenza da parte di Taiwan mentre gli Stati Uniti sono in fondo soddisfatti per aver incassato una buona vittoria, in quanto attraverso il supporto a Taiwan possono continuare ad avere un qualcosa con cui pungolare il rivale asiatico.
Un paese, due sistemi
La Cina, dopo le elezioni di Taiwan, ha ribadito che non tollererà nessuna velleità di indipendenza e che desidera la riunificazione offrendo come metodo di governo che regolerà i rapporti con l’isola ribelle, lo stesso messo in atto in Macao e Hong Kong, un paese, due sistemi. Ora, la Cina è molto contenta di Macao, in quanto la sottomissione della città un tempo amministrata dai portoghesi è stata certamente più rapida. Se si conoscesse un poco la storia, si saprebbe che Macao, malgrado venisse usata dai portoghesi come punto di riferimento per i loro commerci, non è mai uscita dall’orbita cinese, infatti l’imperatore e i suoi funzionari ci facevano il bello e il cattivo tempo. Macao, fu “affittata” al Portogallo dalla Cina che vi ha sempre mantenuto un controllo nei secoli. Ecco perché non è corretto chiamare questa città “ex colonia portoghese”, meglio dire “amministrata dai portoghesi”. Per quello che riguarda Hong Kong, non penso di dover dire molto su come il sistema proposto dalla Cina ha funzionato, parlano per questo i mesi di continue proteste. Perché il discorso è che il sistema potrebbe forse andare bene se la Cina si tenesse completamente fuori dal funzionamento di queste regioni ad amministrazione speciale. Il fatto è che per la Cina il controllo del potere è un elemento fondamentale del sistema di governo, e questo “vulnus democratico” al suo interno è qualcosa che difficilmente riesce a tollerare.
Viaggiatori cinesi
C’è un bel libro chiamato “L’oceano in un guscio d’ostrica. Viaggiatori cinesi alla scoperta dell’Europa” (a cura di Maria Rita Masci, 2018, Luni editrice). In questo libro si raccontano, anzi gli stessi cinesi raccontano, dei loro viaggi in Europa o in America nel XIX secolo. Sono racconti estremamente interessanti, perché ci raccontano di un mondo che noi conosciamo grazie agli storici occidentali attraverso le categorie dei cinesi. È un libro che invito a leggere, anche per quello che dice riguardo la religione cristiana e il modo in cui questi viaggiatori cinesi la descrivevano. Una frase importante, di uno di questi viaggiatori, è quando entra in una chiesa e descrive la cerimonia a cui assisteva. Ad un certo punto dice che il prete leggeva le “Scritture occidentali“. Ecco, soltanto questa breve descrizione, fa capire veramente il modo in cui in un certo mondo cinese, non minoritario, viene visto il cristianesimo ancora oggi, come qualcosa che viene dall’esterno, malgrado esso sia approdato in Cina ben più di 1000 anni fa. Questo, deve essere detto con chiarezza, non è un problema del cristianesimo, ma è un elemento di come i cinesi vedono se stessi e di come vedono il mondo al di fuori dell’universo cinese.
Natale in Cina
La sempre ben informata “AsiaNews” ci offre in un articolo una descrizione delle recenti feste di Natale in Cina. Ecco la parte firmata da don Giovanni: “Non abbiamo né chiesa, né decorazioni. La nostra Eucaristia domenicale di solito viene celebrata in una casa di fedeli e anche a Natale non si fa eccezione. Si prepara una tavola, la si copre con una tovaglia bianca, e si appresta tutto l’occorrente per la messa. Circa 100 fedeli si affollano nella camera da letto e nell’anticamera per partecipare all’Eucaristia. Dal momento che l’atmosfera esterna è molto tesa, per motivi di sicurezza tiriamo le tendine delle finestre, teniamo basso il tono delle nostre preghiere, per non attirare l’attenzione della gente che passa vicino. Ancora per motivi di sicurezza, durante la messa, sacerdote e fedeli non cantano nessuna parte della liturgia, ma la recitano soltanto. Per creare l’atmosfera natalizia, la famiglia che ospita la celebrazione prepara il presepio. Questa è la nostra celebrazione del Natale. Sebbene un po’ semplice, ne siamo soddisfatti e grati, perché per lo meno abbiamo ancora la possibilità di celebrarlo insieme. In altre parrocchie della nostra diocesi, in anni recenti ai sacerdoti è stato proibito di celebrare il Natale; parecchi dei loro luoghi di culto sono stati chiusi. non sono permesse celebrazioni di Natale persino in posti remoti. A causa di ciò, in parecchi luoghi, i fedeli sono senza messa di Natale da anni. Vogliamo volentieri soffrire per il Signore e per la fedeltà alla Sua Chiesa. Duemila anni fa il Salvatore non è nato in circostanze simili? Speriamo di poter celebrare il S. Natale in pace. Speriamo che la nostra Chiesa possa presto godere della libertà religiosa. Signore Gesù, vieni presto!”. Una descrizione che fa commuovere e pensare.
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Tag: dispacci, natale, scrittori cinesi, taiwan
Categoria: Dispacci dalla Cina
Tra parentesi: caro maestro Porfiri, si rassegni, anzi rassegniamoci, ieri sera la puntata televisiva di Don Matteo della presunta cattolicissima casa di produzione Luxvide ci ha mostrato una bimba che suonava la chitarra elettrica “come Jimi Hendrix” in chiesa, con l’approvazione del don Matteo stesso il quale dice che a Dio piace moltissimo il rock. Tanto per essere giovanili e anticonformisti…
Iginio, mi meraviglio che un austero tradizionalista come lei si abbassi a guardare le puntate televisive di Don Matteo… O lo fa solo per godersi lo spettacolo desueto di un prete con la talare?
Eccone un altro che senza conoscermi fa il processo alle intenzioni. “Austero tradizionalista”: fino ad austero ci posso stare, di “tradizionalista” vorrei che prima qualcuno mi spiegasse il significato. Forse lei si è perso le mie critiche ai pliniani, per esempio, che per me sono il perfetto pendant dei modernisti.
Iginio, non se la prenda. Guardi che la mia era solo una battuta ironica… uno scherzetto. Con simpatia…
Su Macao le cose non stanno proprio così. Negli anni Sessanta dell’Ottocento il Portogallo respinse il controllo cinese e si prese Macao sotto la sua esclusiva sovranità (la cosa costò l’assassinio del governatore portoghese). Poi però il Portogallo si indebolì, durante la seconda guerra mondiale Macao fu controllata dai giapponesi invasori della Cina, nel 1967 ci furono moti di piazza sobillati dalla Cina comunista di Mao a seguito dei quali i portoghesi accettarono di bandire le organizzazioni cinesi anticomuniste e di non tenere guarnigioni militari a Macao. Nel 1974 gli ufficiali portoghesi che a Lisbona avevano preso il potere con la rivoluzione dei garofani vollero la decolonizzazione dei territori d’oltremare, ma dovettero tenersi Macao perché la Cina la rivoleva solo insieme con Hong Kong. Da ciò nacque il concetto di città cinese sotto amministrazione portoghese.
Il punto è semmai che, mentre a Hong Kong la presenza europea e cristiana è relativamente recente (da metà Ottocento), il numero dei cristiani è notevole. A Macao il cattolicesimo c’è sin dal Cinquecento (la città si chiamava infatti Città del Santo Nome di Dio di Macao) ma i cattolici sono pochi.
E per finire ecco un illuminante articolo che riporta un intervento a gamba tesa della Civiltà Cattolica denigrante il cardinal Zen.
I metodi della nuova Chiesa si riconoscono a colpo sicuro.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/01/17/%e2%80%9cla-civilta-cattolica%e2%80%9d-riesuma-un-vescovo-cinese-defunto-per-attaccare-il-cardinale-zen/
Ieri per la prima volta il TG 5 ha trasmesso un servizio sui cristiani perseguitati ed è emersa una situazione terribile. Peccato che Papa Francesco non ne parli, anzi, ha fatto un patto con gli islamici, principali persecutori e aguzzini.
È di ieri una nuova notizia dal “fronte” cinese.
L’eroico vescovo Guo, che si è dovuto far da parte su indicazione del Vaticano, per diventare subalterno del vescovo collaborazionista e che si rifiuta di aderire al clero “governativo”, deve subire l’ennesima angheria da parte dei funzionari del regime.
http://www.asianews.it/notizie-it/Mindong,-Mons.-Guo-sfrattato-dalla-curia:-dormir%C3%A0-per-strada.-Senzatetto-anche-diversi-sacerdoti-e-anziani-(Video)-49047.html
Ma con che coraggio papa Francesco e Parolin continuano a sostenere l’accordo che hanno firmato col regime cinese? E se dicono che è provvisorio, perché alla luce dei fatti incontestabili di una recrudescenza delle persecuzioni ai danni dei cattolici sotterranei non ritirano la firma? Se anche se ne fregano dei cattolici sotterranei (nella mia ingenuità spero proprio di no) loro almeno non hanno una dignità da salvare? Sono così ottusi da farsi così fessi dal regime cinese? Follie e misteri della Chiesa 2.0
l’avevo appena visto anch’io. Bergoglio e Parolin castighi di Dio.
“…castighi di Dio”. Lei è così presuntuoso da erigersi persino a portavoce della volontà di Dio.
Cos’è il suo, il trionfo dell’Uomo che si fa dio? Sotto mentite spoglie?