ALTA FINANZA, DEMOCRAZIE, DITTATURE: UN FILO ROSSO LE LEGA.
17 Gennaio 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la tempesta intorno al libro di Benedetto XVI e del cardinale Robert Sarah di questi giorni mi ha assorbito – come avete visto – quasi totalmente, e così sono rimasto indietro nella pubblicazione di alcuni contributi che mi erano stati inviati nei giorni scorsi. Me ne scuso con gli autori; e in realtà ho agito così anche in difesa delle loro fatiche, perché pubblicarle mentre l’attenzione di tutti era rivolta altrove avrebbe costituito un’ingiustizia. Ecco allora il primo di questi contributi, del nostro amico Agostino Nobile. Buona lettura!
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Il filo rosso che lega l’alta finanza alle democrazie e alle dittature
Dato che in questi giorni su SC si è molto scritto sul ruolo dell’alta finanza nella realtà socio-politica riporto, senza cambiare una virgola, un capitolo estratto dal mio Anticristo Superstar, pubblicato nel 2014.
In articolo pubblicato sul Global Research l’8 giugno 2004, lo storico Jacques Pauwels fornisce una sintesi storica delle relazioni fra guerra e profitto, descritta ampiamente nel suo The Myth of the Good War: America in the Second World War (Ed. Paperback 2002). Bene, troviamo molti nomi famosi che oltre ad apprezzare la politica di Hitler ci facevano affari. Tra i maggiori estimatori, troviamo: il barone della stampa Randolph Hearst, il capo del trust Du Pont, Irénée Du Pont che, secondo Charles Higham, avevano «appassionatamente seguito la carriera del futuro Führer già dagli anni Venti” e lo avevano sostenuto finanziariamente». Nel 1939, alla vigilia della guerra, il Presidente della GM, Alfred P. Sloan, pubblicamente motivava il fatto di fare affari nella Germania di Hitler, sottolineando la natura altamente vantaggiosa delle operazioni della GM sotto il Terzo Reich. Nel 1933, l’anno della presa del potere da parte di Hitler, la Dehomag realizzava profitti per un milione di dollari, e durante i primi anni del regime di Hitler versava alla IBM negli USA qualcosa come 4.5 milioni di dollari di dividendi. «Nel 1938, ancora in piena Depressione, i profitti annuali si aggiravano sui 2.3 milioni di marchi RM; nel 1939 i profitti della Dehomag aumentavano in modo spettacolare a circa 4.0 milioni di marchi. Dall’inizio degli anni Trenta, una élite di circa venti fra le più grandi corporation americane, fra cui Du Pont, Union Carbide, Westinghouse, General Electric, Gillette, Goodrich, Singer, Eastman Kodak, Coca-Cola, IBM, e ITT, aveva rapporti con la Germania. Per ultimo, molti studi legali americani, compagnie di assicurazioni finanziarie, banche venivano profondamente coinvolte in un’offensiva finanziaria statunitense in Germania; fra questi, il famoso studio legale di Wall Street, Sullivan & Cromwell, e le banche J. P. Morgan e Dillon, Read and Company, così come la Union Bank di New York, di proprietà di Brown Brothers & Harriman. La Union Bank era intimamente collegata con l’impero finanziario ed industriale del magnate tedesco dell’acciaio Thyssen, il cui apporto finanziario aveva permesso ad Hitler di arrivare al potere». Ma saremmo ingiusti se non dicessimo che anche la Rivoluzione Boscevica di Lenin è stata sovvenzionata dalle banche e dalle multinazionali occidentali. Come possiamo constatare, la storia è un poco più complessa di come vogliono farci intendere.
Gli studi del professor Antony C. Sutton dimostrano come l’ascesa del nazionalsocialismo e il suo armamento bellico siano strettamente legati all’assistenza economica e tecnologica offerta, fin dagli anni Venti, dai grandi banchieri della Repubblica di Weimar. Anche il sostegno economico decisivo alla Rivoluzione d’Ottobre fu dato dallo stesso gruppo supercapitalista che appoggiò negli anni Trenta il New Deal roosveltiano. Lo storico Sutton, basandosi su documenti di prima mano, ci offre tutti gli elementi e i movimenti bancari che mossero milioni di dollari nelle borse delle due dittature nei tre volumi: Wall Street and the Rise of Hitler, (Press, Seal Beach (CA) 1976); Wall Street and the Bolshevik Revolution, (Arlington House, New Rochelle 1974); Wall Street and Franklin Delano Roosevelt, (New Rochelle 1975).
Un ulteriore contributo ci viene dato da due libri dello storico Pierre Faillant de Villemarest, Les source financières du communisme. Quand l’URSS était l’alliée des nazis (2 ed. Cierrey 1984); Les sources financières du nazisme (Cierrey, 1984), integrandole con materiali inediti. Dal 1945 al 1950 Pierre Villemarest è stato membro del Servizio di Documenti esterni e di contro-spionaggio francese (SDECE), e nella sua pluriennale attività a contatto con gli ambienti politici e diplomatici europei, ha potuto raccogliere personalmente molti documenti riservati riportati nella sua ricerca. Secondo lo storico francese il nazionalsocialismo nasce negli ambienti sinarchici ed esoterici tedeschi strettamente collegati alle società segrete di tipo pangermanico e massonico. La saldatura mondialismo-nazismo è legata a Rudolf Hess e agli altri fondatori del movimento nazista. Max Amman, Dietrich Eckart, Alfred Rosenberg e Adolf Hitler facevano già parte della società segreta Thule. L’avvento alla cancelleria di Adolf Hitler viene accolto da Molotov (ministro degli esteri sovietico) con queste dichiarazioni del 28 dicembre 1933: «I nostri rapporti con la Germania hanno sempre occupato un posto a parte; Siamo uniti da dieci anni alla Germania da legami economici e politici stretti […]. La Germania e noi stessi abbiamo tratto enormi vantaggi da queste buone relazioni […] e non possiamo che guadagnarci a proseguire così». La conseguenza di questa buona accettazione è la concessione di Berlino a Mosca – nella primavera del 1935 – di crediti a lungo termine per un ammontare di duecento milioni di marchi-oro.
Vale la pena riportare alcuni passi di un lungo articolo del professor Oscar Sanguinetti, docente di Storia presso l’Università Europea di Roma. Seguendo le ricerche di Villemares e di Sutton, scrive: «Per favorire il meccanismo dei rapporti con la Germania nazionalsocialistica, a partire dal 1936 Stalin sostituirà il ministro degli esteri Maksim Litvinov, ebreo, con Molotov e, nelle grandi purghe di quegli anni, epurerà dei loro animatori ebrei le reti clandestine all’estero, Sobelsohn-Radek e Fürstenberg-Ganetzki compresi, e con analoghi intenti getterà nella fornace della guerra civile spagnola gli attivisti “troppo” antifascisti». «Ai bolscevichi – continua lo storico Sanguinetti – vengono devoluti fondi da società bancarie e dai consigli di amministrazione di importanti multinazionali. Le varie iniziative vengono accentrate e coordinate sotto il nome di associazioni e di leghe per la cooperazione economica internazionale, quasi tutte con sede in un grattacielo, di proprietà dell’assicuratrice Equitable Life, controllata dalla famiglia Rockefeller. Per fare giungere i fondi in territorio russo vengono predisposte “catene” di intermediazione internazionale costituite da istituti bancari corrispondenti, i quali operano lungo un itinerario che inizia negli Stati Uniti, prosegue attraverso paesi neutrali e si conclude in Russia. “Catena” tra le più note e più efficienti sembra essere stata quella – già attivata agli inizi del primo conflitto mondiale – organizzata dalle banche che fanno capo al Morgan Guaranty Trust e che fanno perno sulla Nya Bank di Stoccolma, diretta da Olof Aschberg, uno dei più affezionati “padrini” capitalistici del regime sovietico. I collegamenti con la casta rivoluzionaria in Russia erano tenuti da un importante, e altrettanto misterioso, agente bolscevico di nome Jacob Fürstenberg, detto “Ganetzki” oppure “Hanetzki”. Una seconda “catena” partiva, invece, dalla Banca Franco-Russa diretta da Dimitri Rubenstein, passava attraverso Olof Aschberg a Stoccolma e si chiudeva a Pietroburgo, con la banca di Abraham Givatozvo, simpatizzante del nuovo regime e cugino di Lev Trotzskj e di Lev Kamenev. In questo ambiente discreto primeggia la figura enigmatica e sinistra del rivoluzionario bolscevico – e, forse, più che bolscevico, rivoluzionario “puro” – Aleksandr Izrail Lazarevic Helphand, detto “Parvus”, cui Aleksandr Solzenycyn dedica molte pagine del suo Lenin a Zurigo».
La collaborazione tra sovietici e nazisti andava oltre i favori economici. «L’Armata Rossa – scrive lo storico Sanguinetti – viene riorganizzata e modernizzata da quadri militari e da tecnici tedeschi, nel 1922 essi sono circa cinquemila. In territorio sovietico vengono addestrate sul terreno truppe della Reichswehr, che in pochi anni triplica silenziosamente i suoi effettivi. Lo sforzo militare comune viene coordinato da una misteriosa “sezione R” del ministero della Difesa tedesco, cui fa capo una centrale in Russia, la cosiddetta Zentral Moskau. Il personaggio che tira le fila di questa operazione industriale e militare, fungendo da tramite con i mondi finanziari tedesco e americano – i quali apriranno crediti all’URSS per centocinquanta milioni di marchi nel 1923, per cento milioni nel 1925 e per trecento nel 1926 – è il colonnello Kurt von Schleicher, che sarà uno degli artefici della scalata al potere di Hitler e che verrà fatto assassinare da quest’ultimo nel 1934. (…) Un particolare significativo: i tedeschi costruiscono fabbriche di armi e di munizioni fino nella Russia centrale e saranno proprio queste, nel 1942, a consentire all’URSS di resistere fino all’arrivo dei soccorsi americani». Lo storico Sanguinetti, conclude: «La spiegazione della apparente contraddittorietà del comportamento della élite supercapitalistica internazionale – sostenere economicamente uomini e movimenti politici che si dichiarano nemici mortali del capitalismo e della proprietà privata – va ricercata nel fatto che questo ambiente è sempre più infiltrato da dottrine e da ideali di origine massonico-esoterica, che propugnano una universale riorganizzazione della vita economica e di quella politica in senso sinarchico – cioè di un unico governo mondiale – e nella prospettiva della pianificazione delle economie nazionali e del loro coordinamento sul piano internazionale da parte di un unico centro, in un contesto di tecnocrazia, di laicismo e di socialismo di tipo “fabiano” – cioè riformistico, gradualistico e “liberale”, di matrice tipicamente anglosassone e protestantica. Secondo questa visione del mondo, gli uomini delle multinazionali e delle finanziarie privilegiano nel socialismo bolscevico appunto il momento socialistico, auspicando una evoluzione del bolscevismo in un senso più “liberale”, ma, comunque, anteponendo il beneficio del fatto compiuto – la demolizione di un ordine plurisecolare – alla perfetta attuazione del modello di società segreta». I campi di sterminio e i Gulag? Le multinazionali, dicono, non ne erano al corrente. Dobbiamo davvero credergli? Gli storici Pauwels, come Antony Sutton e Pierre Faillant de Villemarest, che hanno descritto in maniera dettagliata questi fatti, non sono stati smentiti né processati per diffamazione. Ma dal dopo guerra ad oggi la Chiesa, unica istituzione che ha salvato migliaia di esseri umani, ebrei e non, viene accusata di essere stata filonazista. Non dobbiamo illuderci, i personaggi elencati dagli storici sopra citati, li troveremo sempre in ogni angolo della Terra. (…).
Agostino Nobile
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Tag: dittature, finanza, nobile
Categoria: Nobile
…qualcuno può spiegarmi, alla luce di queste rivelazioni, l’assedio di Leningrado (oggi Sanpietroburgo) da parte dei tedeschi nell’ultima guerra mondiale, dove gli abitanti della città resistettero per ben piu di due anni alle truppe di Hitler e dove nessuna famiglia fu risparmiata da terribili lutti?
Per il Dr. Nobile notizie di SPIRITUALITA’ vaticano-massoniche dal sito argentino https://tn.com.ar/economia/el-vaticano-abre-las-puertas-para-la-primera-reunion-entre-el-gobierno-y-el-fmi_1026133
Traduzione dei brani pertinenti il suo intervento di oggi,
“16/01/2020.
La Santa Sede organizzerà un seminario sulle finanze, nel quale sono iscritti Martin Guzmán e Kristalina Georgieva. Sarà cinque giorni dopo l’incontro tra Alberto Fernandez e Papa Francesco.
Il governo e il Fondo monetario internazionale potrebbero avere nei primi giorni di febbraio la prima riunione formale per iniziare la negoziazione del debito, nel quadro di un seminario economico che sarà organizzato dal Vaticano.
,,, La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (PASS) terrà un seminario il prossimo 5 febbraio, cinque giorni dopo l’incontro ufficiale del presidente Alberto Fernández con il Papa Francesco. L’incontro sarà intitolato “Nuove Forme di Fraternità Solidale di Inclusione, Integrazione e Innovazione”, che conta tra i partecipanti il Responsabile del Ministero delle Finanze.
… All’evento parteciperanno eminenti economisti mondiali come l’americano Jeffrey Sachs; il premio Nobel Joseph Stiglitz (di cui Guzman era discepolo); Rob Johnson e l’ex presidente della Banca interamericana di sviluppo, Enrique Iglesias, tra altri. L’arcivescovo argentino Marcelo Sánchez Sorondo aprirà il seminario insieme all’economista Stefano Zamagni e al segretario di Affari strategici, Gustavo Béliz.
Come previsto nel programma del seminario, Guzmán parteciperà al panel sulle finanze internazionali che avrà come principale espositore Georgieva, che si riferirà alle “nuove regole e priorità per la finanza globale”. ” Solidarietà è uno dei tre pilastri della Dottrina Sociale della Chiesa, insieme alla sussidiarietà e al bene comune”, sottolinea il libretto del programma.
L’agenda dell’incontro prevede la partecipazione di Guzman in un panel che conterrà anche la presenza dei suoi pari di Paraguay, El Salvador, Messico, Ecuador, Francia, Italia e Spagna. Il programma dell’incontro annuncia anche la presenza dei presidenti della Banca mondiale, David Malpass, della Banca interamericana di sviluppo (BID), Luis Alberto Moreno, e della Banca europea per gli investimenti, Werner Hoyer, tra gli altri.
“Se le relazioni e i sistemi politici, economici, sociali e culturali non sono pervasi dai valori della solidarietà e del dialogo e non sono amplificati sotto le dimensioni istituzionali delle organizzazioni comunitarie mondiali, il bene comune non sarà protetto”, sottolinea l’annuncio del seminario, citato dall’agenzia di stampa Télam”.
(l’articolo tiene altre notizie sul debito pubblico dell’Argentina).
mi scuso, poichè seguo con attenzione professionale l’evento da lei riferito, vorrei chiederle che messaggio ha voluta dare con questo suo commento. L’evento è buono o cattivo ? Positivo o negativo ? Le persone invitate (Bergoglio a parte ) sono di valore o no ? dal suo intervento non si capisce perchè lo ha proposto a Nobili e Stilum
Negativo. Negativissimo. Il Vaticano, ultima propaggine della Massoneria, pensasse alla salvezza delle anime e non a dirimere questioni finanziarie indorando il suo intrugliarsi con il mondo con “evangeliche” parole. Quello che scrive il dr. Nobile è verissimo e viene dal lontano 700. Purtroppo, quando neppure dall’autorità morale per eccellenza – che non fa non fa il suo DOVERE- non arrivano DIFESE ultraterrene siamo pesciolini fritti nelle loro padella. Pax.
caro Nobili, come le fece notare il generale Laporta , lei ogni tanto casca su buccie di banana che inficiano la bontà del suo ragionamento , sempre saggio peraltro . Le suggerisco di non parlare di -alta finanza – e di collegamenti vari , Sansonetti poi è uno storico, ciò non significa affatto che conosca -la finanza- . La finanza , alta ,media o bassa , è solo uno strumento usato dal potere per raggiungere obiettivi, ma non faccia lo stesso errore di Bergogli nel demonizzarla. Senza finanza , alta o bassa, cosa sta in piedi ? Attaccare la finanza è come attaccare il capitalismo, , è come attaccare la stufa a carbone , e’ come attaccare un tritacarne . Sono solo tutti strumenti ,bene o male usati da uomini , che sanno usarli o no, che danno loro un senso o no . Se lei indica la finanza , alta preferibilmente , come qualcosa di demoniaco, sbaglia. Attacchi il demonio, non il forcone con cui infilza i dannati o i fiammiferi con cui accende il fuoco. Già abbiamo Bergoglio che maledice la finanza i finanzieri i capitalisti Non ci si metta anche lei per favore.Grazie
signor roth c’è molta differenza tra finanza e capitalismo.capitalismo significa investimento e produzione,finanza significa speculazione e rapina
@ Roth
Qualsiasi cosa non è nè buona, nè cattiva: un coltello può servire per pelare le patate o per ammazzare qualcuno. Quando si critica la finanza è ovvio che si critica l’USO che viene fatto dei capitali, così come quando si critica il capitalismo è ovvio che non si criticano le banconote che non sono nè buone, nè cattive; sono per l’appunto uno strumento.
Allora Nobili ha forse semplificato per brevità, ma il succo del suo discorso rimane valido
Fa benissimo, invece: la finanziarizzazione dell’economia, a danno di quella reale, è precisamente la più grande minaccia attuale.
Il suo nickname la tradisce.
buon giorno professore.chi ha avuto la fortuna di studiare a yale, sa che la loggia massonica di cui parla il prof.sutton ha sede in high street 62 essa è la bandiera dei pirati che come sutton ha scritto ha creato, nella logica hegeliana, un’antitesi ( comunismo e nazismo) che avrebbe poi condotto ad una sintesi da essa programmata.inoltre non va dimenticato il libro( l’ibm e l’olocausto di edwin black) che descrive come l’ibm, che aveva sede a francoforte,veniva pagata da hitler, per trovare gli indirizzi degli ebrei.è evidente che nel nuovo ordine mondiale,quello del dio unico dell’intelligenza artificiale, GESù pantocratore va cancellato.la totale inifluenza della chiesa cattolica è ormai cosi evidente che solo degli sprovveduti non se ne rendono conto. bergoglio ed i suoi hanno sepolto la chiesa ma non il cattolicesimo. legga the basic laws of human stupidity del prof. cipolla e li troverà tutti ad incominciare da bergoglio.bisogna ripartire da fede e ragione come ci insegna papa Benedetto,incominciando a diffondere non le solite letture che sant ambrogio definiva …noiose e piene di mestizia….ma pensieri dei nostri santi dei nostri filosofi, scrittori,papi.tommaso moro,erasmo da rotterdam,henry bergson,kierkegard,lev tolstoj, il martirio di santa perpetua e santa felicita ecc……..ecc.
Ecco perché i musulmani sciiti sono oggi la parte moralmente più sana del mondo. Hanno saputo difendersi dalla putrefazione massonico-finanziaria dell’ex cristianità, che oggi vive la sua apoteosi sotto Bergoglio.
Infatti gli Ayatollah del petrolio sono le più povere creature del mondo…e miti e tolleranti .
Adriana, la invito ad approfondire la differenza fra sciiti e sunniti, fra un Iran che non ha mai dichiarato guerra a nessuno tranne l’Isis, e un’Arabia Saudita braccio armato di America e Israele, foraggiatrice del peggior terrorismo internazionale.
Grazie Nobile,
sempre molto informato.
Aggiungo che aveva dunque ragione Pier Luigi Zampetti, grande e misconosciuto intellettuale cattolico del ‘900, quando scriveva che l’origine della crisi attuale si poteva far risalire al “New Deal” rooseveltiano, da lì viene la “società dei consumi”.
C’è di buono che ne dava anche la proposta definitiva di soluzione, ovvero l’idea della “Società partecipativa” secondo Dottrina sociale, vedi qui
https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/i-maestri-2/pier-luigi-zampetti/
e qui
https://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2015/09/LA-SOCIETA-PARTECIPATIVA-P-L-Zampetti.pdf
Caro TOSSANI, grazie per l’informazione. Ne ho sentito parlare, ma cercherò di leggerli.
carissimo Nobile,
credo che l’ipotesi di lavoro la potrebbe interessare, anche perché la sua analisi storica è molto ricca e dettagliata, ma noi oggi abbiamo assoluta necessità di un rimedio, un’alternativa al sistema perverso che lei ha descritto. Molti pensano che nemmeno esista, un’alternativa. Invece esiste, e faremmo molto bene a ragionarne, se non vogliamo piangerci addosso senza costrutto, ma anzi, venirne fuori. Anche politicamente.
Eventualmente, resto a disposizione… ho altro materiale interessante, sulla “Società partecipativa”.
No , caro Tossani, non capisco. Di quale crisi attuale sta parlando riferendosi a Zampetti ? di quella “scoppiata ” nel 2007 ? impossibile .O della crisi , quella attuale ai tempi di Zampetti , ma quale crisi ? Ma stiamo parlando dello stesso Zampetti ? Il sociologo PL Zampetti è morto nel 2003. Se lei parla della crisi iniziata negli anni ’70 e scoppiata nel 2007 , credo che stiam facendo un pò di confusione
Sì, è quello stesso Zampetti. Mi riferivo non alla crisi del 2007, ma a quella indotta storicamente dalla “Società dei consumi”, dal secondo dopoguerra in poi. Zampetti parla infatti del New Deal Rooseveltiano.
Sono meccanismi antropologici molto, molto interessanti.
Nei link è spiegato in dettaglio, e nel secondo link c’è proprio, in pdf, un libro intero di Zampetti che parla di questo.