SEGRETO PONTIFICIO. L’ABOLIZIONE, SERVIRÀ? RIFLESSIONI E DUBBI.

19 Dicembre 2019 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, adesso che il boato delle fanfare che ha salutato il rescritto di Papa Bergoglio, quello relativo al segreto pontificio, sembra acquietarsi, e la polvere dei danzatori osannanti è calata, provo a rispondere alle richieste, che mi sono venute da più parti, di commentare questa misura, emessa, con un tempismo mediatico sapiente dal Pontefice il giorno del suo genetliaco.

Certamente il documento è un segnale della volontà della Chiesa di offrire più collaborazione agli organi civili che si occupano di abusi. E questo sì, finalmente lo possiamo dire in buona coscienza, è un segnale di continuità con il regno e la politica di Benedetto XVI. La linea della “tolleranza zero” di cui parlò Giovanni Paolo II in occasione del summit vaticano con i vescovi Usa sugli abusi, ha preso sostanza con papa Ratzinger. Quindi quest’ultima mossa si situa in quel filone.

Fatta salva dunque la buona volontà mostrata dal Pontefice, in risposta anche a suggerimenti avanzati da alcuni vescovi e cardinali, è aperta però la questione degli effetti pratici, di questa misura.

Il “segreto pontificio” se da un lato poteva essere di ostacolo nei rapporti con la giustizia civile, poteva però fornire alla Chiesa strumenti più sicuri per giungere alla verità. Come ci ha commentato una persona competente che ha riflettuto sulla questione, “La riservatezza pontificia è una certa garanzia della verità al riguardo; ossia, soltanto con la fiducia riservata al papa certe verità potevano emergere, da parte delle persone coinvolte

Abolito il segreto pontificio è stato abolito, questa fiducia riservata al papa, in certi casi, per certe persone, verrà meno; di conseguenza, sarà più difficile che certe verità emergano di fronte  alle autorità ecclesiali”.

Se fossi una persona coinvolta in qualche maniera in casi di abuso, perché dovrei preferire la Chiesa alle autorità civili, sapendo che comunque la Chiesa passerà la mia testimonianza ai giudici? Andrei direttamente dal giudice, se del caso; e se no, non andrei da nessuno.

In questo caso, l’abolizione del Segreto Pontificio porterebbe a una minore possibilità di giungere alla verità, perché le autorità ecclesiali verrebbero a perdere il “privilegio” di un canale informativo riservato e come tale più “sicuro” per chi volesse parlare. Quindi, per quanto riguarda le indagini future l’abolizione del Segreto Pontificio potrebbe non rappresentare un reale vantaggio.

Resta poi  da vedere in quale misura, nell’orbe terracqueo, le diocesi reagiranno all’atto pratico, a questa misura. E sarà necessario valutare quanto – in Paesi dove la Chiesa cattolica è sotto attacco per ragioni ideologiche (il caso del cardinale Pell, in Australi, ne è un esempio lampante) questa abolizione possa venire utilizzata da una magistratura prevenuta o ostile. C’è anche questo pericolo da mettere in conto, prima di sbracciarsi in lodi e alleluia.

Non bisogna poi dimenticare che il sigillo della confessione è sotto attacco in diversi Paesi (l’Australia, e anche altrove) per obbligare i sacerdoti che ascoltano la confessione di responsabili di abusi di denunciarli alle autorità civili. Il che, come appare chiaro anche ai meno perspicaci, avrebbe come sicuro effetto quello di far sì che i responsabili non parlerebbero più, neanche in confessionale. C’è il pericolo che il rescritto dia vigore ai sostenitori della campagna per abolire il segreto in caso di abusi? Non è un rischio da sottovalutare.

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19 commenti

  • Angelo ha detto:

    Il segreto confessionale – a mio pare- non andrebbe tolto. Premetto che i miei pensieri sono non dico politicamente scorretti…di piu’ ….incomprensibili per la normale etica.

    Gesu’ diede ai suoi discepoli il potere di rimettere i peccati, divise bene Cesare da Dio. Gesu’ perdono’ un ladro pentito, i romani lo crocifissero.

    Gli scandali sessuali son sempre esistiti. Non conosco la posizione cosiddetta scientifica sulla pedofilia.

    Personalmente posso provare, potevo, eccitazione di fronte a una donna matura. Mai davanti a bambino/a.

    Ritengo sia una depravazione (alias “malattia) mentale.

    Non e’ che io sia virtuoso. E’ che la cosa mi farebbe tutt altro che eccitare. Non faccio alcun sforzo a trattenermi. E così la moltitudine della gente.

    Ci sono casi ancora più limite. I cosiddetti psicopatici (oggi li chiamano disturbi sociopatici di personalita’).
    Tipo i serial killer o i grandi criminali.

    La scienza si chiede: bad or mad? Cattivo o malato?

    E sovente risponde con teorie ideologiche. Nessuno ha provato cosa forma la coscienza umana ne quanto all’ atto la persona sia con deliberato consenso e piena avvertenza.

    E’ il caso, sovente per depressione, dei suicidi.

    Ora lo stato deve tutelare la societa’ da queste deviazioni, reprimere ecc.

    La chiesa dovrebbe “accogliere”. Non fare un fortino di depravati! Ma ricordare che il giudizio ultimo spetta a Dio, lui solo conosce il cuore umano.

    Per anni la chiesa ha cercato di lavare i panni sporchi in casa, ma ciò si faceva ovunque. Sulla carta pure Hitler o Toto Riina avrebbero dovuto potersi pentire di fronte a un sacerdote. E la chiesa, pur se difficile, dovrebbe pregare per la salvezza di tutti. E lasciare al mistero di Dio che e’ soprannaturale.

  • Alberto vanni ha detto:

    Tosatti qualcosa non torna nel suo ragionamento. Se la magistratura civile ficca il naso in un processo canonico è perché ha avuto notizia sia dell’abuso, sia delle identità delle parti, sia dell’esistenza del processo. Non è che i giudici civili vanno a chiedere informazioni a caso per vedere se salta fuori qualcosa.
    Quindi che senso ha la sua preoccupazione che la vittima potrebbe non adire più le strutture canoniche perché teme che lo venga a sapere il giudice civile? Questo lo viene a sapere perché è la vittima o un genitore che glielo dice.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Tutto dipende da come si adopera.
    Ma viste le coperture da parte dei Vescovi che ci sono state, e che sono intollerabili, in questo caso sono per la linea durissima.
    Tutti in galera!
    Il problema è che discriminando troppo tra la pedofilia, che è sempre un crimine, e l’omosessualità, che di per se non è un crimine, non si parli più di PERVERSIONE e di PECCATO CHE GRIDA VENDETTA, che accomuna e lega la pedofilia e l’omosessualità.
    Spero che la misura del Papa serva a mandare in galera i pedofili ma non a sdoganare l’omosessualità come PERVERSIONE.

  • Alessandro ds ha detto:

    Beh, io direi che non è assolutamente un caso…
    l’abolizione del segreto pontifico è un “ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA” , per distrarre l’attenzione dalla svolta epocale del cambiamento della dottrina sui divorziati e risposati e sui rapporti omosessuali.
    Questo annuncio di abolire il segreto pontificio è stato fatto appositamente nello stesso giorno dove la commisione biblica della dottrina della fede ha aperto ufficialmente alla benedizione delle unioni gay; e ha sdoganato definitivamente i divorziati e risposati. ( proprio in concomitanza con il sinodo in Germania )
    Hanno tolto il segreto pontificio, per distogliere l’attenzione dal “cambiamento ufficiale della dottrina, partorito dalla dottrina della fede, che è l’ufficio preposto a difendere la dottrina….”
    È un arma di distrazione di massa.
    Come nel gioco delle carte, perdi 3 punti in questa mano, per guadagnare 10 punti alla mano successiva.

    • Gian Piero ha detto:

      Si e’ il gioco da prestigiatore: per distogliere l’ attenzione da quel che fa la mano dx , fare fare qualcosa che richiama l’ attenzione alla mano sinistra. Il pubblico segue con gli occhi la mano sinistra , non si accorge di que l che fa la destra.
      E poi alla fine esce fuori dal cappello il coniglio : opla’ .
      Ma questa Chiesa di prestigiatori ha un grandissimo alleato : la stampa. Chi avra’ voglia e tempo potrebbe indagare su questo strano fenomeno : la stampa laicista, anticlericale, con questo papa diventata collaborazionista. A chi fa comodo il gioco di prestigio?

  • Serena ha detto:

    Questo “proclama” ottiene un duplice effetto immediato: è un’ottima pubblicità per la nuova chiesa in fieri, e sgretola DI FATTO l’assoluta inderogabilità del segreto confessionale; e ciò anche se in apparenza tale segreto e quello pontificio non hanno nulla da spartire, ma nell’immaginario collettivo sicuramente sì: questo meccanismo si può assimilare alla finestra di Overton. Impossibile che il Santo (si fa per dire) Padre non ne sia consapevole. Del resto è nel suo stile aprire una piccola breccia in materia anche apparentemente diversa al fine di provocare una falla tale da impedire un ripristino. E’ in ogni caso un’arma data in mano ai vari governi che vorrebbero costringere i sacerdoti a violare il sigillo sacramentale. Effetti positivi per le vittime sinceramente non ne vedo: ci sarebbero se si fosse provveduto a fare vera pulizia all’interno dall’interno. Ma di questo non si vede traccia, solo ipocriti gesti di chi “chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati”; o si libera di scomodi avversari veri o presunti, magari lasciandoli soli a combattere contro false accuse. Nel frattempo i futuri sacerdoti vengono educati a diventare omofili… ma d’ora in poi saranno perlomeno costretti a chiedere il certificato di nascita a quelli sui quali hanno messo gli occhi , per accertarsi che abbiano compiuto la maggiore età! Salve naturalmente le prossime disposizioni di legge sui minori consenzienti!
    Mi permetto di segnalare questo articolo di Roberto de Mattei:
    https://www.corrispondenzaromana.it/la-teologia-meticcia-di-papa-francesco/

    • corrado isnenghi ha detto:

      Sull’articolo di Roberto De Mattei, mi permetto di dire che, sebbene quanto dica sull’eresia di Eutiche sia corretto, il suo commento è completamente fuori contesto e viziato da un vediente “eccesso di zelo”.
      Appare chiaro, infatti, che l’uso della categoria “meticciato” – per quanto assolutamente discutibile e tendenziosa – è evidentemente metaforica e non sottende valutazioni di tipo cristologico sulle modalità dell’unione ipostatica (mescolanza/distinzione tra le due nature).
      La cosa è quanto mai ovvia, anche perché la stessa categoria del “meticciato” viene usata in relazione alla Madonna.
      Con riferimento a Cristo, in realtà, se l’espressione fosse da prendere alla lettera (ma è evidente che non lo sia) non sarebbe nemmeno del tutto sbagliata, perché é pur vero che le due nature rimangono distinte senza mescolanza, ma è anche vero che la Persona è unica e la natura umana vi è assunta. Quindi De Mattei, nell’intento di correggere un’affermazione che non può essere presa alla lettera, di fatto commette anche lui un errore trascurando il fatto che anche senza “fusione di DNA divino-umano” l’unità della Persona divina comprensiva della natura umana assunta, rende comunque Cristo-Dio “meticcio a metà”.
      Forse sarebbe più serio fare altre critiche, invece di impostare una reprimenda eresiologica a fronte di considerazioni che non hanno alcuna implicazione tecnica.

      • IMMATURO IRRESPONSIBLE ha detto:

        No, la metafora non va bene, il meticcio non e’ ne’ bianco ne’ nero.

        • corrado isnenghi ha detto:

          Questo è vero, né bianco né nero. Ma si potrebbe anche dire: sia bianco, sia nero.
          In astratto entrambe le ipotesi sarebbero attendibili.
          In concreto, se vedi un meticcio comprendi che ha tratti sia bianchi sia neri.

          • IMMATURO IRRESPONSIBLE ha detto:

            In amicizia, premesso che chi usa una metafora, le puo’ dar il significato che vuole (ma questo e’ il motivo per NON usarle quando l’ambiguita’ non e’ permessa), il Suo discorso non mi convince. Se attribuiamo l’etichetta “bianco” a un grado di melanina inferiore a 10 (e’un esempio di scuola) e “nero” a superiore a 20, I gradi da 11 a 19 non hanno nulla di bianco e nulla di nero, si deve usare una terza etichetta.
            Meticcio sarebbe un semidio. E qui mi fermo….

          • Milli ha detto:

            Adesso vi rompete la testa con questa storia del meticciato che è assurda . Come si fa a parlare di meticciamento tra un essere umano e un’entità puramente spirituale? L’incarnazione di Gesù è un fatto unico nella storia del mondo e non può essere certo definita con una parola che è pure un po’ offensiva.
            Non è un caso se questa parola non è mai stata usata prima, è perché non c’entra nulla!

          • Alberto vanni ha detto:

            Milli guardi che anche il termine incarnazione non è del tutto appropriato, visto che la natura umana assunta comprende anche l’anima oltre alla carne. Non che voglia contestare il termine incarnazione, ovvio. Solo per evidenziare che il Mistero non sarà mai descritto in modo esaustivo da alcun vocabolo.

          • Milli ha detto:

            Non sono teologa, per cui se ho fatto sbagli chiedo venia, ma l’anima di Gesù è eterna , come il Padre, non è stata creata nel momento dell’incarnazione.
            Non so se vi è mai capitato di recitare il Credo…

  • TITTOTAT ha detto:

    Come è umano lei!
    Questo si sta per dimettere? Questo ha solo aperto le dighe per allagare i campi fertili dei suoi nemici, sta occupando ogni cima e alla fine rimarrà solo lui.
    https://m.youtube.com/watch?v=4dOJvQhK1l8

  • Ildebrando ha detto:

    1) cosa c’entri il segreto confessorio, peraltro in diversa sede, ribadito, non si sa. Non c’entra nulla col segreto pontificio
    2) ammesso che il venir meno del segreto pontificio implichi che le autorità civili possano ravanare nei processi canonici, se l’effetto è quello di spingere la vittima a rivolgersi al giudice civile, la cosa è buona e giusta. Poi mi piacerebbe sapere chi, oggi, si fida della giustizia canonica visti i “benefici” che la segretezza ha portato alle loro cause…..forse si fidera di più così…

    • Maria Grazia ha detto:

      @ILDEBRANDO – Condivido in pieno le Sue osservazioni. Secondo me il segreto pontificio può dare adito a discrezionalità e disparità di giudizio a seconda del favore o meno che riscontra l’indagato presso la sede pontificia.
      Ritengo che in fatto di reati, sia che essi vengano commessi da ecclesiastici o laici, se ne dovrebbe occupare la Magistratura istituzionale. L’autorità vaticana potrebbe agire di conseguenza, comminando eventuali sanzioni, solo a corollario del verdetto emesso dall’autorità laica.

      • nicolino ha detto:

        Intendi dire che dei peccati che sono anche reati per la magistratura civile, cioè per lo Stato, se ne debba occupare lo Stato ?

      • corrado isnenghi ha detto:

        Sono d’accordo solo in parte: trasparenza e collaborazione con le autorità civili sì. Anche la conseguenza che la vittima si sentirà potrata ad andare davanti al giudice civile sarebbe auspicabile ed in questo senso l’intervento potrebbe essere educativo. In effetti mi sono sempre chiesto come mai gente violentata si rivolga ai superiori dei preti che li hanno violentati e non vadano dritti alla Polizia!
        Non sono d’accordo, invece, sugli automatismi: obbligo di denuncia e adeguamento alle sentenze delle autorità civili. Credo che in entrambi i casi si finirebbe per avallare una subordinazione della Chiesa allo Stato, che, in periodi o luoghi in cui i rapporti potrebbero essere tesi, sarebbe pericolosissima.