PEZZO GROSSO: SE FOSSI UN PARLAMENTARE, A BASSETTI DIREI…..

13 Dicembre 2019 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, avevamo mandato a Pezzo Grosso l’omelia che il Presidente della CEI, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha pronunciato mercoledì sera durante la messa celebrata per i parlamentari. Ma naturalmente Pezzo Grosso l’aveva già letta, e le parole del porporato gli hanno ispirato questa sacra rappresentazione consona al tempo di Avvento…Buona lettura.

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PG a Tosatti. (Omelia allegata, in calce )

Non mi era sfuggita, caro Tosatti, l’omelia del Presidente della CEI ai parlamentari. Ne reinterpreto e rilevo solo una parte, poi gli rispondo, mettendomi nei panni di un membro del Parlamento. Ma in questa omelia ci sono “molti bassetti “ che si rivolgono ai senatori e deputati:

Il Bassetti poeta: -…un compito non facile il vostro, servite la Repubblica in tempi difficili e in molti casi siete soli (?)…da una parte invidiati, adulati, ricercati (per aver favori), da un’altra parte vi trovate a respirare incomprensione, sfiducia, ingratitudine, disprezzo…

Il Bassetti evangelico: -…sentite rivolta a voi la frase di Gesù “Venite a me voi che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro”.

Il Bassetti filosofo (Citando Belardinelli ): la forza di una cultura sta nella capacità di relazionarsi con ciò che è <altro>…

Il Bassetti esortatore politico: un Natale da parlamentari è una grande opportunità… di deporre odi e calunnie…Il vostro Natale sia prima di tutto ritorno a voi stessi, ritorno a verità che ciascuno conosce (?)…. nel capire con coraggio la realtà.

Ed ora la risposta, l’omelia di un membro del parlamento rivolta a Bassetti:

<Come può pensare, caro Presidente della Cei, di darci lezioni, di insegnarci cosa significa fare parlamentari e cosa è un Natale da parlamentari? Proprio voi, sommersi da scandali di tutti i generi, che siete incapaci di risolvere? Proprio voi che ogni giorno che passa dimostrate quanto si affievolisce la vostra fede? Proprio voi che non volete che la Chiesa insegni e faccia vero magistero di dottrina cattolica? Proprio voi che non insegnate più che non si può separare fede ed opere? Proprio voi che ora insegnate a fidarsi della propria coscienza perché la chiesa non ha nulla da insegnare, ma deve solo imparare ed ascoltare? Ma come può pensare di aver qualcosa da insegnare a noi, quindi? Non essendo poi voi esemplari in nulla, come può pensare che siamo “attratti” dal vostro esempio? Ma se siete voi, in primis, conflittuali e divisi! Ma se siete voi che manifestate  ogni momento rancori, odi, disprezzo, fra voi stessi e verso chi non condivide ciò che proponete per esercitare le vere virtù evangeliche ed essere considerato “santo”?! Nella sua omelia appare chiaro che è lei che ci sta adulando, che vuole favori da noi membri del parlamento. Ma lei, Eminenza Reverendissima, per il Santo Natale, si confesserà>?

§§§

 

  1. Messa in preparazione al Natale per Deputati e Senatori della Repubblica

Roma, 11 dicembre 2019

Questa sera avverto tutta la responsabilità di rivolgermi a voi, Senatori e Deputati, con una parola che possa raggiungervi personalmente e – se possibile – accompagnarvi nel servizio al bene comune, che vi è stato affidato. Un compito non facile, il vostro: servite la Repubblica in tempi difficili e, in molti casi, siete soli; se da una parte siete invidiati, adulati e ricercati da chi spera di ottenere da voi qualche favore o interesse, dall’altra spesso vi trovate a respirare l’incomprensione, la sfiducia, l’ingratitudine, sentimenti sprezzanti alimentati da luoghi comuni, che pretendono di fare di ogni erba un fascio. Su di voi si scaricano tante stanchezze e disillusioni, incertezze e ansietà della nostra gente, provata dalla preoccupazione per il venir meno di un modello tradizionale di lavoro e di sviluppo e, a un livello ancor più profondo, per la fatica di tanti a riconoscersi in una propria identità, nell’appartenenza a una famiglia e a una comunità. Ne sono segno la caduta delle nascite, l’invecchiamento demografico del Paese e la stessa emigrazione di tanti giovani verso l’estero.

“Siamo un popolo di stressati, perché non abbiamo un traguardo, una prospettiva – riconosceva qualche giorno fa Giuseppe De Rita, a margine della presentazione del Rapporto del Censis –. Ci manca il futuro e, per questo, il presente diventa faticoso, fastidioso”.

Stanchi e oppressi, direbbe il Vangelo odierno. La stanchezza e l’oppressione di genti che non si sentono sostenute, ma frenate da pesi insopportabili, che non concedono spazio ai sogni, ai progetti di una vita familiare, professionale, comunitaria.

Sì, in un simile contesto non è facile il vostro servizio.

A maggior ragione, sentite rivolte a voi le parole del Vangelo che abbiamo appena ascoltato: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Parole che invitano a seguire il Signore con rinnovata disponibilità e a portare con fedeltà il suo giogo. È significativo che Gesù pronunci queste parole dopo aver toccato con mano la mancata accoglienza e quindi, per certi versi, il fallimento del suo annuncio. L’insuccesso non lo chiude nell’amarezza, nel risentimento, non gli impedisce di continuare la sua missione; e la porta avanti senza smettere di ringraziare il Padre, sentito come il solo di cui ci si può davvero fidare, il solo da cui tutto deriva, il solo che con la sua Provvidenza regge la storia. Questa consapevolezza sorregge tutta la vita di Gesù e gli offre la luce per interpretare gli eventi e le situazioni.

Oggi, alla mancanza di prospettive, si aggiunge spesso l’incapacità di rapporti con gli altri: in fondo, si tratta di due facce della stessa medaglia. Questo sguardo miope sulla realtà rende ciascuno attento e sensibile soprattutto, se non unicamente, alle proprie urgenze personali, che diventano così il principale criterio di valutazione e d’azione della sfera pubblica.

In realtà, come osserva Sergio Belardinelli, sappiamo che «la forza di una cultura sta invece nella capacità di relazionarsi continuamente con ciò che è “altro”, senza perdere la consapevolezza della propria identità; nella capacità di tendersi il più possibile verso l’altro, senza spezzare i legami che si hanno con se stessi, con la propria storia e la propria tradizione».

Gesù offre come risposta la sua persona, la relazione con lui, da cui nasce il volto umano di ciò che siamo, la possibilità di vivere l’esistenza quotidiana affidandoci alla luce e alla forza del suo Spirito. È Lui il mite e l’umile di cuore. Ristoro dell’esistenza è un cuore umile e mite, alieno dalla violenza – compresa quella del linguaggio – e senza inganno.

Siano questi anche i tratti del vostro atteggiamento verso gli uomini che siete chiamati a servire nelle e attraverso le Istituzioni. Un Natale da parlamentari è una grande opportunità. La Costituzione indica il vostro dovere, ma il Natale vi mostra qual è il modo più autentico per compierlo: rinascere. E la rinascita politica passa dalla volontà di deporre odi e calunnie, di conoscersi meglio, di arrivare a guardarsi in modo diverso, di tendere a formare una comunità. L’autorità dell’Istituzione parlamentare da sola non basta, se non c’è tra voi la gioia di condividere la grande responsabilità di cui siete investiti; le regole sono importanti, ma da sole non bastano: molto di più possono la chiarezza, lo studio, il confronto, la cordialità e, quel che più conta, la coscienza.

Le preoccupazioni che possono gravare sul vostro cuore sono legittime; ma proprio la storia del Natale di Gesù ci dovrebbe insegnare a conservare, anche nei momenti più difficili, la fiducia e il coraggio. Fiducia e coraggio ci aiuteranno a guardare la storia dalla parte di chi la soffre davvero. Non a caso Papa Francesco, nell’omelia natalizia di un paio d’anni fa, ci ha raccontato il Natale con gli occhi di Maria e di Giuseppe. Sono l’esempio di tutta quell’umanità sofferente e, insieme, coraggiosa che è fuori dalle nostre Aule. Dice il Santo Padre: “Il Figlio di Dio dovette nascere in una stalla perché i suoi non avevano spazio per Lui. E lì… in mezzo all’oscurità di una città che non ha spazio né posto per il forestiero che viene da lontano, in mezzo all’oscurità di una città in pieno movimento e che in questo caso sembrerebbe volersi costruire voltando le spalle agli altri, proprio lì si accende la scintilla rivoluzionaria della tenerezza di Dio”.

Pensiamoci… Tutti coloro che sono chiamati a decidere, a governare, dovrebbero ricordarsi che fuori dalle nostre Aule, fuori dai palazzi vescovili, fuori dalle canoniche, il mondo è in subbuglio. Il subbuglio non è una tragedia, ma qualche cosa che mormora dentro, che cerca di richiamare la nostra attenzione. E il bene dell’Italia reclama la vostra attenzione. Il miglior augurio che posso farvi è dunque quello che proviate su di voi il subbuglio del Paese, che possiate davvero vivere le sue inquietudini e che possiate cercare rimedi. Si tratta di fare con passione e competenza il possibile, sapendo che ricostruire un tessuto identitario e comunitario non è opera che s’improvvisa. Possiamo fare il possibile, riconoscendo che si può essere importanti e decisivi anche se non si è onnipotenti. La politica, scriveva Pietro Scoppola, è prima di tutto sofferenza per ciò che la politica non può ottenere, è sofferenza per l’impossibile, esercizio di pazienza e di mediazione.

Il vostro Natale sia prima di tutto il ritorno a voi stessi, ritorno a verità che ciascuno conosce. Natale è il momento della pace: Giuseppe e Maria a Betlemme non hanno trovato altro che una stalla per far nascere il loro bambino, ma erano felici. La vera felicità sta nello spogliarsi di pretese e nel capire con coraggio la realtà, spendendosi con generosità per renderla migliore per tutti.

Buon Natale all’Italia, buon Natale a ciascuno di voi.

Gualtiero Card. Bassetti

Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve

Presidente della CEI

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17 commenti

  • Maria Grazia ha detto:

    Ci voleva un Vescovo per fare un’omelia del genere?
    Nonostante il suo discorso sia imperniato sul Natale, all’interno di esso non ho percepito niente di natalizio!
    Nella parte finale del suo discorso Bassetti afferma ” Il vostro Natale sia prima di tutto il ritorno a voi stessi”.
    Bassetti ha capito cosa celebra il Natale? Il Natale celebra il giorno della nascita di Gesù. Quindi il Natale non è ” vostro o nostro” ma appartiene solo a Gesù.
    L’alto prelato suggerisce, quindi, che il Natale (“vostro”) ” … sia prima di tutto un ritorno a voi stessi”. Ma un uomo ritorna a se stesso quanto ha un confronto con l’essere che l’ha creato: solo in questo contesto percepisce la dimensione reale del suo essere. Bassetti ha omesso quindi la parte principale del suo discorso, ha sottratto il termine fisso del confronto per ritrovare se stessi, cioè il senso della nascita di Cristo-Dio in rapporto alla vita personale di ogni essere umano.
    Bassetti, poi, completa la frase indicata dicendo ” Ritorno a verità che ciascuno conosce”. Qual è la verità che ciascuno conosce? Lui non l’ha citata perchè , non conoscendola, sperava, forse, che qualche Parlamentare gliela suggerisse?

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Questo, oggi

    https://www.lanuovabq.it/it/quando-i-misericordiosi-ci-sparano-addosso-veleno

    con questi lupi travestiti da agnelli e col pastore meticcio, chiuso il bandone

    • Gian ha detto:

      I vescovi con la chitarra non mi ispirano, quelli in bicicletta ancora meno, neanche quelli finti umili che chiedono scusa ai concubini, figurarsi quello di Chioggia, il vescovo Tessarollo. Questo campione della chiesa della misericordia dichiara dichiara sul bollettino diocesano la propria avversione per la Nuova Bussola Quotidiana, attaccando un articolo di Riccardo Cascioli che raccontava la triste vicenda del vergognoso sfratto di una comunità monastica della sua diocesi. Non dobbiamo temere questi falsi pastori, molto meglio affrontarli a muso duro e resistergli a schiena diritta. La Chiesa cattolica non è “cosa loro” e nemmeno del Pampero.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    è così. e meno male… queste prediche da quel pulpito non interessano a nessuno.
    Ma bisogna che quel pulpito faccia finta di niente, per giustificare la sua esistenza.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Il parlamentare poteva alzarsi, dare al poliedrico cardinale una mentina e dirgli : si curi l’alitosi. Chi tiene alitosi è l’unico a non accorgersi che il suo alito “puzza” e che è per questo che chi lo frequenta si allontana.

  • virro ha detto:

    E’ appena terminata la Santa Messa, mi fermo per adorare e ringraziare Nostro Signore Gesù Cristo.
    Prego per Bergoglio, (come ogni giorno) ma la mia mente si riempie delle sue dichiarazioni “strampalate”, e così torno a ripetere: mi vergogno di ciò che dice, e ciò che vuol far vedere che fa.
    Mi vergogno per lui che ormai tutto il mondo (libero?) lo disistima, che racconta menzogne/bestemmie a mo’ di favola.
    Mi vergogno per lui, ordina ai suoi collaboratori…… e questi vengono derisi.
    Mi vergogno per lui, dalle cose che si leggono (amici o nemici della Chiesa di Roma) per cui appare un personaggio non pensante ma guidato.
    Mi vergogno per lui, che dice di credere in Dio e non nel Dio Cattolico e si veste come il Vicario del Dio Cattolico.
    Mi vergogno per lui, che ripetutamente osa correggere il dialogo di Gesù-Dio della Rivelazione, per l’adattamento alla mentalità del mondo.

  • Adriana ha detto:

    ” Medice , cura te ipsum ” , ossia :
    ” Medico , cura te stesso ! ” vien da rispondere a Bassetti .
    Invece di vagolare col pensiero tra deboli filosofie per darsi un tono da intellettuale , avrebbe fatto meglio a incentrare il suo discorso sia sulla menzionata esortazione , sia sul passo di Luca ( 4 , 23 ) . Ma si vede che aveva ragione Fedro : abbiamo avuto in dono due bisacce . La prima , contenente i difetti altrui , si offre al nostro sguardo ; la seconda , contenente i difetti nostri , la portiamo sul dorso e perciò non la vediamo . Impossibile poi è accorgersi dell’esistenza di quest’ultima per chi ha la schiena rivestita da pelle di elefante . Come in questo caso .

  • roth ha detto:

    una filippica forte e chiara . Se Tosatti potesse farlo andrebbe mandata al destinatario alla Cei .Magari nel frattempo si è confessato…

  • Raffaella ha detto:

    Grande Pezzo Grosso! Le parole di Bassetti sono la solita vuota retorica, aria fritta, poteva risparmiarsele.
    Solidarietà invece al Dott. Cascioli e ad Andrea Zambrano per gli attacchi subiti da Avvenire e dal vescovo di Chioggia.
    Lo scisma è già in atto, dovremo avere fede e molta forza per superare questo momento.

    • Nicola Buono ha detto:

      Domanda. Mi puoi postare i link con gli attacchi in questione ? Grazie. P.S faccio questa richiesta perché la cosa mi era sfuggita del tutto. Grazie.

  • Nicola Buono ha detto:

    O.T fuori tema ma….visto che parliamo di Parlamento…..quando ci vuole ci vuole..Ecco , dopo l’approvazione della plastic tax, un’altra ” genialata ” di questo (s)governo…….quello tanto amato dai troll cattocomunisti e dagli amanti della UE e della sua bandiera….

    https://www.repubblica.it/economia/2019/12/13/news/manovra-243341413/

    Ed ecco un’altra ” genialata ” del piddino Zingaretti che “ama”
    tanto gli italiani come i suoi compagni di partito…

    http://www.ilgiornale.it/news/roma/piano-zingaretti-lazio-case-popolari-migranti-irregolari-e-1798310.html

  • TITTOTAT ha detto:

    “Verità che ciascuno conosce” : Per quel tale individuo pampero la verità è che Dio ( perdonami) è meticcio ,
    Bassetti, dove andate a conoscerle le verità?
    Siete una bada di ignoranti, corrotti, stupidi e in malafede.

  • Nicola Buono ha detto:

    E di deporre voi le prediche immigrazioniste …. no, vero ?

    • Raffaella ha detto:

      Come possono deporre le prediche immigrazioniste se il capo afferma che la Madonna è meticcia, madre di un figlio meticcio?

      • Nicola Buono ha detto:

        Infatti….il mio post era sarcastico ed ironico , ben sapendo quale sia ormai l’orientamento e l’andazzo (quasi) generale della Chiesa.