AURELIO PORFIRI DA HONG KONG: C’È UNA CALMA APPARENTE…

6 Dicembre 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari Stilumcuriali, il Maestro Aurelio Porfiri in questi giorni si trova a Hong Kong, e ci ha inviato i suoi Dispacci dalla Cina. Uno sguardo fresco e particolarmente interessante sulla situazione nell’ex colonia britannica, dopo le manifestazioni delle settimane passate e le votazioni recenti. Buona lettura. 

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Una calma apparente

In questi miei ultimi giorni a Hong Kong, c’è una calma apparente. In realtà, il mio soggiorno qui è stato tranquillo. Non mi sono trovato in mezzo a proteste, manifestazioni, eventi traumatici. Ho soltanto potuto testimoniare le elezioni di qualche giorno fa, che hanno visto una schiacciante vittoria del fronte democratico contro le forze governative. Mi è capitato pochi giorni fa di traversare la strada con la polizia in assetto antisommossa, il che mi ha un poco sorpreso, in quanto era la prima volta che mi trovavo ad un metro di distanza da coloro che avevo visto in filmati su internet e che sono stati esecrati per il loro comportamento. Devo dire, come molti che hanno esperienza di questa città, che il risentimento verso la polizia mi ha molto sorpreso. La polizia era vista, prima delle proteste, molto positivamente, si vedevano spesso poliziotti in giro per la strada e la loro convivenza con la popolazione locale era del tutto pacifica. Quindi, questo cambiamento è stato certamente molto significativo, e non so come si potrà tornare indietro.

Ho detto che il mio soggiorno qui è stato del tutto tranquillo, ed è vero. Questo non significa che non ci siano state comunque delle proteste; esse ci sono state ma non sono state così forti e traumatiche come nelle prime due settimane di novembre. Comunque, ieri mi sono trovato in mezzo a un blocco del traffico, mentre mi trovavo su Nathan road, una delle arterie principali nella penisola di Kowloon. Poi, mi è stato detto, che questo ingorgo di traffico era proprio dovuto ad una manifestazione.

 

God bless America

La popolazione di Hong Kong, in questo momento, fa molto affidamento sul ruolo degli Stati Uniti in modalità anticinese. Sembra strano che una popolazione per la stragrande maggioranza cinese, debba tifare per una potenza straniera contro il proprio paese. Questo, ci dice molto sulla tensione che si vive da questa parte del mondo, ci dice molto sul problema di identità locali, ci fa capire che le persone certamente non possono negare di essere cinesi, ma non si sentono parte di una certa storia della Cina, non sentono che devono pagare il prezzo per quella storia. Questo in fondo è il nodo della questione qui a Hong Kong. Le persone di Hong Kong non vogliono l’indipendenza, come dal governo centrale si sente ripetere; vogliono soltanto non essere coinvolte in un modo di vivere che non può essere il loro.

 

Gli USA non mollano la presa

Gli Stati Uniti, come prevedibile, ci provano gusto a fare i cowboys. Dopo la legge su Hong Kong, ecco ora quella sulla repressione degli Uiguri, popolazioni musulmane della regione cinese dello Xinjiang, come ci informa un articolo di “La Repubblica”.

Nell’articolo viene anche detto: “Il disegno di legge “Uighur Human Rights Policy Act 2019”, che nomina esplicitamente il segretario del Partito comunista nella regione autonoma dello Xinjiang Chen Quanguo, è stato approvato alla Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica, con 407 voti a favore e uno soltanto contrario, quello del repubblicano Thomas Massie, del Kentucky. John Sudworth della Bbc ha avvertito che, se entrasse in vigore, la legge “segnerebbe il più significativo tentativo internazionale di fare pressione sulla Cina per la detenzione di massa degli uiguri”. Il disegno di legge accusa la Cina di “discriminare sistematicamente” gli uiguri “negando loro una serie di diritti civili e politici, comprese le libertà di espressione, religione, movimento e un processo equo”. Gli uiguri sono una minoranza musulmana che abita nella regione cinese-occidentale dello Xinjiang. Da anni la minoranza subisce violenze, abusi e tentativi di assimilazione forzata da parte di Pechino”. La Cina oggi deve difendersi su più fronti ed interrogarsi sulla strategia migliore per avere il ruolo, che certo merita per storia e importanza, sulla scena mondiale.

 

Guerre digitali

La guerra commerciale che vede contrapposte Cina e Stati Uniti, non si gioca soltanto nei rapporti diplomatici fra i due paesi, ma si gioca soprattutto nell’ambito digitale. Sappiamo come viene vissuto con apprensione nella comunità internazionale il ruolo che la Cina sta prendendo nello sviluppo tecnologico. Certamente in questo sviluppo non ci sarebbe nulla di male, anzi dovrebbe essere visto con grande favore. Ma esiste la paura che ci possano essere dei secondi fini nelle tecnologie messe a disposizione dalla potenza asiatica. Pensiamo a tutta la diatriba intorno a Huawei e al 5G, ma anche alle polemiche che circondano il social network TikTok, popolarissimo fra i giovani, di proprietà cinese, accusato trasferire i dati privati degli utenti in Cina.

Ho detto molte volte, con grande rispetto per la Cina, che ci si dovrebbe interrogare su questa diffidenza che esiste fra il mondo occidentale e il mondo cinese. Questo non è il frutto soltanto di una campagna di disinformazione, ma di problemi culturali che sono certamente in profondità. Ricordiamo, per essere pienamente onesti, che questa diffidenza esiste anche nell’altro verso, cioè dal mondo cinese verso quello occidentale. Questa può essere fosse frutto di una mancata conoscenza, di differenze culturali profonde, un modo di vedere il mondo molto diverso. Però, invece di fare proclami o proteste, bisognerebbe capire cosa è alla radice di questo disagio, di questa paura. Da occidentale con una buona esperienza del mondo cinese, devo dire che le paure da entrambi le parti possono essere anche fondate, ma che vanno affrontate, non eluse, per cercare una soluzione che possa beneficiare entrambi le parti.

Aurelio Porfiri

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13 commenti

  • Iginio ha detto:

    Caro Tosatti, però avrebbe potuto evidenziare anche le impagabili frecciatine di Zen a Sepe e soprattutto Casaroli…

  • Luigi ha detto:

    A proposito di Cina. Riporto l’articolo del giornalista Tosatti (lo conoscete? 😉)
    https://lanuovabq.it/it/cosi-il-vaticano-fa-fuori-la-chiesa-in-cina
    Il cardinale Zen è un martire vivente della nuova politica Vaticana, inascoltato e snobbbato dalla gerarchia.
    Mi ha colpito a un certo punto la sua esclamazione ripetuta 4 volte: “Terribile!”.

    • MARIO ha detto:

      Guardi che di vescovi in Cina ce n’è un centinaio…
      Avrà ragione il card. Zen o il card. Parolin ? Per ora i pareri sono discordanti, dentro e fuori la Cina. Solo la storia lo dirà…
      Domanda: il card. Zen è animato più da amore per la Chiesa cinese (finalmente tutta unita con la Chiesa di Roma) o da odio verso la politica cinese ?
      In Cina c’è libertà di religione ma non di culto (sotto controllo), perché il regime ritiene prioritaria l’integrità della nazione (e come non si può capire…) e pertanto teme gli estremismi etnici e religiosi (di tutti i tipi), che ci sono, e non può fare discriminazioni o preferenze per la Chiesa cattolica.
      E allora è preferibile una Chiesa unita che rispetta le leggi (come tutti gli altri cittadini), oppure una Chiesa divisa in due, con una parte in conflitto con la politica di regime ? Credo sia preferibile l’unità della Chiesa e per il resto ci penserà la storia.
      Potrebbero valere anche qui le parole di Gesù: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” ?

      Nell’intervista citata il card. Zen azzarda un parallelo fra Cina e Polonia, riguardo al crollo del regime comunista. Ma forse dimentica che i cattolici in Polonia erano la stragrande maggioranza, in Cina invece sono una minoranza quasi insignificante.

      • wp_7512482 ha detto:

        Complimenti, Mario. È riuscito a trovare giustificazioni anche per una dittatura fra le più brutali attualmente in vigore. E in fondo anche i nazisti avevano le loro ragioni, no? Complimenti.

        • Lucy ha detto:

          Dott.Tosatti lei non una ma mille ragioni .Ho letto il suo art.sulla Nuova Bussola e proprio ora quello di Sandro Magister nel suo blog che tratta dello stesso argomento. Mi domando come si faccia a difendere un compromesso così al ribasso che consente ak regime cinese di vietare messa e catechesi ai minorenni e contunuare a vessare sacerdoti e vescovi fedeli alla Chiesa di sempre perchè si iscrivano alla chiesa di regime.Da un lato segretezza ,manipolazione,raggiri ,disinteresse per la sorte dei perseguitati ,insomma totale spregiudicatezza , dall’altra l’accorata voce “clamantis in deserto ” di un vero cardinale che ha dalla sua solo l’amore per il suo popolo , per la Chiesa e per la Verità .È un cofronto impietoso .Chi ama la vera Chiesa non ha dubbi da che parte stare

        • MARIO ha detto:

          Dott. Tosatti, non mi sembra onestamente di aver difeso la dittatura cinese. Lungi da me, non sono né comunista né simpatizzante.
          Ma il tema non riguardava la brutalità del regime cinese, ma l’accordo Cina-Vaticano.
          Non credo che né lei, né il card. Zen, né tutti i cattolici di quella nazione potrebbero cambiare di una sola virgola la politica cinese. Non ci è riuscito nemmeno Trump… e la politica americana.
          E allora è preferibile lo scontro (con le inevitabili conseguenze, che non è difficile immaginare) o un compromesso benché minimo (col vantaggio di una Chiesa unita e i vescovi nominati dal Papa, seppur su nominativi concordati), non potendo pretendere di più (per ora) in quanto in posizione assolutamente impari ?
          Credo inoltre che non si debba confondere persecuzione politica con persecuzione anticattolica. Perché se un cattolico cinese dissidente venisse perseguito (come purtroppo tanti altri connazionali), non si tratterebbe di persecuzione anticattolica, ma di persecuzione politica, con conseguenze magari anche sul resto della sua comunità.

          • wp_7512482 ha detto:

            Ma è esattamente quello che sostiene il card. Zen. Legga bene l’intero articolo in inglese, e se no altre interviste passate; dice chiaramente che PRIMA dell’accordo si era arrivati a una sorta di compromesso, un modus vivendi migliore della situazione che l’accordo ha creata. Questo è il punto.

        • MARIO ha detto:

          Dimenticavo. Riguardo al confronto con il regime nazista, come si è comportato allora il Papa Pio XII ? Ha cercato di evitare lo scontro aperto, per non peggiorare la situazione dei cattolici in Germania. Insegna qualcosa ?

          • wp_7512482 ha detto:

            Non mi risulta che Pio XII abbia dato delega al regime nazista di partecipare alla scelta dei vescovi, o che i nazisti abbiano di fatto creato una Chiesa parallela sostanzialmente scismatica rispetto a Roma. Su, cerchiamo di non difendere oltre il difendibile.

        • MARIO ha detto:

          E ancora, se non sono troppo indiscreto, lo stesso A. Porfiri nel post di oggi dice (nell’ultimo paragrafo):
          “Ho detto molte volte, con grande rispetto per la Cina, che ci si dovrebbe interrogare su questa diffidenza che esiste fra il mondo occidentale e il mondo cinese. …
          Da occidentale con una buona esperienza del mondo cinese, devo dire che le paure da entrambi le parti possono essere anche fondate, ma che vanno affrontate, non eluse, per cercare una soluzione che possa beneficiare entrambi le parti.”

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Errata corrige : “Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Luca 20,25)
        RENEDETE non DATE. E’ diverso. E non si tratta di pignoleria, ma di senso .

      • Luigi ha detto:

        Mario, ti rispondo con un video che gira su Youtube fatto in questo periodo post accordo Cina-Vaticano. Come minimo l’accordo” doveva garantire un po’ di pax tra regime cinese e cattolici sotterranei. Nulla di ciò è avvenuto.
        Ma di che stai parlando???
        Il video è stato girato da un cattolico cinese in contatto con un mio amico.
        Parla da sé.
        https://youtu.be/XWg8JtIDGmQ

  • Viva Anguera ha detto:

    Per MARIO e CARLONE; ZANCHETTA e GALANTINO; PAGLIA, CARBALLO e PADREPASQUALE;
    e per tutti quelli che negano l’evidenza in quanto ignari, ottusi, allocchi, succubi, collusi o leccapiedi.
    Una dedica speciale per il SOMMO MISERANDO (per nulla affatto ELIGENDO)
    https://cronicasdepapafrancisco.files.wordpress.com/2019/09/08-bergoglio-ombra-2.jpg
    e per gli altri MISERANDI che operano come suoi PASDARAN presso la CIVC-SVA:
    http://www.congregazionevitaconsacrata.va/content/vitaconsacrata/it/congregazione/organigramma.html
    https://lanuovabq.it/it/quelle-clarisse-pregano-troppo-cacciate-dal-monastero
    la vostra “rivoluzione della tenerezza” altro non è che una “dittatura dell’arroganza”. VERGOGNATEVI !!!

    DAI MESSAGGI MARIANI di ANGUERA:
    https://www.apelosurgentes.com.br/it-it/mensagens/
    https://gloria.tv/video/s6UVTaQQhfGY3Du7ixyPKvpPc
    «Le tenebre della mancanza di fede saranno grandi nel seno della Chiesa. Molti avranno il coraggio di Giuda e contamineranno i Miei poveri figli» (Messaggio, 4 dic. 2019).

    Quando qualcuno dice che Bergoglio è un Giuda vestito da Pietro, forse non si distacca molto dal vero. Anguera dice la stessa cosa.