VIGANÒ, UN ANNO DOPO. IL VATICANO TACE ANCORA. UN INCONTRO CON MOYNIHAN.
26 Agosto 2019
Marco Tosatti
Esattamente un anno fa, il 26 agosto 2018, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò pubblicava in italiano, spagnolo e inglese la sua testimonianza sull’affare McCarrick, sulle complicità e amicizie e favori di cui l’ex porporato americano aveva goduto per molti anni, fino all’attaule pontificato incluso. Un gesto di grande coraggio, che avrebbe modificato totalmente la sua vita. Mons. Viganò vive ancora nel nascondimento, da cui è uscito talvolta. La più recente per dare un’intervista scritta al Washington Post, e successivamente per rendere note le due domande dell’intervista che il quotidiano non aveva ritenuto pubblicare: una relativa a casi di abusi avvenuti nel pre-seminario a Roma, e l’altra riguardante il passato dell’attuale Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Pena Parra.
Il bilancio, a un anno dalle testimonianze, dal punto di vista della Santa Sede, e del Pontefice, appare estremamente deludente, con buona pace dei proclami sulla trasparenza. Se tutti gli interventi pubblici avvenuti in questi dodici mesi hanno confermato la veridicità di quanto denunciato da mons. Viganò – la filippica contro di lui del card. Ouellet, recentemente confermato oltre la scadenza, che ha ammesso l’esistenza di sanzioni di Benedetto XVI, la lettera dell’allora Sostituto Sandri al rettore di un seminario USA, le memorie dell’ex segretario di McCarrick, mons. Figuereido, per non citarne che tre – le risposte al di là delle Mura sono state inesistenti, o incredibili. Il Pontefice prima ha detto di non voler dire una parola; poi, intervistato molti mesi più tardi da Valentina Alazraki ha cercato di spargere un po’ di discredito sull’arcivescovo, accennando ai problemi di famiglia, e addirittura accennando all’ipotesi che la denuncia fosse stata fatta per soldi. E infine ha detto – veramente al di là del credibile – che non si ricordava se Vigano gli avesse parlato di McCarrick! Quando era stato egli stesso a porre la domanda, e a ricevere una risposta così drammatica e devastante che l’oblio semplicemente non è possibile. Per il resto, notte e nebbia. McCarrick è stato liquidato con una procedura amministrativa – un processo di altro genere sarebbe stato imbarazzante, avrebbe portato alla luce complicità e amicizie – dell’inchiesta promessa molti mesi fa sui documenti relativi a McCarrick presenti negli archivi vaticani non si è saputo più nulla, l’indagine apostolica chiesto dai vescovi americani sul caso è stata immediatamente negata, e le numerose persone chiamate in causa da Viganò come corresponsabili – ex gerarchi vaticani – si sono ben guardati dallo smentire…Insomma una copertura totale che getta un pesante discredito sulla reale volontà di questo regime di fare luce sugli abusi. Come peraltro dimostrano alcune delle persone che il Pontefice ha scelto.
Nel frattempo – la notizia è vecchia di qualche settimana – Robert Moynihan, direttore di Inside the Vatican – ha incontrato per caso l’arcivescovo Viganò. Ecco la sua storia.
Lunedì 29 luglio 2019
“Qui non abbiamo una città duratura, ma cerchiamo la città che verrà”. – Ebrei 13:14
Oggi dopo un lungo viaggio ho incontrato l’arcivescovo Carlo Maria Vigano in un posto tranquillo.
Ci salutammo con gioia e gli ho chiesto come è stato l’anno scorso.
“Meglio di quanto mi merito”, rispose Vigano, ridendo, aggiungendo con un sorriso, “il cardinale Deskur era solito rispondere in quel modo.”
“Quindi è stato bene?” Ho chiesto.
“Sono stato bene, sì, grazie a Dio”, ha detto Viganò. “Sono stato in visita da vari amici e il Signore mi ha dato una buona salute per poter continuare la mia missione”.
“Non è stato visto per quasi un anno”, ho detto. “Si è nascosto?”
“Ho cercato di vivere in silenzio”, ha detto Vigano, “evitando il rumore del mondo”.
“Cosa vorresti dire a coloro che si sono chiesti dove sei e se sei al sicuro?”
“Direi loro che noi sacerdoti e vescovi siamo solo umani, con molte carenze, mentre cerchiamo di adempiere al nostro dovere di rappresentare Cristo”.
“Qual è la tua preghiera più profonda?” Ho chiesto.
“La mia preghiera più profonda”, ha detto Vigano, “è ‘Vieni, Signore Gesù’ “.
Vigano si è zittito improvvisamente come se fosse stato riempito da un’emozione inaspettata. La sua espressione è cambiata. I suoi occhi hanno iniziato a brillare come se ci fossero lacrime incipienti.
“Sei oppresso da molti pensieri”, ho detto, cercando di essere di aiuto.
Vigano ha fatto un respiro profondo e ha cominciato a parlare.
“Il ricordo è certamente uno dei principali doni che abbiamo ricevuto dal Signore”, ha detto. “Ci ha resi capaci di aver fissato nella nostra mente le esperienze più belle che abbiamo vissuto. E per me sicuramente, la mia memoria mi sta aiutando, nel senso che uno dei primi ricordi che ho, è stato di essere portato tra le braccia di mia madre, quando avevo circa due anni, in un rifugio antiaereo durante il bombardamento di Milano durante la seconda guerra mondiale. Lì c’era una piccola immagine della Madonna, con una luce, e abbiamo iniziato a pregare il rosario, con tutti i miei fratelli. Questo profondo ricordo emotivo di Maria ha lasciato il segno per tutta la mia vita. Ricordo che in quegli anni abbiamo pregato il rosario ogni sera dopo cena, tutti insieme, mio padre era appena tornato dal suo lavoro e in grado di pregare con noi, sostenendo quelli di noi che avevano iniziato a dormire. Ricordo quanto fosse bello pregare tutti insieme a Nostra Signora, Nostra Madre. Essere tra le braccia di mia madre e pregare, al riparo. Quindi sto dicendo che una devozione alla Madonna mi ha sempre rassicurato, continuamente, sin dall’inizio”.
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FATIMA, IL SEGRETO NON SVELATO E IL FUTURO DELLA CHIESA
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Cari amici, se, come penso e soprattutto TEMO, Vincenzo Spadafora andrà alla Pubblica istruzione, mobilitazione generale. Il perché lo trovate agevolmente su Internet senza bisogno che ve lo spieghi io. Veramente, non abbiamo ancora visto il peggio.
A proposito: qualcuno spieghi a Spadaro che Bolsonaro non è cattolico. Non lo sa e lo accusa per aver consacrato il Brasile al Cuore Immacolato di Maria. E nemmeno si accorge (Spadaro) di essere irriverente, accostando questo evento agli incendi dell’Amazzonia.
La foresta amazzonica non si estende solo in Brasile ma anche in Venezuela Bolivia. Avete sentito qualcuno dei bergogliosi tuonare contro Maduro e Morales? Pare che i peggiori deforestatori e sfruttatori della foresta siano proprio i dittatori di sinistra tanto amici del Papa. Ma su di loro silenzio. Questo solo per far notare una delle tante contraddizioni e menzogne di cui i bergogliosi con l’ appoggio della stampa di sinistra inondano i media . L’ uomo politico di sinistra Bergo glio ( chiamarlo papa e’ ormai impossibile , la lingua si rifiuta) e’ in questi tempi piu’ affaccendato ai suoi intrighi che mai: in Italia a benedire l’ inciucio contro l’ uomo che baciava i rosari, in Argentina a far andare al potere i peronisti, in Brasile a prendere come pretesto gli incendi per attaccare Bolsonaro. Ho dimenticato qualcosa? Ah , si la Cina, li’ la posta in gioco e’ piu’ alta: annientare l’ intera Chiesa sotterranea cinese per rendersi graditi al Partito.
In tali faccende affaccendato l’ uomo politico Bergoglio cosa volete che dica ormai sulle accuse di Vigano’ o su l’ esistenza o meno del Diavolo? Cosa volete che GLiENE IMPORTI?….
50 anni fa (CINQUANTA ! ), Paolo VI ribadi’ chiarissimamente che la dottrina cattolica non mutava col mutare delle stagioni. (il suo “ottimismo” qualche anno prima gli impedi’ di vedere il collegamento tra neomodernismo teo-morale e riforma liturgica)
Cio’ avvenne specificamente con la morale sessuale e con la dottrina sul diavolo. I fedeli ricevettero, apparentemente, la parola definitiva che avrebbe sgombrsto dubbi e smarrimenti dovuti al proliferare di insegnamenti contrari, provenienti dall’ interno stesso della Chiesa. Ho scritto “apparentemente” perche’, come abbiamo imparato tutti bene, quelle parole, ascoltate come direttive solo da una parte dei fedeli, vennero IGNORATE da una pletora di teologi morali e dogmatici, i quali continuarono indisturbati il loro insegnamento, avverso ai tre successori di Paolo VI, nelle universita’ e, qui la tragedia massima, nei seminari.
Oggi da quelle cattedre insegnano gli allievi di quei ribelli, assolutamente tollerati, come lo furono i maestri.
Gli storici futuri dovranno indagare sul cinquantennio della tolleranza (direi dell’ anarchia teologica); e forse estendere la ri erca agli ultimi anni di Pio XII.
Cio’ che sta accadendo oggi era gia’ scritto, purtroppo…
Purtroppo gli storici futuri sono in gran parte influenzati dalla faziosità sociopatica di Melloni e dalle sparate di Mr Beans (Faggioli in America) nonché dalle fesserie propinate in Gregoriana.
Lei ha toccato il punto. Quella di Giovanni XXIII prima e di Paolo VI poi è stata una grande illusione (era anche una reazione al clima inquisitorio che si respirava prima), ossia l’idea per cui, nell’esercizio dell’autorità nella Chiesa, non occorre usare mezzi coercitivi o quantomeno limitarli ai casi estremi. Invece, le mele marce vanno tolte dal cestino, perché fanno marcire le altre. Giovanni Paolo II ha “coperto” con la sua forte personalità le magagne che c’erano – morali e teologiche -, ma non le ha risolte. E così, sotto Benedetto XVI, sono riesplose. E, comunque, entrambi hanno continuato, sia pure con caratteristiche proprie, sulla linea di “desistenza dall’autorità” di cui parla Romano Amerio nel suo Iota unum.
“desistenza dall’autorità”.
Autorità che viene ora esercitata in abbondanza contro l’ortodossia.
Ecco un altro martire moderno.
L articolo si dimentica di menzionare le colpevoli coperture e i coscienti e calcolati silenzi della stampa compiacente, TUTTA di sinistra, che con questo comportamento omertoso degno di un club mafioso, si è di fatto resa COMPLICE di un simile crimine. La suddetta stampa avrebbe mantenuto lo stesso atteggiamento con Ratzinger o Woityla regnanti?… Ne dubito fortemente!!… Nonostante questo tuttavia la gente, che non è fessa, non si è fatta infinocchiare da questi mascalzoni… La popolarità di bergoglio infatti è in caduta libera e idem si può dire dei suoi giullari e buffoni di corte, che con le loro sparate e panzane (ultima quella di sosa sul diavolo solo figura simbolica) contribuiscono al rapido declino del dittatore, oggi osannato pressoché solo dalle lobby di corruzione e perversione che lo hanno portato al potere.. e relativi organi di stampa da loro controllati.. che si ostinano a voler far credere che tutto va bene. Dittatore che secondo un mio conoscente che abita nell urbe, (e a cui credo, anche perché gli atteggiamenti del cappone argentino lo lasciano supporre), soffrirebbe da tempo di violente turbe psichiche che a causa della recrudescenza dovuta all avanzare dell età, sarebbero sempre più difficili da governare ma soprattutto da tener nascoste al grande pubblico… E questo spiegherebbe il crescente nervosismo della corte.. Che dire di fronte a tutto ciò?…niente!… Io personalmente da tempo ho iniziato a pregare Dio perché tolga di mezzo in tempi brevi questa figura che o Lui ha voluto infliggere alla Chiesa x i suoi peccati oppure la di cui elezione non è affatto una Sua opera. Preghiamo tutti che la dipartita di quest uomo avvenga nel più breve tempo possibile.. Per il bene della Chiesa, della società e del mondo intero..
Amen. Amen. Amen.
L’ affermazione indubbiamente eretica di Sosa e, come sappiamo, di altri prima di lui , visto il silenzio del vertice e di altri suoi colleghi del clero (non tutti fortunatamente) è perfetta cartina tornasole di questo regno Bergogliano.
Questa neo Chiesa, , che qualcuno ha definita 2.0, direi che è più vicina alla versione 6.6.6
Brava!
grazie, Mons. Viganò. La risposta umana probabilmente non arriverà mai, ma ormai non ha più importanza, tanto è tutto già chiaro. La Provvidenza provvederà.
Caro Dr. Tosatti, ieri su un sito argentino (caminante-wanderer.blogspot.com) ho incontrato questo articolo che dice molto sul “caratterino” di don Bergoglio, sul suo “cristianesimo” (si fa per dire), di quanto sia gradito. L’ho tradotto e glielo invio. Siccome è lungo per commenti che dovrebbero essere concisi ed essenziali, valuti lei se e come pubblicarlo. Con stima. AC
………..
Sabato 24 agosto 2019
Perché papa Francesco non visita l’Argentina?
di George Neumayr – (The Spectator)
Sabato scorso sono arrivato in una fredda Buenos Aires. Sicuramente è stata una coincidenza, ma il mio arrivo è coinciso con il crollo del peso. Il dollaro si è rivalutato molto in Argentina. Per U$ 40, gli americani possono ottenere un hotel a quattro stelle; per U$ 4, mangiare una squisita bistecca. Segni di problemi economici in Argentina abbondano, dalle baraccopoli nella periferia di Buenos Aires ai senzatetto che dormono su materassi sporchi nel centro della città. Gli argentini amano i dollari e offrono buone offerte per comprarli in contanti.
I peronisti sembrano sull’orlo della vittoria. Proprio come il Brasile ha votato a destra, l’Argentina ritorna a sinistra, come una sorta di dipendenza dalle sue tradizioni socialiste.
Lo scopo principale della mia visita a Buenos Aires era quello di scoprire chi non è esattamente uno dei suoi figli prediletti, Jorge Bergoglio, che non ha ancora visitato l’Argentina da quando è diventato Papa Francesco. Durante i miei primi giorni di permanenza nel Paese, ho chiesto a tutti i cattolici che ho incontrato di spiegarmi questa anomalia. E ho avuto risposte brutali.
“Sappiamo tutti che è un figlio di puttana”, mi ha detto un ex procuratore. “Ci vergogniamo di lui. Rappresenta le nostre peggiori qualità”.
Il suo “amico” ha aggiunto che i cattolici considerano Francisco “una farsa, un papa immaginario”, per non dire, ha aggiunto, “che egli è un uomo non istruito e maleducato”.
L’ex procuratore ha espresso il suo disprezzo per Francisco: “Non sa nulla, né morale, né teologia, né storia. Niente. E’ interessato solo al potere”.
Mi rendo conto che la descrizione di Papa Francesco come ideologo pazzo di potere è molto diffusa. Ho parlato a lungo con Antonio Caponnetto, autore argentino di diversi libri su Papa Francesco. “In seminario, i suoi compagni di classe lo chiamavano Machiavelli”, mi ha detto.
Caponnetto dà due ragioni per cui il Papa ha evitato di tornare nel suo Paese d’origine: in primo luogo, perché almeno la metà del Paese lo odia, e in secondo luogo, perché a Francisco non piace il presunto regime “conservatore” e pro-capitalista di Macri. Quest’ultimo motivo è assurdo: Macri non è conservatore, e i conservatori argentini sono i primi a dirlo.
Mercoledì mattina ho visitato Santiago Estrada, ex ambasciatore argentino presso la Santa Sede. È vicino a Bergoglio da decenni e sa che Bergoglio “odia gli uomini d’affari. Non gli piace Macri, ha detto, non perché Macri è un pilastro del conservatorismo, ma perché Macri non è semplicemente così anti-business “come il Papa”. Estrada era riluttante a criticare il suo amico, ma ha riconosciuto che la promozione del Papa di vescovi con una storia di abusi sessuali è “inspiegabile”.
I predecessori del Papa hanno visitato i suoi paesi d’origine. Anche il timido Papa Benedetto XVI ha sfidato i suoi critici tedeschi e si è recato in patria.
Sarebbe davvero possibile per papa Francesco boicottare l’Argentina per il resto del suo mandato?
Probabilmente no. Da un lato, dicono i cattolici impegnati, se la sinistra incondizionata torna al potere, “tornerà nel Paese”. Estrada crede che “tornerà sicuramente l’anno prossimo” se Macri perde, ma chiamerà il suo viaggio “visita pastorale”.
“Francisco ha lavorato dietro le quinte” per aiutare l’avversario di Macri, mi ha detto un agente politico argentino. “Vuole che Macri perda”.
I conservatori temono la possibilità di una vittoria peronista. Uno, che ha un blog politico, mi ha detto: “Lascerò il paese. Non sarà più sicuro per noi”.
L’ho notato martedì quando sono passato davanti all’ufficio di uno dei partiti di sinistra argentini. Non appena ho preso la mia macchina fotografica per scattare qualche foto, un paio di teppisti aspiranti peronisti sono corsi dall’ufficio per interrogarmi. “Cosa stai facendo?”, mi hanno chiesto. Li ho ignorati, mentre un altro membro del mio gruppo ha cercato di placarli con un pezzo di falsa adulazione sapientemente composto.
Un cattolico conservatore che ha attirato la mia attenzione mi ha detto che il peronismo dei “franciscani” è così forte che alcuni degli accoliti del Papa stanno parlando di canonizzare Evita.
Se, come disse una volta a ragione il Papa, la crisi economica è innanzi tutto una crisi MORALE, la crisi attuale della Chiesa è una crisi morale a maggior ragione.
Anzi è, insieme, una crisi MORALE e di FEDE, in quanto se viene meno l’integrità della fede c’è un decadimento morale e se viene meno la morale, c’è una diminuazione della fede, non solo e tanto nel senso di “poca fede”, quanto in quello di RIDUZIONE della verità, fino a che della fede non rimane pèiù nulla, se non l'”attivismo politico”.
Per cui SILENZIO sulle coperture del Papa a pedofili e abusatori suoi amici. Un silenzio tale che viene da chiedersi se il Papa consideri ancfora peccato certe perversioni, visto che, se proprio non può fare a meno di vederle, le chiama “clericalismo”.
Approfitto dell’occasione per dire che AVVENIRE del 23 agosto scorso riporta le polemiche che hanno scatenato le parole di padre SOSA, generale dei gesuiti e amicone del Papa, al Meeting di CL:” il diavolo… non è una persona, ma una maniera di attuare il male” e “il diavolo esiste come realtà simbolica, non come realtà personale”.
Ma la cosa più sconcertante è che AVVENIRE si limita a descrivere delle polemiche ma NON posizione, come invece fa contro Salvini! Anzi, cerca di difendere Sosa portando a pretesto colloquio era “volante” e ai margini di una tavola rotonda.
Volante? Era al MEETING, mica per strada! E poi, se era “volante”, perché SPECIFICARE che il demonio NON è una persona? Diceva due parole e via! Samo al ridicolo.
E’ che questi signori ci hanno preso per imbecilli, e credono ormai di poter dire e di poter fare tutto quello che vogliono!
Credo che solo il Signore sia in grado di giudicare in modo adeguato la vicenda dell’Arcivescovo Viganò. Le nostre valutazioni potrebbero risentire di una sorta di condizionamento ideologico preventivo, relativo alla polemica. Per quanto mi riguarda, rispetto complessivamente la sua scelta di denuncia in nome della verità, la quale però – lo sappiamo – non può mai dimenticarsi della carità, specie quando si fanno nomi e cognomi concreti.
Su un punto però mi è sembrato discutibile: quando, fin dalla fase iniziale della sua denuncia, egli ha detto apertamente a Bergoglio: “Dimettiti!”. Tutti sappiamo che, in una fase successiva, egli ha rettificato questa richiesta, dicendo allo stesso Bergoglio: “Fa’ il Papa come Dio comanda, e conferma nella fede i tuoi fratelli!”.
Ecco, in questi termini mi sento di sottoscrivere pienamente il pensiero e l’iniziativa di Viganò. E insieme con lui ripeto volentieri: “Bergoglio, fa’ il Papa come Dio comanda, se ne sei capace e se occupi quel trono in modo legittimo! Altrimenti, vattene e lascia in pace la Chiesa di Gesù Cristo!”.
Beh perché Bergoglio aveva attaccato i presunti “vescovi insabbiatori”. Ha detto prima del viaggio in Irlanda “tutti quelli che sapevano verranno fatti dimettete” e allora Vigano gli ha risposto “allora dimetteti, perché tu su quello che é successonin america sapevi tutto” ( il riassunto é questo )
Bergoglio veniva sallo scandalonin Cile dove la gente stava dando fuoco alle chiese e hanno addirittura minacciato di metterhli una bomva sotto al sedere a Bergoglio, poi veniva dallo scandalo Maccarrick, e abdava incontro allo scandalo im Irlanda, allora ha provato a giocarsi la carta dell’inganno per salvarsi la faccia; ha fatto finta che lui non sapeva niente e xhe gli avevano tenuto tutto nascosto ( ovviamente falso ) e in più sempre per fare l’ingannatore ha detto che chiunque sapeva di queste cose e bon le ha denunciate sarebbe stato dimesso. Allora Viganò gli ha fatto notare che lui sapeva tutto e che quindi secondo la sua parola si doveva dimettere.
Nonno Asdrubale: anche se Viganò ha rettificato sulle dimissioni del Papa, la sostanza NON cambia. La denuncia di Vigano è credibile perché comprovata dalle ridicole e irrazionali giustificazioni del Papa sull’aereo, perché Viganò a livello umano ha PERSO tutto, per la CONFERMA del Cardinal Ouellet al racconto di Viganò e per il SILENZIO del Papa che, se non smentisce, vuol probabilmente dire che NON PUO’.
Vuoi Vedere che quel furbacchione di Mons. Viganò ha provveduto ad acquisire delle PROVE, dei documenti, a conferma di quanto dice? Chissà.
Fatto sta che fosse anche un delinquente, come certi giornalisti che intingono l’inchiostro con la lingua possono aver scritto, se ha detto la verità, quella è. Altrimenti nei processi le testimonianze dei pentiti non dovrebbero contare nulla.
Una verità, è bene ricordarlo sempre, a PROVA DI SMENTITA. Almeno finora
Figliuolo, la carta esterna è un po’ diversa, ma la caramella è identica. Non credi?
Alla fine, nonno Asdrubale, la sua richiesta ricalca quella di mons. Viganò. Richiesta avanzata da più voci, sia pure in termini e con toni differenti…
Figliuola, io sono d’accordo con Viganò ancor più di quello che tu puoi immaginare!
Testimonianza di autentica fede, unica forza e arma di difesa dei “deboli”, nella lotta in difesa dei principi irrinunciabili, costretti a soccombere facilmente sotto gì attacchi dei “macisti” di questo mondo.
Viganò denuncia l’esistenza di una potentissima Lobby Gay di Abusatori seriali che ha in pugno la Chiesa, e Bergoglio tace.
Sosa Abascal afferma che il Diavolo non è persona, e che quindi non esiste, eresia che mina le fondamenta stesse della Rivelazione Divina, e Bergoglio tace.
L’Instrumentum Laboris del Sinodo sull’Amazzonia viene definito Apostatico da due Cardinali di Santa Romana Chiesa, e Bergoglio tace.
“Chi tace acconsente”.
Bravo, bravissimo!
E come disse Arnaldo almarico quando dovette combattere l’eresia dei catari sotto ordine di innocenzio III, rispondendo alla domanda “come riconosceremo gli eretici dai fedeli?” Lui rispose “uccideteli tutti! , Dio riconoscerà i suoi” 😳
L’importante è credere alle leggende.
Un po’ come quelli che credevano che in URSS ci fossero due raccolti all’anno e tutti vivessero felici e contenti cantando canzoni e facendo vacanze collettive.
O quelli da noi che credevano che in Emilia Romagna tutto funzionasse bene grazie al PCI (e oggi al PD).
Ma stai scherzando? É storia, sono le “crociate europee per reprimere l’eresia catara”, dove “l’esercito della chiesa ha combattuto con un esercito 3 volte superiore al suo e ha vinto” ,
200 catari si rifugiarono in una città e si mescolarono fra il popolo e per non lasciarli sfuggire “L’ABATE ARNALDO DISSE QUELLA FRASE E UCCISERO TUTTI”
É storia , sta sui libri.
Sui libri sta anche che l’uomo discende dalla scimmia; che Galileo disse : «Eppur si muove!»; Che Garibaldi disse: «Qui si fa l’Italia o si muore»; che La Regina Maria Antonietta a chi le aveva detto che il popolo non aveva pane rispose: «se non hanno pane mangino brioche», Che Voltaire disse: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo»…
La frase di Arnaldo Amalrico fa parte di queste perle “storiche”.
P.S. – La frase è «l’invenzione fantasiosa di un monaco tedesco, Cesario di Heisterbach, che scriveva sessant’anni dopo ed era ben lontano dall’avere partecipato ai fatti. Abbiamo molte cronache della caduta di Béziers, ma in nessuna di esse vi è traccia delle parole che divennero immeritatamente famose. Il padre Cesario, che viveva nel Nord della Germania da cui non si era mai mosso, non era né un cronista né uno storico, ma un compilatore di raccolte di aneddoti meravigliosi. In effetti, la frase disumana attribuita al legato Arnaldo sta in un suo libro dal titolo significativo, Dialogus miracolorum» (da: «Catari: sfatiamo una leggenda», di Vittorio Messori)
Certo, come quelli che “l’ha detto la televisione”.