SUPER EX COMMENTA LE AMICIZIE DEL PONTEFICE. IN PARTICOLARE RICCA E SANTOS ABRIL. MA NON SOLO…
23 Luglio 2019
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Super Ex (Ex di Avvenire, ex del Movimento per la Vita e di un po’ di altri oggetti cattolici, ma ancora tenacemente cattolico) ci ha inviato un commento-completamento a una serie di articoli apparsi nei giorni scorsi su La Verità e che avevano come punto di interesse le amicizie e le predilezioni – in termini di uomini – del Pontefice regnante. L’ ha inviato qualche giorno fa, ma fra una cosa e l’altra l’attualità più cogente ci ha costretto a rimandarlo. ve lo offriamo oggi, corredato dei testi di riferimento apparsi sul quotidiano.
Λ
La Verità del 16 luglio pubblicava un lungo articolo intitolato “Gli amiconi della banda latinoamericana” incentrato sugli ambigui collaboratori di Bergoglio : intrallazzoni, inquisiti, dimissionari a causa di scandali sessuali ecc. Mi ha colpito una foto pubblicata a corredo dell’articolo ma non commentata. Vi si vedono Bergoglio, monsignor Ricca e il cardinal Santos Abril y Castello legati da una particolare benevolenza reciproca, una sorta di “corrispondenza di amorosi sensi”. Perché commento quella foto a margine di quell’ articolo? Perché esso finisce inquadrando la figura di Ricca, gran ciambellano di Casa Santa Marta nonostante gli scandali sessuali in cui fu coinvolto, ma nulla dice del cardinale. Eppure è la compresenza dei tre che aiuta a capire il sistema di alleanze pericolose creato da Bergoglio a partire dal suo passato argentino. Vediamo un po’: Ricca lavora presso la nunziatura in Uruguay, a Montevideo, sulla sponda nord del Rio de la Plata, di fronte a Buenos Aires dal 1999 al 2001. È proprio in questi anni che il suo comportamento omosessuale desta scandalo, sino a causarne l’allontanamento! Il cardinale di Buenos Aires non sa nulla di tutto il clamore che il comportamento di Ricca ha generato? Difficile crederlo. L’altro uomo nella foto, come si diceva, è il cardinal Santos Abril y Castello, nunzio proprio in Argentina, dal 2000 al 2003. Neppure lui sa nulla dello scandalo Ricca, avvenuto in quegli stessi anni? Possiamo immaginare che il cardinale di Buenos Aires e il nunzio aBuenos Aires non sappiano cosa accade a tre passi? Proseguiamo ora a dipanare il filo: una volta eletto papa Bergoglio si circonda subito di vari fedelissimi, tra cui… RICCA E Castello! E tutti e due acquistano un ruolo importante. Castello viene per esempio mandato come commissario in Paraguay con il compito di annientare il vescovo Lieveres e suo fiorente seminario, colpevole di non aderire toto corde alla commistione tra fede cattolica e comunismo sposata da alcuni confratelli. RICCA diventa il maggiordomo del quartier generale bergogliano. Ma soprattutto finiscono entrambi allo IOR! Uno, RICCA, come prelato, nonostante, si ripete, gli scandali che in altri tempi avevano causato il suo allontanamento dalla nunziatura, l’altro come membro della commissione cardinalizia di vigilanza. Di questa gente, oltre che di quella citata nell’articolo su la verità, si circonda il nostro!
Λ
Ed ecco gli articoli de La Verità firmati da Mangrano.
Tutti gli uomini di Bergoglio
di Ignazio Mangrano
Dopo sei anni di pontificato, dopo mesi e mesi di silenzio sul “dossier Viganò”, è utile fare un quadretto il più possibile completo dell’entourage di Bergoglio.
Partiamo dal defunto cardinal Goffried Daneels, noto per essere stato uno dei suoi grandi elettori e membro di quella che lui stesso ha definito “la mafia di San Gallo”. Dal punto di vista delle idee, Daneels ha rappresentato per anni l’opposizione ideologica a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, soprattutto in materia di morale.
E’ stato, infatti, favorevole a leggi sulle unioni civili tra omosessuali, oltre che all’idea di concedere la comunione anche ai divorziati risposati (Paolo Rodari, Repubblica, 16/10/2014).
Soprattutto il cardinale belga è stato accusato più volte di essere un insabbiatore seriale, che ha protetto ecclesiastici omosessuali e pedofili: nel 1998 è stato condannato a 500 mila franchi di multa per aver protetto un parroco gay abusatore; poi è finito sotto le accuse di un ex sacerdote, Rik Devillé, e di un’altra ventina di persone; in seguito è stato sospettato di aver coperto il vescovo di Bruges, reo confesso di violenze sul nipotino! Nel 2010 si è arrivati persino alla perquisizione della casa del cardinale e al sequestro del suo computer!
Così Il Post del 30 agosto 2010: “Nei giorni scorsi la stampa belga ha pubblicato le registrazioni audio di due incontri dello scorso aprile tra il cardinale Godfried Daneels – ex arcivescovo di Bruxelles – e una delle vittime degli abusi di pedofilia commessi dall’ex vescovo di Bruges Roger Vangheluwe, costretto a dimettersi lo scorso giugno dopo aver chiesto scusa per i suoi reati. Nelle registrazioni Danneels cercava di convincere la vittima, ora un uomo di 42 anni, a non rivelare il suo caso a distanza di così tanto tempo, o almeno ad aspettare fino al pensionamento del prelato: «Si ritirerà il prossimo anno, e per te sarebbe meglio aspettare», riportano le intercettazioni pubblicate da De Standaard e Het Nieuwsblad…” (https://www.ilpost.it/2010/08/30/belgio-le-indagini-contro-i-vescovi-non-erano-cosi-spropositate/).
Il giornalista Emiliano Fittipaldi, nel suo “Lussuria: Peccati, scandali e tradimenti di una Chiesa fatta di uomini”, dedica alcune pagine proprio agli intrighi del cardinale belga, ricorda le pubbliche richieste di scuse del cardinale stesso, e conclude con questa frase: “Il 13 marzo 2013 sarà uno dei grandi sponsor di Bergoglio. Sarà lui uno dei fedelissimi (convocato personalmente dal papa, ndr) che cercherà di spingere le istanze progressiste al Sinodo sulla famiglia. Tutto è perdonato”.
Daneels è morto il 15 marzo 2019: i giornali di quei giorni hanno ricordato la sua antica amicizia con Bergoglio, le sue battaglie contro nazionalismo, islamofobia e a favore dei migranti e degli accordi tra Vaticano e Cina, ma anche gli scandali che ne hanno fatto, agli occhi della gente, un “insabbiatore”. Mentre nel telegramma di cordoglio, Bergoglio ha preferito l’elogio incondizionato, definendolo “un pastore zelante attento alle sfide della Chiesa contemporanea”.
Il secondo cardinale su cui soffermarsi è Donald Wuerl, definito dai vaticanisti americani “the Pope maker”, cioè il grande elettore di Bergoglio: “Ma insieme agli italiani anche gli americani, spinti su Bergoglio dal loro principale Pope Maker: l’ arcivescovo di Washington Donald Wuerl” (Paolo Rodari, Repubblica, 15/3/2013). Wuerl è, idealmente parlando, l’oppositore negli Usa del cardinal Raymond Leo Burke, di cui è arrivato a chiedere pubblicamente le dimissioni, ed è molto vicino, politicamente, alle posizioni dei liberal. Soprattutto è intimamente legato, come altri tre ecclesiastici elevati alla berretta cardinalizia da Bergoglio stesso (Kevin Farrell, Joseph William Tobin e Blase Cupich), al cardinale Theodore Edgar McCarrick: un potente prelato che Bergoglio, dopo aver promosso tutti i suoi pupilli e ignorato i provvedimenti presi in precedenza contro di lui, ha dovuto far dimettere dallo stato clericale in seguito all’evidenza conclamata dei suoi reati (violenze omosessuali ai danni di seminaristi e pedofilia).
Wuerl è finito sotto la lente della magistratura americana, in quanto secondo il Rapporto del Grand Jury della Pennsylvania quando era vescovo di Pittsburgh, “trasferì e spostò preti che avevano abusato di adolescenti maschi, nascondendo le notizie alle autorità civili e addirittura pagando uno di loro perché tacesse”.
Ciononostante è stato sostenuto e puntellato per mesi da Bergoglio, fino a che, a causa delle contestazioni della comunità cattolica americana e di grandi giornali come The Washington Post e The New York Times (che hanno espresso sconcerto per il comportamento della coppia Wuerl-Bergoglio), ha ritenuto opportuno lui stesso lasciare l’incarico di arcivescovo della capitale.
Così Avvenire del 12 ottobre 2018: “Il Papa accetta la rinuncia dell’arcivescovo di Washington Wuerl. Nell’indagine sugli abusi sessuali su minori condotta nello Stato Usa della Pennsylvania, il cardinale era stato accusato di aver coperto numerosi preti pedofili quand’era vescovo di Pittsburgh”.
Nello stesso articolo, però, si legge un elogio di Bergoglio alla presunta “nobiltà” del cardinale inquisito e costretto alla rinuncia.
Sino a qui sono dunque già sei i cardinali di stretta osservanza bergogliana coinvolti in brutti scandali, destinati probabilmente ad aumentare a causa di possibili indagini della magistratura americana a carico della triade degli amici di McCarrick (i già citati cardinali Farrell, Cupich e Tobin).
Ma non è finita qui.
Se ci spostiamo nella terra originaria di Bergoglio, ci troviamo di fronte alle oscure vicende di Gustavo Óscar Zanchetta: questo prelato argentino è molto vicino al pontefice argentino, che nel luglio 2013, cioè poco dopo la nomina, lo promuove tempestivamente a vescovo di Oràn. Il 19 dicembre 2017, sempre papa Francesco lo vuole come assessore dell’Amministrazione del patrimonio della sede Apostolica, chiamandolo a Roma. La promozione suona sospetta, soprattutto quando il monsignore finisce sotto le indagini della magistratura argentina.
Così Salvatore Cernuzio su La Stampa dell’8 giugno 2019: “ «Abusi sessuali continui aggravati». Con questa accusa del procuratore della provincia argentina di Salta, Monica Viazzi, finisce sotto processo in Argentina monsignor Gustavo Zanchetta, 54 anni, il vescovo protagonista di uno strano caso di dimissioni dalla diocesi di Oran tre anni fa, nominato dal Papa assessore dell’Apsa. Il giudice Claudio Parisi ha accusato ieri formalmente il presule di aver molestato sessualmente due seminaristi mentre era ordinario diocesano e quindi prima di lasciare la carica ed essere trasferito in Vaticano presso l’importante ufficio che amministra il patrimonio della Santa Sede”.
Il suo caso, prosegue il giornalista, “Era iniziato il 29 luglio 2017 quando si era dimesso improvvisamente da Oran, diocesi al nord dell’Argentina caratterizzata da povertà, minacce costanti da parte dei narcos e altre problematiche, dove Bergoglio lo aveva posto nel 2013 tra le sue prime nomine episcopali. La scelta delle dimissioni era motivata da un «problema di salute» che non gli permetteva di «svolgere pienamente il ministero pastorale». Dopo alcuni mesi in cui, di fatto, era sparito dalla circolazione, era riapparso a Roma nel ruolo inedito di consigliere dell’Apsa «in considerazione della sua capacità di gestione amministrativa». Una posizione che non figurava precedentemente nell’organigramma del Dicastero e che non ha mai implicato alcuna responsabilità di governo….”.
Richiesto dalla vaticanista Valentina Alazraki, nel maggio 2019, sul perché un prelato con tali accuse pendenti fosse stato chiamato a Roma, per di più con un incarico economico così prestigioso creato ad hoc per lui, Bergoglio, piuttosto in difficoltà, risponde tra l’altro: «Certo aveva un modo di trattare, a detta di alcuni, dispotico, autoritario, una gestione economica delle cose non del tutto chiara, sembra, ma ciò non è stato dimostrato. È indubbio che il clero non si sentiva trattato bene da lui… Economicamente era disordinato, ma non ha gestito male economicamente le opere che ha fatto. Era disordinato ma la visione è buona» (La Stampa, 28/5/2109).
Una difesa che, nella sua contorsione e goffa contraddittorietà, si commenta da sola.
II puntata
La banda latino americana
L’analisi degli uomini discussi di Bergoglio deve approdare ora ad un altro triumvirato piuttosto chiacchierato, quella composto dal cardinal Oscar Maradiaga, il suo vescovo ausiliario e braccio destro, Juan José Pineda, ed infine monsignor Edgar Peña Parra, amico di entrambi, scelto da Bergoglio nell’ottobre del 2018 per ricoprire l’influentissimo ruolo di Sostituto per gli affari generali alla Segreteria di Stato.
Partiamo dal più “sfortunato” dei tre, Juan José Pineda.
Jacopo Scaramuzzi, su La Stampa del 20 luglio 2018, racconta le sue dimissioni, a causa di vari scandali: “Dal 2005 il presule è stato il numero due dell’arcidiocesi guidata dal cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore del Consiglio dei nove cardinali che coadiuvano il Papa nella riforma della Curia romana (il cosiddetto C9), che per i suoi diversi impegni ha dovuto assentarsi più volte da Tegucigalpa”.
Le motivazioni? A quanto sembra, economiche e sessuali: “alcuni investimenti avventati e un’opaca operazione di fondi stornati dall’Università dell’Honduras” e “accuse di abusi sessuali indirizzate al presule da due ex seminaristi”.
Il vaticanista Marco Tosatti, su La Nuova Bussola Quotidiana del 6/12/2018, è più ricco di dettagli: “A luglio papa Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo Pineda, che è stato accusato di aver abusato sessualmente di seminaristi. Molti dei quali hanno scritto una lettera per denunciare la situazione nel seminario. È stato anche accusato di avere una serie di amanti omosessuali e di una gestione allegra delle finanze dell’arcidiocesi, che è quella del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, di cui era il braccio destro. Prima delle dimissioni del vescovo Pineda, le accuse di corruzione morale e finanziaria avevano portato a una visita apostolica nel maggio 2017. I risultati dell’inchiesta, consegnata nelle mani del Pontefice, non sono mai stati resi pubblici. Così come non è stata resa di pubblico dominio alcuna sanzione contro il vescovo, o la notizia di alcun atto di riparazione da parte del vescovo stesso. Le accuse di cattiva condotta finanziaria riguardano la presunta appropriazione indebita di 1,3 milioni di dollari elargiti da parte del governo honduregno, e destinati a progetti caritatevoli; e che sarebbero “completamente scomparsi”, secondo le fonti…”.
Veniamo ora al cardinal Maradiaga.
In questo caso è il giornalista de L’Espresso Emanuele Fittipaldi a raccontare alcuni fatti incresciosi in un articolo del 5/2/2018, sottotitolato: La moglie dell’ex decano del corpo diplomatico del Vaticano ha denunciato una “intermediazione fraudolenta” del porporato.
Fittipaldi ricorda anzitutto che lo scandalo in atto, il fatto che Maradiaga percepisca ben 35 mila euro al mese dall’università cattolica di Tegucigalpa, non è il primo, in quanto Maradiaga ha già “perso una querela in Honduras contro un quotidiano locale, El Confidencial, che nel 2016 parlando dei versamenti al cardinale parlò addirittura di corruzione”; aggiunge che Maradiaga è stato accusato da Martha Alegria Reichmann, vedova dell’ex ambasciatore honduregno presso la Santa Sede, Alejandro Valladares, di una gestione quantomeno azzardata del denaro.
La signora Valladares, infatti, ha scritto addirittura un intero libro, Traiciones sacradas, in cui, come racconta il vaticanista della Rai Aldo Maria Valli, “non esita a parlare di Maradiaga come di un uomo dalla doppia personalità, che si è assicurato l’impunità grazie alla protezione del papa”.
Da parte di chi questi “sacri tradimenti”? Alegria non ha mezze parole: da tre ex amici, frequentati per anni, cioè il vescovo Juan Josè Pineda, il cardinale Maradiaga e Bergoglio.
Sia come sia, il cardinale non ha ancora “mollato”, a differenza del suo collaboratore Pineda (un sottoposto sacrificato alla causa?), ma certamente i dubbi sul suo comportamento, anche in patria, continuano a crescere.
Veniamo ora al terzo dei protagonisti, monsignor Edgar Peña Parra, la cui promozione in Vaticano appare legata al suo rapporto con gli altri due personaggi citati.
La nomina di Peña Parra, sconosciuto ai più, desta subito le perplessità dell’ex nunzio negli Usa, mons. Carlo Maria Viganò, che nel suo dossier sulla lobby gay vicina a Bergoglio, scrive: “Lui ha una connessione con l’Honduras, cioè con il cardinale Oscar Maradiaga. Peña Parra dal 2003 al 2007 ha prestato servizio presso la nunziatura di Tegucigalpa in qualità di consigliere”. E aggiunge: “Come delegato per le rappresentanze pontificie, mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo”.
Possibile che anche Peña Parra abbia scheletri nell’armadio?
Non è così arduo immaginarlo: le lobby (lo abbiamo già visto con la promozione in massa degli amici del molestatore McCarrick), funzionano proprio così, portano nei posti di potere più persone di un medesimo clan. Non è impossibile dunque che alla cordata nord-americana McCarrick-Wuerl-Cupich-Tobin-Farrell (tutti amici tra loro, e tutti simpatizzanti pro LGBT), corrisponda una cordata sud-americana, unita anche dagli stessi interessi economici, e, se le accuse fossero vere, non solo economici.
Ma leggiamo quanto scrive Fittipaldi su L’Espresso del 18/10/2018: “L’ex nunzio a Washington non chiarisce i motivi delle sue «preoccupazioni». Ma è certo che non è il solo ad avere qualche dubbio sulla scelta di Francesco. Peña Parra ha molti nemici. E qualcuno di essi, nove giorni dopo la sua promozione, ha deciso di prendere carta e penna, e compilare un durissimo rapporto sulle presunte condotte immorali del sacerdote. Allegando pure alcune fotocopie di lettere firmate dall’allora arcivescovo di Maracaibo Domingo Roa Pérez, in cui si fa riferimento a dubbi e accuse gravissime sul conto di Edgar, allora seminarista”.
In sintesi, Peña Parra era stato espulso dal seminario San Tommaso D’Aquino alla fine del suo terzo anno per comportamenti libertini.
All’articolo comparso sull’Espresso, fa seguito un altro del vaticanista Marco Tosatti, su La Nuova Bussola quotidiana del 5/7/2019.
Tosatti parte da una nuova rivelazione dell’ex nunzio negli Usa: “il Papa ha sostanzialmente ignorato – secondo l’ex diplomatico – un terrificante dossier inviato da un gruppo di fedeli di Maracaibo, dal titolo “Quién es verdaderamente Monseñor Edgar Robinson Peña Parra, Nuevo Sustituto de la Secretarîa de Estado del Vaticano?”. Il dossier è firmato da Enrique W. Lagunillas Machado, nel nome del “Grupo de Laicos de la Arquidiócesis de Maracaibo por una Iglesia y un Clero según el Corazón de Cristo”. Questi fedeli accusano Peña Parra di terribile immoralità, descrivendo in dettaglio i suoi presunti crimini. «Questo – ha commentato – potrebbe anche essere uno scandalo che supera quello di McCarrick, e non deve essere permesso che sia coperto dal silenzio. Rispetto ai fatti già resi noti da L’Espresso, Viganò ha aggiunto fatti noti in Segreteria di Stato in Vaticano dal 2002 tra cui l’accusa rivolta a Peña Parra «di aver sedotto, il 24 settembre 1990, due seminaristi minori della parrocchia di San Pablo, che dovevano entrare nel Seminario Maggiore di Maracaibo quello stesso anno… Il caso è stato denunciato alla polizia dai genitori dei due giovani ed è stato trattato dall’allora direttore del seminario maggiore, Enrique Pérez, e dal direttore spirituale allora, Emilio Melchor. Il Rev. Pérez, interrogato dalla Segreteria di Stato, confermò per iscritto l’episodio del 24 settembre 1990. Ho visto questi documenti con i miei occhi»”.
Con il sud America, purtroppo non è finita.
E’ il caso di citare gli scandali che hanno colpito altri due cardinali “bergogliani”.
Il primo è il cileno Ricardo Ezzati, nominato cardinale da Bergoglio nel 2014. Ebbene nel marzo 2019 il porporato ha dovuto rassegnare le sue dimissioni da arcivescovo di Santiago, per una sentenza della Corte d’Appello di Santiago del Cile per l’occultamento di tre casi di preti omosessuali abusatori (La stampa, 2/4/2019, Famiglia cristiana, 23/3/2019).
Il secondo è quello del cardinale cileno Francisco Javier Errázuriz Ossa, scelto dal papa come membro dei C9, ma costretto anch’egli alle dimissioni nel novembre 2018 perchè accusato di aver insabbiato dei crimini di abusi.
Per finire, non si può non fare cenno ad un altro prelato che, pur italiano, ha lavorato per anni nelle nunziature del sud America: mons. Battista Ricca.
Le sue vicende sono state raccontate, con l’abituale serietà, dal vaticanista dell’Espresso Sandro Magister: “Il buco nero, nella storia personale di Ricca, è il periodo da lui trascorso in Uruguay, a Montevideo, sulla sponda nord del Rio de la Plata, di fronte a Buenos Aires. Ricca arrivò in questa nunziatura nel 1999”, insieme al capitano svizzero Patrick Haari. “I due- prosegue Magister- arrivarono in Uruguay assieme. E Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella nunziatura. Il nunzio respinse la richiesta. Ma pochi mesi dopo andò in pensione e Ricca, rimasto come incaricato d’affari “ad interim” in attesa del nuovo nunzio, assegnò l’alloggio in nunziatura a Haari, con regolare assunzione e stipendio”.
Seguono vari scandali, comprese le botte prese da Ricca in un noto locale di incontri tra omosessuali e il richiamo a Roma: per controllarlo meglio? Per porre fine alla sua carriera diplomatica?
Difficile saperlo, certo è che quando Bergoglio viene eletto, Ricca balza al centro dei giochi: non solo si trova a dirigere quello che è diventato a tutti gli effetti non più una casa per il clero, ma il nuovo quartiere generale della Chiesa (cioè casa Santa Marta), ma già il 15 giugno 2013, a soli tre mesi dall’elezione, Bergoglio lo nomina in un ruolo chiave, quello di prelato dello IOR “col potere di accedere a tutti gli atti e documenti e di assistere a tutte le riunioni sia della commissione cardinalizia di vigilanza, sia del consiglio di sovrintendenza, cioè del board della disastrata “banca” vaticana”! (L’Espresso, 18/7/2013). Perchè tale stima e fiducia, ancora una volta, in un uomo con un passato tanto poco luminoso?
Come abbattere i pro vita e famiglia
Nelle precedenti puntate ci siamo soffermati sugli uomini di Bergoglio nel nord e nel sud America.
Dal sud, infatti, provengono molti dei suoi più stretti collaboratori, mentre nel nord bisognava ribaltare l’equilibrio a favore dei vescovi pro life e pro family nominati da Benedetto XVI allo scopo di rovesciare l’indirizzo fortemente liberal presente nel mondo gesuita americano e dominante anche a livello gerarchico all’epoca del cardinal Joseph Bernardin (per decenni leader della Chiesa progressista americana e promotore, nel 1988, nella diocesi di Chicago, poi travolta dallo scandalo dei preti molestatori, del primo ufficio diocesano “gay” negli USA, l’Archdiocesan gay and lesbian outreach).
Di qui la nomina di ben 3 cardinali, come si è detto nella prima puntata, vicinissimi al molestatore omosessuale McCarrick, e quindi riconducibili ad una lobby apertamente filo-Lgbt (si aggiunga la recentissima nomina, come arcivescovo di Washington, dell’ex ausiliare di Bernardin, Wilton Gregory, anch’egli, guarda un po’, molto gayfriendly).
Anche in Spagna, una volta eletto, Bergoglio ha voluto porre fine ad una stagione, quella della fiera resistenza cattolica alla cultura nichilista zapatera, incarnata in particolare dal cardinale di Madrid Antonio María Rouco Varela: ha nominato prima arcivescovo di Barcellona e poi cardinale, Juan José Omella y Omella, “tra i più critici riguardo la gestione della Conferenza episcopale spagnola targata Rouco Varela”.
Come in Spagna, così in Belgio: “a Bruxelles, estrema periferia della cristianità europea, il Papa ha nominato vescovo mons. Jozef De Kesel, pupillo dell’emerito Godfried Danneels, che cinque anni fa Benedetto XVI aveva considerato (per due volte) non idoneo” (Il Foglio, 6/11/2015), pensionando in gran fretta monsignor André-Joseph Léonard, pupillo di Benedetto XVI e noto al grande pubblico per essere stato più volte ferocemente attaccato, anche fisicamente, dalle Femen (senza mai ricevere una parola di solidarietà da Bergoglio).
Abbattere la resistenza cattolica alla cultura della morte è da subito una priorità di Bergoglio anche in Italia. Per farlo prende una quantità di provvedimenti, tutti nella medesima direzione, solo apparentemente smentiti da sporadiche ed innocue dichiarazioni, del tutto pro forma e inoffensive (talvolta semplici tweet), in difesa di vita e famiglia.
Possiamo ricordare anzitutto, già nel 2013, la scelta di monsignor Nunzio Galantino come segretario generale della Cei, con il compito, di fatto, di commissariarla e di ribaltare la linea Ruini-Bagnasco, che aveva portato alla vittoria dei cattolici nel referendum sulla fecondazione artificiale del 2005 e al Family day contro le unioni civili del 2007.
Galantino esordisce nel nuovo ruolo (prima nessuno ne conosceva l’esistenza) criticando pubblicamente gli attivisti anti aborto che pregano davanti alle cliniche, poi sterilizzando l’associazione laica Scienza & Vita, protagonista della battaglia referendaria del 2005, spingendola a non occuparsi più, se non in modo accademico e politicamente innocuo, dei temi sensibili dibattuti nel paese.
In secondo luogo il nuovo segretario, che gode di un appoggio papale incondizionato, e che può quindi scavalcare il pavido Bagnasco, cerca di imporre al mondo cattolico il bavaglio sul ddl omofobia dell’onorevole gay del Pd, Ivan Scalfarotto e, poco dopo, sulla proposta di legge per le unioni civili gay della senatrice Pd Monica Cirinnà e del senatore gay Sergio Lo Giudice (noto per essere ricorso all’utero in affitto ben due volte!).
Non riuscendo però a fermare il mondo cattolico laico, Galantino si prodiga in ogni modo per osteggiare i due Family day, quello del 2015 e quello del 2016: ancora una volta con il sostegno del suo mandante, Bergoglio, il quale si rifiuta persino di porgere un saluto ai partecipanti alle due più grandi manifestazioni di piazza mai organizzate dai cattolici italiani. Allo stesso modo farà anche nel 2019, ignorando bellamente il Congresso mondiale delle famiglie svoltosi a Verona.
Non è tutto: Bergoglio, che da una parte emargina i cardinali pro life come Carlo Caffarra, ed elogia in più occasioni Emma Bonino e Valeria Fedeli, dall’altra tace di fronte all’introduzione del matrimonio gay in Irlanda e Germania, alla morte per fame e per sete di Vincent Lambert in Francia, alla legge sul biotestamento promossa dal Pd in Italia…
Soprattutto, dimostrando ancora una volta di sapere bene che ciò che conta non sono le parole, ma piazzare gli uomini giusti al posto giusto, infligge un colpo mortale a due roccaforti della bioetica cattolica. Il 15 agosto 2016, infatti, nomina Monsignor Vincenzo Paglia presidente della Pontificia Accademia per la Vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II.
I meriti del nominato, sono le sue pubbliche aperture alle unioni civili, il suo disinteresse per le battaglie culturali, la sua contiguità al Pd e ai radicali di Marco Pannella, pubblicamente elogiati e santificati. Poco importa poi che Paglia sia coinvolto in vari scandali, in particolare un buco di 25 milioni di euro nella sua diocesi di Terni e l’aver fatto affrescare l’abside della cattedrale della città da un pittore notoriamente gay, con immagini evidentemente allusive. Se ciò non bastasse, ma è notizia di pochi giorni orsono, Paglia è capace di intessere inusuali rapporti con magistrati molto discutibili, come Luca Palamara, protagonista del più grosso scandalo che abbia colpito la magistratura negli ultimi decenni!
Gli altri uomini di Bergoglio, in Italia? Sono suoi fidatissimi scribacchini il gesuita Antonio Spadaro, il vescovo progressista Bruno Forte, entrambi appartenenti a quella parte del mondo ecclesiale che vuole rivoluzionare la morale cattolica in particolare aprendo alle coppie gay, e il prete giornalista Dario Edoardo Viganò, che è stato a lungo il dominus della comunicazione vaticana, prima di essere costretto a dare le dimissioni, nel marzo 2018, in seguito alla pubblicazione di una scandalosa fake news confezionata per far apparire Benedetto XVI un fan della teologia progressista.
Chiudiamo con lui la lista degli “uomini di Bergoglio” perché curiosamente, porta lo stesso cognome del nunzio che ha sollevato più di ogni altro il problema della lobby gay ecclesiastica spalleggiata dall’argentino, e perché proprio il suo comportamento porta acqua al mulino delle accuse mosse dal suo omonimo. Infatti, pochi mesi prima delle forzate dimissioni, Dario Edoardo Viganò finiva al centro di un articolo di Francesco Agnoli, su La Nuova Bussola quotidiana (19/12/2017): in esso si chiedeva come mai Viganò utilizzasse i suoi ampi poteri per dare “grande spazio a personalità che esprimono idee piuttosto contigue all’ideologia LGBT” e il denaro della Chiesa per affidare la creazione di un nuovo portale vaticano ad una multinazionale nota per il suo impegno per la causa LGBT.
E le donne di Bergoglio, chiederà qualcuno? A parte quelle già citate, Bonino e Fedeli, non si può tralasciare la giornalista Stefania Falasca, la prima a ricevere una telefonata da Bergoglio, dopo l’elezione al soglio pontificio. La Falasca ha sostenuto sin da principio l’operato dell’ amico argentino, arrivando a chiedere pubblicamente il silenzio di Benedetto XVI, dopo che il pontefice emerito, nell’aprile 2019, era intervenuto sulla questione omosessualità e pedofilia nella Chiesa sostenendo una lettura dei fatti del tutto differente da quella bergogliana (tutta volta a nascondere lo stretto legame esistente tra scandali sessuali da parte di ecclesiastici e le loro tendenze gay).
Forse le donne di Bergoglio sono poche (quelle che lavoravano all’Osservatore romano all’inserto Donne, Chiesa, Mondo, hanno lasciato pochi giorni orsono, in polemica con il nuovo direttore bergogliano Andrea Monda) ma sono certamente armate della sua stessa, rocciosa, determinazione!
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Tag: la verità, maradiaga, papa, pineda zanchetta, ricca, santos abril
Categoria: Super Ex
A giuseppe, rigorosamente minuscolo, che figura che hai fatto! Te l’avevo detto. E poi riguardo al “borghese pasciuto”, hai dato una risposta conforme a tale definizione. Riassumendo non hai detto altro che “lei non sa chi sono io”. In quanto a “comunista”… dai l’impressione che se ci fosse, per es. il fascismo indosseresti con ostentazione il fez. Insomma il classico progressista chic. E cerca di informarti sulla questione Siriana piuttosto.
Esattamente, volevo proprio dire “Lei non sa chi sono io!”, ma nel senso letterale dell’espressione.
Come dicevo, per darmi del “borghese pasciuto” lei dovrebbe sapere qualcosa del mio tenore di vita, del mio reddito, delle mie origini, per l’appunto. Immagino lei non sappia nulla di tutto ciò.
Senza entrare nel dettaglio dei fatti miei, che non interessano a nessuno, le assicuro che la definizione “borghese pasciuto” non descrive la mia condizione materiale (ma lei è libero di continuare a presumere il contrario, ovviamente).
Mentre l’aggettivo “maleducato”, mi perdoni, mi pare che ben descriva il suo modo di porsi nei miei confronti.
Quanto alla Siria, le assicuro che sono informato e ho naturalmente una mia opinione, che tuttavia non ho espresso, essendomi limitato a constatare le centinaia di migliaia di morti che non meritano il compiacimento perché Assad non ha (o non avrebbe) perseguitato i cristiani.
Un pensiero semplice e trasparente, come vede.
A giuseppe, rigorosamente minuscolo, quanto alla Siria, puoi avere la tua opinione (che da quello che hai finora scritto, facendo ridere chi ti ha letto, mostra di essere quella chic progressista), ma sicuramente mostri di non essere informato, come ogni borghese pasciuto.
Bene, Lei ha deciso che io debba essere per forza un borghese pasciuto.
Glielo lascerò credere, non vorrei toglierLe questa certezza (la tenga lì, insieme alle altre, tipo quella dell’esistenza di un dio al quale, per giunta, Lei dovrebbe anche stare simpatico).
Anzi, d’ora in poi il mio nickname sarà Borghese pasciuto.
Ovviamente, avendo ricevuto dai miei genitori una salda buona educazione, non le dirò la definizione che ho in mente per Lei.
Quello che però non posso lasciarLe passare è la definizione di progressista.
Non so più come dirlo: io sono molto peggio, sono comunista, ha presente quelli che mangiano i bambini? E che non amano sentirsi banalmente definire “progressisti”?
A giuseppe, rigorosamente minuscolo (nell’occasione borghese pasciuto), progressista? Avevo scritto chic progressista. E vedi di informarti sulla Siria…
Un importante servizio alla verità che non bisogna stancarsi di ricordare,facendo luce su situazioni sempre più compromettenti, strenuamente difese da un Bergoglio intenzionato, a quanto pare, a fare di questo fango corazza per sé e per i suoi.
Si perché come nelle migliori delle mafie, concedendo protezione a personaggi di questo taglio, si estorce anche la loro sudditanza, ed il gioco è fatto, soprattutto quando bisogna servirsi di numeri per arrivare a modificare uno stato come quello vaticano, sovvertendone i diritti, i principi, l’etica che lo ispira e legittima da sempre.
Perché poi in fondo questa sodomita banda di bassotti chi serve veramente? Non brillano per particolari capacità, ne per cultura …. Incapaci di confronto, si sentono forti solo quando protetti politicamente e all’interno di prestabiliti copioni.
Ciechi che guidano altri ciechi. Come possiamo anche solo lontanamente sperare di appellarci a personaggi di questo calibro che di ecclesiastico hanno solo i travestimenti con i gradi delle promozioni che li accompagnano?
Siamo di fronte ai gerarchi di un potere nero, che hanno avuto l’infame compito di insediare l’apostasia in sede vaticana, e poiché ne ignorano con la storia la fede, si precipitano ad usurparla finanziariamente, mentre le riforme si limitano ad annunciarle incapaci come sono di scriverle!
Triste purtroppo il silenzio della gran parte del clero che pensa di poter sopravvivere diviso in due, pur sapendo di sfondare una voragine per tanti che potrebbero invece evitarla, e prima o poi di questo se ne dovrà render conto.
Come non concordare con queste amare riflessioni?
“La vita umana è un soffio: oggi c’è, domani si spegnerà in un attimo…. Bergoglio, Sosa Abascal, Paglia, Galantino, Bassetti, Ravasi, Braz de Aviz, Maradiaga, Kasper, Bianchi: sono tutte persone anziane. Nel giro di qualche anno non ci saranno più. … dovranno lasciare le loro ambizioni mondane, le stanze del potere, la pubblicità mediatica, i pubblici onori, tutto ciò che gratifica l’ego, e presentarsi, nudi, al cospetto di Dio, giusto Giudice: come noi tutti, del resto. E allora che cosa diranno? Come si giustificheranno? Ciò che stanno facendo grida vendetta al Cielo… Dei falsi pastori si sono impossessati della Chiesa cattolica e la stanno pervertendo nella sinagoga di Satana! “ (cfr http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7769-davvero-ne-valeva-la-pena )
il sig. B., con tutta la sua corte di nani e ballerine, è davvero la schiuma dei mari. Ora sembra onnipotente, nessuno ascolta le voci del dissenso, ma, come disse JPII quando andò nella valle dei templi, verrà il Giorno del Giudizio di Dio,,,
Fuori Tema un frate Santo e gigante della Fede al pari di San Marco d’Aviano. Oggi invece ci viene detto di fare ponti e di accorglierli tutti. Eh quando c’era la VERA FEDE …Oggi magari questi giganti vengono considerati pure dei fanatici…
https://www.radiospada.org/2019/07/san-lorenzo-da-brindisi-un-cappuccino-contro-80mila-turchi/
Oggi, dopo la lettera del politico Bergoglio al Presidente Assad, mi è venuta voglia di rileggere il primo capitolo dei Promessi Sposi ; Citazione: Don Abbondio, assorbito continuamente ne’ pensieri della propria quiete,… Se si trovava assolutamente costretto a prender parte tra due contendenti, stava col più forte, sempre però alla retroguardia, e procurando di far vedere all’altro ch’egli non gli era volontariamente nemico: pareva che gli dicesse: ma perché non avete saputo esser voi il più forte? ch’io mi sarei messo dalla vostra parte.
…. Ma siccome v’eran poi finalmente al mondo, e vicino a lui, persone ch’egli conosceva ben bene per incapaci di far male, così poteva con quelle sfogare qualche volta il mal umore lungamente represso, e cavarsi anche lui la voglia d’essere un po’ fantastico, e di gridare a torto. Era poi un rigido censore degli uomini che non si regolavan come lui, quando però la censura potesse esercitarsi senza alcuno, anche lontano, pericolo. Il battuto era almeno un imprudente; l’ammazzato era [p. 25 modifica]sempre stato un uomo torbido. A chi, messosi a sostener le sue ragioni contro un potente, rimaneva col capo rotto, don Abbondio sapeva trovar sempre qualche torto; cosa non difficile, perchè la ragione e il torto non si dividon mai con un taglio così netto, che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro.
Ed il Presidente Assad è uno dei pochi Presidenti arabi che non ha perseguitato i cristiani nel suo paese la Siria, e ne sono testimoni tanti Vescovi che lo hanno difeso in questi anni , ma tant’è…..
Certo, poi ci sono scappate alcune centinaia di migliaia di morti, e un numero imprecisato di profughi … ma chi se ne importa, mica sono cristiani!
A giuseppe, rigorosamente minuscolo, oltre che fare ridere informati su quello che è successo ai cristiani siriani prima di fare figuracce, da borghese pasciuto, come è tuo solito.
mmmmm … “borghese pasciuto” ….
Vediamo: lei conosce il mio status sociale, la mia professione, il mio reddito, le condizioni e la storia della mia famiglia, le mie radici, il mio grado di istruzione?
Ha per caso avuto accesso alla mia dichiarazione dei redditi?
Mi incuriosisce, così come mi incuriosisce il fatto che lei continui a darmi del “tu”, benché mi pare che di non avere mai preso nemmeno un caffè con lei…
Quel che è certo è che il mio commento, condivisibile o meno, è pertinente con quello di Francesco 11.15 am, il suo no.
A giuseppe, rigorosamente minuscolo, che figura che hai fatto! Te l’avevo detto. E poi riguardo al “borghese pasciuto”, hai dato una risposta conforme a tale definizione. Riassumendo non hai detto altro che “lei non sa chi sono io”. In quanto a “comunista”… dai l’impressione che se ci fosse, per es. il fascismo indosseresti con ostentazione il fez. Insomma il classico progressista chic. E cerca di informarti sulla questione Siriana piuttosto.
Questo troll conformista, che si vanta di seguire l’ideologia di alcuni dei regimi più sanguinari e satanici che la storia abbia mai conosciuto e che ancora oggi tormentano il mondo, mi ricorda un comunistello che conobbi anni fa: aveva il poster 2×2 m del criminale di guerra Guevara appeso in salotto, eppure si bagnava che la figlia voleva fare la commessa e non l’università, da perfetto borghesuccio. Capite? I “proletari” vanno bene quando sono figli degli altri, loro non devono neanche sporcarsi le mani. Perfettamente conformisti, più che comunisti. Detto questo, la cosa migliore da fare è ignorare costui: la sua ideologia basta a squalificarlo da sola.
“Lagnava”, non “bagnava”: stupido T9. Scusate.
Lei Giuseppe è veramente figura di basso livello. E il suo post non fa altro che rafforzare questa mia convinzione. Si vergogni.
Massimiliano.
Vediamo, di cosa dovrei vergognarmi?
Di avere fatto notare a un commentatore, il quale sottolineava positivamente come Assad non abbia perseguitato i cristiani, che la guerra civile in atto in Siria da anni (e per la quale Assad forse qualche responsabilità ce l’ha, o no?) è però costata la vita a centinaia di migliaia di persone?
Di essere incapace di fare una classifica dei morti (civili) in base alla loro appartenenza religiosa?
Di avere trovato fuori luogo quel commento?
Mi viene in mente una pagina di Se questo è un uomo nella quale Primo Levi, sentendo la preghiera che un compagno di sventure rivolgeva a dio per ringraziarlo di essere scampato al forno, dice che, se fosse in dio, sputerebbe a terra quella preghiera.
La guerra in Siria è una delle operazioni più criminalmente ciniche di alcuni Paesi occidentali, finanziata da loro, circondata di menzogne, applicata grazie a terroristi di 82 Paesi diversi. Che hanno commesso ogni genere di atrocita. E che ancora continuano, bombardando i civili. L’acquiescenza vaticana è orrenda.
Perfetto (si fa per dire), Tosatti.
Sono d’accordo con lei sulla complessità della lettura della vicenda siriana (anche se probabilmente in altro senso), ma su questo non ho detto una parola.
Io ho solo trovato meschino “compiacersi” del fatto che Assad non abbia perseguitato i cristiani mentre è tuttora in corso una guerra che conta forse mezzo milioni di vittime.
E questa semplice, amara osservazione ha scatenato i suoi fedeli accoliti con risposte sguaiate e prive di senso.
Forse dovrebbe intervenire anche nei confronti di costoro, talvolta, e che diamine!
Complessità un paio di patate. C’è stata ed è ancora in corso un’aggressione a un Paese pacifico. Organizzata da fuori, dai “progressisti” alla Clinton che le piacciono, un Paese fra i più laici e tolleranti della Regione. Provi ad andare a dire che è ateo nella penisola araba…
Il nocciolo del mio ultimo commento, come di quelli precedenti (incluso il riferimento a Levi) è quanto scritto dalla quarta riga in giù e su questo la sfido a darmi torto.
Ma lei preferisce fermarsi sulle prime tre, che non sono strettamente attinenti al mio primo intervento di 11.42 a.m.; intervento quest’ultimo citato che non può in alcun modo essere frainteso.
Dica qualcosa!
Serve un disegno?
Credo che dovrebbe sforzarsi di leggere bene quanto viene scritto.
E, per chiudere, credo di averle scritto almeno cento volte che io NON sono progressista (come lei definisce i/la Clinton, rispetto ai/alla quali/e non troverà neanche una mia parola positiva), ma comunista.
Devo farle un disegno anche di questo?
Dott. Super-Ex L è davvero super, grazie.
Tutte queste notizie messe insieme, come un’ affascinante avventura, che confermano ciò che già si conosceva (anche se a singhiozzo), rimane evidente il frutto di chi è tale soggetto “…dal frutto infatti si riconosce l’albero …” (Mt 12,33)
“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di
pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li
riconoscerete…” (Mt 7,15-16a)
Vediamo, se cambieranno il nome del residence in Casa San Sebastiano, con tutte le scuse per il santo, significherà inequivocabilmente che gli serviva un gay resindence, non un appartamento pontificio.
Hai proprio ragione, il Veritiero, ma questa marmaglia scelta con coscienza da Bergoglio, crede in Dio? Ne dubito fortemente, come dubito ci creda Jorge Maria Bergoglio.
Che tristezza e che rabbia, come nessuno dei cardinali osteggi queste scelte.
Ci vorrebbe un esorcismo da parte di padre Amhort, ma forse anche lui si isarebbe arreso.
Ancora abbiamo la voglia di meravigliarci davanti all’apostasia di Bergoglio e della sua banda. Ecco cosa ha ammesso csemplicemente, e non una sola volta:
“I peccati più leggeri sono i peccati della carne. I peccati della carne non sono necessariamente i più gravi. Perché la carne è debole. I peccati più pericolosi sono quelli dello spirito. I sacerdoti hanno avuto la tentazione – non tutti, ma molti – di concentrarsi sui peccati della sessualità. Questo è quello di cui vi ho già parlato: quella che chiamo moralità sotto la cintura. I peccati più gravi sono altrove” (dall’intervista al giornalista e filosofo francese ateo militante Dominique Wolton, 6 settembre 2017)
“Moralità sotto la cintura”? Ma Bergoglio ha mai sentito parlare di concupiscenza? “Dal cuore dell’uomo, infatti, vengono i peccati più gravi, tra cui quelli della carne (cfr. Rm 7, 21-25), non dalla cintura in giù)
“Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri” (Rm 6,12)
Ora è molto evidente la esistenza di Dio.
Se con tutto il marciume presente la Chiesa di Gesù Cristo esiste ancora, è chiaramente attribuibile alla infinita misericordia di Nostro Signore.
La NOSTRA BATTAGLIA non ci trovi impreparati, con l’aiuto della MADRE DI DIO, mettiamo la nostra vita nelle mani di LUI.
Il bello è che se invece voi pensaste che Bergoglio sia il più grande pontefice mai esistito, ugualmente direste che ciò è la prova dell’esistenza di dio.
La vostra ingenuità mi fa quasi tenerezza.
A giuseppe, rigorosamente minuscolo, la tua ingenuità, invece, fa pena.
Ma lo sa che lei è un gran maleducato?
Io sono certamente duro e sarcastico, per certi versi cattivo, ma sempre nei confronti delle idee e mai delle persone, in ogni caso mai scortese.
Meno male che non sono permaloso eh eh!
A giuseppe, rigorosamente minuscolo, idee? Pensi che le tue siano idee? Per fare ridere vanno bene.
Ingenuità? Vabbè, adesso si chiama così…
Massimialiano.
giuseppe interviene per principio, non importa se ha capito o no di cosa si tratta 😀 😀
Per me interviene solo perché non ha niente te di meglio da fare! Un comunista che legge un blog di cattolici bacchettoni 😂😂😂
Ma non è meglio l’Unitá? Ah, già, se esiste ancora
Avevo già letto di questi scandali, tuttavia ritrovarli elencati tutti insieme mi provoca nausea e pure un po’ di depressione…
Quando l ‘ uomo non ce la fa più a combattere queste orde di belve , l’unica cosa che può fare è invocare Gesù. Gesù confido in Te.
Cara Milli, consoliamoci con la regola dei giochi: più errori fa l’avversario più facile sarà per noi la vittoria. !!!
It’s an endless Story, molto triste e dolorosa storia che sta causando tanti dolori di ogni natura. Il Pastore, Sorry il Capraro e i suoi profumati Caproni puzzolentemente gay friendly, stanno ammorbando l’aria nella Chiesa è nel mondo.
Paolo VI santo? “Ma quale santo!”, così rispose papa Giovanni quando, appena salito al soglio petrino (legittimamente? Ci sarebbero forti dubbi in proposito…) decise di concedere in’intervista ad Indro Montanelli, la prima intervista mai concessa da un papa ad un giornalista non credente.
Durante l’intervista il discorso cadde su papa Sarto, Pio X, e Montanelli commentò “ha, il papa santo”. A queste parole Roncalli cambiò colore, si accese d’ira, fece in salto sulla poltrona e, sbattendo il pugno sul tavolo, gridò, appunto, “Ma quale santo!”; poi, accortosi di aver passato la misura, si ricompose, ma ormai la frittata era fatta. Molti anni dopo Montanelli raccontò il fatto in un suo articolo,, chiarendo anche il motivo dello scatto d’ira di Roncalli (nei confronti del suo predecessore trevigiano) : quando Roncalli era giovane sacerdote, nella diocesi di Bergamo, il suo vescovo, Radini Tedeschi venne in odore di modernismo e fu redarguito da papa Pio X. Oltre a ciò, Roncalli era molto amico di don Ernesto Buonaiuti, il prete modernista scomunicato da Pio X (usava le sue dispense per fare lezione in seminario). A proposito di questo suo caro amico, una volta divenuto papa Roncalli dichiarò che Buonaiuti aveva commesso l’errore di uscire allo scoperto troppo presto, quando i tempi non erano ancora maturi, dimostrando così di dissentire apertamente dal magistero di Pio X e di essere d’accordo con i modernisti della prima ora (dei quali il Buonaiuti era un esponente di rilievo).
La sua affermazione, quindi, può essere usta anche contro Montini, la cui canonizzazione fu dapprima bloccata da don Luigi Villa, nel ruolo di “avvocato del diavolo” (ruolo poi soppresso). Più in generale, i papi conciliari e postconciliari non possono certo essere considerati degli esempi di santità, almeno secondo le regole della Chiesa Cattolica preconciliare (sono quindi santi della setta conciliare camuffata da Chiesa Cattolica), avendo fornito è più di un esempio di conclamata eresia, se non peggio (comportamento immorale, legami con la massoneria, il comunismo ateo e omicida, uno stile ecumenico anticattolico…). Solo Luciani si salva, anzi, lui avrebbe voluto far pulizia dei massoni infiltratisi nella Curia Vaticana, ma lo fermarono in tempo…
Forse l’inizio era “Pio X santo? Ma quale santo!” invece di “Paolo VI santo? Ma quale santo!”?
Può essere?
Certo, caro Gaetano, la risposta di Roncalli fu solo “Ma quale santo”, perché il nome di Pio X era già stato pronunciato, da lui o da Montanelli, e quest’ultimo aveva solo commentato “ha, il papa santo”. Ma io volevo solo riprendere questa reazione sdegnata di Roncalli per dire che si può benissimo adattare alla canonizzazione di G.B. Montini, dapprima tenacemente avversata, e con successo, d don Luigi Villa (vedere i suoi libri in argomento, editi dall’Editrice Civiltà Cattolica di Brescia, come pure di bel libro “1962 – rivoluzione nella Chiesa” di don Andrea Mancinella, della stessa editrice)
Grazie per il chiarimento
Per correttezza, questo è il testo di Montanelli, facilmente reperibile in rete:
«Ah – feci io -, il Papa Santo…». Giovanni ebbe come un movimento di dispetto, da cui però si riprese subito. «Sì, sì – fece – era Santo, era Santo, ma un santo un po’ anomalo perché era un uomo triste. E come si può essere tristi quando si ha con sé Dio?». Fui colpito da queste luminose e illuminanti parole. Ma poi ne capii il motivo quando, cavando nel passato, venni a sapere che Radini Tedeschi, prelato di altissime qualità morali e intellettuali, che avrebbe ampiamente meritato il cappello cardinalizio, era stato emarginato a causa della difesa ch’egli aveva fatto dei “modernisti”, che Papa Sarto aveva scomunicato».
Discutibile quanto si vuole, la posizione di Giovanni XXIII e quella del suo maestro Radini Tedeschi; ma comunque, tra dire che «ebbe come un movimento di dispetto» e dire che cambiò colore, si accese d’ira, batté il pugno sul tavolo e gridò, una differenza c’è. O almeno a me così sembra.
Forse le nostre fonti sono differenti. Caro Klaus. Ho citato aemoria, ma posso sempre rintracciare la fonte, nella mia personale antologia del modernismo ( oltre 4.000 pagine, fascicolate inn 33 fascicoli, da Pio IX a Bergoglio). Fa piacere trovare persone molto documentate. Pace e bene
Hai fatto bene a specificare: purtroppo c’è spesso la tendenza – anche perché certe notizie passano tra mani diverse – ad amplificare ed esagerare certe cose, come se servisse per renderle più convincenti. In realtà basta e avanza la risposta virgolettata di GXIII che hai riportato per comprendere quanto quel papa capisse poco di santi (ricordo anche che non comprese niente né di Padre Pio né dei pastorelli di Fatima).
Paradossale poi che il “papa triste” ci fu davvero, subito dopo di lui.
Montanelli parla di una sua intervista
a Papa Giovanni XXIII, nel 1960
Indro Montanelli :
la Chiesa che ho conosciuto, dal n. 07/08 – 2000
Incontro con Indro Montanelli. La fede della madre, l’intervista con Roncalli,
Intervista con Indro Montanelli di Giovanni Cubeddu – 07/08 – 2000
Era il 29 marzo del ’59, e sul Corriere della Sera, a pagina tre, apparve un lungo articolo che circondava una foto di Giovanni XXIII benedicente: era il resoconto del suo incontro con papa Roncalli. Montanelli diventava il primo giornalista che avesse mai intervistato un papa…
……………………………
Aveva simpatia per Roncalli?
MONTANELLI: Provavo grande simpatia per Roncalli, questo sì. Perché Roncalli veramente aveva una capacità di comunicazione straordinaria, un calore umano che ti avvolgeva. E poi fu in grado di farmi capire certe cose, perché ad un certo momento mi raccontò un po’ la sua vita: mi diceva che lui con Roma aveva poca dimestichezza. La prima volta che c’era venuto era stato per portare a papa Sarto il prodotto di una sottoscrizione indetta dal vescovo di Bergamo, Radini Tedeschi, per non so quale opera caritativa. Allora, quando lui mi disse «in quell’occasione venni a Roma e fui ricevuto da papa Sarto», io feci quasi automaticamente: «È un santo…», e lui, mi ricordo, replicò e di scatto dette un colpo sul bracciolo della sua sedia: «Ma quale santo!». Però si riprese subito, e disse: «No, no, naturalmente era un santo, ma un santo anomalo». «Perché anomalo?» incalzai io. «Perché era un uomo triste, malinconico. I santi non possono essere tristi e malinconici: hanno Dio». Poi seppi perché lui ce l’aveva tanto con papa Sarto. Perché papa Sarto a sua volta ce l’aveva tanto con Radini Tedeschi di cui Roncalli era stato segretario, e ce l’aveva con lui per via della protezione concessa ai modernisti: Ernesto Buonaiuti e gli altri. Ma questo lo sapevo e lì trovai conferma. E per farmelo confermare dissi: «Santità, non si viene da lei, da un papa, per fare raccomandazioni, ma io ho trovato a Bologna un mio vecchio professore di filosofia, che ora è stato restituito al suo abito talare, che è un santo, un santo per quello che fa, per una comunità di ragazzi che lui ha organizzato…». Dice: «E chi è?». «Don Marella». «Eh, come no?! Il caro don Marella…». Marella era stato privato dell’abito talare per l’aiuto dato a Buonaiuti. Allora io cominciai a capire questo ingranaggio che prima ignoravo, capii perché papa Sarto non gli andava giù. Ma sono cose a cui bisognerebbe dedicare la vita, mentre questi sono solo piccoli lampi che ho potuto percepire e che poi mi spiegò lo stesso Negro, quando mi disse: «Hai visto giusto».
Caro Klaus, più sotto trova la citazione integrale della mia fonte riguardo alla famosa intervista di Indro Montanelli al neopapa Angelo Roncalli. Ammetto di aver forse cdalcato un po’ la mano, quanto alle tinte fosche del papa bergamasco, ma conoscendo bene il personaggio (dai testi di don Luigi Villa, dal libro “1962 – rivoluzione nella Chiesa”, di don Andrea Mancinella, entrambi delle Edizioni Civiltà Cattolica di Brescia, e dal libro “NikitaRoncalli” di Franco Bellegrandi, vissuto a servizio dei due papi conciliari) non mi stupisco nemmeno più di tanto. Mio caro amico, se non si parte dall’ipotesi di lavoro che la sede petrina è stata usurpata ed occupata dai modernisti con il Conclave del 1958 non si capisce tutto il processo di autodemolizione della fede cattolica e della Chiesa istituzione che è iniziato in quei giorni, proseguendo poi per i successivi 60 anni, per giungere al parossismo attuale (delirio di onnipotenza di Bergoglio e del suo clan di eretici-apostati). Per fortuna che oltre alla Chiesa militante, sabotata e minata fin nelle radici da questi elementi, ci sono anche la Chiesa Purgante e la Chiesa trionfante, e su quelle i modernisti non possono mettere le mani. Christus Vincit !
Uomini così , come possono sottrarsi alle “suggestioni ” di Buzzi e Carminati ? ” I migranti rendono più della droga ” ! ! !
Accidenti Frankie…hai frequentazioni che neanche Al Capone…!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Povero Santo Padre, cosi innocente ed illuso dai cattivi modernisti… Ha ragione il cardinale Burke (che su McCarrick non sapeva niente), la soluzione é una nuova supplica filiale al Santo Padre e poi una bella pizza a Santa Marta per unire tutte le monsignorine, di destra e di sinistra. E viva Bergoglio!
Tanti gentil uomini tutti insieme, uscirebbe un bel museo dell’orrore. Perché fanno del potere e della posizione sociale una ragione di vita. Ma almeno credono in Dio o fatto finta di crederci?
Insieme si tengono. Il cerchio magico alla prova della verità dei fatti che disvelano un intreccio di complicità fluttuante in una bolla apparentemente impenetrabile. Ma ecco: l’omertà è già diventata assordante…e “li” conosciamo dalle opere…
Per chi non conta sull’appoggio di qualche “potente” di questo mondo, apparentemente insospettabile, l’unico ancoraggio è nella Parola di Verità e Vita: «Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma io vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio» (Giovanni 15,15).
Più che di “omertà”, si tratta di “omoertà”.
Per costoro vale il detto di una volta: “meglio solo che male accompagnato”, o forse calzerebbe anche “chi s’assomiglia si piglia” anche se in questo caso in una ammucchiata.
Castello non è solo un membro della commissione cardinalizia di vigilanza sullo ior, ne è il presidente già da qualche anno pur essendo ampiamente ultra ottuagenario. Egli verosimilmente è stato il collante fra la mafia di s. Gallo, i sudamericani e i diplomatici e agevolò la saldatura della tenaglia così bene che si raggiungero i 2/3 dei voti nell’ultimo conclave.
infatti il neo eletto diede segno di grande riconoscimento al cardinale arciprete della basilica di S Maria Maggiore andando a far visita a lui ( più che alla Salus Populi Romani). In quelle sere , magnifiche in cui la mafia di s Gallo,Obama, Clinton e Soros brindavano al di la dell’Atlantico, qualche sprovveduto giornalista ( nella diretta di Rai vaticano della visita dell’Augusto Papa disse che il card arciprete si era adoperato “tanto” per l’elezione di card Bergoglio. Ignaro, anche lui di cosa bolliva in pentola ! uella benedetta maggioranza non si sarebbe potuta raggiungere senza l’aiuto del salesiano Bertone ( che di errori ne ha fatti tanti , ma ne ha azzeccata una: rendere veritiera la profezia del Santo Fondatore del suo ordine, in merito alla tempesta che si abbatte sull’orbe cattolico) Spero che in fin di vita si converta e veda in cuore in quali guai cacciò un santo papa ( Benedetto XVI) e successivamente con una votazione infelice la Chiesa .