DISPACCI DALLA CINA. LUCI E OMBRE DEL DOCUMENTO VATICANO SULL’ASSOCIAZIONE PATRIOTTICA.
6 Luglio 2019
Marco Tosatti
Cari Stilumcuriali, i Dispacci dalla Cina del M° Aurelio Porfiri vertono principalmente sul discusso documento reso noto dalla Santa Sede nei giorni scorsi.
Orientamenti pastorali sulla Cina
In data 28 giugno 2019 la Santa Sede ha diffuso degli Orientamenti Pastorali circa la registrazione civile del clero. Un documento che ha suscitato comsensi da un lato e accese critiche da un altro. Vorrei commentarne alcune parti, cercando di essere obiettivo e di non farmi portare da faziosità o spirito di contestazione. Comunque, non posso nascondere le grandi perplessità che nascono da un documento del genere e che secondo me, ma non sono il solo, nascondono il fatto che ci si rivolga ad una Cina immaginaria che non è quella realmentr esistente. Lo ha detto bene in un suo articolo Riccardo Cascioli, la Santa Sede si rivolge ad una Cina che in realtà non è quella esistente. Ricorderete tutti le affermazioni secondo cui la Cina è il paese che meglio applica la dottrina sociale della Chiesa da parte di un alto prelato.
Ma vediamo il documento: “Da tempo giungono alla Santa Sede, da parte di Vescovi della Cina Continentale, richieste di una concreta indicazione circa l’atteggiamento da assumere di fronte all’obbligo di presentare domanda di registrazione civile. Al riguardo, com’è noto, molti Pastori rimangono profondamente perplessi perché la modalità di tale registrazione – obbligatoria secondo i nuovi regolamenti sulle attività religiose, pena l’impossibilità di agire pastoralmente – comporta, quasi sempre, la firma di un documento in cui, nonostante l’impegno assunto dalle Autorità cinesi di rispettare anche la dottrina cattolica, si deve dichiarare di accettare, fra l’altro, il principio di indipendenza, autonomia e auto-amministrazione della Chiesa in Cina”. Gli Orientamenti riconoscono che, malgrado l’accordo provvisorio di settembre, la pressione del governo cinese per “regolizzare” la religione non sono mai cessati e sono stati sempre più pressanti. E questo “nonostante l’impegno assunto dalle Autorità cinesi di rispettare anche la dottrina cattolica”. Ma sarebbe una illusione enorme pensare che le autorità cinesi possano mettere il rispetto per una religione al di sopra di quello che loro percepiscono come garantire la stabilità del loro controllo sulla popolazione. E questo passa necessariamente nel garantire che le “forze straniere” possano avere una influenza minima sulla popolazione cinese. Quindi “indipendenza, autonomia e auto-amministrazione” non lasciano spazio a molte interpretazioni e vanno interpretate quasi letteralmente. Basta vedere cosa successo ora a Hong Kong, quando a fronte di una marcia di 2 milioni di persone (99,9% cinesi, io ero lì) a chi si è data la colpa? Alle forze straniere. Questa è una costante nell’atteggiamento del governo cinese e nella mentalità cinese in cui il “noi e voi” è un muro altissimo, non semplicemente un concetto astratto.
“La complessità della realtà cinese e il fatto che nel Paese pare non esistere un’unica prassi applicativa dei regolamenti per gli affari religiosi, rendono particolarmente difficile pronunciarsi in materia. La Santa Sede, da una parte, non intende forzare la coscienza di alcuno. Dall’altra, considera che l’esperienza della clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa, e che la storia ha mostrato che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede (cfr. n. 8 della Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi del 27 maggio 2007). Perciò, la Santa Sede continua a chiedere che la registrazione civile del Clero avvenga con la garanzia di rispettare la coscienza e le profonde convinzioni cattoliche delle persone coinvolte. Solo così, infatti, si possono favorire sia l’unità della Chiesa sia il contributo dei cattolici al bene della società cinese”. Personalmente rimango perplesso sulla frase “pare non esistere un’unica prassi applicativa dei regolamenti per gli affari religiosi”. Si è firmato un accordo pesantissimo e non si è neanche sicuri del modo in cui la controparte lo implementerà? Se, con tutte le vuone intenzioni, si pensa che forse non esiste chiarezza nell’applicazione dei regolamenti, perché si è firmato un accordo senza rendere noto il testo, il che rende le possibilità di manipolazione ancora più forti. Certo l’esperienza di clandestinità non è normale ma ci si ricorre quando la situazione politica rende necessario difendere l’integrità della propria fede. Proprio per questo si è sempre giudicato che l’appartenenza ad un organismo come la cosiddetta Chiesa patriottica (creata come sostituzione della Chiesa cattolica dalle autorità comuniste, non dimentichiamolo) è incompatibile con la fede cattolica, come detto da Benedetto XVI solo una decina di anni fa. E ora è divenuto compatibile? Come si può chiedere il rispetto della libertà di coscienza quando in questi stessi Orientamenti si riconosce che si viene forzati all’adesione?
“Per quanto, poi, concerne la valutazione dell’eventuale dichiarazione che si deve firmare all’atto della registrazione, in primo luogo è doveroso tenere presente che la Costituzione della Repubblica Popolare Cinese dichiara formalmente di tutelare la libertà religiosa (art. 36). In secondo luogo, l’Accordo Provvisorio del 22 settembre 2018, riconoscendo il ruolo peculiare del Successore di Pietro, porta logicamente la Santa Sede a intendere e interpretare l’«indipendenza» della Chiesa cattolica in Cina non in senso assoluto, cioè come separazione dal Papa e dalla Chiesa universale, ma relativo alla sfera politica, secondo quanto avviene in ogni parte del mondo nelle relazioni tra il Papa e una Chiesa particolare o tra Chiese particolari. Del resto, affermare che nell’identità cattolica non vi può essere separazione dal Successore di Pietro, non significa voler fare di una Chiesa particolare un corpo estraneo alla società e alla cultura del Paese in cui essa vive ed opera. In terzo luogo, il contesto attuale dei rapporti fra la Cina e la Santa Sede, caratterizzato da un consolidato dialogo fra le due Parti, è diverso da quello che ha visto nascere gli organismi patriottici negli anni cinquanta del secolo scorso. In quarto luogo, si aggiunga il fatto di grande rilievo che, nel corso degli anni, molti Vescovi ordinati senza il mandato apostolico hanno chiesto e ottenuto la riconciliazione con il Successore di Pietro, così che tutti i Vescovi cinesi sono oggi in comunione con la Sede Apostolica e desiderano una sempre maggiore integrazione con i Vescovi cattolici del mondo intero”. Qui la Santa Sede offre una interpretazione del concetto di “indipendenza” che però può ben capire che non è quello del governo cinese. Da punti come questo mi sembra evidente che non si ha una idea chiara della mentalità del popolo cinese. Il richiamare la Costituzione della Cina che tutela la libertà religiosa è argomento debole, quando la Santa Sede stessa, in decine e decine di documenti e comunicati ufficiale e non del recente passato, ha riconosciuto e denunciato con forza la situazione delle religioni in Cina. Poi si dice che gli organismi patriottici non sono in un contesto diverso da quello degli anni ‘50. Certo, sono passati tanti anni, ma in che modo il contesto diverso rende diversi gli organismi patriottici questo non è spiegato. Anzi, tutti i documenti recenti in materia religiosa sono molto restrittivi e con l’insistenza sul concetto di auto determinazione della Chiesa. Si vede bene come l’accordo ha fatto molto più il gioco del governo cinese che quello della Santa Sede. Altrimenti un documento come questo non sarebbe stato necessario.
“Di fronte a questi fatti, è legittimo aspettarsi un atteggiamento nuovo da parte di tutti, anche nell’affrontare le questioni pratiche riguardanti la vita della Chiesa. Da parte sua, la Santa Sede continua a dialogare con le Autorità cinesi sulla registrazione civile dei Vescovi e dei sacerdoti per trovare una formula che, nell’atto della registrazione, rispetti non solo le leggi cinesi ma anche la dottrina cattolica. Nel frattempo, alla luce di quanto sopra, se un Vescovo o un sacerdote decide di registrarsi civilmente ma il testo della dichiarazione per la registrazione non appare rispettoso della fede cattolica, egli preciserà per iscritto all’atto della firma che lo fa senza venir meno alla dovuta fedeltà ai principi della dottrina cattolica. Se non è possibile mettere questa precisazione per iscritto, il richiedente la farà anche solo verbalmente e se possibile alla presenza di un testimone. In ogni caso, è opportuno che il richiedente certifichi poi al proprio Ordinario l’intenzione con la quale ha fatto la registrazione. Questa, infatti, è sempre da intendersi all’unico fine di favorire il bene della comunità diocesana e la sua crescita nello spirito di unità, come anche un’evangelizzazione adeguata alle nuove esigenze della società cinese e la gestione responsabile dei beni della Chiesa. In pari tempo, la Santa Sede comprende e rispetta la scelta di chi, in coscienza, decide di non potersi registrare alle presenti condizioni. Essa rimane loro vicina e chiede al Signore di aiutarli a custodire la comunione con i propri fratelli nella fede, anche di fronte alle prove che ciascuno si troverà ad affrontare”.
Mi permetto di osservare, con tutto il rispetto, che passaggi del genere sono molto oscuri. Si pensa veramente che le autorità accetteranno che la firma non sia una resa totale alla loro volontà lasciando libertà all’altro di “dettare condizioni”? E quali garanzie sono offerte che l’entrare nella associazione patrottica non significhi un controllo autonomo rispetto all’aderenza ai principi della Chiesa cattolica? Alla fine poi si afferma che si comprende chi desidera rifiutarsi per fedeltà alla propria coscienza (e alla dottrina cattolica) ma in fondo non è necessario. Si è sdoganata l’appartenza alla Chiesa patriottica, senza però spiegare, come detto sopra, in che modo essa contribuirà al bene spirituale e pastorale dei fedeli.
“Il Vescovo, da parte sua, “nutra e manifesti pubblicamente la propria stima per i presbiteri, dimostrando fiducia e lodandoli se lo meritano; rispetti e faccia rispettare i loro diritti e li difenda da critiche infondate; dirima prontamente le controversie, per evitare che inquietudini prolungate possano offuscare la fraterna carità e danneggiare il ministero pastorale” (Apostolorum Successores, Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, 22 febbraio 2004, n. 77). È importante, poi, che anche i fedeli laici non solo comprendano la sopra descritta complessità della situazione, ma anche accolgano con cuore grande la sofferta decisione presa dai loro Pastori, qualunque essa sia. La comunità cattolica locale li accompagni con spirito di fede, con la preghiera e con l’affetto, astenendosi dal giudicare le scelte degli altri, custodendo il vincolo dell’unità e usando misericordia verso tutti”.
Quindi praticamente questi due paragrafi invitano ad accettare lo status quo (sottomissione) senza spiegare in che modo i recenti sviluppi fra Governo e Santa Sede hanno migliorato la vita dei cattolici cinesi. La “complessità della situazione” è rimasta.
“In ogni caso, nell’attesa di poter giungere attraverso un franco e costruttivo dialogo tra le due Parti, come accordato, ad una modalità di registrazione civile del Clero più rispettosa della dottrina cattolica, e quindi della coscienza delle persone coinvolte, la Santa Sede chiede che non si pongano in atto pressioni intimidatorie nei confronti delle comunità cattoliche «non ufficiali», come purtroppo è già avvenuto. Infine, la Santa Sede ha fiducia che tutti possano accogliere queste indicazioni pastorali come uno strumento per aiutare coloro che si trovano a dover fare scelte non facili, a compierle con spirito di fede e di unità. Tutti – Santa Sede, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici – sono chiamati a discernere la volontà di Dio con pazienza e umiltà in questo tratto del cammino della Chiesa in Cina, segnato da tante speranze ma anche da perduranti difficoltà”.
Un modo per aiutare i fedeli cinesi sarebbe che fossero portati a conoscenza dell’accordo fra il loro Paese e la Santa Sede. In che consiste? In che modo li vincola? Chi ha voluto fosse segreto? Perché, se segreto, da esso si può far dire qualunque cosa. E le pressioni intimidatorie a cui fa riferimento il documento della Santa Sede mai cesseranno se non si offrono gli argomenti che derivano dall’accordo provvisorio, argomenti che al momento sono noti a pochissimi. Si consideri poi che il sistema legale della Cina continentale, in cui coloro che subiscono ingiuste pressioni dovrebbero difendersi, è al centro del terrore e delle proteste dei cittadini di Hong Kong, terrorizzati dal poter essere estradati.
Come detto molte volte, si possono manifestare rispettosamente perplessità sull’operato dei Pastori (come garantito dal Codice di Diritto Canonico), specialmente in materia di azioni diplomatiche che attengono a rapporti fra gli stati. La Cina fa il suo gioco, in questo caso lo ha fatto molto bene sfruttando certi atteggiamenti della controparte. Come detto all’inizio mi sembra che tutto quello che sta accadendo denunci una scarsa comprensione delle dinamiche interne della Cina. Questo ho sentito anche da persone molto addentro a questi temi. Vedremo ora come sarà la reazione cinese a questo documento.
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Tag: accordo, associazione patriottica, cina, vaticano
Categoria: Dispacci dalla Cina
Io reputo vergognoso che, da un lato , un Presidente americano che ha fatto la scelta chiara di far considerare l’aborto per quello che è , venga osteggiato dalla Chiesa che si muove in direzione ostinata e contraria . Altrettanto vile e incoerente non riconoscere la medesima lungimiranza sul piano etico , bignè spirituale , del Presidente Putin , anche in questo caso ad intra si predica un’etica del peccato , muovendo cosí guerra a cristiani come Salvini, o meglio a tutti i cristiani .
Dobbiamo essere grato a Dio per suscitare Autorità che difendono la fede e ne sono pienamente testimoni , cosa che ad intra non succede , anzi si è in guerra sotto ogni piano , dalla decadenza nella fede alla scelte del degrado morale .
In una situazione così complessa è troppo facile criticare solamente, invece di cogliere anche i segnali positivi, seppur piccoli magari o appena abbozzati, ma che sembrano esserci sicuramente. Credo che si darebbe un segnale di speranza e di conforto a quelli che si trovano in maggiore difficoltà.
L’unità di tutta la Chiesa cinese con il Papa e la Chiesa universale dovrebbe esser vista da tutti come qualcosa di straordinario, che credo meriti probabilmente anche qualche sacrificio in più…Invece sembra quasi che si preferisca la divisione.
Stento a credere che il Sig. Aurelio Porfiri sarebbe stato in grado di fare un accordo migliore.
Pace e bene.
Per tutti i cristiani venduti che godono per tale nome e rimangono saldi , come piccoli e grandi operai .
https://youtu.be/3v83auKBTFc
” Ho visto satana cadere come la folgore dal cielo “…Si è rivelato un cattivo spacciatore , che toglie il salario a tutti i cristiani , non riconoscendo e valorizzando ció che è di Cristo , e quindi di tutti,
offrendo i suoi veleni pestiferi per buoni , come fecero i allora i giudei. Non essendo stati capaci di riconoscere Gesú nel suo abbassamento e umiliazione hanno dovuto combattere contro i segni della sua grazia, bontà e potenza , facendone un mercato comune per le glorie false , divisore e distruttive di questo mondo, una vanità caduta dal cielo per la gioia di tutti i cristiani .
…
C’è solo un modo tacito ma evidente per capire, come di fatto, sia stato implementato il principio dei venditori nel tempio.
Le paure e i silenzi del Vaticano nei confronti di ripetute persecuzioni di una Chiesa non patriottica, o meglio non comunista, abbiano fatto prevalere gli interessi di questo mondo contro la testimonianza dei cristiani , dei loro valori , principi e libertà con grande coerenza . Non sorprende che ció, in parte , avvenga anche da noi , dove vengono sostenuti con spirito di parte , fazioni e movimenti , portatrici di ostilità nei confronti di realtà che avrebbero meritato pieno sostegno e non false rivoluzioni in nome di un falso spirito globale , sempre piú anonimo , in quanto meno cristiano , al punto da non trovar la sana testimonianza che sempre ha messo a nudo e rivelato l’identità di certi spiriti divisori, corrotti , nei quali c’è il marchio nascosto dei demoni .
Quindi in nome degli stessi interessi dei demoni , si vendono le istanze , i traguardi , i baluardi , i beni veri, compresi i nuovi frutti emergenti nello spirito cristiano , – a tutti indistintamente, la diplomazia del diavolo traditore – tradendo tutti in modo blasfemo e vile – come se anche i demoni fossero degni di gustare la legge del Signore, quando avrebbero dovuto e dovrebbero ricevere l’ordine d’identificarsi per quello che sono . Probabilmente tutti questi tradimenti e il continuo mercato del tempio è dovuto al fatto che non si lascia piú regnare il Cristo, cercando di profittare in ogni modo, dando persino le cose sante ai porci , ovvero mettendoci tutti in vendita in funzione di non si sa quale dio globale e di tutti , al punto che persino i demoni devono scegliere Vescovi e sacerdoti. Essi sono tali per il solo fatto che la Chiesa ha scelto di trarre profitto e vantaggio dalle dottrine comuniste e dei demoni e in ogni dove indistintamente , senza distinzione alcuna o coerente discernimento , finendo per rappresentare una minaccia per il mondo , paradossalmente. Solo per questo vanno d’accordo , io ti do, tu mi dai , a Cesare ma non a Dio , a discapito dei cristiani ai quali , e solo ad essi , certe cose sante vanno date . Cosa vuoi con un papa comunista ? Ma quell’impero cadrà come ogni regno diviso in se stesso , per l’unitá dei cristiani, non sullo spirito globale di questo mondo , ma quello di Cristo .
Che stiano contenti , qua almeno c’è un accordo scritto !
Con l’Islam manco quello , è stato sufficiente uno strettissimo abbraccio e un caldo bacio ( di pace ) .
Adriana, ma ti rendi conto delle continue sciocchezze che dici nei tuoi commenti???
Devo spiegare i paradossi ?
Provate a leggere questo messaggio di Anguera, che è precedente di ben sei mesi all’accordo segreto tra Cina e Santa Sede. Vi si dice chiaramente: “Dall’accordo verrà un tradimento e ci sarà grande confusione”. E’ quanto sta accadendo.
https://www.apelosurgentes.com.br/it-it/mensagens/4610
Leggete anche le valutazioni critiche (per non dire disperate) del Cardinale Zen, che di cose cinesi se ne intende come nessun altro.
https://gloria.tv/article/gpKxra6e9xrf2KhyvNxTtkZtX
E lei crede ancora alle apparizioni di Anguera ?
Riporto anche per lei i miei commenti a un post del 30.06.2019.
1 – La prova che le presunte apparizioni di Anguera sono false non sono solo i contenuti di questi messaggi ma anche le parole e l’atteggiamento di questo veggente, Pedro Regis, che ha la presunzione e l’arroganza di proclamarsi al di sopra di ogni autorità ecclesiastica, “anche la più alta”, al pari del suo amico Minutella.
I messaggi di Anguera hanno l’unico scopo di creare o aumentare la divisione all’interno della Chiesa; e sappiamo chi è il divisore per eccellenza…
C’è una differenza abissale tra Anguera e Medjugorje: i messaggi e l’atteggiamento dei veggenti sono assolutamente antitetici. Non essendo possibile che la Madonna usi linguaggi opposti in apparizioni diverse, ritengo che le apparizioni di Medjugorje siano vere, mentre quelle di Anguera siano false.
2 – Ecco le prove per cui, secondo me, le presunte apparizioni di Anguera sono false:
– I messaggi vengono trasmessi attraverso “scrittura automatica”, di cui si conosce l’origine.
– I messaggi insistono continuamente sulla contrapposizione tra “vera Chiesa” e “falsa Chiesa” (come Minutella), alimentando la divisione. Come si può pensare che la Madonna possa contribuire in qualsiasi modo a dividere la Chiesa, che è il Corpo Mistico di suo Figlio ? La Madonna a Medjugorje ha ripetuto per anni: “Non giudicate i vostri pastori.”
– I messaggi parlano spesso di eventi catastrofici, generando ansia invece di pace. La Madonna a Medjugorje dice testualmente: “Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi profeti” (Messaggio 15.12.1983).
– I messaggi non parlano mai di amore, ma insistono continuamente sulla difesa della verità, individuando il nemico nella “falsa Chiesa” , da combattere e odiare. A Medjugorje la Madonna parla continuamente di amore e invita non tanto a difendere quanto a diffondere la Verità, con la testimonianza della vita e l’Amore verso Dio e verso tutti gli uomini, in quanto figli dello stesso Padre e pertanto nostri fratelli (Verità=Gesù=Amore). Su questo verremo giudicati.
– Pedro Regis fa e promuove l’apologetica di se stesso, sforzandosi continuamente di dimostrare che le presunte profezie contenute nei suoi messaggi si sono avverate. Cosa mai vista nelle apparizioni riconosciute dalla Chiesa, nè in quelle di Medjugorje.
– Pedro Regis, con arroganza inusuale per un vero veggente, diffida chiunque, all’interno della gerarchia ecclesiastica (a qualunque livello), osi dare un giudizio negativo o interpretazioni diverse dalle sue ai suoi presunti messaggi. Di nuovo, cose mai viste…
– L’amicizia di Pedro Regis con don Minutella basta da sola a qualificare il presunto veggente. Don Minutella peraltro, oltre ad aver rilasciato interviste con Pedro Regis ed aver partecipato a qualche suo incontro in Italia, si serve spesso dei messaggi di Anguera per sostenere le sue tesi, con proclami che ultimamente hanno raggiunto livelli sempre più farneticanti.
Pace e bene.