CINA-VATICANO. L’ACCORDO PROVVISORIO FA ANCORA DISCUTERE. UNA PRECISAZIONE SU MATTEO RICCI E CONFUCIO…
31 Maggio 2019
Marco Tosatti
Cari Stilumcuriali, il maestro Porfiri ci ha mandato i suoi dispacci, come di consueto molto variegati e interessanti, un reale stimolo per chi voglia seguire con attenzione le vicende dell’affascinante Regno di Mezzo, e soprattutto i suoi rapporti con la religione e la spiritualità. Buona lettura.
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Pareri negativi sull’accordo provvisorio
Uno studioso con profonde conoscenze sulla Cina, Stephen Mosher, ha pubblicato un articolo molto critico sulla situazione delle religioni in Cina su “LifeSiteNews” . Nell’articolo tra l’altro si afferma: “Le prove continuano a dimostrare che la Cina sta conducendo una guerra non solo al cattolicesimo, ma a tutte le religioni. Nella sua 20a relazione annuale sulla libertà religiosa internazionale, la Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa internazionale (USCIRF) ha dedicato un’intera sezione alla Cina. Non solo la commissione bipartisan indipendente del governo federale designa la Cina come un paese “Tier 1” – una categoria riservata ai peggiori trasgressori della libertà religiosa – si spinge più lontano. Accusa la Cina di essere “in una categoria tutta da sola” in termini sia di portata che della gravità dei suoi attacchi ai credenti religiosi.
La guerra cinese alla religione è iniziata vent’anni fa con l’obiettivo dei buddisti del Falun Gong. Di recente si è diffusa fino a comprendere tutte le religioni, inclusa la religione popolare taoista cinese cresciuta in casa. (…) La relazione della Commissione degli Stati Uniti si concentra in particolare sull’accordo segreto che il Vaticano ha stipulato l’anno scorso con il Partito comunista cinese. Come nota la relazione: ‘A settembre, il Vaticano ha raggiunto un accordo provvisorio con la Cina che concederebbe al governo un ruolo nella nomina di nuovi vescovi; tuttavia, la repressione della Chiesa cattolica sotterranea è aumentata durante la seconda metà dell’anno’.
Questo risultato non avrebbe dovuto sorprendere il Vaticano – specialmente in considerazione del fatto che il Fronte unito del Partito comunista cinese aveva presumibilmente assunto il controllo diretto degli affari religiosi nel marzo 2018, sei mesi prima che fosse firmato l’accordo sino-vaticano.
Come avevo detto al cardinale Parolin all’epoca, mentre il Vaticano aveva in precedenza negoziato con i funzionari del governo, d’ora in poi i funzionari vaticani avrebbero avuto a che fare direttamente con i funzionari del partito comunista ateo, che erano determinati a eliminare il cattolicesimo come “religione straniera”. Qualsiasi accordo con i funzionari del Fronte Unito non solo non avrebbe offerto alcuna protezione ai cattolici in Cina, ma di fatto provocato una maggiore persecuzione della Chiesa cattolica.
Il Vaticano è stato avvertito anche da altri, compreso il cardinale di Hong Kong in pensione Joseph Zen. L’accordo proposto con i comunisti cinesi, aveva avvertito in precedenza il cardinale, sarebbe andato male per la Chiesa cattolica cinese sotterranea. Lo stesso Zen in seguito ha descritto l’effettivo accordo come una “completa resa” e “un incredibile tradimento” dei cattolici cinesi” (nostra traduzione). L’articolo prosegue descrivendo altri effetti di questo accordo di cui, non dimentichiamo, conosciamo in effetti molto poco.
Storia cattolica di Hong Kong
La storia cattolica di Hong Kong comincia al tempo in cui questi territori sono divenuti colonia britannica. La breve storia che comincia dal 1841-1842 ha molti aspetti affascinanti. In precedenza Hong Kong dipendeva dalla diocesi di Macao, che era come dire dal padroado portoghese. Propaganda Fide volle terminare questa situazione tramite un suo funzionario, il sacerdote svizzero Theodore Joset che istituirà la prefettura apostolica di Hong Kong. Molti aspetti di questa avventura missionaria affascinante, che vedrà i missionari Italiani in primo piano, è narrata da vari storici, come il nostro padre Sergio Ticozzi del PIME. Un altro storico di grande valore su questo argomento è l’archivista della diocesi di Hong Kong, padre Louis Ha Keloon che ha appena dato alle stampe “A Journey of Faith. The History of Evangelization in Hong Kong” , un libriccino di non molte pagine ma denso di informazioni che il sacerdote cinese conosce di prima mano, vista anche la sua abilità linguistica che gli consente di conoscere, oltre al cinese (cantonese e mandarino), l’inglese, l’italiano e il latino. Insomma, una fonte affidabile ed uno strumento agile per conoscere un poco di più la storia cattolica di questa straordinaria città.
Un sacerdote cattolico dissidente
“Bitter Winter” in un articolo ci informa sulla estromissione di un sacerdote cattolico dissidente nella diocesi dello Henan. Leggiamo una parte dell’articolo in cui si da conto della persecuzione religiosa ancora in atto: “Don Liu Quanfa, della chiesa cattolica di Minggong Road di Zhengzhou, una città nella provincia centrale dell’Henan, è una delle più recenti vittime di questa persecuzione. Quando nel 2012 il precedente amministratore apostolico, don Zhang Kuijin (deceduto nel 2016) si è ritirato, per la Santa Sede la diocesi cattolica di Zhengzhou era priva di un vescovo valido e operativo o di un amministratore apostolico, così don Liu era stato nominato amministratore della diocesi. Un cattolico del luogo, che ha chiesto di restare anonimo, ha riferito a Bitter Winter che, a partire dallo scorso anno, il presidente dell’Associazione patriottica cinese provinciale, Wang Yuesheng, e funzionari dell’Ufficio per gli affari etnici e religiosi hanno continuamente fatto pressioni sul sacerdote affinché rinunciasse alla sua posizione e riconoscesse lo stesso Wang Yuesheng come nuovo amministratore diocesano. All’inizio del 2018 il sacerdote aveva pubblicato nel gruppo WeChat della chiesa un articolo intitolato: «Difendere risolutamente il diritto alla fede dei bambini cristiani». Successivamente anche un giornale di Hong Kong aveva ripreso l’articolo. Aveva inoltre inviato a un giornalista della Union of Catholic Asian News con sede a Hong Kong la foto di un cartello recante la scritta «Ai minori è vietato l’ingresso nei luoghi religiosi» che le autorità avevano affisso all’ingresso della chiesa. Per questo motivo è stato accusato di aver pubblicato online commenti inappropriati e di divulgare segreti di Stato e ciò ha comportato la ritorsione da parte del governo. A partire da luglio, lo stipendio e il sussidio di don Liu sono stati sospesi così per sopravvivere è stato costretto a fare affidamento sull’elemosina dei fedeli. È stato posto sotto stretta sorveglianza e gli è stato proibito di recarsi in qualsiasi chiesa per celebrare la messa o anche di chiedere il permesso di andare all’estero per cure mediche”. Speriamo che presto il governo cinese possa offrire la sua versione di questa storia che possa smentire questa ricostruzione.
Il primo confucianesimo: a quello guardava Matteo Ricci
Ci siamo occupati, come è ovvio, degli sforzi di Matteo Ricci per conciliare la cultura cinese con il cattolicesimo. In effetti il buon gesuita era in questo senso molto più selettivo. Delle tre grandi tradizioni spirituali della Cina (confucianesimo, taoismo, budddismo) Ricci riteneva idonea per un incontro con il cattolicesimo solo quella confuciana e nemmeno tutta, ma quella che lui definiva del “primo confucianesimo”, quello non ancora spurio. Interessante notare come il gesuita non era per nulla sprovveduto in questo senso in nome di una vaga amicizia, anzi cercava di fare in modo che questa inculturazione partisse da premesse culturali plausibili.
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Tag: matteo ricci, mosher, parolin, zen
Categoria: Dispacci dalla Cina
“Terminare” è un verbo intransitivo, non transitivo, dunque non deve avere complemento oggetto.
«Ci vediamo a Roma il mese prossimo… Parto per la Cina giovedì 27… Sono sicuro che il cardinale Parolin mi riceverà perché è coinvolto nel mio viaggio in Cina». Stralcio di una lettera del novembre 2014 dell’ex card. McCarrick al suo ex segretario mons. Anthony Figueiredo, che è parte del rapporto pubblicato appena due giorni fa da quest’ultimo, motivando tale decisione come risposta non più eludibile all’ appello a percorrere la “strada della verità dovunque possa portare”, contenuta nel recente motu proprio di Francesco sui casi di abusi Vos estis lux mundi.
Dunque: lo zio Ted – inviato speciale in Cina, visitata anche durante un precedente “lungo viaggio” del 2012, appena poco prima delle dimissioni di Benedetto XVI, il quale gli aveva comminato delle restrizioni, disattese fin da subito, ma con particolare nonchalance sotto il pontificato di Francesco – è stato uno dei tessitori dell’Accordo Vaticano- Cina, tuttora segreto e “provvisosrio” (chissà che vorrà significare).
È questa una delle conferme al Memorandum di mons. Viganò che ha fatto riesplodere il “caso” McCarrick.
Caso che, nel silenzio eloquente della totalità degli organi di informazione italiani sulle nuove, recentissime rivelazioni, qualche ultrà indomito vorrebbe restasse relegato all’oblio e, riservando a mons. Figueiredo lo stesso trattamento di discredito come per l’ex nunzio Viganò, non si preoccupa di ciò che viene denunciato, anzi perplesso sulla tempistica, si esercita in un’acrobazia verbale danzando sulla tastiera del proprio PC al ritmo di gossip. Trascurando un particolare importante: la verità non può essere soffocata in eterno (cfr.Lc 8, 17-18) e, inoltre, l’etica professionale impone che si leggano e si informi sui fatti con obiettività e completezza… Serve ricordare il bluff della difesa dell’indifendibile smascherato proprio dal dott. Tosatti?
Per la precisione, nel mio piccolo, mi permetto far notare che la traduzione sul web del rapporto Figueiredo allontana un’altra insinuazione: il monsignore fa riferimento a passi avviati verso vari interlocutori, prima della pubblicazione, passi che – come tante altre vicende dimostrano- hanno portato ad un nulla di fatto, così come mostra ormai la corda l’abusato ricorso alla macchina del fango azionata verso voci critiche, che disturbano…
Grazie maestro Porfiri,
ancora un report molto interessante, che mi ispira alcune riflessioni aggiuntive.
1. Sarà un caso, ma mi chiedo se i termini così perversi, almeno stando a quel che si vede, di questo accordo con la Cina, siano anche il frutto dell’incarico diplomatico affidato a suo tempo dal vaticano al noto card. McCarrick.
2. La Cina non fa la guerra solo alle religioni, comprese quelle tradizionali, ma a tutto il mondo, vedi qui, vario genere, la tratta delle schiave cristiane dal Pakistan:
https://it.gatestoneinstitute.org/14274/sfruttamento-sessuale-cina-pakistan
qui il neocolonialismo distruttivo cinese in Africa, che sembra far rimpiangere quello europeo:
http://www.fides.org/it/news/65964-AFRICA_CENTRAFRICA_Fermato_un_missionario_che_denuncia_i_danni_ambientali_delle_miniere_d_oro
e qui l’imperialismo commerciale e finanziario con la famosa iniziativa della Via della Seta, sulla quale in Italia ci siamo buttati a capofitto, da bravi servi dei potenti. In questo modo la Cina strozza il mondo:
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/?p=42928
E siccome in Italia si sa che non ci facciamo mancare nulla, abbiamo anche la mafia cinese
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/?p=31955
Ma, a onor del vero, anche noi in famiglia abbiamo due smartphone, uno Huawei e uno Xiaomi.
Sulla Cina incombe però l’inverno demografico, che potrebbe decretare la fine del regime totalitario:
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/?p=33120
C’è da pregare la Madre della Cina, S.V. Maria di Sheshan, che aiuti la Cina, e anche noi, in questi difficili frangenti.
3. Quanto al Padre Matteo Ricci e le tre grandi tradizioni spirituali della Cina, in quanto pratico l’antica arte del Tai Chi, di ispirazione taoista, posso confermare che la sua intuizione era giusta: il taoismo, in quanto totalmente relativista, è antitetico alla fede cristiana, ed è molto pericoloso per il praticante che non è consapevole delle sue implicazioni filosofiche… d’altronde, si sa che, al tempo dell’evangelizzazione dell’impero cinese, anche i taoisti, come logicamente qualunque altra religione, si opposero con determinazione all’ingresso del cristianesimo. D’altra parte il Tai Chi è un’attività fisica e mentale davvero molto interessante, e mi permette di mantenermi in forma, man mano che gli anni passano. Ripeto, è però da maneggiare con molta cura.
Io ho letto lo Zhuang-Zi (taoista) diverse volte e l’ho trovato molto interessante. E secondo me la meta che indica alla fine è lo stesso stato spirituale che, stando ai Sutra Buddhisti, si conseguirebbe con la cosiddetta Illuminazione. Circa l’esistenza di un’esperienza noetica a cui si è dato il nome di “Illuminazione” non ho dubbi, anche perché lo stesso S. Ignazio di Loyola, nei suoi Esercizi Spirituali, descrive un’esperienza che ha tutte le caratteristiche dell’Illuminazione. Allora perché Gesù non ne ha parlato mai? Perché, a mio parere, ciò che conta davvero per l’anima è l’AMORE PER DIO. Il Cristianesimo viene da Dio perché le nostre anime eccelse prima di essere sante (inteso come spiritualmente perfette) sono SPOSE DI CRISTO. Forse i buddhisti sono anche più santi di molti cristiani, ma ciò che non hanno e non avranno mai (come testimonia anche il buddhista Teitaro Daisetsu) è l’AMORE PER DIO. E’ perchè “chi ama Me osserva i miei comandamenti” che i cristiani non (dovrebbero) peccare, mentre i taoisti, i buddhisti… non hanno la distinzione tra Bene e Male: anche loro tendono ad evitare il male, ma lo fanno per evitare l’attaccamento alle cose del mondo (che è comunque importante anche per noi), non perché amano Cristo, che non conoscono. E, quanto al non conoscere Cristo, oggi hanno trovato dei fieri competitors nei nostri cardinali e soprattutto in quello biancovestito che li guida.