VANGELO, PANE E LEGALITÀ. L’ESPERIENZA DELL’ARCIVESCOVO DI CALLAO, IN PERÙ. CHE COSA INSEGNA…
22 Maggio 2019
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un amico ci ha inviato un testo molto interessante di José Luis del Palacio, arcivescovo di Callao, in Perù, che tocca – senza saperlo – il tema della legalità e dell’elettricità, cioè il gesto compiuto dall’elemosiniere pontificio Konrad Krajewski nello stabile occupato a Roma. Pubblichiamo anche la prefazione scritta dall’amico di Stilum Curiae su “La Testa del Serpente”.
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José Luis del Palacio: il vescovo che ha messo al primo posto l’Evangelizzazione senza dimenticare l’impegno sociale. «Sono storie piene di vita: ho visto giovani lasciare la droga e imparare a leggere per avere accesso la Parola di Dio. E’ il potere di Gesù Cristo e il potere della Pasqua che fa possibile “rinascere” le persone grazie all’ascolto della Parola e all’Eucaristia»
Ha le idee chiare mons. José Luis del Palacio, arcivescovo di El Callao in Perù: non è l’elemosina a salvare i poveri ma l’annuncio di Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Solamente l’annuncio dell’amore di Dio è capace di trasformare la vita delle persone e di ricostruire il tessuto sociale di una società distrutta dal peccato e dalla miseria umana. Ovviamente l’impegno sociale è importante e non c’è bisogno di farlo presente a questo vescovo che governa una diocesi estremamente povera, i cui abitanti fanno i conti ogni giorno con strettezze economiche, mancanza di lavoro, problemi seri come l’analfabetismo e vizi diffusi come corruzione, prostituzione, alcolismo, spaccio e consumo di droga. L’impegno sociale della diocesi è titanico: lavoro di formazione nel carcere, assistenza costante alle famiglie, costruzione di scuole, saloni, ambulatori, corsi di ogni tipo per la formazione dei giovani, in modo particolare sostegno economico e professionale a circa 300 giovani che oggi studiano per diventare maestri, una necessità impellente per far fronte all’emergenza educativa. Ma a muovere tutto questo è lo zelo per annunciare il Vangelo. Perché a nulla serve riempire la pancia dei poveri quando a questi hanno svuotato l’anima e tolto la speranza.
Ed ecco i frutti di un lavoro di sette anni: tante vite trasformate, tante famiglie ricostruite, un aumento vertiginoso delle vocazioni sacerdotali e monastiche… Una pastorale che ha qualcosa da insegnare in un contesto geografico dove la Chiesa soffre ancora le conseguenze di una pastorale fallimentare, quella della Teologia della Liberazione che – sostenuta da vescovi e teologi – ha proposto una interpretazione marxista del Vangelo e messo al primo posto l’assistenza sociale, il riscatto e la giustizia sociale. Un Vangelo “capovolto” che ha provocato numerosi danni nei fedeli e nelle chiese locali declinando la missione della Chiesa in un orizzonte politico, ma che non ha del tutto spento la fede di milioni di fedeli sudamericani che attendono assetati un “ritorno al Vangelo”, l’annuncio della “buona novella” (Lc 7,22). Su questo non si sofferma J. L. del Palacio che racconta invece la sua esperienza di missione al sito spagnolo Religión en Libertad. Qui la mia traduzione del suo intervento.
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Mons José Luis del Palacio (69 anni) – ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II e nominato vescovo da Benedetto XVI – ha compiuto sette anni come vescovo del Callao, una diocesi molto povera del Perù abitata da più di 1,3 milioni di persone, dove si trova il porto e l’aeroporto di Lima. Questo vescovo spagnolo, nato a Madrid, è impegnato in una pastorale di nuova evangelizzazione e a partire da essa affronta anche le grandi sfide sociali che sorgono in una zona piena di povertà, problemi di droga e violenza.
I frutti sono visibili e tangibili. Tanto più si evangelizza, più avvengono conversioni e più si riesce ad aiutare persone che avevano la vita completamente distrutta. Tutto è concatenato. Molti giovani trafficanti e molti carcerati, dopo la conversione, hanno imparato a leggere col solo scopo di leggere la Parola di Dio.
Più di 40 anni di missione in Perù
Mons. Del Palacio arrivò in Perù nel 1976 come missionario del Cammino Neocatecumenale, una realtà che in quegli anni iniziava a compiere i primi passi. L’evangelizzazione è sempre stata parte della sua vita visto che prima di arrivare in America Latina ha annunciato il Vangelo in diverse zone della Spagna aprendo questa realtà ecclesiale in diverse diocesi della penisola.
Ordinazione presbiterale per mano di S. Giovanni Paolo II a Roma.
Lui sa come predicare ai giovani del Callao che si sentono persi, perché così si sentì anche lui da giovane. Di formazione psicologo, per un periodo lavorò come responsabile di una discoteca, fu appassionato lettore di Sartre e Camus e partecipò alla contestazione del 68 a Parigi. Tutto questo gli costò la perdita della fede e lo traghettò verso una profonda infelicità, fino a quando venne a conoscenza di un ciclo di catechesi per adulti che Kiko Argüello e Carmen Hernández fecero nella parrocchia di La Paloma a Madrid. Quelle catechesi trasformarono la sua vita e lo portarono fino in Perù.
Il Kerigma trasforma la vita
Oggi, come vescovo, mons. José Luis del Palacio assicura che «in questi sette anni di episcopato ho visto che Dio mi sta aiutando a rialzare una città che era morta attraverso l’annuncio di Gesù Cristo, del Kerigma. Il perdono dei peccati fa possibile la rigenerazione dei giovani. Nicodemo domanda a Gesù: “un uomo vecchio può forse tornare a nascere?” Io questo lo sto vedendo accadere, perché il primo ad essere rigenerato sono stato io stesso».
Se la missione e l’evangelizzazione sono le parole d’ordine per questo vescovo, è proprio su questi parametri che ha voluto trasformare la sua diocesi che è, al tempo stesso, evangelizzata ed evangelizzatrice. Più di 80 sacerdoti (su 150) di questa diocesi del Callao si trovano in missione in altre regioni del Perù e di tutto il mondo. «Quest’anno ha inviato in missione a cinque sacerdoti, uno di loro in Giappone, un paese de-cristianizzato in cui il suicidio rappresenta una delle più grandi preoccupazioni per la nazione».
«Vedo che stanno sorgendo nuove vocazioni e ho dovuto costruire un seminario più grande» spiega il vescovo madrileno. In questo momento la diocesi ha 150 seminaristi, tra il seminario diocesano e il seminario Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale e una facoltà di teologia.
Dalla povertà alla misericordia
Riguardo alla situazione della sua diocesi, mons. Del Palacio spiega che «il 33% dei giovani non studia né lavora». Come può cambiare questa situazione? La ricetta è semplice: educazione ed evangelizzazione. Questo vescovo cerca e trova materiale riciclato (secondo una “economia circolare”) e sta così riuscendo a creare scuole, auditorium e saloni «affinché la gente ascolti, possa sperimentare un cambiamento e passare dalla povertà alla misericordia, che è ciò che testimonia il Vangelo». In questo modo la diocesi gestisce diciannove scuole parrocchiali e, negli ultimi anni, il vescovo ha costruito altre ventidue aule.
Ma, per il vescovo del Callao, dietro a tutto questo c’è un fine prioritario: recuperare la famiglia: «Stiamo progettando un centro di formazione integrale familiare e comunitario dove le famiglie distrutte possano ricostituirsi, ad esempio, ascoltando e celebrando la Parola di Dio». Questo centro sarà eretto nel deserto e sarà rivolto verso il mare, dove si trova anche un monastero di clausura di monache benedettine. Mons. Del Palacio assicura che quando eresse il monastero, pochi anni fa, c’erano sette monache di clausura, oggi sono più di quaranta e pregano per la diocesi.
Delinquenti pentiti imparano a leggere per ricevere il Vangelo
«Sono molto grato a Dio nel vedere che ci sta accompagnando con coloro che sono maltrattati, le vittime e i carcerati» afferma il prelato, che vede il carcere come uno dei principali centri di evangelizzazione. A questa pastorale si dedicano trentaquattro persone, tra coppie, sacerdoti e giovani, impegnati nella formazione umana e spirituale dei carcerati. «Ho visto molti giovani abbandonare la droga, la vendita di armi e tutto questo grazie al potere del Vangelo! Molti stanno imparando a leggere per poter avere accesso alla Parola di Dio, che offre loro la salvezza».
Oggi è il 264° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?
È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.
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Viganò e il Papa
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Tag: callao, del palacio, krajewski
Categoria: Generale
Conosco i Neocatecumenali. Hanno costruito e riempito il seminario vescovile di Macerata. Magari ci saranno pure le pine, ma i Neocatecumenali sono un fiore dei tempi. Lasciamo fare allo Spirito Santo ciò che è di sua competenza. Accettiamo ciò che propone e facciamolo. Con amore fraterno per tutte le espressioni della Chiesa.
No, mi dispiace ma non esistono “varie espressioni della Chiesa”: esiste la Chiesa, punto. Poi al suo interno esistono varie carismi, ma i neocatecumenali non sono certamente espressioni dell’ortodossia cattolica: liturgie strampalate quando non sacrileghe, tesi ereticheggianti ed episodi di settarismo (come, ad esempio, il dominio assoluto dei “catechisti” o le Confessioni pubbliche, utili per fare pressioni psicologiche sugli adepti oltre che vietate, in circostanze ordinarie, dalla Chiesa) rendono inequivocabilmente questa realtà (come altre affini, quali RnS e focolarini) quantomeno sospetta.
Appena il tempo per aprirsi un po’ alla speranza che, ecco: la cronaca ci riporta alla cruda realtà.
Nel mio commento di ieri a RVC su Papa e Zingaretti accennavo a “scenari giudiziari di complicata decodificazione” – a motivo delle norme concordatarie – aperti dalla sconcia vicenda di cui si è reso protagonista il cardinale elettricista, ed esprimevo qualche perplessità sulla tempestività di quella visita del medesimo cardinale al capo di gabinetto del ministro Salvini, ieri l’altro a ridosso del voto di domenica prossima.
L’articolo al link seguente sembra in qualche modo convalidare il mio sospetto che dietro tanta urgenza ci fosse altro…nascosto, come sempre, dal guscio di mosse dettate da spinte caritative… L’Elemosiniere del papa – vi si legge – avrebbe voluto «tendere la mano al ministro e spiegargli le sue ragioni».
Ma: a pensar male …! sosteneva qualcuno che di sospetti se ne intendeva…: che la decisione del blitz al Ministero dell’Interno non sia scaturita da qualche informazione partita dagli organi inquirenti in base a quanto stabilito dall’art. 8 del Concordato fra la Santa Sede e l’Italia? Articolo che recita: «Nel caso di deferimento al magistrato penale di un ecclesiastico o di un religioso per delitto, il Procuratore del Re deve informarne immediatamente l’Ordinario della diocesi, nel cui territorio egli esercita giurisdizione; e deve sollecitamente trasmettere di ufficio al medesimo la decisione istruttoria e, ove abbia luogo, la sentenza terminativa del giudizio tanto in primo grado quanto in appello».
Qui l’articolo che, se da una parte ha risposto alla mia iniziale perplessità, dall’altra mi ha suggerito un’altra domanda che, per ora, resta sospesa.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/blitz-nel-palazzo-occupato-ora-lelemosiniere-papa-richia-1699183.html
Sig.Tosatti con il c.n.c prudenza e conoscenza profonda.
Cioè? Non capisco.
Non sono dei nostri.
E’ un messaggio esoterico?
È un consiglio.
Ah! Un consiglio esoterico.
2+2= ? Metti la mano sulla tua coscienza e poi dai la soluzione.p
Mons.Josè del Palacio : splendidi risultati con un grande impegno sociale in funzione dell’evangelizzazione ; ” non è l’elemosina a salvare i poveri ma l’annuncio di Gesù Cristo” .
I frutti dell’evangelizzaziine : chiesa cattolica in crescita con aumento vertiginoso di conversioni e di vocazioni sacerdotali e monastiche.
C’è una spiegazione per questo gioiello di carità e fede? Forse sì .Mons.Palacio è stato ordinato sacerdote da Papa Wojtyla e vescovo da Papa Benedetto.
Il bergoglismo offre un ampio spettro dottrinale e pastorale, che va da Bibi a Soros, da Kiko a Boff.
Anche da Bonino a Scalfari.
Sul tema, fresco fresco, ottimo articolo di Magister su Settimo Cielo.
Sia benedetto, lodato, ringraziato e sempre glorificato nostro Signore Gesù Cristo, nostro Salvatore, per i prodigi che ci elargisce anche in questi tempi confusi e malvagi. Preghiamo per la Santa Chiesa, affinché lo Spirito Santo la conduca verso la Luce di Cristo, per sempre essere Madre e Maestra di verità e santità .
Prova provata che la Nuova Evangelizzazione è già in atto là dove si registra la presenza attiva di presbiteri votati alla radicalità del Vangelo, impegnati a mantenere accesa la “Luce del mondo” che, sola, può orientare il percorso in questa “valle oscura” che è diventato l’universo mondo per ritrovare la “dritta via” ed uscire finalmente! a “riveder le stelle”, senza piegare la Parola ad interpretazioni soggettive e relativistiche.
«Io sono la luce del mondo. Chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).
Tutto molto bello se non fosse che… leggendo qualcosa delle catechesi del Cammino Neocatecumenale, che mi ha prestato un amico, ho scoperto che il Cammino Neocatecumenale si oppone alla Chiesa pre conciliare.
C’è un vero disprezzo contro il Concilio di Trento, contro la devozione al Sacro Cuore di Gesù, e molto altro.
So che si fanno delle confessioni pubbliche in cui gli aderenti sono psicologicamente pressati a dire tutto sulla loro sessualità, fino all’ossessione, provocando traumi incredibili.
Fanno la Comunione usando pagnotte di pane consacrato che si sbriciola e spesso i frammenti cadono a terra.
So che a Guam, una diocesi americana completamente del Cammino, ci sono stati scandali sessuali che hanno coinvolto il Vescovo e altri sacerdoti e ancora non è finita…
Non dico sia tutto sbagliato. Ci sono cose anche molto belle, ma anche tra i luerani non è tutto sbagliato e ci sono realtà molto belle
Non basta che siano benne, ma soprattutto giuste.
E poi belle con quale occhio? Se quello del mondo ,sono tutte da scartare.
Non si meravigli , mi sembra che siano in molti qui i neocatecumenali .