C’ERO UNA VOLTA. UN VIAGGIO NELLA SAtNTITÀ DI DUE DONNE ECCEZIONALI A ROMA. DI BENEDETTA DE VITO.

16 Maggio 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, una post di consigli ai lettori. Se amate Roma, se – in particolare siete cattolici, magari cattolici B.B. (before Bergoglio), e vi piacciono le storie di santità semplice, seguite passo passo nei luoghi in cui si sono svolte, c’è un libro per voi: si chiama “C’ero una volta”, scritto da Benedetta de Vito, che ha seguito a Roma le tracce di due sante. Una molto famosa, Caterina da Siena – e Dio sa se forse ce ne vorrebbe una, di questi tempi – e un’altra certamente meno nota, ma dalla vita ricca di drammi e di bellezza, Elisabetta Canori Mora.

Un libro denso di fede e di memoria, molto personale, come potrete capire da questo incipit del viaggio di Benedetta nella santità di due donne straordinarie, e nella ricchezza eccezionale di Roma.

Nella comunione dei Santi

Bambina, ho avuto la gioia e il privilegio di avere una nonna, Lisetta, (rimasta un poco bimba anche nel suo nome  vezzoso) che, al pomeriggio, quando stanco il dopopranzo sembrava non sciogliersi mai nell’ora di merenda, tirava fuori un gran libro con copertina cartonata dal titolo semplice, “I Santi del giorno”, e leggeva a voce alta, qui e lì. Da lei seppi ad esempio che il termine cappella viene da cappa,  ossia mantello: il mantello che San Martino diede, tagliandolo a metà, a due poveri infreddoliti e che i re merovingi veneravano nel loro oratorio. Un angolo chiamato per metonimia (cioè una parte per il tutto) col nome di cappella, piccola cappa. La parola ora indica un particolare luogo consacrato in tutte le chiese del mondo.

San Martino, lo conoscevo appunto, per il mantello donato ai mendicanti e perché, a metà novembre, regalava la sua fragile estate radiosa. Io, piccola, lo vedevo vivo nell’atto del dono. Conoscevo già anche le due Terese, la grande e la piccola, e alla piccola preferivo, non so perché, la grande. Poi c’era Santa Monica che aveva un figlio scapestrato di nome Agostino, Sant’Agnese coi bei capelli lunghi a coprir le nudità, Santa Caterina, bionda, bellissima, con la ruota e le mistiche nozze col Bambino. Li conoscevo, i Santi, nei racconti della nonna Lisetta, che mi faceva vedere il vermiglio delle loro gote, i piedi innocenti, gli occhi in preghiera.

Poi gli anni sono passati, la nonna è andata lassù (con pianto mio), io mi sono fatta donna e ho letto molti e molti libri di e sui Santi, compresa la “Filocalia” e l’”Imitazione di Cristo e la “Salita del Monte Carmelo” e certo ora ne so tanto di più. Eppure l’incanto infantile continua a colorarli di stupore. Luminosi, i racconti della nonna Lisetta li restituiscono alla memoria e addirittura al mio sguardo e mi sembra quasi di conoscerli meglio, passando attraverso la bimba che sono stata. Mi pareva, allora, nella mia età verde, che la verità che cercavo fosse tutta quanta racchiusa in quelle misteriose esistenze perdute nella lontananza dei secoli passati.  Nel leggere i loro scritti, adesso in età matura, ne ammiro la modernità, il logico ragionare, entro in muto colloquio con loro, li sento vicini, facendoli entrare nella mia vita. Ma, nell’innocenza bambina, con l’amore acceso e il cuore in impeto di petto, li conoscevo, diciamo così, per osmosi, come abitando dove abitano loro, con la sapienza tenera del cuore che è la verità…

Ad esempio, io, tornata piccina pur già donna e mamma,  camminando tra il Rione Monti e Trinità dei Monti, ho incontrato la Beata Elisabetta Canori Mora, trinitaria scalza, sposa e madre e con lei non ho smesso mai di camminare.

Ma prima che ciò avvenisse, prima, cioè, che Elisabetta prendesse a camminarmi al fianco, doveva accader altro, un piccolo prodigio che mi s’apparecchiò davanti durante una delle tante mie libere passeggiate romane, in solitaria, in compagnia soltanto del respiro, nel dolce meriggiare d’autunno.

 

Che cosa sia avvenuto, lo leggerete nel libro, se volete. Buona passeggiata.

 


 


Oggi è il 257° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.


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Viganò e il Papa


FATIMA, IL SEGRETO NON SVELATO E IL FUTURO DELLA CHIESA

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Mussa Dagh. Gli eroi traditi

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Inchiesta sul demonio.

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9 commenti

  • Gene ha detto:

    Chissà se Santa Rita, di cui sono devoto,in vista del 22 Maggio,la sua festa ed essendo santa per i casi impossibili, non interceda presso costoro. Grazie ancora dott. Tosatti per questi spunti di riflessione..che dovrebbero servire anche a chi gestisce la Chiesa Cattolica, o forse chiediamo troppo?

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    In vena di ricordi, io ricordo che tanti santi li ho conosciuti bambino, leggendo una raccolta di agiografie scritta da mio padre, Michele Giampietro, intitolata Giganti della Fede, e pubblicata da Vallardi, e che ebbe anche una seconda edizione.

  • Nicola B. ha detto:

    ” Nennolina”

    https://digilander.libero.it/credente2/BambiniSantiBeati.htm

    Riposto il link perché precedentemente il link non è stato inserito correttamente.

  • Nicola B. ha detto:

    Mi permetto di suggerire all’autrice del libro ed ai lettori altre due figure straordinarie di donne che hanno vissuto a Roma : la Beata Annamaria Taigi di Siena e la Beata Antonietta Meo detta “Nennolina “,
    .

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/33200

    https://profezie3m.altervista.org/archivio/StellaMaris_SoleTaigi.htm

    https://profezie3m.altervista.org/ptm_profx_taigi.htm

    https://digilander.”libero.it/credente2/BambiniSantiBeati.htm

    https://digilander.libero.it/gogmagog1/Dottrina/san_nennolina.htm

  • Elisa ha detto:

    Le mie sante preferite sono: Santa Giuseppina Bakita e mamma Rosa, sono due sante con due storie diverse ma entrambe straordinarie.

    • Diana ha detto:

      Anche a me piace tanto Santa Giuseppina Bakita! Mi piace tanto pensare a come Dio l’avesse “vista”da sempre, al suo disegno provvidente su di lei. E che umiltà! Che sguardo sul creato! Che consapevolezza della Regalità di Dio! Tua Pater providentia gubernat.
      Santa Caterina da Siena poi mi è sempre piaciuta tanto, perché domenicana, dottore della Chiesa, mistica… Poi ho scoperto che mi hanno battezzata il 29 aprile. La corrispondenza degli amorosi sensi.
      Pregava le ore con il Signore accanto a lei, al Gloria diceva “Gloria al Padre, a Te e allo Spirito Santo”. Ecco chi sono i santi, quelli che conoscono Dio e lo rivelano a noi altri.

  • Gene ha detto:

    Chissà se i Bergoglio leggerà queste bellissime pagine….o non può perchè impegnato a leggere il Messaggero….oppure a fare qualche telefonata a Scalfari, alla Bonino, o a un rom e al suo fidato presunto elettricista. Ma…. saluti …..

    • virro ha detto:

      Non credo, forse egli è in attesa, del buon (cattivo) Boff perché gli dia l’ok per procedere.
      “CHE DIO SI FACCIA AVANTI E I SUOI NEMICI FUGGANO” LONTANI

      Vieni Signore Gesù, ti aspettiamo.

    • EquesFidus ha detto:

      Lasciamo stare le polemiche e non pensiamo a Bergoglio anche in questo momento, per cortesia: al termine della nostra vita ci sarà chiesto (anche) se ci saremo affidati agli amici di Dio, cioè i santi, e se abbiamo imitato il loro esempio, non delle colpe di Francesco PP.