PIACENZA, TESORI DA SCOPRIRE. LA SALITA AL PORDENONE, E GLI ANTIFONARI DI SANTA MARIA DI CAMPAGNA.
19 Maggio 2018
Marco Tosatti
Da Piacenza un amico ci segnale due eventi di notevole interesse storico e artistico.
In Santa Maria di Campagna (dal 4 marzo al 10 giugno 2018) la Banca di Piacenza ha riaperto un antico camminamento che consente di raggiungere la cupola affrescata dal Pordenone.
E in questi giorni è organizzata l’esposizione di antifonari e graduali. L’esposizione, voluta dalla Banca di Piacenza come evento collaterale alla Salita al Pordenone, presenta antichi volumi realizzati a mano tra il XVII e il XIX secolo. Si desidera così portare alla luce una prima selezione delle importanti e imponenti opere librarie – fino a oggi da pochi conosciute e mai studiate sul piano scientifico – conservate nella Basilica di Santa Maria di Campagna.
Gli antifonari e i graduali contengono le parti cantate della liturgia e, in passato, erano abitualmente collocati nel coro sopra un leggio (badalone), per far sì che tutti i cantori potessero leggerli.
I volumi più antichi sono su pergamena mentre quelli più recenti su carta, spesso racchiusi entro una coperta di pelle con fregi in bronzo. La grande cura con cui venivano realizzati è testimoniata anche dalle preziose decorazioni a mano che li adornavano: ne sono un esempio gli eleganti capolettera e le raffinate miniature dai vivaci colori, alcune realizzate con foglie d’oro.
Questa mostra rappresenta un altro aspetto della storia locale riscoperto dalla Banca di Piacenza, che si dimostra sempre attenta alla valorizzazione del proprio territorio d’origine.
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Tag: antifonario, piacenza, pordenone, santa maria di campagna
Categoria: Storia
DISSENTO , SI DEVE SCORAGGIARE L’UTILIZZO DELLE CHIESE QUALI MUSEI , SOPRATTUTTO QUANDO I PROMOTORI NON SON CERTO DI “AMBIENTI CATTOLICI “
Questo dimostra che qualunque proposta, buona o cattiva, fatta per il bene o per il male, UN DISSENZIENTE LO TROVERA’ SEMPRE.
Deutero Amedeo,
è li il bello della dialettica. Tra l’altro, non sarebbe stato sconveniente che la mostra fosse fatta in chiesa, se non ci fossero stati altri ambienti, visto che gli antifonari si usavano appunto in chiesa, non è la mostra sulle armi da fuoco del Ducato di Piacenza. Di mostra comunque si tratta e non di un museo, ma piuttosto che demolire una chiesa o ridurla ad uso non solo profano, ma trasformarla in un locale da ballo, come è capitato altrove, se la chiesa diventa un museo cattolico si salvaguardia la storia di quell’edificio.
@ Franz.
Forse non sei del tutto informato.
La mostra, come risulta dalla locandina, si tiene nel refettorio del Convento dei Frati Minori e non in chiesa.
E’ promosso dalla Banca di Piacenza e non trovo sconveniente che una Banca promuova una iniziativa culturale esterna al luogo di culto. E se è vero che la Banca di Piacenza non è cattolica, è altrettanto vero che non è anti-cattolica e da sempre promuove iniziative che incontrano l’apprezzamento di tantissimi piacentini, credenti e non. Quindi dov’è il problema?
Paolo Giuseppe, piacentino DOC.