ALFIE. IL VESCOVO DI LIVERPOOL DAL PAPA. MA APPOGGIA GIUDICI E OSPEDALE.

26 Aprile 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

La buona notizia della giornata ce la da Steadfast Onlus, e la riportiamo così come l’abbiamo trovata su Twitter:

Vogliamo aprire la giornata rassicurando che dalla famiglia ci dicono che la situazione di è stabile. Continuiamo insieme a pregare e a combattere per lui!

Dalle nebbie di Liverpool è riemerso l’arcivescovo di Liverpool, Malcom McMahon. Ce ne informa il giornale progressista cattolico “The Tablet”. L’arcivescovo si è recato a Roma e alla fine dell’udienza ha incontrato brevemente il Pontefice, a cui ha detto che i cattolici a Liverpool “hanno il cuore spezzato” per il caso di Alfie Evans. Al Tablet McMahon ha detto che la squadra medica e la cappellania dell’Alder Hey Hospital stanno facendo tutto quello che è “umanamente possibile” per aiutare il bambino.

Ora, è importante dire subito che da parte della famiglia, sin dall’inizio, e anche dopo è stato detto che i cappellani dell’Arder Hospital non si sono MAI fatti vedere. Tanto che nel primo sciagurato comunicato Malcom McMahon aveva accennato al fatto che gli Evans non erano cattolici. Quindi, possiamo affermare con certezza che quell’arcivescovo ha mentito al Pontefice. 

McMahon ha detto al Tablet: “Ho visto il Santo Padre dopo l’udienza generale del mercoledì, e abbiamo parlato di Alfie. Sono stato colpito dal suo atteggiamento pieno di compassione sia verso Alfie che verso i suoi genitori, e mi ha promesso che sta continuando a pregare per loro”.

Continua il presule: “Gli ho spiegato che i cattolici di Liverpool hanno il cuore spezzato per Alfie e i suoi genitori e continuano a offrire appoggio e preghiere”. “Sono grato per la cura medica e di cappellania che Alfie sta ricevendo – ha detto l’arcivescovo. – So che stanno facendo tutto ciò che è umanamente possibile. La nostra preghiera in questo difficile momento è che il Signore dia a ciascuno la forza spirituale per fronteggiare l’immediato futuro”.

L’arcivescovo poi continua sostanzialmente dicendo: grazie per l’offerta italiana, ma in UK siamo per i diritti del singolo bambino. Cioè appoggiando – se sbagliamo ditecelo – Hayden & C: Ecco cosa dice: “Sono cosciente della compassione che il popolo italiano dimostra in maniera così caratteristica verso chi è nel bisogno, e in questo caso per Alfie. Ma so che i sistemi legali e medici in UK sono anche basati sulla compassione e la salvaguardia dei diritti del singolo bambino”.

Il Tablet poi dà una bacchettata sulle dita a padre Gabriele Brusco, dei Legionari di Cristo, che ha amministrato l’unzione degli infermi a Alfie. “L’unzione di coloro che sono malati o in uno stato di salute grave è offerto per consolare e aiutare ma anche in base al presupposto che l’individuo abbia peccato in qualche modo”.


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63 commenti

  • Lo spettro di QC ha detto:

    Oltre a segnalare che è stato arrestato almeno un manifestante, non ho ben compreso per quale ragione, informo che la famiglia ha diramato un comunicato con cui chiede privacy e adotta un tono abbastanza conciliante con l’Ospedale. Probabilmente è in corso una trattativa e viene richiesto di abbassare i toni dello scontro. Speriamo bene.

    https://twitter.com/JudithMoritz/status/989552096553947138/photo/1?tfw_creator=lorna_hughes&tfw_site=LivEchonews&ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.liverpoolecho.co.uk%2Fnews%2Fliverpool-news%2Falfie-evans-latest-updates-court-14565821

    • Lo spettro di QC ha detto:

      Avevo dimenticato, riferendomi al comunicato, di aggiungere: sempre non sia una fake.

  • Adriana ha detto:

    Le trame di questi pezzi da 90 sono tanto numerose quanto orribili
    e sataniche .Qualunque significato si voglia attribuire alla parola
    satanico. E più tramano di nascosto più diventano visibili . Andiamo sul “sicuro” pregando S.Michele Arcangelo!

  • Mazzarino ha detto:

    Chiederei conferma alla notizia secondo cui al sacerdote che seguiva la famiglia sarebbe stato impedito l’accesso all’ospedale e ADDIRITTURA sarebbe stato obbligato a rientrare in parrocchia dal proprio parroco.

    • orietta ha detto:

      Confermo l allontanamento di don Gabriele. Giovanni Marcotullio di Aleteia si trova a Liverpool per seguire la vicenda, ed invia frequenti comunicati tramite Facebook.

    • Lo spettro di don Ezio ha detto:

      Mazzarino,
      il padre Gabriele Brusco è stato gisutamente allontanato perché:
      – la cura pastorale dei malati spetta al cappellano dell’Ospedale e non ad un prete qualsiasi;
      – in caso di urgenza (moribondi) o per opportunità (parente o amico di famiglia) qualunque sacerdote può amministrare i sacramenti in un ospedale, ma non era questo il caso;
      – ai bambini si dà la Cresima e non l’Unzione dei malati perché non hanno alcun peccato di cui pentirsi;
      – il padre Gabriele Brusco ha conferito il sacramento due volte pur trattandosi della stessa malattia, che non è peggiorata tra una celebrazione e l’altra.
      Il padre Brusco farebbe bene a prendersi un periodo di aggiornamento nella Teologia sacramentaria e nella Teologia Pastorale.

      • wp_7512482 ha detto:

        Don Ezio, le consiglio di leggere Avvenire. https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/perch-l-unzione-degli-infermi-a-un-bimbo-di-2-anni-del-tutto-valida
        I cappellani, come dice la famiglia, non s sono mai visti. L’arcivescovo ha mentito nel comunicato (non sapeva neanche che Tom e Alfie erano cattolici, con tanti saluti alla cappellania…) e al papa, riaffermando che i cappellani seguivano. Il che non era vero. La misura presa nei confronti del sacerdote, e soprattutto della famiglia, testimonia ancora una volta come il clericalismo sia il male peggiore della Chiesa. Mi scusi, ma ci voleva.

        • Lo spettro di don Ezio Fonio ha detto:

          Dottor Tosatti,
          se l’arcivecovo di Liverpool ha mentito, ne risponde alla sua coscienza e al Padre Eterno.
          Nel caso del conferimento del conferimento del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, secondo lei, quanto disposto dal Codice di diritto canonimo e promulgato come legge della Chiesa dal vicario di Cristo, Giovanni Paolo II ora santo:

          Can. 1004 – §1. L’unzione degli infermi può essere amministrata al fedele che, raggiunto l’uso di ragione, per malattia o vecchiaia comincia a trovarsi in pericolo.
          §2. Questo sacramento può essere ripetuto se l’infermo, dopo essersi ristabilito, sia ricaduto nuovamente in una grave malattia o se, nel decorso della medesima, il pericolo sia divenuto più grave.
          Can. 1005 – Nel dubbio se l’infermo abbia già raggiunto l’uso di ragione, se sia pericolosamente ammalato o se sia morto, questo sacramento sia amministrato.
          Can. 1006 – Si conferisca questo sacramento a quegli infermi che, mentre erano nel possesso delle proprie facoltà mentali, lo abbiano chiesto almeno implicitamente.

          non conta nulla e invece va seguita l’opinione di don Sequeri, perché pubblicata dal quotidiano Avvenire?

          In generale, che deve fare un sacerdote? Raccogliere la rassegna stampa di tutti gli articoli pubblicati da Avvenire dalla data di pubblicazione del Codice di Diritto Canonico?

          Che cosa c’entri il clericalismo in questo caso non riesco a capirlo, poi.

          • wp_7512482 ha detto:

            No, don Ezio, non ne risponde solo alla sua coscienza e al Padre eterno, ne risponde a tutti, perché un arcivescovo che mente pubblicamente sputtana non solo se stesso, ma la Chiesa che rappresenta e chi l’ha messo in quel posto di responsabilità. Se oltre a questo, contando sull’appoggio di un’altra persona, come il card. Nichols, (cioè usando la complicità di un altro membro della sua casa, e qui c’entra il clericalismo) toglie l’assistenza spirituale a una famiglia in difficoltà grave, dopo essersene disinteressato, anzi, aver fatto dichiarazione palesemente contrarie, rinforza un comportamento perlomeno criticabile. Pierangelo Sequeri non è una persona qualsiasi; se Avvenire gli permette di scrivere un articolo del genere, vuol dire che il tema è, al minimo, oggetto di discussione, e che non si dovrebbe come invece è stato fatto rimproverare al prete che seguiva la famiglia un comportamento sbagliato.

          • wp_7512482 ha detto:

            Caro Don Ezio, ho letto solo adesso casualmente questo articolo. Lo legga anche Lei e mi dica che razza di Chiesa è questa. http://lanuovabq.it/it/la-chiesa-inglese-vicina-ad-alfie-ecco-come-e-andata
            Aver visto don Gabriele partire da Londra per mettersi a fianco alla famiglia di Alfie Evans ci ha riempito il cuore di conforto, dopo i numerosi tentativi di cercare l’aiuto e la vicinanza della Chiesa inglese senza ottenere risposta. Don Gabriele è stato eroico, rendendosi disponibile prima a pregare nella stanza di Alfie, a «portare Cristo» al piccolo e «la sua potenza guaritrice» e poi a pregare nella sua stanza dopo il distacco della ventilazione, vegliando giorno e notte su Alfie. Don Gabriele, come ci aveva detto Thomas, ha portato la Chiesa da Alfie: «Non potevo portare Alfie in Chiesa ma abbiamo portato la Chiesa ad Alfie».

            Siamo certi che se è avvenuto il miracolo della respirazione autonoma di Alfie, nonostante il giudice Hayden abbia ripetuto che sarebbe morto subito, è anche grazie a lui che lo ha domandato insieme a migliaia di persone. Eppure ieri è stato richiamato a Londra nella sua parrocchia, mentre il vescovo di Liverpool si recava dal Papa ad assicurarlo di aver fatto il possibile per la famiglia di Alfie e a difendere l’ospedale.

            Spiace quando l’unica cosa a cui dovremmo guardare in queste ore è la vittoria di Dio attraverso un bambino che sta cambiando i cuori e il mondo (e la cui vita è stata giudicata “priva di senso” dai medici dell’ospedale), ma per dovere di cronaca e per gli attacchi ricevuti da don Gabriele dobbiamo raccontare come sono andate veramente le cose.

            Dopo aver presentato la richiesta d’asilo per Alfie in Vaticano il 28 marzo scorso, grazie all’aiuto di monsignor Francesco Cavina, Thomas, il papà di Alfie, ha provato ripetutamente a cercare un sacerdote che chiedesse un appuntamento per lui dal nunzio di Londra, Edward Joseph Adams. Così, da venerdì 30 marzo a domenica primo aprile, abbiamo cercato insieme a lui un sacerdote senza trovarne nessuno disponibile.

            Thomas ha quindi provato a chiamare direttamente la nunziatura ed è riuscito a comunicare con Adams, il quale gli ha detto che il papa si era interessato al suo caso. Anche noi, su richiesta di Thomas, abbiamo provato a contattarlo ma non era stato possibile sapere di più. Per oltre una settimana il papà di Alfie ha dichiarato alla stampa il proprio desiderio di essere aiutato dal papa e dalla Chiesa chiedendo di ricevere una risposta alla sua richiesta. Il 4 aprile il papa twittava auspicando che «la profonda sofferenza dei suoi genitori possa essere ascoltata». A quel punto abbiamo provato a contattare il capo della conferenza episcopale inglese, il cardinal Vincent Gerard Nichols chiedendo di poter parlare con lui di Alfie e della sua situazione, ma il 9 aprile, l’addetto stampa del vescovo ci ha risposto che «sfortunatamente in questa fase il cardinale non è in grado concedere un’intervista su Alfie».

            Abbiamo quindi chiamato la diocesi di Liverpool chiedendo di parlare con il vescovo Malcolm Patrick McMahon, ci hanno chiesto di comunicare i nostri recapiti e il motivo della chiamata, ma non siamo più stati contattati. Siamo poi partiti per Liverpool e il giorno successivo al tentativo di Thomas di portare Alfie fuori dall’ospedale, dopo aver visto la polizia alle porte della stanza del piccolo e assistendo alle pressioni continue sulla sua famiglia, abbiamo provato, senza successo, a cercare il vescovo telefonicamente. A quel punto abbiamo cercato il vescovo ausiliare, Thomas Anthony Williams, sia telefonicamente sia tramite posta elettronica, spiegando del «calvario di Alfie Evans» e supplicando di essere ascoltati su quanto «ho visto in questi giorni all’ospedale».

            Nel pomeriggio ci siamo quindi recati presso gli uffici della diocesi che però erano chiusi. A quel punto siamo andati a casa del vescovo McMahon che non era presente, motivo per cui gli abbiamo lasciato una lettera in cui gli chiedevamo, fornendo i nostri recapiti, di venire in ospedale a dare il proprio conforto spirituale ad Alfie e alla sua famiglia.

            Solo successivamente abbiamo ricevuto notizia che il 13 aprile McMahon aveva rilasciato un comunicato spiegando di non aver incontrato la famiglia e che, a quanto si sapeva, Thomas Evans non era cattolico. Il 15 aprile il nostro giornale parlava dell’accaduto. Dopo la Messa domenicale in una parrocchia vicina all’ospedale abbiamo domandato al sacerdote celebrante se era a conoscenza della vicenda legata alla vita di Alfie Evans. Come tutti a Liverpool, il prete ci ha risposto di sì. Abbiamo domandato a lui se poteva venire a trovare la famiglia e a portare la sua benedizione al piccolo, ma la risposta è stata questa: «It’s not my job». Qualche minuto dopo il papa parlava di Alfie al Regina Coeli, perciò siamo ritornati dal sacerdote mostrandogli il messaggio del pontefice, ma oltre ad un «Oh that’s nice, but I have to go» (Bello, ma devo andare), non abbiamo ottenuto niente.

            La sera stessa abbiamo chiamato il cappellano anglicano dell’Alder Hey Hospital, David Williams, incaricato di gestire l’assistenza spirituale delle varie confessioni religiose, lasciando un messaggio in segreteria. Gli abbiamo anche mandato una email raccontando che Thomas Evans aveva scritto una lettera in risposta al vescovo cattolico di Liverpool sul fatto che lui e Alfie erano cattolici e chiedendogli il perché di tanta confusione. Ancora una volta, dopo aver lasciato i nostri recapiti, non abbiamo ricevuto risposta.

            Finalmente, la sera stessa, padre Gabriele, che da Londra seguiva Alfie attraverso il nostro giornale, ci ha scritto rendendosi disponibile a stare vicino alla famiglia. Così ha fatto. Il giorno successivo il sacerdote era a Liverpool. Martedì 17, quando l’incontro fra lui, Alfie e la sua famiglia è stato reso noto, il cappellano anglicano David Williams ci ha raggiunti per spiegarci che avremmo dovuto contattarlo. Gli abbiamo risposto che ci avevamo provato e che quando la famiglia lo aveva chiamato in passato, invece che un sacerdote si era presentata una laica. L’unica replica del reverendo è stata sul fatto che dalle foto si vedeva che padre Gabriele, nella stanza di Alfie, non si era rimboccato le maniche della camicia come richiesto dal regolamento. Il giorno seguente, mercoledì 18 aprile, il papa concedeva udienza a Thomas che domandava direttamente a lui benedizione e sostegno nella lotta per la vita di Alfie che «appartiene solo a Dio».

            Quando poi, domenica 22 aprile, abbiamo saputo che il giorno successivo avrebbero avviato il protocollo di esecuzione per uccidere Alfie, abbiamo contattato nuovamente padre Gabriele su richiesta della famiglia del piccolo. Il sacerdote è partito di nuovo per Liverpool e, oltre ad aver pregato sul bambino, ha richiamato, come è dovere di ogni sacerdote, le coscienze del personale sanitario che stava privando Alfie della ventilazione. Ma ieri, dopo una lunga telefonata con il vescovo di Liverpool e una email da parte del presidente della Conferenza episcopale inglese, il sacerdote è dovuto rientrare a Londra. Anche l’ospedale ha fatto capire al sacerdote che ha vegliato per tre giorni di fila su Alfie (in una stanza priva di altri letti) che la sua presenza non era gradita.

            Sempre ieri sera scoprivamo che McMahon era stato a Roma dal papa per spiegargli quanto la Chiesa inglese fosse vicina alla famiglia di Alfie e quanto i medici dell’Alder Hey Hopital fossero compassionevoli come quelli italiani. In udienza avevamo sentito paragonare dal papa in persona il coraggio di Thomas a quello di Dio. Non ci aspettavamo lo stesso per il sacerdote, ma almeno un grazie da parte di tutta la Chiesa inglese, e non solo, quello sì. Non è arrivato dai vescovi, ma per il popolo di Alfie padre Gabriele è un eroe.

        • QB ha detto:

          Trentacinque minuti di applausi a scena aperta!!!
          Anche perché il petaloso clericalismo di cui don Ezio si è fatto portatore ha sinceramente fracassato i pendenti.

          • Adriana ha detto:

            Concordo pienamente: Anche i ricettacoli del polline. Scoperto ora
            questo scambio di missive tra un umano tanto paziente e un trans-umano ipovedente. E’ nato così o ci è diventato?

        • Pierluigi ha detto:

          Oltretutto la diocesi era così informata della situazione di Alfie e dei suoi genitori che ignorava che il babbo e il bambino sono cattolici, segno inequivocabile che mentono quando affermano di aver offerto assistenza spirituale…

  • QB ha detto:

    La NBQ riporta che il cardinal 30-denari abbia fatto allontanare padre Gabriele dall’ospedale, facendo così mancare alla famiglia anche il sostegno spirituale. Attraverso questo bambino la Provvidenza sta facendo venire alla luce tutto. Davvero nulla sarà più come prima.

  • Rosario ha detto:

    Già dall’inizio era evidente che prima che Alfie possa tornare alla casa del suo padre terreno o a quella del Padre Celeste, col suo irrispettoso e futile respiro svelerà l’ipocrisia del mondo.Ecco la cruda cronaca di come viene infangato l’Ordine Sacro da questi pastori che puzzano di sangue; http://www.lanuovabq.it/it/il-vescovo-nega-lassistenza-spirituale-ad-alfie

  • Lucy ha detto:

    Per capire quello che è successo e che succederà bisogna risalire alle cause.
    La vicenda terribile di Alfie è l’esempio concreto dell’applicazione al suo caso della DITTATURA DEL RELATIVISMO. Tutto ruota attorno alla parola “vita inutile”.
    Esiste un criterio OGGETTIVO per definire una vita “inutile “?.
    Non c’è dunque ci si basa sulle RELATIVE opinioni di chi a vario titolo formula il concetto.Ancora : le parole ” miglior interesse “.Anche qui il criterio di giudizio non è il rapporto a un Bene e a una Verità OGGETTIVI, universali e validi sempre ma l’opinione RELATIVA dei medici che poi per osmosi diventa quella dei giudici.
    Queste opinioni RELATIVE che nascono da quello che LORO PENSANO sia giusto e buono diventano un ASSOLUTO che deve essere imposto .Ecco che così il RELATIVISMO diventa DITTATURA.
    Purtroppo questo veleno è entrato anche nella chiesa cattolica, il commento alla vicenda dei vescovi inglesi prima e del vescovo di Liverpool ora ne è una solare conferma.
    Questi comunicati non si differenziano di molto da quelli della Compagnia della Buona Morte di Marzano, Zagrebelski e company.
    Non se ne può più di parole ormai vuote e fruste come :accompagnamento, condivisione,compassione ,miglior interesse , di medici , giudici , eminenti teste d’uovo della scienza, del giornalismo e della chiesa.
    L’unico che di salva da questo girone infernale è un sacerdote, don Gabriele Brusco che ha avuto anche il coraggio di chiedere alle infermiere di fare obiezione di coscienza , un vero Uomo di Dio.

  • Roncolato Margherita ha detto:

    In merito alla bacchettate sulle dita di padre Gabriele vorrei ricordare il n. 319 del Catechismo della Chiesa Cattolica che spiega gli effetti dell’Unzione degli infermi, peraltro richiesta insistentemente e a lungo dal padre di Alfie perché, pur nella sua semplicità, consapevole della potenza racchiusa in questo sacramento. “ESSO CONFERISCE UNA GRAZIA PARTICOLARE CHE UNISCE PIÙ INTIMAMENTE IL MALATO ALLA PASSIONE DI CRISTO, PER IL SUO BENE E PER QUELLO DI TUTTA LA CHIESA, DONANDOGLI CONFORTO, PACE, CORAGGIO E ANCHE IL PERDONO DEI PECCATO SE (QUINDI NOTARE BENE QUESTO SE) IL MALATO NON HA POTUTO CONFESSARSI. QUESTO SACRAMENTO CONSENTE TALVOLTA, SE DIO LP VUOLE, ANCHE IL RECUPERO DELLA SALUTE FISICA. IN OGNI CASO, QUESTA UNIONE PREPARA IL MALATO AL PASSAGGIO NELLA CASA DEL PADRE “. Quindi perché bacchettare sulle dita un sacerdote che ha portato conforto a un malato a cui stavano per staccare le macchine che, a parere dei medici, servivano per tenerlo in vita? L’UNZIONE DEGLI INFERMI RICHIESTA DALLA FAMIGLIA PIÙ VOLTE ERA DOVEROSA tanto più che in prossimità a morte può essere amministrata senza alcun permesso e anche più volte. Forse l’unica anomalia é che ci avrebbe dovuto pensare qualcun altro che invece, magari per i troppi impegni, non é riuscito a provvedere. Che peccato che la chiesa si spari addosso da sola e invece di collaborare per la salvezza e la guida del gregge i pastori stiano a bacchettare e giudicare confondendo le idee e incutendo tristezza nei fedeli. Ringraziamo invece padre Gabriele per aver perso anche 3 notti di sonno pur di dare conforto e supporto a. Questa giovane coppia di genitori. Cordiali saluti.

    • Pierluigi ha detto:

      Ti domandi, giustamente, “perché bacchettare sulle dita un sacerdote che ha portato conforto a un malato a cui stavano per staccare le macchine che, a parere dei medici, servivano per tenerlo in vita”?
      Io credo che due sono le possibili risposte, non necessariamente tra loro alternative.
      1) Chi ha bacchettato il sacerdote è profondamente ma anche colpevolmente ignorante sul piano dottrinario, giacché l’accusa è stata pubblicata su un media “sedicente” cattolico.
      2) Chi ha fatto questo non crede più che un giorno dovremo essere giudicati da nostro Signore Gesù Cristo per ogni nostro peccato compiuto con parole, opere ed omissioni. In questo caso c’è già chi ha peccato pesantemente in opere ed omissioni. Coloro che hanno criticato a vanvera e infondatamente il sacerdote che ha amministrato ad Alfie l’Unzione degli Infermi (che si chiama così perché è sufficiente soffrire di una grave patologia per riceverlo e, quindi, tanto più se si è in pericolo di vita) si sono così macchiati dell’ingiustizia compiuta ai danni di Alfie con le proprie parole quantomeno imprudenti.

      Infine, e batto sempre lì, è sempre più evidente l’urgenza di un pubblico intervento correttivo e disciplinare da parte della Santa Sede sull’Arcivescovo di Liverpool e su tutta la Conferenza Episcopale dell’Inghilterra e del Galles. Basterebbe un semplice comunicato in cui si chiarisse che tutto ciò che è stato ufficialmente pubblicato dalla chiesa inglese sul tema di Alfie non corrisponde a ciò che la Chiesa Universale ha sempre pensato ed insegnato su casi come questi. Ma temo che questa si riveli come l’ennesima occasione persa da papa Francesco & friends per adempiere al comandamento che Gesù stesso impone a Pietro e a tutti i suoi successori di “confermare i tuoi fratelli nella Fede” diventando, in qualche modo, complici degli ingiusti.

  • Isabella ha detto:

    Domanda OT
    Dottor Tosatti, il suo webmaster è padre Spadaro? O monsignor Paglia?
    No perché tra post che appaiono e scompaiono e commenti che “sembra che questo commento sia un duplicato” sembra un’azione di sabotaggio così ben orchestrata da togliere la carne dalle ossa.

    • wp_7512482 ha detto:

      Cara isabella, purtroppo stanno lavorando da un paio di giorni sul blog, e la sofferenza c’è. Spero che – come mi abbiano promesso – per stasera sia a posto. Scusatemi, e abbiate pazienza…

  • Sulcitano ha detto:

    Grazie Massanera, concordo in toto con quanto trasmesso via mail a sua Ecc. Mons. Mc Mahon.
    Possa Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, avere pietà e misericordia del piccolo Alfie, dei suoi genitori e di tutti noi.
    SIA LODATO GESÙ CRISTO!

  • Sulcitano ha detto:

    Grazie Massanera, concordo in toto con quanto trasmesso via mail a sua Ecc. Mons. Mc Mahon.
    Possa Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, avere pietà e misericordia del piccolo Alfie, dei suoi genitori e di tutti noi.
    SIA LODAYO GESÙ CRISTO!

  • Marco Matteucci ha detto:

    Questi sono i frutti di una nuova idea di misericordia, sterile perché è lontana dal timore di Dio, falsa perché trascura l’adorazione del Sacro per compiacere l’egoismo del mondo.
    Siamo vicini, molto vicini, alla lunga notte di Dio perché illudendoci di poter essere solo noi gli unici padroni di noi stessi, come povere farfalle ignare ci siamo avvicinati troppo alla fiamma illusoria di quella falsa fede che ci sta consumando come cerini accesi e molto presto ci ritroveremo a terra, neri, contorti e …spenti.

  • massanera ha detto:

    Ho appena inviato questa mail al “vescovo” Mac Mahon di Liverpool.
    ArchBishop of Liverpool Malcom Mac Mahon,
    Today I read the statement about the Alfie case you issued after you met Pope Francis in Rome yesterday.
    This is all you have to say as a Catholic Bishop, that is the Sheperd of Catholic souls in Liverpool?
    Your statement has been read by many in Italy both in English and in Italian, and rest assured that many people ask themselves if this is a statement coming from a Catholic Bishop and this aroused everyone’s indignation.
    Your place should be in front of the Hospital saying the Holy Rosary for Alfie and for his family’s rights: they are entitled to choose where Alfie can be cured and loved in the same time.
    Are you sure you are a Catholic Bishop? You should make an act of contrition. Your behaviour is really deplorable because his best interest is to be cured in any case, anywhere even outside of Great Britain.
    Bye Bye.

  • deutero.amedeo ha detto:

    Il miracolo sarebbe che Alfie guarisse.
    E quando Dio vuole, può.
    Ma per ora, Dio sta solo prolungando quella che per i medici è un’agonia.
    Dio può ma non vuole?
    Lui sa perché, noi lo capiremo dopo. come abbiamo capito dopo, molto dopo il senso dell’agonia di Gesù nel Getzemani.
    Intanto con l’esempio di Gesù e usando le sue stesse parole rivolgiamo a Dio la sua supplica: -Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. Però non come voglio io, ma come vuoi tu-.

    • Sempliciotto ha detto:

      Il miracolo più grande è la conversione!
      “Pietro io ho pregato per te, e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».

  • Sulcitano ha detto:

    Per carità di Dio, non perdiamoci in chiacchere, la situazione è sempre più tragica. Continuiamo a pregare con fede per il piccolo Alfie, credendo e confidando solo in Dio.
    SIA LODATO GESÙ CRISTO!

  • Mazzarino ha detto:

    Non solo Alfie deve morire. Deve essere ucciso! Questo è il messaggio che deve passare a livello planetario. E’ questo che gli omoilluminati, reggitori del mondo occidentale vogliono. E come sempre da duecento anni lo ottengono comprando ad uno ad uno clero e fedeli cattolici, dato che i protestanti, fin dall’inizio, sono della (s)partita. E’ lo stesso cuore egoista, ladro e delinquente che produsse la rivoluzione francese e la sua naturale deriva comunista. Primo passo: Luana doveva essere uccisa. E lo fu! Ma per volontà dei genitore. Secondo passo: Alfie oggi deve essere ucciso anche se i genitori non vogliono. TERZO PASSO: A chiunque potrà essere tolta respirazione assistita ed idratazione, anche contro la volontà dei parenti, su ordine insindacabile dei medici del reparto. E il terzo passo è già in atto “sperimentalmente” su molti ospedali italiani. Anno Domini (ancora per poco) 2018. Siamo al dunque, i canoni cristiani su cui si sono retti migliaia di anni di convivenza sociale europea cadono sotto i colpi di coloro che si sono sempre fatti e si onorano di farsi beffe di Cristo. La Chiesa Cattolica, temuto ostacolo morale e sociale, è comprata, ed oggi totalmente ricattabile come qualunque repubblica delle banane, dunque finalmente annullata. Medici Illuminati, Generali Illuminati, Insegnanti Illuminati, Politici Illuminati, Vescovi Illuminati e, in cima alla piramide, ovviamente Giudici Planetari Masso Illuminati. Prendiamone serenamente atto. A noi l’onere di costruire, oltrechè nuove scuole cristiane, anche nostri ospedali, nostre case di riposo e nostri cimiteri in cui vietare l’accesso a tutti, e ripeto tutti, i vescovi attuali, presidiando la vita fino all’ultimo battito del cuore, anche con la forza. E il povero ritardato gelataio di Roma che per schifoso interesse e somma presunzione personale ci ha portato a tutto questo, sarebbe bene che, portantosi dietro i vari Paglia, Galantino e Bassetti, accelerasse l’ormai previsto prossimo pensionamento in Patagonia.

    • Lilith ha detto:

      Tu ti devi vergognare . Do te ne chiederà conto ! La vita anzitutto …. La vita ………. E la morte , la salute non la prego decidiamo noi , bensì chi ci ha creato …… prego per te anche e ti auguro del bene , in particolare alla tua anima tormentata e rabbiosa !

      Che Dio ti benedica in ogni caso fratello incattivito

  • deutero.amedeo ha detto:

    Interessanti i commenti, ma non dimentichiamo di dare con tutti i mezzi possibili il massimo sostegno ai genitori di Alfie affinché non si scoraggino di fronte a tanta perfidia e continuino nella loro impari lotta a sostegno dei diritti loro e del figlio e che, infine, sono anche diritti di tutti noi.

  • Isabella ha detto:

    Quelli di The Tablet sono gli stessi che accusano di essere farisei tutti quelli che abbiano un minimo di amore verso la Tradizione. E ora si mettono a questionare sulla congruenza della somministrazione dell’Estrema Unzione a un bambino. Mentre gli ignoranti, come me, fanno sommessamente notare che, dopo aver ricevuto questo Sacramento, Alfie ha smentito tutte le previsioni mediche – prontamente rimandate dagli stessi medici che hanno chiarissimo il quadro della situazione e lavorano per il suo best interest – sul fatto che, una volta staccato dalle macchine, sarebbe sopravvissuto solo 15 minuti (sarà un caso? Ma il caso non è forse lo pseudonimo che usa Dio quando non vuole firmarsi?).
    Chi sono dunque i “veri” farisei?

    Una cosa su Don Gabriele. Era un perfetto sconosciuto per genitori, parenti e sostenitori da mesi in ospedale. Secondo le cronache ora è fra i pochissimi ammessi insieme ai genitori, tanto da essere loro vicino nella nottata in cui hanno staccato i macchinari al piccolo Alfie. Cosa ha fatto di tanto eccezionale per “guadagnarsi” in così poco tempo tanta fiducia? Non ha pronunciato discorsi indimenticabili, non ha aperto sottoscrizioni, non si è messo a favore di telecamere come nuovo tribuno popolare. Ha semplicemente fatto quello che solo un prete può fare (e dare): ha impartito i Sacramenti. Al contrario di quelli che “It’s not my job”, da “umile operaio della vigna” ha compreso che il suo compito in quel momento era quello. E le pecore hanno riconosciuto l’odore del pastore.

    • Pierluigi ha detto:

      Bravissima, approvo in pieno tutto quello che hai scritto.
      Il Signore ti benedica.

    • Adriana ha detto:

      @ Isabella ,
      perfetto .Condivido totalmente .

    • Diego ha detto:

      Concordo con @Isabella!

    • Monica ha detto:

      La legge inglese prevede che un rappresentante spirituale possa essere presente in stanza oltre i genitori in questi casi. Al momento dell estubazione i parenti, nonni, zii ecc, secondo legge, potevano stare in una stanza separata ma vicina. Questo lo dico non per sminuire l azione e la testimonianza meravigliosa di questo sacerdote, che certamente tocca il cuore di molti, ma perché se ciò avviene é sempre per la fredda legge e non per un atteggiamento buono e comprensivo. Se non ci fosse questa legge non lo avrebbero fatto entrare. Fa parte del protocollo sull estubazione.

      • Isabella ha detto:

        @Monica
        È notizia di poco fa: allontanato dall’ospedale padre Gabriele
        https://it.aleteia.org/2018/04/26/liverpool-alder-hey-famiglia-evans-isolamento/

        Escludendo l’ipotesi che lo abbiano fatto per smentire il tuo commento, resta che, nel caso qualcuno abbia ancora dei dubbi, lo scontro qui non è solo su un piano umano. E come i satanisti dimostrano di credere più di molti cattolici nella Presenza Reale (altrimenti perché cercherebbero in ogni modo di rubare le Ostie consacrate o ricoprirebbero d’oro certi preti affinché celebrino la Consacrazione dando loro poi le Ostie?), così questa gente ha dimostrato di credere molto più di tanti fedeli a quel che un semplice prete può fare “in persona Christi”.

        • Monica ha detto:

          Il mio commento non può essere smentito poiché fa riferimento al protocollo ed é quello che abbiamo visto. Cioé che se il padre Gabriele poteva entrare nella stanza non era per gentilezza dell ospedale ma perché un padre spirituale può entrare oltre ai genitori. Il punto é che il prete italiano é stato richiamato a Londra e sostituito dal vescovo con il cappellano ospedaliero. I motivi possono essere vari. Dal web sembra qche qualcuno si sia lamentato col vescovo del richiamo all obiezione di coscienza che p. Gabriele ha fatto lunedi sera (nbq). Altre fonti (rep.) sostengono che P. Gabriele aveva una investitura ufficiosa del vaticano e contatti con m. Cavina. Ad ogni modo tutto deve tacere, le coscienze, il Vaticano, e le persone (la polizia sta monitorando i social per chi parla male malicious dell ospedale). L azione congiunta di giudici, medici, gerarchie ecclesiastiche fa pensar.. malicoius

  • Anna ha detto:

    Un solo titolo:Giuda!
    Ma verrà il giudizio per tutti ,giudici, medici, pastori, politici, colpevoli di aver agito perché Alfie muoia, colpevoli di omissione, colpevoli di silenzi, colpevoli di aVer potuto e di non aVer fatto, di poter dire e non aver detto. Fosse stato il figlio di un reale ben altro trattamento ne sarebbe seguito!
    La chiesa inglese non è più chiesa, vada dal papa fin che vuole per alleggerire la coscienza, a nulla serve se il cuore resta di pietra, perché quello Dio vede e giudica

    • Pierluigi ha detto:

      Sono pienamente d’accordo con te.
      Aggiungo che il fatto che i vescovi inglesi si schierino dalla parte della morte e dell’ingiustizia mi fa temere la loro incoscienza e non credenza che debbano, prima o poi, render conto di ciò a Dio…

  • laquiladidio ha detto:

    caro Tosatti qui a ben pensare siamo su un’altro pianeta, qualcosa si è interrotto nella successione apostolica, sembra di parlare con persone che non hanno conosciuto Cristo, ma forse Gesù stesso aveva già paventato la possibilità che ciò accadesse, Giovanni 10 “Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12 Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13 egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.” e ancora Matteo 5 “13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.” cordialità, Viva Cristo RE! viva la vita dono di Dio!

  • Monica ha detto:

    Il vescovo ha sbagliato nella dichiarazione sul sacramento dei malati. Esso si può dare in determinate situazioni di gravità , rischio di morte, difficoltà nella malattia, mentre il perdono dei peccati arriva si, ma se essi ci sono. Quindi il fine principale non é il solo perdono dei peccati. Ecco quanto riportato dal sito del vaticano su questo sacramento. Posto solo una parte che riguarda gli effetti del sacramento (vedere in particolare la fine)

    1520 Un dono particolare dello Spirito Santo. La grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. Questa grazia è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla morte. 130 Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo Spirito vuole portare il malato alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio. 131 Inoltre, « se ha commesso peccati, gli saranno perdonati » (Gc 5,15). 132

  • terzoc ha detto:

    Il Tablet ha fatto anche altre tre cose:

    1) ha bacchettato anche Mariella Enoc e il Bambin Gesù:

    “While the Bambino Gesu hospital have offered to help Alfie its president, Mariella Enoc, has not spelt out what new treatment, if any, it could offer. On Tuesday a judge said that all medical experts had agreed that further treatment was futile and it would be against the child’s best interests to fly him to Rome.”

    “Per quanto l’ospedale Bambino Gesù abbia offerto di aiutare Alfie, il suo presidente Mariella Enoc non ha specificato (“sillabato” letteralmente) QUALE IPOTETICA nuova cura potrebbe essere offerta. Martedì scorso un giudice ha detto che tutti gli esperti medici concordavano nel considerare futile qualsiasi ulteriore cura e che il trasporto aereo del bambino a Roma violerebbe i suoi migliori interessi”

    2) Il Tablet si è fatto portavoce, riportandolo tra virgolette, dell’avvertimento fatto dal capo della Polizia di Liverpool a chi scrive sui social media (attenti, vi monitoriamo e chiunque scriva minacce o calunnie sarà indagato e perseguito);

    3) infine (e questo mi pare MOLTO GRAVE) il Tablet si è schierato politicamente:

    “While Francis, the Italian state and the Holy See have sought to help in what are a tragic set of circumstances, the case has also been taken up by pro-life groups, right-wing parties in Italy and parental rights campaigners.”

    “Se Francesco, lo Stato italiano e la Santa Sede hanno cercato di essere d’aiuto in ciò che è una tragica sequenza di circostanze, il caso è stato pure fatto proprio da GRUPPI PRO-VITA, PARTITI ITALIANI DI DESTRA e SOSTENITORI DEI DIRITTI GENITORIALI”

    • Lo spettro di QC ha detto:

      Ho letto anch’io l’articolo. Tutte queste precisazioni – insieme a quella sulla funzione dell’estrema unzione – sono assolutamente fondamentali per comprendere la vicenda e, soprattutto, per convenire che l’omessa alimentazione per 36 ore (insieme al rifiuto dell’ossigeno e al ritardo nell’idratazione) è “fare tutto ciò che è umanamente possibile”. Povero arcivescovo, poveri medici e poveri giudici….
      Non so cos’altro scrivere…

      • Fabrizio Giudici ha detto:

        Povero arcivescovo, poveri medici e poveri giudici….
        Non so cos’altro scrivere…

        Suggerisco: povero Papa. E poveri noi.

  • La Samaritana ha detto:

    Scusa Sherden ma non ho capito chi è che è andato al Consiglio di Amministrazione dell’ Adler Hay ??? Abbi pazienza ma ti dispiace spiegare ? Grazie

    • sherden ha detto:

      mi riferivo al “signor” McMahon, e in particolare a questa sua boutade: “…Ma so che i sistemi legali e medici in UK sono anche basati sulla compassione e la salvaguardia dei diritti del singolo bambino…”
      Ti sembrano, per questa specifica circostanza, le parole che avresti voluto sentire da un vescovo della chiesa cattolica?
      A me sono sembrate più adatte in bocca a un consigliere di amministrazione.

      • Adriana ha detto:

        @ Sherden ,
        Questo Mac Mahon è un Amministratore Delegato della S.A.E.I. .( Società Affari Esteri INFERNALI )

  • Vito ha detto:

    Perché non dite quello che pensate direttamente all’arcivescovo.
    Io l’ho già fatto, questo è l’indirizzo:
    archbishop.liverpool@rcaolp.co.uk

    • Sempliciotto ha detto:

      È il pensiero eretico di Francesco che andrebbe denunciato, quello a cui stiamo assistendo è semplicemente frutto del suo volere, i Vescovi sono solo burattini nelle sue mani, il Vescovo di Liverpool sta solo obbedendo alle direttive del Padrone.

    • Monica ha detto:

      Gli ho scritto oggi. Gli ho solo messo in copia la parabola dei talenti. Dice tutto e spero che non dalle mie parole ma da quelle di NS capisca e non abbia paura di testimoniare la verità

  • Gian ha detto:

    Vescovo? Costui parla come parlano gli impostori ed è un impostore indecente. Si permette anche di dire che noi italiani “dimostriamo in maniera così caratteristica (cioè stravagante, da inferiori, nota mia) la compassione verso Alfie” mentre lui e gli inglesi sono distaccati e superiori, pensando unicamente all’interesse del bambino, che è di morire… Dio non esiste per questo infame!

  • mamalifed ha detto:

    PARTE SECONDA
    LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO

    SEZIONE SECONDA
    «I SETTE SACRAMENTI DELLA CHIESA»

    CAPITOLO SECONDO
    I SACRAMENTI DI GUARIGIONE

    ARTICOLO 5
    L’UNZIONE DEGLI INFERMI

    1499 « Con la sacra Unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio ».96

    I. Suoi fondamenti nell’Economia della salvezza

    La malattia nella vita umana

    1500 La malattia e la sofferenza sono sempre state tra i problemi più gravi che mettono alla prova la vita umana. Nella malattia l’uomo fa l’esperienza della propria impotenza, dei propri limiti e della propria finitezza. Ogni malattia può farci intravvedere la morte.

    1501 La malattia può condurre all’angoscia, al ripiegamento su di sé, talvolta persino alla disperazione e alla ribellione contro Dio. Ma essa può anche rendere la persona più matura, aiutarla a discernere nella propria vita ciò che non è essenziale per volgersi verso ciò che lo è. Molto spesso la malattia provoca una ricerca di Dio, un ritorno a lui.

    Il malato di fronte a Dio

    1502 L’uomo dell’Antico Testamento vive la malattia di fronte a Dio. È davanti a Dio che egli versa le sue lacrime sulla propria malattia;97 è da lui, il Signore della vita e della morte, che egli implora la guarigione.98 La malattia diventa cammino di conversione99 e il perdono di Dio dà inizio alla guarigione. 100 Israele sperimenta che la malattia è legata, in un modo misterioso, al peccato e al male, e che la fedeltà a Dio, secondo la sua Legge, ridona la vita: « Perché io sono il Signore, colui che ti guarisce! » (Es 15,26). Il profeta intuisce che la sofferenza può anche avere un valore redentivo per i peccati altrui. 101 Infine Isaia annuncia che Dio farà sorgere per Sion un tempo in cui perdonerà ogni colpa e guarirà ogni malattia. 102

    Cristo-medico

    1503 La compassione di Cristo verso i malati e le sue numerose guarigioni di infermi di ogni genere 103 sono un chiaro segno del fatto che Dio ha visitato il suo popolo 104 e che il regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati: 105 è venuto a guarire l’uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i malati hanno bisogno. 106 La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si identifica con loro: « Ero malato e mi avete visitato » (Mt 25,36). Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Esso sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene.

    1504 Spesso Gesù chiede ai malati di credere. 107 Si serve di segni per guarire: saliva e imposizione delle mani, 108 fango e abluzione. 109 I malati cercano di toccarlo 110 « perché da lui usciva una forza che sanava tutti » (Lc 6,19). Così, nei sacramenti, Cristo continua a « toccarci » per guarirci.

    1505 Commosso da tante sofferenze, Cristo non soltanto si lascia toccare dai malati, ma fa sue le loro miserie: « Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie » (Mt 8,17). 111 Non ha guarito però tutti i malati. Le sue guarigioni erano segni della venuta del regno di Dio. Annunciavano una guarigione più radicale: la vittoria sul peccato e sulla morte attraverso la sua pasqua. Sulla croce, Cristo ha preso su di sé tutto il peso del male 112 e ha tolto il « peccato del mondo » (Gv 1,29), di cui la malattia non è che una conseguenza. Con la sua passione e la sua morte sulla croce, Cristo ha dato un senso nuovo alla sofferenza: essa può ormai configurarci a lui e unirci alla sua passione redentrice.

    «Guarite gli infermi…»

    1506 Cristo invita i suoi discepoli a seguirlo prendendo anch’essi la loro croce. 113 Seguendolo, assumono un nuovo modo di vedere la malattia e i malati. Gesù li associa alla sua vita di povertà e di servizio. Li rende partecipi del suo ministero di compassione e di guarigione: « E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano » (Mc 6,12-13).

    1507 Il Signore risorto rinnova questo invio (« Nel mio nome […] imporranno le mani ai malati e questi guariranno »: Mc 16,17-18) e lo conferma per mezzo dei segni che la Chiesa compie invocando il suo nome. 114 Questi segni manifestano in modo speciale che Gesù è veramente « Dio che salva ». 115

    1508 Lo Spirito Santo dona ad alcuni un carisma speciale di guarigione 116 per manifestare la forza della grazia del Risorto. Tuttavia, neppure le preghiere più intense ottengono la guarigione di tutte le malattie. Così san Paolo deve imparare dal Signore: « Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza » (2 Cor 12,9), e che le sofferenze da sopportare possono avere questo significato: « Io completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa » (Col 1,24).

    1509 « Guarite gli infermi! » (Mt 10,8). La Chiesa ha ricevuto questo compito dal Signore e cerca di attuarlo sia attraverso le cure che presta ai malati sia mediante la preghiera di intercessione con la quale li accompagna. Essa crede nella presenza vivificante di Cristo, medico delle anime e dei corpi. Questa presenza è particolarmente operante nei sacramenti e in modo tutto speciale nell’Eucaristia, pane che dà la vita eterna 117 e al cui legame con la salute del corpo san Paolo allude. 118

    1510 La Chiesa apostolica conosce tuttavia un rito specifico in favore degli infermi, attestato da san Giacomo: « Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati » (Gc 5,14-15). La Tradizione ha riconosciuto in questo rito uno dei sette sacramenti della Chiesa. 119

    Un sacramento degli infermi

    1511 La Chiesa crede e professa che esiste, tra i sette sacramenti, un sacramento destinato in modo speciale a confortare coloro che sono provati dalla malattia: l’Unzione degli infermi:

    « Questa Unzione sacra dei malati è stata istituita come vero e proprio sacramento del Nuovo Testamento dal Signore nostro Gesù Cristo. Accennato da Marco, 120 è stato raccomandato ai fedeli e promulgato da Giacomo, apostolo e fratello del Signore ». 121

    1512 Nella tradizione liturgica, tanto in Oriente quanto in Occidente, si hanno fin dall’antichità testimonianze di unzioni di infermi praticate con olio benedetto. Nel corso dei secoli, l’Unzione degli infermi è stata conferita sempre più esclusivamente a coloro che erano in punto di morte. Per questo motivo aveva ricevuto il nome di « Estrema Unzione ». Malgrado questa evoluzione, la liturgia non ha mai tralasciato di pregare il Signore affinché il malato riacquisti la salute, se ciò può giovare alla sua salvezza. 122

    1513 La Costituzione apostolica « Sacram Unctionem infirmorum » (30 novembre 1972), in linea con il Concilio Vaticano II 123 ha stabilito che, per l’avvenire, sia osservato nel rito romano quanto segue:

    « Il sacramento dell’Unzione degli infermi viene conferito ai malati in grave pericolo, ungendoli sulla fronte e sulle mani con olio debitamente benedetto – olio di oliva o altro olio vegetale – dicendo una sola volta: “Per questa santa Unzione e per la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi” ». 124

    II. Chi riceve e chi amministra questo sacramento?

    In caso di malattia grave…

    1514 L’Unzione degli infermi « non è il sacramento soltanto di coloro che sono in fin di vita. Perciò il tempo opportuno per riceverla si ha certamente già quando il fedele, per malattia o per vecchiaia, incomincia ad essere in pericolo di morte ». 125

    1515 Se un malato che ha ricevuto l’Unzione riacquista la salute, può, in caso di un’altra grave malattia, ricevere nuovamente questo sacramento. Nel corso della stessa malattia il sacramento può essere ripetuto se si verifica un peggioramento. È opportuno ricevere l’Unzione degli infermi prima di un intervento chirurgico rischioso. Lo stesso vale per le persone anziane la cui debolezza si accentua.

    «…chiami a sé i presbiteri della Chiesa»

    1516 Soltanto i sacerdoti (Vescovi e presbiteri) sono i ministri dell’Unzione degli infermi. 126 È dovere dei Pastori istruire i fedeli sui benefici di questo sacramento. I fedeli incoraggino i malati a ricorrere al sacerdote per ricevere tale sacramento. I malati si preparino a riceverlo con buone disposizioni, aiutati dal loro Pastore e da tutta la comunità ecclesiale, che è invitata a circondare in modo tutto speciale i malati con le sue preghiere e le sue attenzioni fraterne.

    III. Come si celebra questo sacramento?

    1517 Come tutti i sacramenti, l’Unzione degli infermi è una celebrazione liturgica e comunitaria, 127 sia che abbia luogo in famiglia, all’ospedale o in chiesa, per un solo malato o per un gruppo di infermi. È molto opportuno che sia celebrata durante l’Eucaristia, memoriale della pasqua del Signore. Se le circostanze lo consigliano, la celebrazione del sacramento può essere preceduta dal sacramento della Penitenza e seguita da quello dell’Eucaristia. In quanto sacramento della pasqua di Cristo, l’Eucaristia dovrebbe sempre essere l’ultimo sacramento del pellegrinaggio terreno, il « viatico » per il « passaggio » alla vita eterna.

    1518 Parola e sacramento costituiscono un tutto inseparabile. La liturgia della Parola, preceduta da un atto penitenziale, apre la celebrazione. Le parole di Cristo, la testimonianza degli Apostoli ravvivano la fede del malato e della comunità per chiedere al Signore la forza del suo Spirito.

    1519 La celebrazione del sacramento comprende principalmente i seguenti elementi: « i presbiteri della Chiesa » 128 impongono – in silenzio – le mani ai malati; pregano sui malati nella fede della Chiesa: 129 è l’epiclesi propria di questo sacramento; quindi fanno l’unzione con l’olio, benedetto, possibilmente, dal Vescovo.

    Queste azioni liturgiche indicano quale grazia tale sacramento conferisce ai malati.

    IV. Gli effetti della celebrazione di questo sacramento

    1520 Un dono particolare dello Spirito Santo. La grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. Questa grazia è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla morte. 130 Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo Spirito vuole portare il malato alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio. 131 Inoltre, « se ha commesso peccati, gli saranno perdonati » (Gc 5,15). 132

    1521 L’unione alla passione di Cristo. Per la grazia di questo sacramento il malato riceve la forza e il dono di unirsi più intimamente alla passione di Cristo: egli viene in certo qual modo consacrato per portare frutto mediante la configurazione alla passione redentrice del Salvatore. La sofferenza, conseguenza del peccato originale, riceve un senso nuovo: diviene partecipazione all’opera salvifica di Gesù.

    1522 Una grazia ecclesiale. I malati che ricevono questo sacramento, unendosi « spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo », contribuiscono « al bene del popolo di Dio ». 133 Celebrando questo sacramento, la Chiesa, nella comunione dei santi, intercede per il bene del malato. E l’infermo, a sua volta, per la grazia di questo sacramento, contribuisce alla santificazione della Chiesa e al bene di tutti gli uomini per i quali la Chiesa soffre e si offre, per mezzo di Cristo, a Dio Padre.

    1523 Una preparazione all’ultimo passaggio. Se il sacramento dell’Unzione degli infermi è conferito a tutti coloro che soffrono di malattie e di infermità gravi, a maggior ragione è dato a coloro che stanno per uscire da questa vita (« in exitu vitae constituti »), 134 per cui lo si è anche chiamato « sacramentum exeuntium ». 135 L’Unzione degli infermi porta a compimento la nostra conformazione alla morte e alla risurrezione di Cristo, iniziata dal Battesimo. Essa completa le sante unzioni che segnano tutta la vita cristiana; quella del Battesimo aveva suggellato in noi la vita nuova; quella della Confermazione ci aveva fortificati per il combattimento di questa vita. Quest’ultima unzione munisce la fine della nostra esistenza terrena come di un solido baluardo in vista delle ultime lotte prima dell’ingresso nella Casa del Padre. 136

    V. Il viatico, ultimo sacramento del cristiano

    1524 A coloro che stanno per lasciare questa vita, la Chiesa offre, oltre all’Unzione degli infermi, l’Eucaristia come viatico. Ricevuta in questo momento di passaggio al Padre, la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo ha un significato e un’importanza particolari. È seme di vita eterna e potenza di risurrezione, secondo le parole del Signore: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno » (Gv 6,54). Sacramento di Cristo morto e risorto, l’Eucaristia è, qui, sacramento del passaggio dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre. 137

    1525 Come i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia costituiscono una unità chiamata « i sacramenti dell’iniziazione cristiana », così si può dire che la Penitenza, la santa Unzione e l’Eucaristia, in quanto viatico, costituiscono, al termine della vita cristiana, « i sacramenti che preparano alla Patria » o i sacramenti che concludono il pellegrinaggio terreno.

    In sintesi

    1526 « Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati » (Gc 5,14-15).

    1527 Il sacramento dell’Unzione degli infermi ha lo scopo di conferire una grazia speciale al cristiano che sperimenta le difficoltà inerenti allo stato di malattia grave o alla vecchiaia.

    1528 Il momento opportuno per ricevere la santa Unzione è certamente quello in cui il fedele comincia a trovarsi in pericolo di morte per malattia o vecchiaia.

    1529 Ogni volta che un cristiano cade gravemente malato, può ricevere la santa Unzione, come pure quando, dopo averla già ricevuta, si verifica un aggravarsi della malattia.

    1530 Soltanto i sacerdoti (presbiteri e Vescovi) possono amministrare il sacramento dell’Unzione degli infermi; per conferirlo usano olio benedetto dal Vescovo o, all’occorrenza, dallo stesso presbitero celebrante.

    1531 L’essenziale della celebrazione di questo sacramento consiste nell’unzione sulla fronte e sulle mani del malato (nel rito romano) o su altre parti del corpo (in Oriente), unzione accompagnata dalla preghiera liturgica del sacerdote celebrante che implora la grazia speciale di questo sacramento.

    1532 La grazia speciale del sacramento dell’Unzione degli infermi ha come effetti:

    — l’unione del malato alla passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa;
    — il conforto, la pace e il coraggio per sopportare cristianamente le sofferenze della malattia o della vecchiaia;
    — il perdono dei peccati, se il malato non ha potuto ottenerlo con il sacramento della Penitenza;
    — il recupero della salute, se ciò giova alla salvezza spirituale;
    — la preparazione al passaggio alla vita eterna.

    (96) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 11: AAS 57 (1965) 15.

    (97) Cf Sal 38.

    (98) Cf Sal 6,3; Is 38.

    (99) Cf Sal 38,5; 39,9.12.

    (100) Cf Sal 32,5; 107,20; Mc 2,5-12.

    (101) Cf Is 53,11.

    (102) Cf Is 33,24.

    (103) Cf Mt 4,24.

    (104) Cf Lc 7,16.

    (105) Cf Mc 2,5-12.

    (106) Cf Mc 2,17.

    (107) Cf Mc 5,34.36; 9,23.

    (108) Cf Mc 7,32-36; 8,22-25.

    (109) Cf Gv 9,6-15.

    (110) Cf Mc 3,10; 6,56.

    (111) Cf Is 53,4.

    (112) Cf Is 53,4-6.

    (113) Cf Mt 10,38.

    (114) Cf At 9,34; 14,3.

    (115) Cf Mt 1,21; At 4,12.

    (116) Cf 1 Cor 12,9.28.30.

    (117) Cf Gv 6,54.58.

    (118) Cf 1 Cor 11,30.

    (119) Cf Sant’Innocenzo I, Lettera Si instituta ecclesiastica: DS 216; Concilio di Firenze, Decretum pro Armenis: DS 1324-1325; Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento extremae Unctionis, c. 1-2: DS 1695-1696; Id., Sess. 14a, Canones de extrema Unctione, canoni 1-2: DS 1716-1717.

    (120) Cf Mc 6,13.

    (121) Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento extremae Unctionis, c. 1: DS 1695. Cf Gc 5,14-15.

    (122) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento extremae Unctionis, c. 2: DS 1696.

    (123) Cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 73: AAS 54 (1964) 118-119.

    (124) Paolo VI, Cost. ap. Sacram Unctionem infirmorum: AAS 65 (1973) 8. Cf CIC 847, § 1.

    (125) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 73: AAS 56 (1964) 118-119; cf CIC canoni 1004, § 1. 1005. 1007; CCEO canone 738.

    (126) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento extremae Unctionis, c. 3: DS 1697; Id., Sess. 14a, Canones de extrema Unctione, canone 4: DS 1719; CIC canone 1003; CCEO canone 739, § 1.

    (127) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 27: AAS 56 (1964) 107.

    (128) Cf Gc 5,14.

    (129) Cf Gc 5,15.

    (130) Cf Eb 2,15.

    (131) Concilio di Firenze, Decretum pro Armenis: DS 1325.

    (132) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Canones de extrema Unctione, canone 2: DS 1717.

    (133) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 11: AAS 57 (1965) 15.

    (134) Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento extremae Unctionis, c. 3: DS 1698.

    (135) Ibid.

    (136) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento extremae Unctionis, Prooemium: DS 1694.

    (137) Cf Gv 13,1.

  • Adriana ha detto:

    Gli auguro caldamente di accettare con grazia e serenità la condanna di morire di fame e sete qualora un giudice illuminato giudicasse -secondo futuribili (?) diktat sociali che l’esistenza di
    un “pastore” è sopravvivenza arcaica ,inutile ,costosa.

  • Matteo Dellancoe ha detto:

    Per Bergoglio la santità è tacere di fronte al fratello che sbaglia ; per me , che sono lontano dalla santità anni luce, il non correggere pubblicamente il Vescovo in questione che biblicamente definirei cane, NON È SANTITA’ MA VILE COMPLICITÀ!

  • sherden ha detto:

    E che c’è venuto a fare, lo spottone al consiglio di amministrazione dell’ospedale?

    • Sempliciotto ha detto:

      No, è venuto per chiedere al Capo se stava facendo tutto come lui desiderava, e il Capo gli ha fatto i complimenti!

    • Vito ha detto:

      Lo spottone all’ospedale e lo sfottone a noi italiani.
      Questo barbaro inglese, evidentemente, nonostante gli approfonditi studi in seminario, non è riuscito ad acquisire un sufficiente livello di umanità.
      Forse sarebbe il caso che venisse rimosso e sostituito.