ALFIE. NON È IN STATO TERMINALE. APPELLO RIFIUTATO. LONDRA COME LA BERLINO DEL MURO.

25 Aprile 2018 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Aggiornamento: la Corte ha rifiutato l’appello presentato dai genitori di Alfie Evans. 

Mentre alla Corte di Londra, ancora una volta, si combatte contro la volontà dell’ospedale e della burocrazia britannica di sopprimere Alfie Evans, e mentre emergono dettagli inquietanti che portano a pensare che l’Alder Hey Hospital voglia nascondere qualcosa, come si evince da questo video della Nuova Bussola Quotidiana, dalla Polonia giunge una testimonianza importante. La dottoressa che ha visitato Alfie afferma:

“Non ci sono segni di danni al tronco encefalico nel test di risonanza cerebrale. Ciò conferma che il bambino non è in uno stato terminale ha detto il dottore Izabela Pałgan di Bydgoszcz in una conversazione con Radio Wnet, che ha aiutato i genitori di Alfie.

Il dottor Płongan, su richiesta dei suoi genitori, si occupava del piccolo Alfie.

“Le persone che sostenevano questa famiglia stavano cercando altri medici che avrebbero potuto esaminare Alfie perché non erano del tutto d’accordo con le opinioni dei medici a Liverpool. I genitori di Alfie mi hanno chiesto se potevo vedere il bambino e valutare le sue condizioni”.

Il medico spiega in quale stato Alfie era nel momento in cui i medici britannici decisero di rivolgersi al tribunale per ottenere il permesso di staccare il bambino dall’apparato.

I medici dell’ospedale di Liverpool hanno chiesto al tribunale di consentire al bambino di essere separato dall’attrezzatura medica, poiché il motivo è che sarà nel miglior interesse del bambino. “Il bambino non è un bambino morente. Questo non è uno stato di morte cerebrale. Il bambino reagisce alla voce di suo padre, periodicamente apre gli occhi, stringe la bocca quando somministra la tettarella. I genitori dicono che si mette in contatto con loro. Quando gli parlano, sentono che il bambino prova emozioni. Certamente non un bambino morente. In Polonia e in altri paesi europei, questi bambini sono coperti da cure palliative, a casa o in hospice”.

I medici dell’Alder Hey Hospital erano convinti che Alfie sarebbe morto poco dopo il distacco degli apparecchi. Così non è; ormai da oltre due giorni, e questa sola evidenza sarebbe sufficiente, in un Paese civile, e in un apparato statale che non si voglia arroccare nella difesa di un malinteso orgoglio nazionale e di casta, a ridare libertà di azione e spostamento ai genitori e al bambino. Mentre scriviamo non sappiamo ancora come si concluderà l’udienza; ma sia Il giudice Lord McFarlane che il giudice Lady King hanno detto che l’unico elemento è il miglior interesse del bambino; il che ormai nel gergo di questa vicenda può essere tradotto come: sopprimiamolo. E che “tutto quello che potrebbe fargli apprezzare la vita, anche il semplice tocco di sua madre, è stato distrutto irrevocabilmente”. Il che è tutto da dimostrare.

Ma il problema vero è che il caso di Alfie non è un caso privato: è un problema di Stato, in gran Bretagna, e di conseguenza anche da noi. Dove si sono mobilitati personaggi letterari e politici come la Marzano, e giudici – anch’essi politicamente ben identificabili – come Zagrebelsky per riaffermare il diritto delle autorità statali, medici o giudici, a decidere il diritto di vita o di morte sui singoli.

Non a caso il giudice Lord Mc Farlane ha detto all’avvocato Paul Diamond, legale di Tom: “Il suo cliente ha preteso di portare avanti una denuncia verso tre dottori accusati di delitto come cospirazione per uccidere. Quelle denunce sono state notificate ai dottori e adesso lei dice che non c’è ostilità verso il National Health Service”. Ed è proprio questo delitto di lesa maestà, del socialistico National Health Service, con il suo milione e mezzo di dipendenti, che rende densa di ostacoli la via verso la speranza per Alfie.

Chi ne è in grado può leggere questa analisi spassionata e acuta.

Ne traduciamo una parte: “…Quando una nazione vota per un sistema di cura socialista vuole dire che è d’accordo nel permettere che il governo tratti le loro vite come algoritmi. Quando la linea di fondo è misurata in dollari piuttosto che in vite, il rischio che una società corre è illustrato in casi come quelli di Alfie. Il NHS semplicemente non può permettersi la prospettiva estremamente costosa di tenere in vita un bambino che non vivrà molto più a lungo a causa di una malattia incurabile…È crudele, ma logico, il risultato inevitabile di un sistema in cui c’è un solo pagatore”.

Quello che non sembra logico, e quasi incomprensibile, è la decisione di non permettere che Alfi possa essere curato altrove, a spese di altri. Ma l’articolista ricorda l’intervista di un ingegnere che aveva costruito il Muro di Berlino, e che lo difendeva (dopo la caduta), dicendo che era necessario, perché se no troppi sarebbero fuggiti, e non sarebbe stato possibile costruire il socialismo. “Questo è esattamente il punto nella decisione del NHS e dei tribunali di impedire ai loro liberi cittadini di lasciare il Paese. Se a loro è permesso di sfuggire alle conseguenze laceranti del socialismo, altri vorranno fare lo stesso. E come può un sistema socialista funzionare senza la cooperazione di tutti? E come fai a obbligare la gente a partecipare a quel sistema socialista quando scoprono che il sistema può uccidere loro, o le persone amate? Costruisci un muro. La Gran Bretagna non ha ancora costruito un muro per tenere dentro i suoi cittadini dentro, ma i tribunali ne hanno costruito uno con la legge…La Gran Bretagna non può tollerare la defezione di quelli che potrebbero trovare altrove cure migliori”.

E infatti il leader dell’UKIP, Gerard Batten ha detto che “Alfie Evans dovrebbe avere un diritto alla vita, e non il dovere di morire per ordine dello Stato. Questo giudizio del tribunale e la decisione medica sono come la porta verso il totalitarismo. Lo Stato non ha il diritto di dire ai genitori: non avrete indietro il vostro bambino neanche per una cura alternativa, finché non siamo sicuri che sia morto”.

E Alfie è cittadino italiano. Un elemento che è stato ricordato durante l’udienza a Londra. Il Centro Studi Rosario Livatino, formato da magistrati, docenti universitari e avvocati, ha reso pubblico questo comunicato:

La decisione del Consiglio dei ministri di ieri di riconoscere la cittadinanza italiana al piccolo Alfie è un gesto di coraggio e di civiltà. Ora si tratta di fare in modo che non resti un pur importante passo politico, producendo le auspicate ricadute giuridiche. I dati certi della vicenda sono che:
1. nei confronti di Alfie i genitori non invocano alcun “overtreatment” (o, come si dice impropriamente, accanimento terapeutico), bensì il mantenimento vitale attraverso supporti tecnici. Ciò accade ovunque vi sia un disabile grave, che non può essere ucciso o lasciato morire solo perché disabile e solo perché rappresenta un costo per il sistema sanitario;
2. se il Regno Unito non intende garantire tale mantenimento, Alfie – attraverso i suoi genitori – ha il diritto di recarsi altrove, e in particolare nello Stato di cui è diventato cittadino per fruire del trattamento. Lo tutelano in tal senso gli articoli 2 della Convenzione EDU, 56 del Trattato sul funzionamento dell’UE, 2 13 e 32 della Costituzione;
3. né Alfie né i suoi genitori hanno commesso reati per i quali possa loro essere interdetta con atto del giudice alcuna libertà, e in particolare la libertà di circolazione.
Poiché è immaginabile che il Governo italiano non intenda limitarsi al gesto simbolico, ma punti a conseguire il risultato, le norme sui poteri dell’autorità consolare italiana, contenute nel decreto legislativo n. 71/2011 – che recepisce decisioni comunitarie – offrono delle possibilità al riguardo. Soprattutto permettono, in caso di pervicace diniego da parte dei giudici inglesi, di ricorrere con urgenza alla Corte di Giustizia europea: la cui pronuncia nel caso specifico potrebbe salvare la vita ad Alfie evitando diatribe diplomatiche fra Stati amici. Tutti gli italiani di buon senso vorrebbero estendere l’apprezzamento sincero manifestato sul punto verso il Governo italiano al raggiungimento dell’obiettivo di far vivere un bambino.

 


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34 commenti

  • Liberato ha detto:

    Ho per due volte commentato il post del presunto sacerdote… per due volte censurato! chiedevo, Vangelo alla mano,come conciliasse la Parola di Dio con le sue affermazioni… a voi la riflessione.

  • A volte tornano ha detto:

    Esco per un secondo dal Silenzio perché ho una sofferenza per il Piccolo Alfie che mi sta straziando…..vi chiedo,e chiedo anche agli spettri che paiono così vicini a bergoglio, dove è il loro idolo adesso? Lui che fa “improvvisate” a destra e a manca, perché non ne fa una nell ‘ospedale londinese degli orrori? Ma come si potrà mai avere fiducia in una simile chiesa?

    Caso Alfie, il vergognoso vescovo di Liverpool dalla parte di medici e giudici
    PUBBLICATO 26 aprile 2018
    Medici e giudici hanno già negato il diritto alla vita di Alfie e la libertà di movimento dei suoi genitori. Ora l’arcivescovo di Liverpool e il cardinale Nichols cacciano dall’ospedale padre Gabriele Brusco, il sacerdote italiano che il 16 aprile era corso al capezzale di Alfie, stante l’indisponibilità di qualsiasi prete locale.

    di Riccardo Cascioli (26-04-2018)

    L’arcivescovo di Liverpool va a Roma a rassicurare il Papa sulla bravura dei medici dell’Alder Hey Hospital e sulla correttezza dei giudici britannici che hanno condannato a morte Alfie Evans; e nel frattempo fa scacciare padre Gabriele Brusco dall’ospedale, lasciando Tom e Kate senza alcuna assistenza spirituale e testimonianza concreta di una vicinanza umana.

    Neanche il più critico osservatore della Chiesa inglese (e non solo) avrebbe mai potuto immaginare uno scandalo del genere. L’immagine cara a papa Francesco del “pastore con l’odore delle pecore” mutata in “pastore che si macchia del sangue delle pecore”.

    Malcolm McMahon, vescovo di Liverpool dal 2014.
    Al titolare cattolico dell’arcidiocesi di Liverpool, Malcolm McMahon, in tutti questi mesi gli impegni pastorali hanno impedito di percorrere quei 7 chilometri che separano la sua residenza dall’Alder Hey Hospital; in compenso martedì sera ha trovato il tempo per andare a Roma per poter partecipare mercoledì all’udienza generale con papa Francesco, cui è seguito un breve incontro privato. Al Papa, monsignor McMahon ha così potuto ripetere quel mucchio di menzogne che va propagando da quando il caso di Alfie ha conquistato un’attenzione internazionale tale da non poter più fare finta di nulla.

    Basterebbe rileggersi la nota dei vescovi di Inghilterra e Galles diffusa nel pomeriggio del 18 aprile, poche ore dopo l’udienza privata che il Papa ha concesso a Thomas Evans, il papà di Alfie. Ecco un estratto: «Affermiamo la nostra convinzione che tutti coloro che hanno preso le decisioni strazianti che riguardano la cura di Alfie Evans agiscono con integrità e per il bene di Alfie, così come loro lo vedono. La professionalità e la cura per bambini seriamente malati dimostrata all’Alder Hey Hospital deve essere riconosciuta e affermata. Sappiamo che le critiche pubbliche recentemente pubblicate sul loro lavoro non sono fondate così come l’attenzione della nostra cappellania per lo staff, e davvero offerta alla famiglia, è stata fornita in maniera consistente».

    Come si vede, la prima parte ricalca l’inaccettabile posizione più volte espressa anche da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che non a caso ha buoni rapporti con l’episcopato inglese.

    Quanto al resto è evidente che McMahon ha sempre volutamente ignorato Alfie e i suoi genitori, e non solo lui (basti il racconto della settimana a Liverpool della nostra Benedetta Frigerio). Nel report dell’arcidiocesi di Liverpool sul caso Alfie Evans, pubblicato il 13 aprile 2018 a firma del portavoce della diocesi Peter Heneghan, si afferma che il vescovo ausiliare Tom Williams «ha offerto sostegno ai medici e allo staff». Quanto ad Alfie, «egli non ha incontrato i suoi genitori che – a quanto si sa – non sono cattolici».

    Davvero curioso per chi si è costantemente prodigato per Alfie non sapere neanche che il bambino è battezzato cattolico come suo padre. Chissà come mai tutta la preoccupazione pastorale è per i sanitari (saranno tutti cattolici?) e niente per i pazienti. Dopo l’incontro con il Pontefice, al settimanale inglese The Tablet mons. McMahon ha riferito di aver espresso a papa Francesco quanto «i cattolici di Liverpool hanno il cuore spezzato per Alfie e i suoi genitori e continuano a offrire appoggio e preghiere».

    Qualche cattolico può darsi, certamente non il loro vescovo. Il quale vescovo, mentre brigava per andare a raccontare al Papa quanto sono bravi i medici e giusti i giudici, esercitava pressioni insostenibili per cacciare dall’ospedale padre Gabriele Brusco, che dal 16 aprile è al capezzale di Alfie. Cosa che alla fine gli è riuscita oggi, grazie al sostegno combinato del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, diocesi in cui padre Brusco attualmente risiede.

    Prima che McMahon si recasse a Roma, l’ausiliare di Liverpool monsignor Williams aveva convocato padre Gabriele nel suo ufficio: anticamera di 45 minuti e poi un’ora di confronto sul significato della sua presenza all’Alder Hey che – ricordiamolo – aveva solo lo scopo di sostenere la famiglia di Alfie stante l’indisponibilità di un qualsiasi prete cattolico locale.

    Il colloquio non deve essere stato particolarmente amichevole, visti gli sviluppi. Certamente qualche sanitario non ha gradito il richiamo di padre Gabriele al diritto-dovere dell’obiezione di coscienza che ha fatto al personale incaricato di staccare la ventilazione ad Alfie. Del resto per chi sta uccidendo, il richiamo alla coscienza è intollerabile, e magari se ne deve essere lamentato con l’arcivescovo.

    Comunque, dopo il colloquio padre Gabriele è restato al suo posto, al fianco di Tom, Kate e Alfie, sapendo anche di contare sul tacito sostegno della Segreteria di Stato (dopo l’intervento del Papa). Ma dopo la visita di ieri a Roma di McMahon deve aver cominciato a vacillare anche l’appoggio vaticano, e nello stesso tempo il cardinale Nichols – che, attraverso il suo ausiliare mons. Sherrington, aveva già inviato una mail a padre Gabriele – lo ha fatto richiamare a Londra, dal parroco dove da qualche tempo presta servizio. Visto il livello morale e spirituale dei personaggi coinvolti, non ci stupiremmo se a breve scoprissimo un padre Gabriele costretto ad abbandonare l’Inghilterra e trovarsi un’altra terra di missione. Ovviamente l’arcivescovo di Liverpool ha detto che l’assistenza spirituale verrà garantita dal cappellano, ma qualcuno è davvero disposto a credere a chi non fa altro che dire menzogne?

    Alla fine comunque resta il fatto vergognoso di un arcivescovo cattolico che, in combutta con il cardinale primate d’Inghilterra, toglie anche il conforto spirituale e umano ai genitori di Alfie, dopo che medici e giudici hanno già tolto al piccolo bambino il diritto alla vita e ai suoi genitori la libertà di movimento. Una vergogna per tutta la Chiesa cattolica inglese, la cui tradizione ricca di martiri non merita successori tanto indegni.

    E comunque ce ne è abbastanza per chiedersi che strani intrecci e interessi ci siano tra vescovi inglesi e l’establishment rappresentato dalla casta dei medici e dei giudici.

    (fonte: lanuovabq.it)

    Clero inglese vicino ad Alfie? Ecco come è andata

    Dopo essersi reso disponibile e strumento di un miracolo per la vita di Alfie, padre Gabriele è stato richiamato nella sua parrocchia, mentre il vescovo di Liverpool si recava dal papa ad assicurarlo di aver fatto il possibile per Alfie e a difendere l’ospedale. In realtà il sacerdote italiano, attaccato dalla stampa progressita, ha solo supplito alle mancanze della Chiesa inglese.

    di Benedetta Frigerio (26-04-2018)

    Aver visto don Gabriele partire da Londra per mettersi a fianco alla famiglia di Alfie Evans ci ha riempito il cuore di conforto, dopo i numerosi tentativi di cercare l’aiuto e la vicinanza della Chiesa inglese senza ottenere risposta. Don Gabriele è stato eroico, rendendosi disponibile prima a pregare nella stanza di Alfie, a «portare Cristo» al piccolo e «la sua potenza guaritrice» e poi a pregare nella sua stanza dopo il distacco della ventilazione, vegliando giorno e notte su Alfie. Don Gabriele, come ci aveva detto Thomas, ha portato la Chiesa da Alfie: «Non potevo portare Alfie in Chiesa ma abbiamo portato la Chiesa ad Alfie».

    Don Gabriele con il piccolo Alfie.
    Siamo certi che se è avvenuto il miracolo della respirazione autonoma di Alfie, nonostante il giudice Hayden abbia ripetuto che sarebbe morto subito, è anche grazie a lui che lo ha domandato insieme a migliaia di persone. Eppure ieri è stato richiamato a Londra nella sua parrocchia, mentre il vescovo di Liverpool si recava dal Papa ad assicurarlo di aver fatto il possibile per la famiglia di Alfie e a difendere l’ospedale.

    Spiace quando l’unica cosa a cui dovremmo guardare in queste ore è la vittoria di Dio attraverso un bambino che sta cambiando i cuori e il mondo (e la cui vita è stata giudicata “priva di senso” dai medici dell’ospedale), ma per dovere di cronaca e per gli attacchi ricevuti da don Gabriele dobbiamo raccontare come sono andate veramente le cose.

    Dopo aver presentato la richiesta d’asilo per Alfie in Vaticano il 28 marzo scorso, grazie all’aiuto di monsignor Francesco Cavina, Thomas, il papà di Alfie, ha provato ripetutamente a cercare un sacerdote che chiedesse un appuntamento per lui dal nunzio di Londra, Edward Joseph Adams. Così, da venerdì 30 marzo a domenica primo aprile, abbiamo cercato insieme a lui un sacerdote senza trovarne nessuno disponibile.

    Thomas ha quindi provato a chiamare direttamente la nunziatura ed è riuscito a comunicare con Adams, il quale gli ha detto che il papa si era interessato al suo caso. Anche noi, su richiesta di Thomas, abbiamo provato a contattarlo ma non era stato possibile sapere di più. Per oltre una settimana il papà di Alfie ha dichiarato alla stampa il proprio desiderio di essere aiutato dal papa e dalla Chiesa chiedendo di ricevere una risposta alla sua richiesta. Il 4 aprile il papa twittava auspicando che «la profonda sofferenza dei suoi genitori possa essere ascoltata». A quel punto abbiamo provato a contattare il capo della conferenza episcopale inglese, il cardinal Vincent Gerard Nichols chiedendo di poter parlare con lui di Alfie e della sua situazione, ma il 9 aprile, l’addetto stampa del vescovo ci ha risposto che «sfortunatamente in questa fase il cardinale non è in grado concedere un’intervista su Alfie».

    Abbiamo quindi chiamato la diocesi di Liverpool chiedendo di parlare con il vescovo Malcolm Patrick McMahon, ci hanno chiesto di comunicare i nostri recapiti e il motivo della chiamata, ma non siamo più stati contattati. Siamo poi partiti per Liverpool e il giorno successivo al tentativo di Thomas di portare Alfie fuori dall’ospedale, dopo aver visto la polizia alle porte della stanza del piccolo e assistendo alle pressioni continue sulla sua famiglia, abbiamo provato, senza successo, a cercare il vescovo telefonicamente. A quel punto abbiamo cercato il vescovo ausiliare, Thomas Anthony Williams, sia telefonicamente sia tramite posta elettronica, spiegando del «calvario di Alfie Evans» e supplicando di essere ascoltati su quanto «ho visto in questi giorni all’ospedale».

    Nel pomeriggio ci siamo quindi recati presso gli uffici della diocesi che però erano chiusi. A quel punto siamo andati a casa del vescovo McMahon che non era presente, motivo per cui gli abbiamo lasciato una lettera in cui gli chiedevamo, fornendo i nostri recapiti, di venire in ospedale a dare il proprio conforto spirituale ad Alfie e alla sua famiglia.

    Solo successivamente abbiamo ricevuto notizia che il 13 aprile McMahon aveva rilasciato un comunicato spiegando di non aver incontrato la famiglia e che, a quanto si sapeva, Thomas Evans non era cattolico. Il 15 aprile il nostro giornale parlava dell’accaduto. Dopo la Messa domenicale in una parrocchia vicina all’ospedale abbiamo domandato al sacerdote celebrante se era a conoscenza della vicenda legata alla vita di Alfie Evans. Come tutti a Liverpool, il prete ci ha risposto di sì. Abbiamo domandato a lui se poteva venire a trovare la famiglia e a portare la sua benedizione al piccolo, ma la risposta è stata questa: «It’s not my job». Qualche minuto dopo il papa parlava di Alfie al Regina Coeli, perciò siamo ritornati dal sacerdote mostrandogli il messaggio del pontefice, ma oltre ad un «Oh that’s nice, but I have to go» (Bello, ma devo andare), non abbiamo ottenuto niente.

    La sera stessa abbiamo chiamato il cappellano anglicano dell’Alder Hey Hospital, David Williams, incaricato di gestire l’assistenza spirituale delle varie confessioni religiose, lasciando un messaggio in segreteria. Gli abbiamo anche mandato una email raccontando che Thomas Evans aveva scritto una lettera in risposta al vescovo cattolico di Liverpool sul fatto che lui e Alfie erano cattolici e chiedendogli il perché di tanta confusione. Ancora una volta, dopo aver lasciato i nostri recapiti, non abbiamo ricevuto risposta.

    Finalmente, la sera stessa, padre Gabriele, che da Londra seguiva Alfie attraverso il nostro giornale, ci ha scritto rendendosi disponibile a stare vicino alla famiglia. Così ha fatto. Il giorno successivo il sacerdote era a Liverpool. Martedì 17, quando l’incontro fra lui, Alfie e la sua famiglia è stato reso noto, il cappellano anglicano David Williams ci ha raggiunti per spiegarci che avremmo dovuto contattarlo. Gli abbiamo risposto che ci avevamo provato e che quando la famiglia lo aveva chiamato in passato, invece che un sacerdote si era presentata una laica. L’unica replica del reverendo è stata sul fatto che dalle foto si vedeva che padre Gabriele, nella stanza di Alfie, non si era rimboccato le maniche della camicia come richiesto dal regolamento. Il giorno seguente, mercoledì 18 aprile, il papa concedeva udienza a Thomas che domandava direttamente a lui benedizione e sostegno nella lotta per la vita di Alfie che «appartiene solo a Dio».

    Quando poi, domenica 22 aprile, abbiamo saputo che il giorno successivo avrebbero avviato il protocollo di esecuzione per uccidere Alfie, abbiamo contattato nuovamente padre Gabriele su richiesta della famiglia del piccolo. Il sacerdote è partito di nuovo per Liverpool e, oltre ad aver pregato sul bambino, ha richiamato, come è dovere di ogni sacerdote, le coscienze del personale sanitario che stava privando Alfie della ventilazione. Ma ieri, dopo una lunga telefonata con il vescovo di Liverpool e una email da parte del presidente della Conferenza episcopale inglese, il sacerdote è dovuto rientrare a Londra. Anche l’ospedale ha fatto capire al sacerdote che ha vegliato per tre giorni di fila su Alfie (in una stanza priva di altri letti) che la sua presenza non era gradita.

    Sempre ieri sera scoprivamo che McMahon era stato a Roma dal papa per spiegargli quanto la Chiesa inglese fosse vicina alla famiglia di Alfie e quanto i medici dell’Alder Hey Hopital fossero compassionevoli come quelli italiani. In udienza avevamo sentito paragonare dal papa in persona il coraggio di Thomas a quello di Dio. Non ci aspettavamo lo stesso per il sacerdote, ma almeno un grazie da parte di tutta la Chiesa inglese, e non solo, quello sì. Non è arrivato dai vescovi, ma per il popolo di Alfie padre Gabriele è un eroe.” DOVE È L’ARGENTINO DELLA MISSSSSERICORDIA ?

    • rita ha detto:

      L’equazione di quello che sta accadendo in questo periodo, non solo nella vicenda di Alfie, è molto semplice.
      Diciamolo in modo escatologico: è l’ultima lotta tra il BENE e il Male, ingaggiata ormai da molti anni, dall’avversario dell’amore di Dio. Dopo aver provato a distruggere l’umanità con due guerre mondiali ora ci sta provando soprattutto con un’azione mirata in modo psicologico, vale a dire, sta tentando di avvelenare la nostra anima attraverso la mente.Come? Ispirando il POTERE a compiere azioni pari e contrarie al buon senso, alla ragione, alla carità cristiana. Ma in modo subdolo, cioè presentandosi come il paladino della giustizia ma in realtà agendo scagliando frecce avvelenate alla nostra povera mente. E se questa non sa discernere il bene dal male e non ha sviluppato la sapienza di Dio, viene irretita totalmente. Ora, nella fattispecie, i Giudici di Alfie, vogliono lanciare un messaggio:chi è il popolino per criticare il responso della Scienza? E come osa il popolino ergersi a giudici dei GIUDICI SUPREMI, al di sopra di tutto e tutti? Sicchè non vogliono creare un precedente…perciò ammazzano che vivrebbe senz’altro perché basta CREDERE fortemente in Dio e il bimbo vivrà. Ma il mistero dell’iniquità deve compiersi… ancora per poco.

  • Roberto Ceccarelli ha detto:

    Bergoglio deve assolutamente e improrogabilmente ora decidere quale padrone servire: Satana (dio della menzogna e della morte) o Gesù (Dio di Verità e Vita).
    Nella fattispecie non basta aver tardivamente balbettato qualche parola per la vita di Alfie (dopo che le sue, come sua prassi, enigmatiche parole sul fine vita erano state opportunamente strumentalizzate dagli stessi giudici inglesi per ammazzare il piccolo Alfie); deve ora continuare a gridare forte contro gli operatori di morte inglesi accusandoli apertamente di tentato omicidio in mondovisione e minacciare la rottura delle relazioni diplomatiche. Parimenti dovrebbe fare il governo italiano per la difesa della vita di Alfie quale cittadino italiano.
    Siamo in guerra, combattiamo e preghiamo, anche per la conversione e la salvezza del nemico.
    Cristo regni!

  • rita ha detto:

    Allora, facciamo il punto. La tristissima storia umana di Alfie ci porta ad una considerazione: siamo TUTTI bloccati dai tentacoli velenosi di questo invisibile e subdolo NWO, fatto da questi sedicenti ILLUMINATI che dirigono i nostri passi verso il baratro senza farcene accorgere. Tu vuoi andare a destra? No, sei costretto per vari divieti d’accesso ad andare a sinistra. Ed ecco che nel mondo accadono fatti incomprensibili, innaturali, squilibrati, senza alcun buon senso…e la nostra mente va in corto circuito nella ricerca di un segno di “normalità”. Ma di NORMALE in questa società non c’è più un tubo.
    C’è un antidoto però. LA PREGHIERA. Ma non quella devozionale e tiepida. Quella fatta da due persone che abbiano una forte comunione d’anima e pregano, chessò, per un mese, solo per Alfie, ad es. Io lo sto facendo. DIO solo può spostare le montagne. E la storia di Alfie è una montagna dove i Giudici lanciano un messaggio: la SCIENZA vince su Dio, e noi abbiamo in mano le vostre vite. Questi non sono uomini ma solo ARIA FRITTA. Il Male terrorizza ma se gli fai ..PUFFF! sparisce.Provare per credere.

  • Lo spettro di QC ha detto:

    Buongiorno Abbé Tosatti pace e benedizioni su di Lei.
    Umilmente strisciando e coi diti che si intrecciano per l’emozione, oso segnalarLe che il nuovo blog gira un po’ male su smartphone. Non so perché, ma non compare l’ultimo articolo in apertura di pagina (che vedo, invece, dal Mac. In questo momento, dallo smartphone, visualizzo come artciolo più recente “Alfie, perché deve morire e la vergogna dei mezzi di informazione laica” del 23 aprile. Segue subito dopo l’articolo con la lettera olografa della suora al papa.
    Gli articoli su “alfie, thomas e kate hanno già vinto” e quello sul “muro” compaiono solo in calce tra gli “articoli più letti”.
    Segnalo inoltre che non è più possibile vedere i link agli ultimi commenti, il che rende un po’ difficoltoso seguire una discussione (glielo segnalo, anche se questa potrebbe essere una misura antiflame voluta).
    Striscianti e bavosi ossequi.

  • Vitmarr ha detto:

    Ogni ora che passa scopriamo nuovi particolari su quello che sta avvenendo intorno al piccolo Alfie , particolari che non mostrano un accanimento terapeutico per mantenerlo in vita , ma piuttosto un accanimento satanico nel volerlo uccidere. A questo punto Mons. Paglia , che presiede l’Accademia Pontificia della Vita, dovrebbe dar seguito a quella dichiarazione di ieri che a me è sembrata un cambiamento di marcia rispetto alle precedenti posizioni più orientate verso l’eutanasia. Se non lo fa , vorrei chiedere a lui che è stato ,e lo è ancora, il capo spirituale della Comunità di S. Egidio cosa è diventata questa comunità rispetto a quella che ho frequentato molti anni fa. Allora i bravi giovani della comunità a loro spese curavono i malati teminali che nessuno voleva più , abbandonati da tutti ma non da questi nuovi angeli che lo facevano con amore e dedizione . Mons. Paglia questo è il momento di parlare chiaro e forte in favore della vita per dare credibilità non solo al ruolo che ricopri ma a tutto la politica del Vaticano.. Siete per la morte o per la Vita ?

  • Gian ha detto:

    Lo vogliono uccidere ad ogni costo: i medici, i giudici, la vecchia regina che piange per la morte del suo ultimo adorato cagnolino ma non batte ciglio per questo piccolo martire, vittima sacrificale del suo immondo isolotto che presto verrà travolto dai flutti.

  • felice ha detto:

    piccolo Alfie, sei diventato segno e profezia in questi tempi bui, come una piccola ostia bianca…

  • QB ha detto:

    Decretare e dare esecuzione a una sentenza di morte nei confronti di un bambino malato. In mondovisione e con fierezza. Senza nemmeno premurarsi di fornire spiegazioni credibili. Certi dell’impunità.

    Credo che questa vicenda segni uno spartiacque, un punto di non ritorno. Da qui in poi non si potrà far finta di non vedere. E non si potrà evitare di prendere posizione. Chi in prima linea e chi nelle retrovie, ciascuno secondo i talenti che Dio gli ha dato. Con il sommo Bene o alleati al Nemico. I tiepidi saranno vomitati.

  • Rosario ha detto:

    Il nostro nonno Bergoglio sarebbe giunta l’ora che alzasse la cornetta, come e’ ad uso fare , e dicesse da nonno di chiesa a nonna di chiesa quel e’ la sua pari regina elisabetta (volutamente minuscola) che per una volta che ha messo d’accordo farisei sgranarosari e fedeli della chiesa dell’ammore in uscita questo torto non glielo puo’ fare altrimenti motu proprio , dovesse il bambino morire di un atroce agonia, si vede costretto a dichiararlo martire della chiesa cattolica morto in odio alla vita e alla confessione di fede del suo genitore Thomas (che di cognome potrebbe fare benissimo Becket o Moro).Sarebbe molto gesuitico da parte sua e renderebbe il suo pontificato quantomeno memorabile per aver riconosciuto il primo martire pubblico delle dittature bioetiche scientiste. Va da se che e’ piu facile che il nostro Alfiere di Liverpool si alzi, prenda il suo ventilatore e se ne vada a casa sulle sue gambe. Il lieve respiro di un bimbo e’ stato piu’ devastante per i thanatoni di un terremoto, di un vento impetuoso e del fuoco di Elia.

  • Francisca ha detto:

    Preghiamo il cardinale Caffarra che il miracolo sia completo.

  • Andrea ha detto:

    La cosa più spaventosa è farsi un giro su internet e vedere la quantità di morti viventi che inneggiano all’uccisione di Alfie perchè non è in una condizione dignitosa per esistere (loro invece hanno dignità…) . Questa è la società oggi. Gente cieca, già morta, che vuole insegnare agli altri qual’è il bene superiore da seguire. Allontanarsi da queste persone. Amici, parenti, conoscenti, colleghi… troncare qualsiasi legame con coloro che si ostinano a rifiutare Cristo senza il minimo cenno di ravvedimento perchè andranno con Satana e nel tempo cercheranno di trascinare tutti gli altri.

  • Adriana ha detto:

    Perdonate ma -giusto per farci un po’ di idee chiare sui motivi
    che portano a queste aberrazioni -,Vi invito a seguire su YOUTUBE
    byoblu.com -Cose che non vi raccontano di Charles Darwin -di
    Enzo Pennetta . Intervento lucido onesto e interessante.

  • Adriana ha detto:

    Si ,è il Moloch del Socialismo totalitario . Una creazione per formiche operaie . Il “giornalista ” Tosatti parla dell’Uomo Cristiano
    meglio di tanti preti .C’è qualche eccezione : oggi in
    riscossacristiana.it/alfie-e-ciascuno-di-noi-di-padre-vittorio-veneziani/ :trovate anche una voce di un “fratello maggiore”
    https://www.riscossacristiana.it/kaddish-per-alfie-evans-di-rabbi-reuven-saunders/

  • giulia anna meloni ha detto:

    http://lanuovabq.it/it/ore-2217-veglia-in-piazza-san-pietro-per-alfie

    ci saremmo,in contemporanea
    AVE MARIA,MADRE DI GESU’,CONFIDIAMO IN TE.

  • Andrea ha detto:

    Scusate ma adesso che Alfie ha la cittadinanza italiana il nostro, se è un Paese serio, non può fare finta di nulla. C’è un cittadino italiano ostaggio di un ospedale che vuole ucciderlo. Se fosse stata la Corea del Nord ci sarebbe stato tutto l’occidente a gridare “ASSASSINI”. Oltre pregare si deve poter fare qualcosa a livello diplomatico. Non è una situazione accettabile.

  • giulia anna meloni ha detto:

    vi prego non smettiamo di pregare per il piccolo Alfie.
    La Vergine SS lo protegga e gli angeli lo nutrano.
    Perseveriamo nella preghiera.

  • BrokenOutInLove ha detto:

    Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Vangelo secondo Matteo)

    Ora qualche illustre prelato potrebbe rispondere che all’epoca non c’erano i registratori, ma dato che credo nella parola del Signore penso che questo passo del Vangelo si addica benissimo a questa situazione.

    Abbiamo ancora dei dubbi, di fronte a questi abomimi satanico, sul fatto che stiamo vivendo i tempi dell’Apocalisse? Ce lo dobbiamo sentir dire dal patriarca ortodosso?

    Ritengo che con il passare del tempo saremo chiamati a compiere scelte sempre più radicali. Come disse padre Amorth nel suo testamento spirituale, non ci saranno mezze misure: o con Gesù o con Satana.

  • Fabio ha detto:

    Se c’è il diritto di emigrare per cercare condizioni migliori perché a questa famiglia non è concesso di portare a far curare il figlio altrove ed anzi lo vogliono ammazzare?
    Bergoglio, se non ti fai sentire….. VERGOGNA!

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    …anche Zagrebelsky per far morire Alfie… non mi stupisco, è coerente al personaggio.
    Comunque, come qualcuno ha già detto, è in sostanza, puramente, una questione di potere. Lo sappiamo tutti.
    I massoni che comandano il mondo, e in GB ve n’è una forte consorteria, famiglia reale, politici, giudici, sanitari… devono far capire al popolo chi è che comanda. E’ una lezione dura.

    Bisogna vedere quando e quanto il popolo delle famiglie (JPII dixit) riuscirà a evolvere verso la “società partecipativa”, e acquisire finalmente la sovranità che gli spetta:

    http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2015/09/LA-SOCIETA-PARTECIPATIVA-P-L-Zampetti.pdf

    … solo nella misura in cui ciò si verificherà, le cose potranno cambiare. Speriamo…

  • Luciano Motz ha detto:

    Nei paesi anglosassoni vige l’uso di appellare i magistrati col titolo di “vostro onore”. Nel caso specifico, è più aderente alla realtà chiamare i magistrati che si occupano del caso “vostro disonore”. Sicuramente, la vicenda è un disonore per l’intera Gran Bretagna.

  • nonsolocampagna ha detto:

    Incomprensibile! O forse troppo comprensibile …

  • Nicola ha detto:

    Veglia di preghiera ore 22:15 in San Pietro per Alfie,

    http://lanuovabq.it/it/ore-2217-veglia-in-piazza-san-pietro-per-alfie

    P.S. tutti i telegiornali stanno dando la notizia che Alfie Evans d’accordissimo malato terminale. Brutti DELINQUENTI.

    • Adriana ha detto:

      @ NICOLA ,
      anche tutti i Radiogiornali ! (non ho la t.v,).Adesso ne parlano Prima ,silenzio totale. I Radicali -per non perder fiato-hanno adottato anche dell’Utri tra i figli di Caino. Non molto lusinghiero.
      Forse ,chissà ,tra gli esemplari delle nuove culture anche Innocent…
      in futuro .Ma….niente Alfie.

  • Anna ha detto:

    Dietro a tutto questo si sta svolgendo una furibonda lotta di Satana contro Dio, e gli uomini coinvolti in essa sono schierati da una parte o l’altra. Chi scegliè di farlo morire e fa passare tale decisione per il maggior bene è satanico, chi sceglie questo si sostituisce al creatore ergendosi a dio al posto di Dio, il peccato di satana . Per cui preghiamo affinché Maria calpesti la testa al dragone e chi lo sta servendo si ravveda.

    • Vito ha detto:

      Pregherò insieme a te.

      • Andrea ha detto:

        E’ proprio così. Qui non si tratta solo di un bimbo per quanto importante e sacro sia. Ma di tutti noi. E’ una guerra tra chi è per la speranza e la vita e chi per il cinismo e la morte. questi ultimi amano definirsi progressisti ma sono solo dei nazisti latenti; e’ solo questione di tempo. “Chi non è con me è contro di me”. Ogni giorno che passa queste parole di Gesù diventano sempre più tristemente chiare.

  • Mario Armosini ha detto:

    Leggo nella Bibbia:
    Ezechiele 3,16-21
    Il profeta come sentinella

    16 Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele. 17 Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. 18 Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. 19 Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
    20 Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l’iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l’avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. 21 Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato”.
    In conclusione chi ha chiesto il trasferimento del bambino, bene ha agito, d’altronde far sconfinare la semplicità e l’umiltà
    nella innocenza infantile equivale scoprire tutte le menzogne che presentano certi personaggi. Amen

  • Italo Esigibili ha detto:

    Tanto accanimento non può che nascondere inconfessabili motivi.

  • Grog ha detto:

    Non ho dubbio o tentennamento alcuno nel definire satanica tutta questa ostinazione per sopprimere il povero Alfie. I mandanti dei medici dell’Alder Hey e delle varie marzane nostrane occorre cercarli molto in alto….anzi, pardon, molto molto in basso.