“Tirati in ballo nel dibattito teologico sul dogma della ‘Transustanziazione’ dal Teologo Andrea Grillo, volentieri rispondiamo” di Fra Cristoforo
Già. Siamo arrivati ad una contemporanea disputa teologica. Peccato che il tema della disquisizione dovrebbe essere già assodato da secoli. Invece qua si rimette in discussione un dogma fondamentale della Fede Cattolica, che con il dilagare del relativismo rischia di perdere sempre più la sua identità.
Il Teologo Andrea Grillo, proprio ieri ha pubblicato un articolo dove ci ha chiamato in causa. Proprio sulla Transustanziazione. Così infatti esordisce Prof. Grillo: “In diversi interventi, comparsi su blog per lo più anonimi, alcune mie affermazioni, che avevo pubblicato in articoli on line o in commenti in rete, sono state sistematicamente fraintese e capovolte, attribuendomi opinioni e posizioni che non ho mai espresso e che mi sono totalmente estranee” (http://www.cittadellaeditrice.com/munera/presenza-reale-e-transustanziazione-congetture-e-precisazioni/). Proprio totalmente estranee non direi. Infatti diverse volte il Teologo in questione ha presentato il dogma della “Transustanziazione” con inquinamenti relativistici (teologici – filosofici – di concetto) tali da far drizzare i capelli ad ogni possessore di buon senso Cattolico. Trovate queste posizioni in alcuni nostri articoli precedenti (https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/12/01/andrea-grillo-e-altri-teologi-ipotizzano-lintercomunione-con-i-luterani-vi-spiego-perche-e-biblicamente-impossibile-di-fra-cristoforo/; https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/11/03/eresie-sul-dogma-della-transustanziazione-e-un-grillo-andrea-canto-di-fra-cristoforo/; https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/12/04/una-domanda-ad-andrea-grillo-cosa-significa-per-te-essere-cattolico-apostolico-romano-non-temi-nemmen-un-pochino-di-essere-un-falso-maestro-di-finan-di-lindisfarne/).
Ma torniamo all’articolo sopra citato, dove Andrea Grillo ribadisce posizioni alquanto ambigue sul dogma della Transustanziazione. Scrive infatti: “Transubstantiatio non è un dogma e come spiegazione ha i suoi limiti. Ad esempio contraddice la metafisica”. Già questa affermazione basta a far capire chiaramente dove vuole andare a parare. A parte il fatto che la “Transustanziazione” (cambiamento di sostanza – il pane diventa sostanzialmente Corpo di Cristo, il vino diventa sostanzialmente Sangue di Cristo) non è solo un dogma, ma oserei dire è il dogma dei dogmi Cattolici.
Infatti questo termine “metafisico” è stato coniato dalla teologia medievale (la prima documentazione ufficiale si ha nel Concilio lateranense IV, del 1215, nella professione di fede contro gli Albigesi) la quale esprime in maniera chiarissima il dogma della Chiesa Cattolica circa la presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia. Secondo detto dogma Gesù è presente nell’Eucaristia per transustanziazione, cioè per cambiamento dell’intera sostanza del pane e del vino nel Suo Corpo e nel Suo Sangue. Il cambiamento avviene in virtù delle parole della Consacrazione in quanto Gesù nell’ultima cena non disse: “qui è il mio corpo” ovvero “in questo pane, con questo pane, sotto questo pane è il mio corpo” ma: “questo (che io vi mostro) è il mio Corpo”: parole che mentre proclamano la presenza reale, la producono. Ne segue che, dopo la consacrazione, nulla resta della sostanza del pane e del vino ma soltanto le loro apparenze o specie (accidenti) e che Gesù Cristo continua ad esser presente sotto le medesime fino a che quelle sussistono.
Il primo che abbia trattato del modo della Presenza Reale di Cristo nel Sacramento dell’Eucaristia è Pascasio Radberto nel trattato De Corpore et Sanguine Domini (844) in cui distingua esplicitamente l’identità del corpo storico di Cristo da quello Eucaristico, concezione criticata da Ratramno come troppo realistica. Ma colui che sollevò nel Medioevo la più grande eresia eucaristica fu Berengario il quale, oltre a negare la dottrina realistica di Pascasio, negò anche il concetto di transustanziazione, ritenendo impossibile la percezione degli accidenti separatamente dalla sostanza. La controversia teologica che ne seguì valse a porre sempre meglio in chiaro il dogma della Presenza Reale e a foggiar la parola che ne esprime a perfezione il concetto. San Tommaso nella Summa Theologica precisa, con la chiarezza di concetti che gli è propria, tutta la dottrina Eucaristica; e il Concilio di Trento, contro le interpretazioni simbolistiche dei riformatori, fissò nella sessione XIII (Decreto sull’Eucaristia) il dogma della Transustanziazione.
Quindi fu proprio il Concilio di Trento alla fine di tutte le controversie a stabilire il “dogma” della Transustanziazione. Non capisco come mai Andrea Grillo si ostini ancora a dire che dogma non lo sia. Non voglio assolutamente pensare che suddetto Teologo sia in malafede. Preferisco dargli l’attenuante di una scarsa conoscenza dei Concili (cosa comunque grave dato che insegna teologia).
C’è un’altra cosa. Anzi due. Proprio all’inizio del suo articolo il prof. Grillo compie due errori di principio, ponendo due citazioni che non corrispondono assolutamente. E se è vero come è vero il principio di Logica, che se una premessa è errata, sarà inquinato tutto il concetto e quindi anche la conclusione, qui siamo davanti ad una situazione analoga.
Infatti Grillo cita la SC n.7 in questo modo: “La concentrazione sulla ‘presenza sostanziale sotto le specie’ ha distratto profondamente dalle altre forme di presenza del Signore, nella Parola, nella preghiera, nella assemblea (cfr. SC 7)”. Anche qui non comprendo come mai citi la Sacrosantum Concilium facendo dire a tale documento conciliare una cosa che non c’è scritta da nessuna parte. Infatti la citazione di SC 7 è la seguente : “7. Per realizzare un’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, « offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti », sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso:
« Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro » (Mt 18,20).
Effettivamente per il compimento di quest’opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale l’invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all’eterno Padre. Giustamente perciò la liturgia è considerata come l’esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell’uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado” (http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html).
Qui non si dice ASSOLUTAMENTE e IN NESSUN MODO che la ‘presenza sostanziale sotto le specie’ ha distratto profondamente dalle altre forme di presenza del Signore. Lo dice SOLO Prof. Grillo, citando maldestramente il documento conciliare.
Ma un’altra citazione ancor peggiore è quella che fa più avanti sulla Summa Theologica di San Tommaso. Infatti così scrive Grillo: “La “presenza sostanziale” del corpo e sangue del Signore resta, nel suo sistema teologico, “effetto intermedio” rispetto al dono di grazia, che è la unità e la comunione della Chiesa (S.Th. III, 73, 3, c). In sintesi fa dire a San Tommaso che la Presenza sostanziale di Gesù nell’Eucaristia avrebbe un effetto di minore importanza rispetto al “dono di grazia” e all’unità. Ma San Tommaso nella Summa Theologica citata dal Teologo alla III parte, questione 73, articolo 3 dice l’esatto contrario!!! Leggete :
Terza parte Questione 73 Articolo 3 [50432] IIIª q. 73 a. 3 arg. 1 “SEMBRA che questo sacramento sia indispensabile alla salvezza. Infatti: 1. Il Signore dice: “Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita”. Ma in questo sacramento si mangia la carne di Cristo e si beve il suo sangue. Dunque senza questo sacramento l’uomo non può avere la salvezza spirituale. Questo sacramento è un alimento spirituale. Ma l’alimento materiale è indispensabile alla salute corporale. Dunque anche questo sacramento è indispensabile alla salvezza spirituale. Come il battesimo è il sacramento della passione del Signore, senza la quale non c’è salvezza, così lo è anche l’Eucarestia: scrive infatti l’Apostolo: “Ogni volta che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte del Signore fino alla sua venuta”. Perciò come per la salvezza è indispensabile il battesimo, così lo è pure questo sacramento. IN CONTRARIO: Scrive S. Agostino: “Non dovete pensare che i bambini non possano avere la vita, prima di ricevere il corpo e il sangue di Cristo”. RISPONDO: In questo sacramento dobbiamo considerare due cose: il sacramento stesso e l’effetto del sacramento. Si è detto che l’effetto di questo sacramento è l’unità del corpo mistico, senza la quale non ci può essere salvezza: poiché nessuno può salvarsi fuori della Chiesa, come nel diluvio nessuno si salvò fuori dell’arca di Noè, simbolo della Chiesa, come insegna S. Pietro. Ma dicemmo sopra che l’effetto di un sacramento si può ottenere prima di ricevere il sacramento, per mezzo del voto stesso di accostarsi al sacramento. Così prima di ricevere l’Eucarestia l’uomo può salvarsi in virtù del desiderio di riceverla, come si è detto sopra. Ci sono però due differenze. Primo, perché il battesimo è l’inizio della vita spirituale e “la porta dei sacramenti”. L’Eucarestia invece è quasi “il coronamento” della vita spirituale e “il fine di tutti i sacramenti”, come si disse sopra: poiché le grazie di tutti i sacramenti preparano, o a ricevere, o a consacrare l’Eucarestia. Perciò mentre ricevere il battesimo è necessario per iniziare la vita soprannaturale, ricevere l’Eucarestia è necessario per portarla a compimento: e neppure è indispensabile riceverla di fatto, ma basta averne la brama, così come si brama e si desidera il fine. L’altra differenza sta nel fatto che mediante il battesimo l’uomo viene ordinato all’Eucarestia. Quindi col battesimo stesso i bambini sono destinati dalla Chiesa all’Eucarestia. Perciò, come con la fede della Chiesa essi credono, così per l’intenzione della Chiesa essi desiderano l’Eucarestia e di conseguenza ne ricevono l’effetto. Ma al battesimo non vengono indirizzati da un precedente sacramento. Quindi prima di ricevere il battesimo gli adulti soltanto e non i bambini possono averne il desiderio. Questi ultimi perciò non possono ottenere l’effetto del battesimo, senza ricevere il battesimo stesso. Ecco perché l’Eucarestia non è indispensabile alla salvezza come il battesimo. Tra l’alimento materiale e quello spirituale, c’è questa differenza, che l’alimento materiale viene assimilato nella sostanza di chi lo prende e quindi non può giovare all’uomo per la conservazione della vita, se non viene preso realmente. L’alimento spirituale, al contrario, assimila a sé l’uomo, secondo le parole che S. Agostino racconta di essersi come sentito dire da Cristo: “Né tu muterai me in te, come il cibo della tua carne; ma tu sarai mutato in me”. Ora, uno può mutarsi nel Cristo e incorporarsi a lui con il desiderio dello spirito, anche senza ricevere questo sacramento. Perciò il paragone non regge. Il battesimo è il sacramento della morte e della passione di Cristo, in quanto l’uomo viene rigenerato in Cristo per virtù della sua passione. L’Eucarestia invece è il sacramento della passione di Cristo in quanto l’uomo viene unito perfettamente con Cristo immolato (per noi). Ecco perché mentre il battesimo viene denominato “il sacramento della fede”, la quale è il sacramento della vita spirituale; l’Eucarestia viene chiamata “il sacramento della carità”, la quale è il “legame perfetto”, secondo l’espressione di S. Paolo”. Fin qui San Tommaso.
IN NESSUN LUOGO NELLA QUESTIONE 73 SAN TOMMASO DICE CIO’ CHE GLI HA MESSO IN BOCCA GRILLO!
Un Teologo non può lavorare così. Non si possono fare citazioni alla carlona, ora forzando testi conciliari, ora di Teologi Santi , per far dire quello che piace al momento. Non è serietà. Non è onestà intellettuale. Non è ricerca seria della Verità.
A questo punto ho rinunciato a confutare ogni altra sua citazione, perché se le “premesse” sono inquinate, di conseguenza è inquinato tutto l’articolo.
Ma tutto ciò deve farci riflettere cari lettori. Quante cose ci danno da bere questi “teologi moderni” che tante volte si danno per scontate? Da quand’ero studente in Teologia, ho sempre imparato ad andare a cercarmi ogni “citazione” di qualsiasi autore. Per non dare sempre per scontato che la citazione fosse esatta. E tante volte non mi sbagliavo. Vi assicuro che spesso ho trovato errori raccapriccianti. Andiamo SEMPRE a vedere le fonti. Molti inganni e veleni teologici hanno preso piede proprio così.
Sono graditi i contributi di tutti di ogni genere in merito.
Fra Cristoforo
Rivolgo un vibrato rimprovero al dott. Tosatti, ad Anonimi della Croce, a Fra Cristoforo e a tutti i lettori di questo blog perchè perdono tempo a commentare ciò che scrive Andrea Grillo.
Amici passiamo ad altro perchè, se seguiamo Grillo, questa sera andremo a letto convinti che la neve è verde e che gli asini volano.
Mi associo al rimprovero agli Anonimi e a Fra Cristoforo.
Per quanto riguarda l’Abbé Tosatti (p.eb.s.d.l.), temo che l’unico modo possibile sia l’invio di una correctio filialis, corredata da adeguati ed ossequiosi salamelecchi finali. 🙂
anche se nell’articolo ci sono tutti i link agli articoli del signor (unico titolo che gli compete) Andrea Grillo, io non vado a leggerli per principio, non spreco in simili baggianate il tempo datomi da Dio per servire Lui e la mia famiglia (tranquilli sono molto ma molto meno virtuoso di quanto faccio sembrare). Solo una frase. “Contraddice la metafisica”. Che ne sa lui di metafisica ? Temo che gli sfugga completamente il significato metafisico di sostanza; so che gli operatori dei SERT e i loro utenti, con la parola “sostanza” designano brevemente gli stupefacenti. Intenderà questo, il signor Grillo ? In fondo, non c’è dubbio che anche lui stesso sia stupefacente.
Se può interessare, dal blog di Andrea Grillo
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/i-timori-di-a-m-valli-e-gli-ideali-di-un-cattolicesimo-semplificato/
stralcio questo felice battibecco tra il prof Grillo e Matteo:
Matteo sulla eucarestia risponde al professore in una maniera così luminosa da metterlo a KO
Matteo
1 giugno 2016 at 08:22
In definitva BXVI rispetto a Bergoglio è un diffidente semplificatore che ha ingabbiato la Chiesa in schemi antimodernisti. Evinco questo dalla Sua lettura, o sbaglio?
Quanto alla domanda ” che cosa avrebbe risposto Valli alla signora luterana? “, non lo so. So però, che cosa, in coscienza, avrei risposto io. Con tutto il rispetto per il luteranesimo gli avrei ricordato la dottrina della transustanziazione. “Non so, fate voi” è solo confusione, non meravigliosa complicatezza. Schema semplice e per questo, di sicuro, da Lei non accettabile.
Andrea Grillo
3 giugno 2016 at 08:42
Caro Matteo
Sia pure con esagerazione non dici il falso.
Prefettura e pontificato di Ratzinger sono stati una ripresa di antimodernismo postconciliare. Riscattato dalle dimissioni. Circa la eucaristia e l’ecumenismo dovrai riconoscere che la meravigliosa complessità non è la transustanziazione ma la presenza del corpo di Cristo. Non confondiamo cosa e concetto. Sulla res la comunione può esserci.
Matteo
3 giugno 2016 at 09:16
Cioè, caro Grillo, nella “celebrazione eucaristica” luterana vi sarebbe la reale presenza di Cristo con il Suo Corpo ed il Suo Sangue? Risposta secca, please.
Andrea Grillo
3 giugno 2016 at 17:34
Come consustanziazione, sì
Matteo
4 giugno 2016 at 06:52
Allora ho capito tutto, grazie per aver sollevato il velo.
E per favore, non mi cominci un ulteriore “pistolotto” sui miei pregiudizi e sul mio senso di superiorità: conosco bene la mia nullità e i miei peccati e non voglio dare alcun giudizio sulle scelte altrui. Rispetto il suo pensiero e quello dei luterani, ma la mia coscienza mi impone di non ascoltarLa più, perchè i suoi discorsi stanno diventando pericolosi; sono semplicemente eretici. Capisco che la parola “eresia” possa farLa sorridere, ma in fondo in fondo so che Le dà fastidio. Non si preoccupi: non c’è nessun rogo preparato. Ma ho solo avuto la conferma che la Chiesa sta andando alla deriva perchè la stiamo facendo andare alla deriva. A questo punto può solo intervenire nostro Signore per calmare i venti di tempesta, visto che abbiamo gettato tutto che avevamo dalla nave per liberarcene, con sommo diletto.
E credo di aver visto giusto: il prossimo e vero obiettivo di questo pontificato sarà la demolizione dell’Eucarestia, attraverso uno “sostanziale svuotamento delle forme”.
Del resto ce lo siamo meritati: ormai non crediamo più al Vangelo, ma ad AL. Auguri, di cuore.
Solo ora mi rendo conto del comprensibile scandalo di tanti di voi. A me sembra che questa pastorale si possa definire relativista? O relativista cristiana (come disse in un omelia il cardinal Martini)?
Ma mi domandavo. Cosa sono i sentimenti, cos e’ l’amore, ad es.
Prendiamo il caso di due gay, cattolici, da sempre omocasti: all’atto dell’ incontro si innamorano e travolti, consumano una piccola storia….Poi, coscienti Delle scritture, non lo fanno piu’ e vivono la vita CASTI…Quel breve atto puo’ essere peccato mortale o solo veniale o azzardo-amore sbagliato – ma non peccato?
Claudius tu hai detto una parola, in un treadh, che mi ha ferito, anche PERCHE’ la sento. “Sia che parli, sia che taci: tu fai danni!”. La capisco e…..troppe volte la condivido. Se puoi consigliarmi cosa fare…(o era uno sfogo?). Nel mentre, NON SOLO QUI!!, ritengo che il mio tacere sia un piccolo passo verso la strada giusta. Dio abbi pieta’ di noi, anche se siamo indegni, presto!
Non-peccato un tubo, è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, assieme all’omicidio volontario, defraudare della giusta paga gli operai ed opprimere i poveri. Costoro, ammesso che esista l’amore omosessuale (cosa intrinsecamente impossibile, ancorché contraria alla natura biologica umana), comunque sia commettono un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, pur con tutte le attenuanti del caso. E, se lo fanno in piena avvertenza e con deliberato consenso, certo che è peccato mortale, anche se fatto una volta sola.
Il sistema di fare citazioni a sostegno della tesi che si vuole dimostrare è disonesto se non si cita la fonte nella sua interezza perché diversamente nessuno puó controllare.Cosí in A.L. a sostegno della tesi che due conviventi more uxorio se vivono in castitá possono far danno a sè stessi e alla loro nuova famiglia( n.329), si cita per malafede o ignoranza ( propendo per la malafede anche se non so se di Bergoglio o di Victor Fernandez) nientemeno che la costituzione Gaudium et Spes al n.51 dove questo concetto è riferito alle COPPIE SPOSATE.
Quanto a Grillo e ai grillini essi stanno lavorando freneticamente alla Messa Ecumenica il cui ostacolo fondamentale è la transustanziazione cuore della Messa Cattolica ; dunque urge cambiare le parole della consacrazione per rendere l’eucarestia accetta ai luterani.
Anche la parola Messa va cambiata , si va da ” ospitalitá eucaristica” a ” cena del Signore” e tante altre locuzioni.
Bisogna vigilare e stare attenti alle parole e ai gesti del sacerdote al momento della consacrazione perché il loro accanimento a procedere verso la messa ecumenica è certissimo e fa leva sull’ignoranza sempre più diffusa delle persone ,sull ‘ uso ambiguo delle parole ,sul sostegno dei vertici della nuova chiesa esecutori della volontá del loro Capo , salvo imprevisti.
È che l’argomento ex auctoritate ha sempre un forte impatto su chi ha sviluppato la terza narice o ha la tendenza a farlo, sicché molti cercano di approfittarne. Sanno che per certi cattolici il cristianesimo si sintetizza in due sole parole: san + Tommaso. E provano a giocare questa carta, anche a costo di barare citando storto…
“Cosí in A.L. a sostegno della tesi che due conviventi more uxorio se vivono in castitá possono far danno a sè stessi e alla loro nuova famiglia( n.329), si cita per malafede o ignoranza ( propendo per la malafede anche se non so se di Bergoglio o di Victor Fernandez) nientemeno che la costituzione Gaudium et Spes al n.51 dove questo concetto è riferito alle COPPIE SPOSATE”.
Gentile Lucy rilevo che Lei per prima fa un uso sbagliato delle citazioni (in questo caso della citazione di una citazione).
Il rinvio alla GS è fatto ad un passaggio in cui non è contenuto alcun “palliativo”, ma si ribadisce con forza la necessità di osservare la legge divina.
Al problema “Là dove, infatti, è interrotta l’intimità della vita coniugale, non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli”
La GS risponde:
– “C’è chi presume portare a questi problemi soluzioni non oneste, anzi non rifugge neppure dall’uccisione delle nuove vite. La Chiesa ricorda, invece, che non può esserci vera contraddizione tra le leggi divine, che reggono la trasmissione della vita, e quelle che favoriscono l’autentico amore coniugale”
– “I figli della Chiesa, fondati su questi principi, nel regolare la procreazione, non potranno seguire strade che sono condannate dal Magistero nella spiegazione della legge divina”
e per il resto parla di aborto (che ovviamente viene condannato).
Quindi, se dal rinvio alla GS devo proprio trarre una conseguenza su quanto detto in AL, la conseguenza è che non si possono ammettere “non potranno seguire strade che sono condannate dal Magistero nella spiegazione della legge divina” o “non oneste”.
Non mi pare ci sia altro di utile ai nostri fini in quel passaggio e non comprendo perché sarebbe stato improprio citarlo.
Grillo ha almeno un pregio: non si rifugia come tanti colleghi nella supercazzola ma scrive in maniera quasi comprensibile. Sicuramente ha fatto un buon liceo.
il vero scandalo non è la teologia luterana di Grillo, che ha fatto le sue scelte moderniste, e ne risponderà nel Giorno del Giudizio, ma il fatto che lui insegni al Pontificio Ateneo sant’Anselmo, inquinando le menti dei suoi allievi. Di questo dovrebbe preoccuparsi il Pontefice regnante, prima che dell’universo mondo, dai diritti sindacali all’effetto serra.
@Pier Luigi Tossani
Condivido totalmente!
-Ma tutto ciò deve farci riflettere cari lettori. Quante cose ci danno da bere questi “teologi moderni” che tante volte si danno per scontate? Da quand’ero studente in Teologia, ho sempre imparato ad andare a cercarmi ogni “citazione” di qualsiasi autore. Per non dare sempre per scontato che la citazione fosse esatta. E tante volte non mi sbagliavo. Vi assicuro che spesso ho trovato errori raccapriccianti. Andiamo SEMPRE a vedere le fonti. Molti inganni e veleni teologici hanno preso piede proprio così.- (Fra Cristoforo) .
Sottoscrivo in pieno e aggiungo che proprio quello di raccontare con parole proprie e/o ritagliare mezzi versetti e – addirittura – singole parole dalle Sacre Scritture per poi svilupparvi attorno tutto un discorso che con le scritture non ha nulla a vedere e’ uno dei vizi più gravi che personalmente contesto a Papa Francesco. Sin da quando ho sentito i suoi primi discorsi.
Nella Bibbia ci sono migliaia di parole e quando le si cita c’è un “quantum” minimo da rispettare affinché il significato della singola parola o del singolo detto assuma il suo vero significato.
Persino la parola “sterco” c’è nella Bibbia in ben quattro diversi versetti. E c’è addirittura un versetto in cui si parla di uomini i quali (testualmente) “saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina insieme con voi” (2 Re 18,27). Ci mancherebbe che qualche neo-teologo trovasse il modo di associarlo all’eucaristia!!!!
In fatto di teologia io sono un dilettante autodidatta ma in certi errori non ci casco. E probabilmente i teologi di professione quando ci cascano, ci cascano volutamente e in malafede.
bravo fra Cristoforo,sale e luce della terra.
Credo che il primo passo, per una buona pastorale della Presenza reale, dovrebbe essere quello di chiarire il concetto di sostanza, che nel contesto filosofico in cui si mosse il L4 aveva una connotazione tanto specifica quanto distante dalla corrente accezione del termine (un po’ come quando si parla di “natura”, di “psiche”, ecc.). Certo è indubbio che una pastorale della Presenza reale sia oggi non solo necessaria, ma urgente: anzitutto nei seminari e fra il clero.