BESTIARIO BIS. ROMA INVASA DA MANIFESTI PIRATA SULL’ABORTO: “UN BAMBINO UCCISO OGNI CINQUE MINUTI”. SCONOSCIUTI GLI AUTORI.
18 Novembre 2017
Marco Tosatti
Avevamo appena dato alle stampe – si fa per dire – il Bestiario di questa settimana quando uscendo per compiere gli usuali doveri del sabato la nostra attenzione è stata attirata da numerosi manifesti, dal contenuto forte: vi si vede un feto e uno strumento di solito usato per compiere gli aborti, smembrando il corpo. La scritta: “Un bambino ucciso ogni cinque minuti. Dal 1978 più di sei milioni uccisi dall’aborto. Ricordiamo anche questi morti”. Un messaggio chiaro e duro, nel momento in cui il mondo della politica si accorge che la denatalità in Italia è un problema drammatico.
Sono manifesti “pirata”: nel senso che non si sa chi li abbia fatti stampare, e chi li abbia materialmente incollati sui muri e sugli spazi appositi del comune. La cosa singolare è che questa protesta contro l’aborto legale è apparsa mentre ProVitaOnlus era in attesa da parte del Comune di Roma dell’autorizzazione ad affiggere dei propri manifesti, sempre contro l’aborto ma diversi da quelli che sono apparsi, come ci ha detto il Presidente di ProVita, Toni Brandi. Provita Onlus ha emesso un comunicato, che vi riportiamo.
“Un bambino ucciso ogni 5 minuti. Dal 1978 più di 6 milioni uccisi dall’aborto. Ricordiamo anche questi morti”. In mezzo, l’immagine di un bambino nel grembo materno minacciato da un terribile strumento, solitamente utilizzato per smembrare il feto.
Questo il contenuto di migliaia di manifesti apparsi a Roma in questi giorni. “Il messaggio è sicuramente forte ma rappresenta la pura verità”, commenta Toni Brandi, Presidente di ProVita Onlus: “Incoraggiamo gli autori dei manifesti a proseguire nella buona battaglia. Sicuramente approviamo questa iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che realmente è l’aborto volontario: l’uccisione massiva di bambini innocenti nel grembo materno, con orribili strumenti di morte”.
“Abbiamo saputo di questi manifesti”, continua Brandi, “proprio mentre aspettavamo che il Comune di Roma affiggesse manifesti nostri, sempre sulla tematica dell’aborto: tuttavia il Comune, dopo la nostra richiesta del 30 ottobre, fa finta di nulla e non sembra disposto ad esporli. Siamo forse di fronte all’ennesima violazione della libertà di espressione? L’ufficio affissioni del Comune si permette di sindacare il contenuto di manifesti ‘non graditi’? Vista l’inerzia e il ritardo, è lecito pensarlo.”
Di recente ProVita ha dato avvio ad una grande campagna in difesa dei bambini nel grembo materno, contro l’aborto volontario. In occasione della notizia dei manifesti di Roma, rilancia la petizione pubblicata sul suo sito “Perché le donne siano davvero informate sull’aborto”: purtroppo pochissime donne conoscono i danni che l’aborto può causare alla loro salute fisica e psicologica e nessuno le informa nemmeno prima di sottoporsi alle procedure abortive.
“Crediamo che informare le donne sulla vera natura e sulle vere conseguenze dell’aborto volontario non solo faccia onore alla verità, ma contribuisca a salvare vite: sia quelle dei bambini che quelle delle donne coinvolte”, conclude Toni Brandi”.
La petizione “Perché le donne siano davvero informate sull’aborto” si può leggere e firmare a questo link.
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Tag: aborto, brandi, comune, MANIFESTI, roma
Categoria: Generale
È molto impressionante l’immagine di una pinza dentata che si avvicina a un bambino che si rannicchia in un angolo per non essere afferrato. Ricordo che Eugenio Corti avrebbe dovuto partecipare alla propaganda contro l’aborto all’inizio degli anni 80. Egli chiese che le immagini usate per contrastare l’aborto fossero molto crude di feti abortiti e piccole membra sanguinolente , invece fu scelto di usare immagini dolci di bambini felici. A quel punto il grande scrittore capì che la partita sarebbe stata persa. E così è stato. Le donne
che negli anni successivi hanno abortito , hanno pensato a un grumo di cellule e così a milioni sono morti , risucchiati dal ventre materno o smembrati orribilmente milioni di bambini che oggi drammaticamente mancano nella nostra società con le famiglie che avrebbero potuto formare. Ora che con i mezzi a disposizione negli ospedali vediamo realmente un bambino la nostra coscienza si è anestetizzata e la reazione all’orribile crimine dell’aborto é praticamente nulla.
Come già ebbi modo di dire in altra occasione al signor Giorgio Rapanelli, pur comprendendo empaticamente il terribile dramma personale che vive o ha vissuto chi ha fatto o consentito ad un aborto, sono in totale disaccordo quando egli (come tanti altri) dice: “Condannare l’aborto, ma non chi abortisce. Il medico che opera l’aborto è un inconsapevole assassino, come lo ero io.”
Fintanto che esisteva una legge che puniva penalmente l’aborto era impossibile non essere consapevoli che, per lo meno a termini di legge, si uccideva un essere umano, anche se il “luogo”dell’infanticidio era l’utero materno e per ciò si dava al reato (a mio avviso sbagliando) una connotazione meno grave, e quindi pene più lievi rispetto a quelle comminate per il reato di infanticidio.
Considerare la fattispecie dell’aborto un reato penale è una questione di civiltà giuridica per una società moralmente ed eticamente sana. Perfino il diritto romano considerava il nascituro come soggeto di diritti, anche se da un punto di vista prettamente economico. E in una società dove sono continuamente sbandierati (quasi sempre fuori luogo) i “diritti umani”, si nega ad un essere umano il primo e fondamentale diritto: quello alla vita.
Per cortesia, non confondiamo le problematiche psicologiche di chi commette o è complice di un delitto con la giusta e sacrosanta punizione che dovrebbe essere comminata a chi tale delitto commette.
Per altro verso è certamente giustissimo quanto dice il sacerdote e la santa Chiesa ha sempre insegnato: è Dio che ci dà il perdono (ovviamente se c’è un sincero pentimento), e dunque non possimo arrogarci il diritto di dire a noi stessi che, se pur abbiamo ricevuto da Lui il perdono, noi non ci perdoniamo. E’ un peccato di superbia. Altro è il rimorso che può continuare a tormentare la coscienza, e che potrebbe essere una giusta punizione spirituale che Dio permette come una grazia, affichè scontiamo (almeno parzialmente) in questa vita anzichè in purgatorio il male commesso. Per questo dovremmo provare, anzi, una grande gratitudine e consolazione dell’anima. E se proprio è un tormento così grande da divenire insopportabile c’è sempre il tesoro dei santi: procuriamoci indulgenze! E, anzichè macerarsi in vani e sterili sensi di colpa, facciamo opere di misericordia, aiutando per esempio concretamente (economicamente, o dando la propria personale disponibilità di tempo) i Centri di Aiuto alla Vita (CAV) che operano in tutte le direzioni possibili per evitare alle madri di abortire dando loro, per quanto nella loro disponibilità, aiuto economico e sostegno.
Ricordo il titolo di un articolo di Socci parecchi anni fa:”Meglio nascere girini che bambini”. Quel titolo mi si impresse non solo nella mente ma nell’anima come un marchio a fuoco. Perché tagliava come uno stilo e in un rigo racchiudeva tutta l’ipocrisia e la falsità di un antidio che agisce nel mondo come maestro seduttore incontrastato e che solo la Chiesa era rimasta indomita a combattere. Oggi non è più così. Si è operata la “reconquista” e il mondo oggi la domina. L’ultimo baluardo è stato vinto. Un’altra breccia di Porta Pia è avvenuta e la “laicità”, vittoriosa sulla fede, ha dettato il suo nuovo catechismo a cui sottomettersi, pena la morte sociale, a scapito di quella spirituale. Ma tant’è!
Quando leggo di aborto, o penso all’aborto, ricordo di essere stato un abortista sostenitore dell’aborto, fino al momento in cui, dando un procedimento di Dianetics (branca iniziale di Scientology), la giovane donna che ripercorreva avvenimenti registrati nel suo inconscio, incontrò il suo aborto. Di cui nulla sapeva.
Avevo visto filmati di cosa avveniva mentre il feto veniva ucciso. Quel giorno ebbi il “sonoro” di un film che non vedevo. Il feto, che sarebbe comunque nato, aveva la più grande consapevolezza dell’assassinio che la madre stava compiendo mediante una mammana tedesca, usando come strumento un “enorme” ferro da calza che le stava colpendo – così diceva – quelle parti che sarebbero diventate udito e corde vocali. L’essere spirituale che aveva già preso possesso di quel feto col concepimento a volte si “esteriorizzava”, ossia “usciva dal corpo e vedeva, terrorizzato, la mammana che operava”… Il feto gridava “mamma, perché mi fai uccidere!”… L’opera della mammana evidentemente non riuscì. Quel feto nacque con problemi fisici all’udito e alle corde vocali. Inoltre, non poteva lavorare a maglia, o vedere le punte di qualsiasi utensile, né riusciva a tagliare la carne cruda. Le avevo dato il procedimento, in quanto , nel sopraggiungere dell’autunno (periodo del tentato aborto) ella sentiva il desiderio di uccidere il marito e il figlio.
Cosa accadde negli anni successivi? Intanto, scaricò l’impulso di uccidere, l’udito e le corde vocali non migliorarono (cosa che accade dopo quei procedimenti), non provò alcun risentimento verso sua madre, né si confrontò apertamente con lei sul tentato aborto, capendo i motivi di sua madre, domestica in Germania e messa incinta dal figlio del suo padrone.
“Ma cosa ho fatto fino ad oggi?”. Questa fu la domanda che mi feci mentre lei descriveva il tentato aborto. In cinque secondi da abortista diventai antiabortista. In questa maniera mi tolsi lo schermo psichico, che impedisce di assorbire la carica energetica mentale che il paziente rilascia durante le sedute. Assorbii tutto il dolore che ella aveva scaricato…. Il giorno dopo ero su “apatia” e stavo morendo… Mi salvò una donna con le tecniche di Training autogeno, così disse, di cui non so nulla.
Ero abortista perché non sapevo, non conoscevo cosa fosse l’aborto. Non ero ancora Cattolico, tenuto quindi ad essere antiabortista per fede. Ero solo uno scientologo che era uscito dal materialismo storico e sapeva di essere uno “spirito immortale”. Ma era così veramente? Ero realmente e completamente inconsapevole di cosa stessi commettendo con l’aborto, prima di incontrare Scientology? No, onestamente io “sapevo”…
Se avessi fatto nascere mio figlio, oggi avrei un figlio di 43 anni. Il sacerdote mi dice che devo perdonarmi perché Cristo è morto per me e mi ha perdonato. Però, il ricordo di ciò che ho fatto mi brucia come fuoco dentro… Sarà superbia la mia, ma io non mi perdono… Non mi perdono, poiché io – pur materialista – “sapevo”… Io sapevo che stavo permettendo l’uccisione di mio figlio. Era una voce che mi sorgeva dal profondo e che mi diceva “non farlo fare, fallo vivere”.
Oggi so cosa era quella voce. Io fui battezzato e il sacerdote fece entrare in me il Verbo, che rimane in me per tutta la vita, e che forse è la voce della coscienza. Avrei potuto seguire quell’accorato richiamo per mio figlio, ma non lo feci. Ho sempre sentito quella “voce” venire su ogniqualvolta io commettevo una colpa. Era invece la superficialità, la stupidità, l’arroganza e l’egoismo a vincere e a respingere dentro quella “voce”.
Aborto, che fare? Condannare l’aborto, ma non chi abortisce. Il medico che opera l’aborto è un inconsapevole assassino, come lo ero io.
L’unica cosa da fare, a mio parere, è cercare di convincere a non abortire. Con l’aiuto fraterno e la vicinanza alla donna. Facendo in modo che la maternità sia una gioia e non un terrore di perdere il posto di lavoro, di non avere i soldi per mantenere un figlio in un mondo che ormai è nemico dell’uomo. E’ una questione che investe infine la politica. La cosiddetta Sinistra sostiene l’aborto come una conquista di civiltà. Forse, solo a Destra potremo avere un sostegno per salvare vite dall’aborto.
Ho visto donne cattoliche abortire per motivi comprensibili. Altre donne non cattoliche si tengono i figli, pur con tutte le difficoltà delle prime. E’ solo una questione di coscienza e di consapevolezza.
Mio cugino, dottore ospedaliero in pensione, ateo, è sempre stato un nemico dell’aborto. Un dottore – così dice – agisce per salvare, non per uccidere. Quando un neonato stava per morire chiamava una suora per farlo battezzare. Non avendo una suora a disposizione, egli ne battezzò tre, con l’aspersione dell’acqua sul capo del neonato morente in nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Che strano ateo è mio cugino… Nostra zia era entrata in coma ed egli mi disse: “Dato che è cattolica, vai a chiamare il prete per l’Estrema Unzione”. Il prete venne, dette l’Estrema Unzione a mia zia in coma… Appena avuto il sacramento, ella riaprì gli occhi e visse ancora per due anni… Questo è uno dei poteri dell’Olio Consacrato, ma è un’altra storia.
Mi scuso per la lungaggine.
Comunque sto molto male adesso. Non posso perdonarmi. Scusatemi.
Caro Rapanelli, talvolta lei scrive cose piuttosto strane, però ha il pregio di essere sincero.
Del resto Shakespeare scriveva: “Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia”.
Buona domenica a lei e a sua moglie.
Caro Enrico, sono ritornato a Casa per la conoscenza che definisci “strana”. Però, oggi, nessuno può farmi passare per vere le cose “strane” che stanno arzigogolando gli eretici e i satanisti infiltrati e al potere in Vaticano. Oggi, nel vedere la ricchezza data dal sacrificio di Cristo Gesù, che si rinnova sul Golgota dell’altare, sporcata e distrutta da indegni chierici di tutte le categorie, ti fa venire uno sfinimento doloroso, per cui vorresti morire di crepacuore come il nostro Fratello Caffarra. Anche se stanno passando i tioli di coda del film della mia vita, devo continuare a battermi con STILUM CURIAE e con tutti voi. Ognuno di voi è un “Miles Bonus” di Cristo. Grazie a voi mi sto formando nella Dottrina, confermata dalle conoscenze “strane” che ho avuto in passato. Oggi, per me, i Sacramenti sono reali come il computer che ho davanti. Sono Scienza Sacra, con le sue regole contenute nei quattro Vangeli, negli Atti, in San Paolo e Apocalisse. Non c’è altro da aggiungere. Tutto è già stato scritto. Si tratta solo di mantenere sulla strada illuminata dallo Spirito.
Dio la benedica.
Bellissima testimonianza, complimenti . Grazie al CIELO.
Caro Luigi, sono commosso. Grazie. Dio la benedica.-
Leggo nel commento di Marco 2: “Non lo dico per condannare chi di questo omicidio si è reso partecipe, ma per il desiderio che gli si aprano cuore e occhi. ”
Cristianamente parlando, anzi, cattolicamente parlando, in “foro interno” nessun essere umano può condannarne un altro. Ma qui non si tratta di condannare in “foro interno”, ma di ristabilire il diritto a vivere di esseri umani inermi barbaramente uccisi con il beneplacito dello Stato. Uno Stato barbaro e assassino che assolve i carnefici e spende i soldi dei suoi cittadini per dar modo a questi di compiere i loro crimini agiatamente e senza alcun rischio personale. Il senso etico, non dico dei cattolici, ma di una qualsiasi persona che voglia considerarsi civile, deve far sì che si invochino a gran voce leggi a protezione degli inermi e che condannino severissimamente i carnefici. E dico “carnefici”ma, per un cattolico questo è un termine riduttivo, perchè il crimine dell’aborto non priva un essere umano solo della carne, della sua vita, ma lo priva del santo Battesimo, e dunque della pienezza della Vita. Certo, l’onnipotenza di Dio può far nascere figli di Abramo anche dalle pietre, e dunque far diventare figli di Dio anche questi poveri bambini massacrati e privati del Battesimo, ma quanto ai loro assassini, la loro colpa è enorme. Enorme dinanzi alla società umana, e di una gravità inaudita spirituamete parlando, molto più grave di altri omicidi.
Quanta stupidità e ignoranza nelle severe condanne “morali” a coloro che, in tempi spiritualmente molto più avanzati dei nostri, prima di eseguire una condanna a morte cercavano di dare al condannato ogni possibilità di salvarsi l’anima; a coloro che quando potevano imponevano il santo Battesimo.
In questo tempo di ipocrito relativismo invece nessuno si prende alcun genere di responsabilità: ognuno si salvi a modo suo, nel caso ci sia salvezza, ma nessuno salvi chi, come un bimbo inerme nell’utero di sua madre, da solo nulla può fare, nemmeno chiedere il battesimo prima di morire
Non credo che possa essere ulteriormente accettato e in tutti i casi supportato, quell’enorme orripilante fetta di mondo “cristiano”, che si batte a spada tratta a difesa per i diritti di sopravvivenza di varie specie di animali, giudicati in pericolo di estinzione, o sull’improbabile riscaldamento globale, mentre ignora bellamente, i milioni e milioni di bambini vittime di aborto, peccato senza eguali, che grida vendetta al cospetto di Dio. I manifesti di denuncia a Roma? Ottimi, veramente eroici e da plaudire quanti gli hanno pensati e resi pubblici.
Ma, non pensiamo di illuderci che questi manifesti possano aver finalmete rovinato il weekend ai campioni dell’abortismo nazionale: uomini di potere in cravatta e in talare, politici e relativa stampa asservita, sindacati, ecc.
Eleviamo il capo, gente di buona volontà, quanti realmente credono nei valori Cristiani della vita, non accontentiamoci più di sentire aleatorie promesse con parole vuote e sterili che non portano da nessuna parte. A breve ci saranno, finalmente, le elezioni politiche. Facciamoci sentire, e se necessario, anche vedere, testimoniando Cristo Signore, nostro Dio.
SIA LODATO GESÙ CRISTO!
Rispondo a Serena e Sulcitano.
Un mio carissimo amico, medico e psicoterapeuta, già anni fa, mi diceva: solo in nome di Dio e con un forte richiamo alla coscienza Cristiana si riesce a convincere una donna che vuole abortire a non farlo. Il giorno in cui la Chiesa perdesse il controllo del sesso non ci sarebbero più freni possibili. Questo amico ha reso l’anima a Dio da molti anni. Ripensandoci, mi pare sia stato un vero profeta.
SEMPRE SIA LODATO!
Per chi abita a Lecco e vicinanze.
21 novembre ore 20.30
Teatro Francescano
Incontro con Gianna Jessen
A mio avviso si dovrebbe ricominciare a punire l’aborto penalmente, e perseguire tutti i soggetti coinvolti, madre compresa: una società che si dice civile non lascia impunito un crimine, men che mai contro la vita umana, in particolare se totalmente indifesa. Non si può avere più comprensione per il carnefice che per la vittima, e ciò anche se il carnefice ha problemi personali che in qualche modo possono attenuare la colpa. Attenuare, appunto, non eliminare la colpa del delitto che deve essere punito con il necessario rigore. L’assurdità concettuale della legge che ha depenalizzato e favorito l’aborto è che è stata fatta passare come pensata a “protezione” della madre che abortisce, ossia a protezione del carnefice che, incidentalmente, poteva averne delle conseguenze sul piano fisico al punto di arrivare al decesso. E con questo? E’ come se si fosse depenalizzata la rapina a mano armata perchè può succedere che incidentalmente il rapinatore perda la vita in una sparatoria, magari ucciso per errore da uno dei suoi stessi complici. E’ un’aberrazione giuridica. E infatti si è dovuti arrivare a definire la vita umana NON vita umana nei primi mesi di vita. Su basi scientifiche totalmente inesistenti
Ultimamente in Vaticano ci si adopera a pastorizzare il beverone in modo da derubricare il contra sextum in ogni sua forma, con gran spolvero di accoglienza, misericordia e buoni sentimenti.
Sul quinto si è messa la sordina, al punto che 50 milioni di aborti l’anno stimati nel mondo-trascurando pillolame vario, uteri in affitto e pratiche varie sugli embrioni- non valgono un’enciclica (la cultura dello scarto è vista dal punto di vista della raccolta differenziata) e l’abortista Emma Bonino (quella delle pompe di bicicletta) è dipinta tra i grandi d’Italia. Anzi: se proprio c’è da parlare di vita, l’accento è sul problema dell’accanimento terapeutico, non certo l’eutanasia. Infatti risuona l’applauso dei media, desiderosi di celebrare lo sdoganamento della DAT.
Cerco di essere di larghe vedute: anche sul settimo si transige, visto che i conti restano oscuri, mentre per l’ottavo, non essendoci una verità, è diventato difficile stabilire che cosa sia menzogna.
I primi tre sono già lettera morta da tempo. I comandamenti residui finiscono presto nell’insignificanza degli altri. Stiamo facendo la volontà di Dio? O piuttosto quel che ci pare?
Bravi, bravissimi, coraggiosi, questi che appendono ai muri i manifesti ! Magari fossimo tutti ad informare il mondo in questo modo. Quando la legge è passata, sembrava che gli aborti non dovessero più esistere, invece SATANA ha sedotto le persone preposte dal Popolo, ha invertito le parti chiamando il MALE BENE e un velo di omertà ha fatto cadere tutto nel dimenticatoio. Ma non per DIO che darà a ciascuno secondo le azioni che avrà commesso. Anche Bergoglio ha avuto una bella trovata : quella che per riparare a questo peccato non serve più recarsi dal Vescovo. Quindi lo ha declassato. I Sacerdoti nelle omelie , neanche l’ombra di accenno, quasi avessero paura di perdere la paga. VERGOGNA ! Perderanno forse quella eterna, per mancanza di coraggio, eccetto pochi VALOROSI.
Bravissimo Pasquino
Non capisco perché non si debba condannare chi si è reso partecipe di questo omicidio.
Non essendoci la galera per espiare, è doveroso parlarne in maniera franca proprio per carità cristiana e per la salvezza delle anime!
È chiaro che il giudizio finale per ognuno di noi spetterà a Dio ma dare in questo mondo un giudizio di condanna astratto e oggettivo su questo terribile atto, significa diventare come Ponzio Pilato che voleva salvare Gesù ma poi finí per piegarsi alla diabolica volontà popolare per salvare il cadreghino.
Non si può separare l’atto dal responsabile del misfatto, sennò anche il reato resterebbe in una sfera di biasimo puramente teorico!
La maternità minacciata…..
[2]Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. [3]Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; [4]la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.
Apocalisse 12,2-4
Il papa non e’ cattolico. Finalmente la gente cominca a rendersene conto e a svegliarsi. Se n’e’ accorto perfino un teologo anglicano (e la cosa preoccupa anche lui): http://chiesaepostconcilio.blogspot.co.uk/2017/11/un-teologo-anglicano-il-papa-non-e.html
Caro Direttore:
Lo scrissi il 15 di agosto di 2013 e l’ho ripetuto più volte:
IN GLI ULTIMI 40 ANNI SI SONO PRODURSI 1.720 MILIONI DI ABORTI IN IL MONDO
“Il Dr. Brian Clowes, direttore di educazione e investigazione del Human Life International, ha investigato il numero di aborti indotti nel mondo dall’anno 1973. Le sue conclusioni sono demolitori. Oltre a mille settecento milioni di esseri umani non fu permesso loro di nascere in quello periodo di tempo. E inoltre la tendenza è che si incrementi il numero annuale di aborti perché ogni volta sono più i paesi che lo legalizzano”:
http://infocatolica.com /?t=noticia&cod=16931
Nell’Antigua e Nuovo Alleanza Dio si rivela come Dio di amore e misericordia: Dio Misericordioso, ma da nessuna parte è scritto che sia infinita la sua gola:
Apocalisse 6: 10-11.
Saluti.
un pugno sul muso a Emma Bonino.Manca però l’appello a sussidi per madri e padri(qualora ce ne fossero della specie natural-cavernicolo non di mammi evoluti).
L’aborto è un omicidio, rendiamocene conto. Il fatto che il bambino o la bambina si trovi ancora attorniato dalla pancia della mamma non lo rende meno bambino o bambina. L’avere un corpo ancora in fase di sviluppo, una personalità e un carattere ancora da formare, dovrebbe renderlo più soggetto, per una fase così delicata della vita, alle nostre amorose cure. Non raramente, purtroppo, avviene il contrario.
Non lo dico per condannare chi di questo omicidio si è reso partecipe, ma per il desiderio che gli si aprano cuore e occhi. Credo che di questa tremenda piaga possiamo essere tutti, non solo i diretti interessati, un po’ responsabili: per le nostre omissioni, i nostri silenzi, il non aver dato il nostro aiuto a quella mamma o papà, a quel medico, il nostro strumentalizzare un così grave problema…
Credo che per guarire da questa tremenda piaga si debba soprattutto iniziare a parlare veramente al cuore delle persone. Lasciamo che Dio ci tocchi il cuore per capire che non sono un grumo di cellule, ma nostri fratelli e sorelle nella fase più delicata della loro vita.