BURKE: SPERO ANCORA CHE IL PAPA RISPONDA AI DUBIA. LA CONFUSIONE È DANNOSA PER LA CHIESA. INSISTEREMO.

26 Marzo 2017 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

La sera del 24 marzo il cardinale Raymond Burke parlava nella parrocchia di Saint Raymond di Peñafort a Springfield, Virginia, e ha risposto ad alcune domande relative ai “Dubia” presentati da quattro cardinali, e alla possibile correzione formale che un’eventuale mancanza di risposte da parte del Pontefice potrebbe rendere necessaria.

Il parroco di Saint Raymond, padre John De Celles, ha posto alcune domande al cardinale. Ecco qualche brano de colloquio.

De Celles. – Ci sono molte voci che circolano intorno ai Dubia…Lei sa se ci sarà una risposta ai Dubia da parte del Santo Padre o della Congregazione per la Dottrina della Fede?

Burke: “Sinceramente spero che ci sarà perché queste sono questioni fondamentali che sono onestamente sollevate dal testo dell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia. E fino a quando non ci sarà una risposta a queste questioni continuerà a diffondersi una una confusione molto dannosa nella Chiesa, e una delle questioni fondamentali riguarda la verità secondo cui ci sono cose che sono sempre e dovunque sbagliate – quelli che chiamiamo atti intrinsecamente malvagi – e così noi cardinali continueremo a insistere per udire una risposta a queste domande sincere”.

Il cardinale Burke ha negato l’idea che i Dubia siano irrispettosi o arroganti, ricordando che si tratta del sistema tradizionale di cercare un chiarimento da parte del Papa sull’insegnamento costante della Chiesa. Ha poi spiegato perché i Dubia siano stati resi pubblici, dopo aver saputo dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che non ci sarebbe stata una risposta.

“Abbiamo giudicato necessario renderli pubblici perché così tanti fedeli ci avvicinavano, ponendo queste domande, e dicendo, che cosa c’è di male, abbiamo queste domande, e sembra che nessuno dei cardinali che hanno la grande responsabilità di assistere il Santo Padre si ponga queste domande, e allora le abbiamo rese pubbliche, e anche questo è stato fatto con grande rispetto”.

De Celles: – Se non c’è risposta, quale sarà la risposta di voi quattro cardinali?

Burke: “Allora dovremo semplicemente correggere la situazione, di nuovo in maniera rispettosa, cioè semplicemente questo, dedurre la risposta alle domande dall’insegnamento costante della Chiesa e renderlo noto per il bene delle anime”.

Il cardinale americano non ha dato nessuna indicazione sui tempi di questa eventuale correzione dell’esortazione post-sinodale. E soprattutto ha parlato di correzione in generale, e non di una correzione rivolta direttamente al Pontefice. Amoris Laetitia sta per compiere il suo primo anno di vita, è stata pubblicata nell’aprile del 2016. E ancora adesso da diverse zone del pianeta si hanno dichiarazioni di vescovi e conferenze episcopali che si muovono su linee contrastanti nell’applicazione del documento, alimentando uno stato oggettivo di confusione.

Chi volesse vedere il video può trovarlo a questi link

LINK1 

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59 commenti

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Sr.Marco Tosatti:
    Fátima, comentario 130.
    Saluti.

  • enrico2 ha detto:

    Perdonate il mio sfogo.
    Fra tutti i blog cattolici che si sono occupati e si occupano di AL, in assoluto quello che più mi infastidisce è UCCR.
    Per fare un esempio la linea del nostro ospite, il dott. Tosatti, è chiara, come è chiara per fare un esempio opposto, semplificando, quella di Tornielli su Vatican Insider.
    Si può non essere d’accordo con una o con l’altra, ma almeno non si può dire che manchi coerenza nel pensiero.
    Ma il sito sopra nominato riesce a far passare come coincidenti la linea del Cardinal Coccopalmerio e quella del Cardinal Mueller.
    Un cattolico dovrebbe amare la verità, e se non riesce ad essere coerente nelle sue azioni, magari per debolezza, almeno dovrebbe essere coerente nel pensiero.
    Questa è una cosa che davvero mi indispettisce.
    Scusate.

    Enrico

    • Q.B. ha detto:

      Dopo la lunga chiusura Uccr é irriconoscibile. Contro ogni ragionevolezza negano qualsiasi critica anche motivata da sincero amore per la Chiesa, imputano dolo a cui si pone domande arrivando a letture normalizzanti che sono un insulto all’intelligenza di chi legge. I commenti sono oramai monopolizzati da tre o quattro ultras a tempo pieno. É uno spettacolo triste.

    • Acchiappaladri ha detto:

      @enrico2

      Allora non è stata solo una mia impressione! 🙂

      Non conosco le persone che gestiscono il sito UCCR. Qualche anno fa trovai un link a quel sito e ogni tanto ci sono tornato trovando alcuni articoli interessanti su argomenti che mi interessano anche dai punti di vista strettamente filosofici o scientifici (è passato del tempo ma mi sembra di aver trovato articoli e commenti interessanti sulla Sindone).
      Mi capitò un giorno di vedere lì citato Socci e per curiosità andando a leggere meglio scoprendo sconcertato i sintomi di un’acuta mania papolatrica.

      Ciascuno di noi ha qualche difetto: si vede che ai responsabili della linea editoriale di UCCR momentaneamente la “RAZIONALITà” che era contenuta nei loro circuiti neuronali associati a “papa”, “Bergoglio”, “Socci”, “AL” e qualche altro concetto correlato è finita tutta nell’inchiostro usato per scrivere la “R” nella loro sigla e i neuroni così svuotati fanno poverini quello che possono 😉 🙂

      Auguro sinceramente ai gestori di UCCR che la fissazione papolatrica gli passi e la razionalità torni ad essere utilizzata da loro anche sull’argomento Papa Francesco e dintorni, sperando che in futuro su papa Francesco possano continuare a scrivere un sacco bene perché oggettivamente egli starà compiendo santamente il suo importantissimo ministero.

      E’ un pezzo che non ci torno su quel sito perché anch’io mi intristisco quando vedo qualche persona, magari meritoria per il tanto di buono fatto e con mente di solito brillante, che stimolata da chissà che cosa : ci dovessi tornare su quel sito sarebbe solo per cercare aggiornamenti su argomenti per i quali non avevo ancora visto manifestarsi delle turbe psichiche e non perderei nemmeno 10 secondi a leggere lì su UCCR cose relative al papa.

      P.S. Viene quasi da sospettare uno scherzo di un diavoletto: spegnere selettivamente la razionalità proprio su un sito intitolato alla razionalità 🙂 🙂

      • Acchiappaladri ha detto:

        mi accorgo ora di tanti errori per correzioni mal fatte nel mio post precedente: scusatemi (mi sembra che ugualmente si capisca la mia impressione del sito UCCR).

        • enrico2 ha detto:

          Comunque, prendendo spunto da alcuni commenti che ho letto in un articolo pubblicato nel sito di cui stiamo parlando, posto che la pubblicazione di un commento sul loro portale è del tutto aleatoria ed io non ho tempo da perdere, riassumo alcune mie considerazioni:

          Il discernimento dovrebbe essere applicato per comprendere se una determinata scelta, non già pienamente in contrasto con i comandamenti di Dio, potrebbe essere buona oppure no.
          Inoltre determinare usando il discernimento che non si tratta di peccato mortale un’azione che è materia grave può essere compiuto su azioni già avvenute, ma risulta problematico applicare questo per giustificare azioni future.
          La piena avvertenza come giustificazione, che che se ne dica, viene a cadere, perché se non ho piena avvertenza su un’azione che non è una reazione istintiva ad uno stimolo ricevuto, ma una situazione che si protrae nel tempo viene il dubbio su quale cammino di conversione io debba fare, non riconoscendo nemmeno la situazione come sbagliata in sé.
          Riguardo al deliberato consenso, considerando questo concetto in senso allargato a piacere, vien da sé che quasi ogni azione potrebbe essere psicologicamente giustificata.
          Detto questo la famosa lettera alla Chiesa di Buenos Aires, non essendo rivolta alla Chiesa Universale, non può essere presa come risposta, essendo la stessa fra le altre cose privata e non pubblica.

          Ma andiamo al concreto, posto che girando attorno alle questioni si perde solo tempo, e posto che da quanto si legge la presenza di figli nel nuovo matrimonio sembra essere condizione sufficiente a giustificare rapporti intimi fra i due compagni, se un giorno, quando avrà l’età, mio figlio dovesse dirmi che è stufo del suo matrimonio ed ama una altra donna che ha già dei figli da precedenti unioni io che cosa dovrò rispondergli?

        • Zhaos ha detto:

          Posso confermare il declino di UCCR (almeno negli articoli di attualità sulla Chiesa). Sembra di essere su Saturno.
          Censurano i commenti, li eliminano, li chiudono all’improvviso.
          Pensano che tutto vada bene, anche es. gli elogi a Pannella e Bonino, e che il solo problema siano i giornalisti critici.
          Su Uccr si può esprimere alcuna critica o dubbio senza essere accusati di avere poca fede, di essere manipolati da Socci, di essere antipapisti.
          Difendono anche gli elogi di Paglia verso Pannella, dicono che Galantino non abbia mai detto che Sodoma si è salvata (credono sia una bufala), e cancellano i link ai video che dimostrano la verità.
          Alcuni hanno anche difeso Ehrlich, dicendo che è stato giusto invitarlo in Vaticano.
          Questo per far capire a che livello si è arrivati. Razionalità intermittente.
          Peccato. E’ sempre stato un sito ottimo.

          • Q.B. ha detto:

            Recentemente hanno pubblicato un articolo addolcito nei confronti di Lutero che faceva a pugni con altro articolo sullo stesso tema pubblicato alcuni anni prima. Un banderuolismo stucchevole. Credo comunque che redazione e collaboratori siano cambiati non poco. L’impressione é che una parte abbia abbandonato la barca in disaccordo con queste scelte partitiche nel senso lato del termine. É davvero disarmante.

  • Con el derecho legal y casi universal del mar de sangre por la matanza de inocentes, que es el verdadero signo de nuestro tiempo, y la aparición del profetizado “pastor necio” Zacarías y “falso profeta” Apocalipsis, hemos entrado en el “Final de los tiempos”, que es el 10, 9, 8, 7… o cuenta atrás del profetizado por el Señor “Fin del Mundo”: Mateo 24, Marcos 13 y Lucas 21.
    Pasa lo mismo con cada ser humano, con cada uno de nosotros, que desde el mismo momento que somos concebidos el reloj de arena da el vuelco y vamos irremediablemente a nuestro fin: unos viven unas horas, otros unos días, otros meses y otros “años”: Salmo 90: 10.
    Nuestra muerte o nuestro fin siempre lo vemos lejano, porque los que se mueren son los otros nosotros no, pero todo llega queramos o no.
    Con el profetizado “Fin del Mundo” pasa lo mismo, se ve muy lejano. Nos dicen los científicos que el sol no dará más su luz dentro de 4.000 años más o menos, por lo que la Tierra desaparecerá: largo lo ponen esos “profetas”.
    Pero los “signos de los tiempos” de nuestro tiempo, apuntan a un cercano final: el cómo y el cuándo, el día y la hora pregunten al Jefe, porque yo ni le hablo ni Él me habla.
    Hay una cosa muy clara para el que lo quiera ver. Del Jefe, Dios, se dice de Él que es Misericordioso, que es “infinita su misericordia” y es verdad; pero también es verdad que en ninguna parte está escrito que Dios es tonto e infinitas sus tragaderas como para tragarse anualmente ríos o mares de sangre inocente.
    Recuerden: Dios es misericordioso pero no tonto ni infinitas sus tragaderas, y lo que fue profetizado como aviso está próximo a cumplirse y los signos así lo indican: ¡Alegría, alegría, y bendito sea Dios y María su Madre y Mamá nuestra!

    • Acchiappaladri ha detto:

      @Ángel Manuel González Fernández

      “… pero también es verdad que en ninguna parte está escrito que Dios es tonto e infinitas sus tragaderas como para tragarse anualmente ríos o mares de sangre inocente. … ”

      Sr. González,
      grazie per aver condiviso con noi questa Sua riflessione.
      Non mi era mai venuto in mente che noi uomini, con i nostri peccati di violenza assassina, diretta o indiretta, verso altri uomini innocenti stiamo costringendo Dio a trangugiare fiumi di questo sangue innocente.
      Con questa metafora si riesce a capire meglio l’enormità della offesa che arrechiamo a Dio.
      E purtroppo è vero che con i massacri di massa (nelle guerre e nelle rivoluzioni) del XX secolo e poi negli ultimi decenni con le decine e decine di milioni di piccoli esseri umani abortiti più che in un fiume stiamo cercando di affogare Dio in un mare di sangue innocente.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    L’articolo di Marco Tosatti che qui commentiamo, chiarisce ancora una volta ciò che molti di noi si ostinano a negare, oppure, nella migliore delle ipotesi, a ritenere normale dialettica. Non è così. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che esistono due Chiese:
    la Chiesa che parte da Gesù e arriva al 28/2/2013 e la chiesa degli ultimi quattro anni, cioè di papa Francesco. E’ inutile continuare a menarla: sono due cose inconciliabili.
    La Chiesa bimillenaria annuncia la Parola che costituisce la dottrina, e guida i fedeli con la pastorale anche misericordiosa, ma sempre illuminata dalla dottrina.
    La Chiesa bergogliana parte dalla realtà e si arrampica fino a scorgere la Parola; ma in questo percorso la dottrina è sempre e comunque ancella della pastorale.
    E’ evidente che le due cose non si incontreranno mai.
    P.S.: quanto al bagno chimico citato da “BrokenOutInLove”, siamo alle comiche e mi fermo qui.

    • Acchiappaladri ha detto:

      @Paolo Giuseppe

      Esatto, magari fosse solo un problema di comiche! Ci faremmo una risata e via 😉

      Il problema è purtroppo più serio, sempre più serio ogni giorno che passa: e per chi crede in Dio secondo la dottrina cattolica c’è a rischio la disponibilità per noi poveracci peccatori dei mezzi ordinari per ottenere la salvezza quando fra poco moriremo.

      Sto dedicando parecchio tempo a cercare di informarmi per capire se ci sia qualche segno di reazione positiva istituzionale che possa efficacemente curare la patologia cancerosa che, dai fatti, sembra essere arrivata ad affliggere anche il capo (vicario!!) della Chiesa:
      passano i giorni e a un osservatore qualunque come me non sembra che nella Chiesa ci siano anticorpi capaci di arrestare la malattia .

      Con valutazione prettamente umana da qualche tempo io ho mentalmente paragonato la patologia in sviluppo nella Chiesa Cattolica a quella del crollo essenzialmente endogeno dell’Impero Romano d’Occidente (e senza che però ci sia la speranza, in quel caso rimasta viva per qualche secolo, che da Oriente l’Impero potesse essere restaurato).

      Ho visto solo oggi un bel saggio recentissimo di don Ariel Levi di Gualdo che, in maniera argomentata a livello accademico, arriva a una simile pessimistica conclusione:
      http://isoladipatmos.com/la-caduta-dellimpero-quelle-brutte-storie-del-vaticano-ii-che-nessuno-racconta-per-non-intaccare-il-superdogma/
      ne suggerisco la lettura anche se più impegnativa di uno dei soliti brevi articoli dei blog.

      • Paolo Giuseppe ha detto:

        Caro Acchiappaladri,
        ho letto l’impegnativo articolo che hai proposto.
        Ne condivido l’impianto generale, ma non le accentuazioni catastrofiste. Ad esempio, se da un lato è vero che la liturgia non è semplice coreografia, ma ha anche profondi significati di fede e in quanto tale non va stravolta, è anche vero che molte cose citate dall’autore non spostano la mia fede: la balaustra dell’altare, l’altare girato di qua o di là, la chitarra al posto dell’organo non mi entusiasmano, ma le sopporto senza drammi. Lo stesso si dica per la gerarchia, giudicata dall’autore con disprezzo; sappiamo che nei secoli intorno al mille in seno a Santa Madre Chiesa ne succedevano di tutti i colori (studiare per credere).
        Tuttavia, dopo un opportuno “discernimento” (ti piace questa parola?), rimane il fatto che oggi la Chiesa insegue il consenso A TUTTI I COSTI, come se fosse un partito politico, chiudendo un occhio e mezzo sul depositum fidei. La confusione intorno ad A.L. ne è solo un esempio. Alcune uscite estemporanee del Papa e di alcuni vescovi mi fanno cadere le braccia e non solo quelle…; certo se io vado in piazza e dico “ricordati che devi morire” raccolgo meno voti che se affermo “Dio perdona tutto” e oggi è ciò che accade.
        Inoltre elogiare il capo si dimostra un ottimo investimento per la carriera con la conseguenza che illustri nullità occupano posti di grande responsabilità.
        Burke, Caffarra e soci si devono rassegnare: la risposta ai “dubia” non la vedranno neanche con il binocolo.
        Quindi che fare? Dobbiamo testimoniare la sequela a Gesù nella nostra vita quotidiana con umiltà, ma con chiarezza, abbassando la saracinesca che si affaccia sul Vaticano e aspettando che passi “a nuttata”.

        • Marco Crecco ha detto:

          Condivido a pieno l’analisi tuttavia Gesù non è il Teatro di Eduardo!!!
          E mi dispiace per te ma “‘a nuttata”
          quando sarà finita ci sarà per tutti Cristo Giusto Giudice, bergogliosi per primi!!!

  • Mary ha detto:

    Forse ci può aiutare a soffrire se invece di affermare “portare la nostra croce” pensassimo di aiutarLo a portare la Sua Croce facendo la nostra parte.

  • Mikael ha detto:

    Il Regno di NSGC lassù è ciò che è vero e il destino che ci attende se perseveremo in questa angoscia e tribolazione!
    Non lasciamoci travolgere dal fiume in piena dell’eresia che una certa Chiesa porta spavaldamenre avanti senza timor di Dio…il gran fuoco la divorerá coi suoi lacchè impenitenti.
    Sursum corda.

  • Claudio ha detto:

    A Giorgio Rapanelli.

    Non mollare, a Dio non e’ sfuggito un solo micro di cio’ che hai sofferto e stai soffrendo, Beati i perseguitati, chi ha fame e sete di giustizia etc…conoscerai meglio di me le beatitudini, “chi vuol essere mio discepolo prenda la sua croce, rinneghi se stesso e mi segua…”, si Giorgio, Gesu’ l’ha gia’ scelto per essere suo FIDATO amico, spero tanto che adesso con tutte queste ambiguita’ che sta proponendo Bergoglio, non si allontana dalla Verita’, tutto cio’ che ha subito e che sta subendo ha un senso ma non solo per la sua eternita’ in paradiso ma anche per un progetto che Dio ha su di lei qua sulla terra, allontani da lei le voci dello sconforto che le tuonano che non ce la fara’ mai, provi a rileggere nall’antico testamento “Gedeone”, potra’ aiutarlo per il proseguo del suo cammino come AMICO di GESU’. Grazie Giorgio

    • arturo de leone ha detto:

      Claudio la tua risposta a Giorgio e’ bellissima….serve anche per me e tanti tanti altri…non allontanarsi dalla Verita’… senza timori…Lui realizzera’ il Suo progetto su chi lo segue… ed in piu’ la vita eterna..Grazie. arturo

      • GIORGIO RAPANELLI ha detto:

        AVEVO DIMENTICATO DI DIRE CHE QUESTO MIO AMICO, CHE DICE DI AVERE ABBANDONATO DIO, E’ ATTUALMENTE NELLA “NOTTE OSCURA DELL’ANIMA”.

  • Sr. Tosatti, acabo de añadir esto a mi última adición, por si lo quiere editar:
    COMO EL ANTICRISTO SU AMO, FRAN”CISCO” ES CÍNICO, MENTIROSO, ENGAÑADOR Y… DEMAGOGO:
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/03/27/ne-muri-ne-ponti-per-i-migranti-ma-porte-per-aprire-e-per-chiudere-con-discernimento/

  • Sr. Marco Tosatti, por si lo quiere poner, lo acabo de editar a las 9’30 hora de España peninsular:
    Adición:
    ¡CÍNICO! ¡MENTIROSO! ¡ENGAÑADOR…!PERO NO ES EL ANTICRISTO ES SOLO SU SERVIDOR, EL PROFETIZADO “PASTOR NECIO Y FALSO PROFETA” ZACARÍAS Y APOCALIPSIS.
    ESTO ES LO QUE AFIRMA EL JESUITA QUE SE PASÓ POR SU MUNDANA ENTREPIERNA LAS ADVERTENCIAS DE SU SANTO FUNDADOR DE NO ASPIRAR A OBISPADOS.
    ESTO ES LO QUE AFIRMA EL GRAN “CARRIERISTA”, EL GRAN “CARRERISTA”, EL GRAN “ARRIBISTA”, EL GRAN “TREPA”.
    ESTO ES LO QUE AFIRMA EL GRAN INSULTADOR CON 143 “PIROPOS” AL PERSONAL POR EL MOMENTO, Y QUE SON TODOS LOS QUE ESTÁN PERO QUE NO ESTÁN TODOS LOS QUE SON.
    EN DEFINITIVA, ESTO ES LO QUE AFIRMA EL SUJETO QUE, CON LA COARTADA DEL “DISCERNIMIENTO”, “ACOMPAÑAMIENTO”, “MISERICORDIA”, “PERDÓN”, “IGLESIA DE LOS POBRES” Y OTRAS MILONGAS, SE HA PASADO POR SU MUNDANA ENTREPIERNA LA PALABRA DE SEÑOR, Y DEL “VETE Y NO PEQUES MÁS” EL SUJETO LE CORRIGE Y AFIRMA: “SON OTROS TIEMPOS POR LO QUE YO TE DIGO DIGO, TE DIGO DIEGO Y TE DIGO VETE… A COMULGAR”:
    “¿Qué significa tener la verdadera luz, caminar en la luz? Significa en primer lugar abandonar las falsas luces: la lesión fatua luz fría contra otros, porque el perjuicio distorsiona la realidad y hay un montón de odio contra los que juzgan sin piedad y condenan sin apelación. Este es el pan de cada día! Cuando hablamos de los demás, no se puede caminar a la luz, caminando en las sombras.Otra luz falsa, tan seductor y ambiguo, es el propio interés: si evaluamos las personas y cosas basadas en el criterio de nuestros beneficios, nuestro placer, nuestro prestigio, no hacemos la verdad en las relaciones y situaciones. Si seguimos por este camino de sólo buscan el beneficio personal, caminamos en las sombras”:
    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2017/documents/papa-francesco_angelus_20170326.html

  • Flora ha detto:

    @ Giorgio Rapanelli. Come vede la dolorosa lettera del suo amico ci presenta i frutti marci, avvelenati di Bergoglio. Ecco cosa lui dà da mangiare alle folle osannanti. La mela avvelenata della strega di Biancaneve. Ma noi anche ora non riusciamo a vedere il vero volto della strega perversa, vediamo solo una bellissima donna che interroga il suo specchio credendosi la più bella del reame. Il peggio non è se Bergoglio ci si senta il più idolatrato. Drammatico è che ce lo tengano su quel trono e le folle accordano ad adorarlo. Ah, già! Qualcuno bisogna pure adorare! E visto che non si adora più Gesù Cristo….

    • Massimiliano Gualla ha detto:

      Ma lei Signora ha ascoltato le parole di Papa Francesco a Monza?
      Cominci ad ascoltarlo, da sola, senza i commenti e le mediazioni di certi sedevacantisti o preconciliari che a dir si voglia e comprenderà come lo scopo di questo Papa sia di farci sentire amati dal nostro Dio che è un Dio di giustizia, di misericordia e di amore e, quindi, di amare noi il nostro prossimo.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    A commento metto una lettera che mi è arrivata:

    “ADDIO A DIO
    Ciao Giorgio,
    mi permetto considerarti un caro amico e quindi voglio fare una riflessione sul periodo buio che sto passando.
    Ci sono persone che dopo lunghi periodi hanno illuminazioni mistiche che li portano sulla vie della luce. Io invece, penso di aver fatto un “salto quantico” ma nella maniera opposta. Mi sono reso conto che tutti gli anni persi dietro a Dio non sono serviti ASSOLUTAMENTE a NULLA! Dio esiste, ma sta lì e, chissà, interviene a favore solo di chi dice Lui e chissà per quale motivo. Accettare la volontà di Dio? Sembra una religione votata al martirio…e sono stanco di fare il martire, per chi? Per una vita ultraterrena migliore? Ma se Bergoglio giustifica tutto, a che è servito sforzarsi?
    Quindi premesso tutto ciò, addio a Dio! Si tenga i suoi protetti e salvi chi vuole!
    Maledico anche tutte le stupidaggini che nonni e genitori mi hanno insegnato sulla religione…una religione che non esiste se non in testa a qualcuno.
    Se è vera l’equazione quantica che l’energia positiva che si è dati deve ritornare, mi ASPETTO MOLTO, se Dio è giusto, in questa vita: non voglio niente nell’altra dove mi sembra che non ci sia differenza e giustizia per come ci si comporta…tanto esiste sempre una scusa a tutto! Se la tenga Lui ed i suoi martiri, ed i suoi falsi seguaci. Se così non fosse, ma vadano tutti a fare…martiri, santi e seguaci!
    Ciao e scusa per lo sfogo.”

    Si può rispondere a questa lettera disperata, magari con la “misericordia”?

    COMUNQUE, GRAZIE A DIO, UNO DEI QUATTRO HA BATTUTO UN COLPO…

    • enrico2 ha detto:

      @ Giorgio Rapanelli

      Questa lettera non ha molto senso.
      Va un pò in senso contrario alla parabola degli operai mandati nella vigna (Mt.20,1-16).
      E’ lecito essere perplessi che un peccato possa essere giustificato senza pentimento e confessione, come sembra in AL.
      Un’altro è lamentarsi della misericordia di Dio per i peccatori.

      • Marco ha detto:

        @Enrico2

        “E’ lecito essere perplessi che un peccato possa essere giustificato senza pentimento e confessione, come sembra in AL.”

        È evidente che lei Al non l’ha capita e, forse, nemmeno letta.

        In nessun modo Al giustifica il peccato, ricorda semplicemente la dottrina della Chiesa secondo la quale una situazione oggettiva di peccato grave può non corrispondere a peccato mortale, se vi sono impedimenti ad agire diversamente (ad esempio la presenza di figli).

        Ecco, legga qui http://www.lastampa.it/2017/02/14/vaticaninsider/ita/recensioni/s-a-sacramenti-se-risposati-vogliono-cambiare-ma-non-possono-J3zMOaUzpbkeSutz4DJfjI/pagina.html

        Il che non è nulla di nuovo, il Catechismo dice le stesse cose anche riguardo a peccati “politicamente scorretti” come la prostituzione

        2355 “La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. La prostituzione costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini, bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia l’imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale.”

        È chiaro che, ad esempio, una prostituta costretta a perseverare nella sua “attività” a causa di ricatti o di una situazione famigliare disastrata, o perché è in mano alla criminalità (pensiamo a molte ragazze che magari iniziano nell’est per pagarsi gli studi e poi vengono impacchettate e spedite in Italia a fare le schiave del sesso), non abbia la stessa colpa di una escort di alto bordo che si prostituisce perché vuole guadagnare 10.000 euro al mese e non gli stanno bene i 1300 euro al mese di prima.

        Entrambe fornicano ogni giorno cin diversi uomini, ma la differenza è che la povera ragazza può essere assolta, se è pentita della colpa di essersi messa in quella situazione (qualora ci sia, questa colpa, ad esempio pensiamo alla ragazza che incomincia “per gioco”) anche se non può al momento riformare la sua vita, mentre la escort deve, per essere assolta, non solo pentirsi ma anche riformare la sua vita perché non ha giustificazioni (voler guadagnare 10.000 euro al mese non è una giustificazione, nè un impedimento ad agire diversamente).

        Lo stesso vale per i divorziati risposati: la loro situazione è sempre peccato grave, ma la colpa può essere molto diversa, e Al chiede di tenere in considerazione questa cosa.

        Come? Invitando i fedeli ad andarsi a confessare e lasciando il discernimento ai sacerdoti.

        Perciò lei non ha capito nulla, ma proprio nulla, di Al. E non credo per mancanza di intelletto, ma perché probabilmente nemmeno si è dato la pena di leggerla e di studiare cosa dice il Catechismo riguardo al peccato.

        Condivido invece questo

        “Va un pò in senso contrario alla parabola degli operai mandati nella vigna (Mt.20,1-16).”

        E questo

        “Un’altro è lamentarsi della misericordia di Dio per i peccatori.”

        Senza girarci intorno il sentimento di molti è questo: si sentono “giusti” e non sopportano che venga mostrata Misericordia a chi vedono come meno giusto di loro.

        Questo pontificato ha fatto uscire allo scoperto tutti i sepolcri imbiancati.

        • Francesco ha detto:

          Bravo Marco, questo è il motivo per cui Gesù disse alla peccatrice ” I tuoi peccati ti sono perdonati” mentre all’adultera “và, e non peccare più”.

          • Marco ha detto:

            Salve Francesco, non ho capito bene cosa intende.

            Effettivamente anche io mi sono sempre chiesto il perché della differenza tra il comportamento che Gesù tenne con l’adultera e quello che tenne con la prostituta, lei cosa dice?

            Quale fu la ragione, secondo lei?

          • Marco ha detto:

            Ah ho capito: forse lei si è ricollegato al mio esempio della povera ragazza che è costretta a continuare a prostituirsi per vari motivi e quello della escort che continua a prostituirsi per pura avidità?

            Io ho scritto che la prima può essere perdonata anche se non riforma la sua vita, visto che non può riformarla senza danni molto più grandi, mentre la escort per essere perdonata deve necessariamente riformare la sua vita, poichè non ha scusanti che alleviano la gravità del suo peccato (quindi per essere perdonata quest’ultima deve “andare e non peccare più”).

            Lei ritiene, quindi, che Gesù abbia perdonato la pubblica peccatrice senza imporle di riformare la sua vita perché l’ha vista pentita e sapeva che probabilmente non avrebbe potuto cambiare vita senza gravissime conseguenze (quindi aveva un’attenuante che diminuiva la sua colpevolezza) mentre invece l’adultera del Vangelo doveva necessariamente riformare la sua vita (quindi “non peccare più”) perché non aveva scusanti per il suo peccato (e quindi torniamo al parallelo della ragazza costretta e ricattata o con una situazione famigliare orribile vs la escort avida di denaro)?

            Se è cosi allora siamo d’accordo.

            Quello che i tradizionalisti non vogliono capire, infatti, è che non si può prendere una parola di Gesù ed estrapolarla dal contesto.

            Gesù, essendo DIO, sapeva differenziare il suo trattamento in base alle persone che aveva davanti, e se con l’adultera è stato più duro è perché evidentemente sapeva che questa non aveva scusanti per il suo peccato, a differenza dell’altra (con la quale infatti ha tenuto un comportamento molto diverso e non le ha chiesto nulla).

            Ma i tradizionalisti vogliono che le persone in situazione irregolare siano trattate tutte allo stesso modo, nonostante la colpevolezza possa essere molto diversa da caso a caso.

            Fariseismo, per l’appunto, cioè il guardare solo le azion esteriori senza andare alla radice del problema, senza tenere conto del perché una persona agisce come agisce e se è davvero imputabile oppure no.

      • Marco ha detto:

        Dottor Tosatti, ho pubblicato un commento qui, perché non lo vedo?

        • Francesco ha detto:

          Caro Marco
          In effetti è proprio così come hai scritto, personalmente mi sono limitato ad evidenziare come in due situazioni di oggettivo peccato Gesù agì in due modi diversi, e in effetti hai detto bene.
          Certo ora è un pochino tardi, domani spero di spiegare secondo la Teologia Morale, il peccato e la sua imputabilità, premettendo che non esiste nel decalogo una violazione più grave o meno grave intra comandamenti, e che anche nella lettura della “Legge” si deve tener conto del contesto storico/culturale del popolo d’Israele, prendendo come esempio proprio il decalogo, sia da parte dell’Esodo che quella di Deuteronomio.
          Ciao

          • Marco ha detto:

            Perfetto Francesco, allora direi che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

            In effetti la differenza del comportamento tenuto da Gesù con l’adultera rispetto a quello tenuto con la pubblica peccatrice evidenzia bene come, in casi di persone in stato di peccato grave oggettivo, l’imputabilità (e quindi il trattamento che deve essere riservato alla persona e ciò che le deve essere imposto perché sia perdonata) possa variare grandemente.

            Concordo particolarmente con questo passaggio

            “premettendo che non esiste nel decalogo una violazione più grave o meno grave intra comandamenti”

            E infatti è proprio così, basta citare San Giacomo “chiunque osservi tutta la Legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto” (Giacomo 2,10).

            Queste persone non si rendono conto che se si dovessero applicare gli standard applicati in passato ai divorziati a tutti i peccatori, cioè l’esclusione dai Sacramenti fino a quando non riformano la propria vita, privandoli quindi del prezioso aiuto della Grazia conferita nei Sacramenti, indipendentemente dalla loro imputabilità individuale, praticamente nessun cattolico dovrebbe essere ammesso ai Sacramenti (pensiamo solo al fatto che, secondo la nostra dottrina, un giovane deve arrivare al matrimonio totalmente casto -e ad esempio a Firenze l’età media degli sposi maschi nel 2016 è stata 39 anni, perciò tanti auguri ad arrivare vergini a quell’età- non solo senza i rapporti propri dei coniugi, ma senza nessuno sfogo sessuale di alcun tipo, nemmeno petting con la propria ragazza, per capire che quasi nessuno dovrebbe essere ammesso, secondo certi canoni “oggettivisti”).

            Loro invece dicono che i divorziati risposati devono essere sempre esclusi anche se non sono soggettivamente colpevoli per via della loro situazione “pubblica”. In altre parole bisogna privarli sempre della grazia dei sacramenti anche se non sono in colpa mortale perché non sono “a posto” pubblicamante.

            Questa è, niente più niente meno, che la logica del sepolcro imbiancato, pulito fuori e marcio dentro, che giudica le persone solo in base alle opere esteriori senza badare a ciò che conta davvero.

      • Marco ha detto:

        “E’ lecito essere perplessi che un peccato possa essere giustificato senza pentimento e confessione, come sembra in AL.”

        Sarebbe prima di tutto lecito e doveroso leggere e capire il documento, che in nessun caso afferma che chi è in peccato mortale possa essere giustificato senza pentimento e confessione.

        Il punto è che non tutte le condizioni di peccato grave oggettivo sono peccati mortali, ad esempio dove non c’è la possibilità di agire diversamente senza una nuova colpa (ad esempio dove c’è un coniuge agnostico o ateo o di altra religione o cattolico tiepido che non accetterebbe l’imposizione della castità e si separerebbe con grave danno dei figli) manca anche l’imputabilità a peccato mortale.

        Ed è chiaro che questo non valga solo per il passato ma anche per tutto il tempo nel quale questa condizione attenuante permane.

        E non certo una cosa limitata solo ai divorziati risposati, ma anche a categorie di peccatori meno “politicamente corrette”, legga il Catechismo al 2355 per vedere.

        Può mancare, poi, l’imputabilità, anche dove manca la piena avvertenza: ad esempio oggi molti sacerdoti sono lassisti, e deformano le coscienze dei fedeli, rassicurandoli (anche quando non abbiano situazioni come quella descritta sopra, che pure sono molto comuni) che non c’è bisogno che vivano in castità e che Dio non bada a queste cose.

        Anche in questi casi al fedele viene indotta una coscienza erronea (non per colpa sua, ma per colpa del confessore) che lo scagiona dalla colpa mortale quando commette certi atti.

      • Marco ha detto:

        L’ultimo caso, quello della coscienza erronea indotta dai pastori, avviene praticamente sempre nella Chiesa Ortodossa, lui cui dottrina benedice le seconde nozze.

        Anche lì il fedele non ha colpa mortale, perché il suo secondo matrimonio viene legittimato direttamente dalla Chiesa Ortodossa.

        • Marco ha detto:

          Aggiungo un’altra cosa, Enrico, riguardo alla coscienza erronea indotta dai pastori più o meno lassisti: questa è una giustificazione reale, che però ovviamente vale solo dove il fedele è in buona Fede.

          Per esempio, se un fedele va apposta da un confessore che ha fama di essere “di manica larga”, per farsi assolvere, dopo che magari l’assoluzione gli è stata rifiutata da un altro, è chiaro che in questo caso non solo non c’è coscienza erronea, ma c’è pure un aggravante (cioè la malafede di essersi andati a cercare appositamente un confessore di manica larga).

          Discorso diverso, per l’appunto, per un divorziato risposato che va a confessarsi senza nessuna “pretesa” e che viene indotto in errore dal Sacerdote.

          È come la questione delle nullità matrimoniali; se un fedele mente per ottenere la nullità, riuscendo quindi ad ottenere l’annullamento da parte della Chiesa, è chiaro che commette un gravissimo peccato di cui sarà ritenuto responsabile e che gli costerà la dannazione se non si pente prima di morire.

          Al contrario, se una persona fa tutto in buona Fede e non mente nè falsifica nulla, ma chi di dovere sbaglia e annulla un matrimonio valido, in questo caso questa persona si risposerà in Chiesa ma non sarà in colpa mortale.

          • enrico2 ha detto:

            a Marco

            “Ma andiamo al concreto, posto che girando attorno alle questioni si perde solo tempo, e posto che da quanto si legge la presenza di figli nel nuovo matrimonio sembra essere condizione sufficiente a giustificare rapporti intimi fra i due compagni, se un giorno, quando avrà l’età, mio figlio dovesse dirmi che è stufo del suo matrimonio ed ama una altra donna che ha già dei figli da precedenti unioni io che cosa dovrò rispondergli?”

            Prego mi risponda.

          • enrico2 ha detto:

            Infine, che che lei ne dica o scriva, qualche giorno fa ho letto sul messaggero veneto che nella diocesi di Concordia Pordenone c’è stato un vistoso calo dei ricorsi per la nullità del matrimonio, nonostante i processi di annullamento qui siano piuttosto rapidi e la diocesi piuttosto aperta alle novità.

            Non crede che questo possa essere dovuto al fatto che ci sia la percezione che ormai è inutile ricorrervi perchè comunque si può vivere in stato di grazia anche in una nuova unione?

            Non crede che questo sia un’aiuto a sciogliere un matrimonio anche per motivi piuttosto futili?

            Come padre, perchè è questo che mi interessa, nonostante si attui costantemente il giochino di dire che chi è perplesso non “ami” i divorziati risposati, cosa dovrò dire ai miei figli se loro avranno problemi nel loro matrimonio, magari gravi?

            Come devo comportarmi con colleghi che sono divorziati, devo dire loro di andare alla sacra rota, oppure devo discernere la loro situazione e consigliarli di trovare un nuovo compagno con figli, o fare presto dei figli con il loro nuovo compagno o se hanno già dei figli dire semplicemente loro di non preoccuparsi è sposarsi presto in comune?

          • Marco ha detto:

            @Enrico2

            “Ma andiamo al concreto, posto che girando attorno alle questioni si perde solo tempo, e posto che da quanto si legge la presenza di figli nel nuovo matrimonio sembra essere condizione sufficiente a giustificare rapporti intimi fra i due compagni, se un giorno, quando avrà l’età, mio figlio dovesse dirmi che è stufo del suo matrimonio ed ama una altra donna che ha già dei figli da precedenti unioni io che cosa dovrò rispondergli”.

            Assolutamente esortarlo a fare di tutto per mantenere vivo il suo matrimonio, esortarlo a pregare che Dio, con la Sua Grazia efficace, li aiuti, e pregare lei stesso per suo figlio.

            In questa sua ipotesi non stiamo parlando di una situazione irrecuperabile come quella di molti divorziati risposati, e sarebbe sbagliatissimo invitare suo figlio a cedere e sfasciare il matrimonio.

            Un conto è mostrare Misericordia a chi ha sbagliato e ora non può tornare indietro o agire diversamente senza una nuova colpa, un conto è incitare chi non ha ancora sbagliato a sbagliare.

            “Infine, che che lei ne dica o scriva, qualche giorno fa ho letto sul messaggero veneto che nella diocesi di Concordia Pordenone c’è stato un vistoso calo dei ricorsi per la nullità del matrimonio, nonostante i processi di annullamento qui siano piuttosto rapidi e la diocesi piuttosto aperta alle novità.”

            Non avevo idea di questo.

            “Non crede che questo possa essere dovuto al fatto che ci sia la percezione che ormai è inutile ricorrervi perchè comunque si può vivere in stato di grazia anche in una nuova unione?”

            In effetti questo è vero, ha fatto una buona osservazione qui. Questo si ricollega s quanto ho scritto in un post sopra, riguardo al fatto che oggi molti sacerdoti larghi di manica inducono una coscienza erronea nei fedeli.

            Scrivevo

            “Può mancare, poi, l’imputabilità, anche dove manca la piena avvertenza: ad esempio oggi molti sacerdoti sono lassisti, e deformano le coscienze dei fedeli, rassicurandoli (anche quando non abbiano situazioni come quella descritta sopra, che pure sono molto comuni) che non c’è bisogno che vivano in castità e che Dio non bada a queste cose.”

            E quando ciò accade ai fedeli viene indotta una coscienza incolpevolmente erronea che, per così dire, li “acceca”. Questo li scusa dal peccato mortale (se non sono andati apposta a cercarsi un sacerdote lassista), poi può darsi che il sacerdote lassista abbia colpa e la colpa ricada su di lui, ma spesso anche lì la colpa è dovuta alla formazione che ricevono nei seminari.

            ” Non crede che questo sia un aiuto a sciogliere matrimonio anche per motivi piuttosto futili?”

            Esatto, ma il problema oggi è a monte, e cioè che la stragrande maggioranza dei matrimoni sono nulli.

            Infatti il bonum Sacramenti, cioè l’indissolubilità matrimoniale, è assolutamente necessaria per la validità del vincolo, e oggi molti cattolici anche praticanti hanno idee più o meno spiccatamente divorziste.

            Tanto per dire, l’altro giorno parlavo con una donna che mi ha detto che quando si è sposata la formula matrimoniale “nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore” ecc lei l’ha interpretata come fedeltà e dovere a restare col coniuge anche qualora detto coniuge si ammalasse gravemente o si andasse in ristrettezze economiche, ma sono ben pochi quelli che vedono la formula matrimoniale per ciò che davvero significa, e cioè restare col coniuge anche qualora diventasse un violentatore / una sgualdrina, o rendesse il matrimonio un inferno rendendo la relazione impossibile.

            Quasi nessuno accetta questa cosa, quasi nessuno accetta che se ciò accadesse al massimo ci si potrebbe separare ma si dovrebbe restare soli per tutta la vita, tantissimi invece si sposano con in testa l’idea che se ciò accadesse si rifarebbero una vita.

            In questi casi l’indissolubilità del matrimonio è esclusa, e basta che venga esclusa da uno dei due sposi perché il matrimonio sia nullo, cioè come se neanche fosse stato celebrato.

            “Come padre, perchè è questo che mi interessa, nonostante si attui costantemente il giochino di dire che chi è perplesso non “ami” i divorziati risposati, cosa dovrò dire ai miei figli se loro avranno problemi nel loro matrimonio, magari gravi?”

            Gliel’ho detto sopra nel virgolettato che mi ha proposto come domanda. Non so lei quanti anni abbia, ma sappia che io oltre ad essere sposato sono padre di figli già adulti e che prima o poi (credo) si sposeranno (per il momento sono solo fidanzati), perciò non creda che questo sia un problema da poco anche per il sottoscritto.

            La capisco perfettamente in questo.

            “Come devo comportarmi con colleghi che sono divorziati, devo dire loro di andare alla sacra rota, oppure devo discernere la loro situazione e consigliarli di trovare un nuovo compagno con figli, o fare presto dei figli con il loro nuovo compagno o se hanno già dei figli dire semplicemente loro di non preoccuparsi è sposarsi presto in comune?”

            No Enrico, decisamente non spetta a lei discernere per loro, non è un sacerdote e le consiglio di non prendersi questa responsabilità. Consigli loro di chiedere aiuto ad un bravo Sacerdote e di vedere innanzitutto se ci sono le basi per un annullamento (ricordandogli che la sincerità è importantissima per non commettere sacrilegio) e in ogni caso di rimettersi alla decisione della Chiesa, perché anche se non potessero annullare il matrimonio potrebbero avere delle attenuanti, che però spetta al Sacerdote, e non a lei, discernere.

          • Marco ha detto:

            Enrico, quando scrivevo

            “Tanto per dire, l’altro giorno parlavo con una donna che mi ha detto che quando si è sposata la formula matrimoniale “nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore” ecc lei l’ha interpretata come fedeltà e dovere a restare col coniuge anche qualora detto coniuge si ammalasse gravemente o si andasse in ristrettezze economiche, ma sono ben pochi quelli che vedono la formula matrimoniale per ciò che davvero significa, e cioè restare col coniuge anche qualora diventasse un violentatore / una sgualdrina, o rendesse il matrimonio un inferno rendendo la relazione impossibile.

            Quasi nessuno accetta questa cosa, quasi nessuno accetta che se ciò accadesse al massimo ci si potrebbe separare ma si dovrebbe restare soli per tutta la vita, tantissimi invece si sposano con in testa l’idea che se ciò accadesse si rifarebbero una vita.

            In questi casi l’indissolubilità del matrimonio è esclusa, e basta che venga esclusa da uno dei due sposi perché il matrimonio sia nullo, cioè come se neanche fosse stato celebrato.”

            Intendevo dire che il matrimonio di quella donna è nullo perché lei voleva si restare fedele al suo coniuge anche qualora si ammalasse o si andasse nella povertà economica, ma non aveva mai pensato, anzi lo aveva proprio escluso, che sarebbe rimasta da sola tutta la vita qualora il coniuge le avesse reso la vita un inferno o fosse diventato un adultero incallito ecc ecc.

            Volevo dire che questo rende il matrimonio nullo, perché questa donna (come tantissime/i altre/i) si è sposata con una idea di fedeltà e indissolubilità che non è quella della Chiesa.

            Pensare che si, resterò fedele al mio coniuge anche se si ammalasse o se restassimo in difficoltà economiche anche gravi, ma non avrebbe senso restare sola tutta la vita qualora lui se ne andasse con un’altra o mi rendesse la vita un vero inferno significa di fatto escludere l’indissolubilità matrimoniale come intesa dalla Chiesa, e quindi rendere il matrimonio nullo.

          • enrico2 ha detto:

            a Marco

            Naturalmente quando ho detto se debbo discernere la loro situazione (colleghi divorziati) ero ironico.
            Si figuri se mi metto a fare discernimento sul lavoro o se a loro interessa farlo.
            Non sono convinto che le sue risposte siano logiche.
            Se viene data la garanzia che la vita può essere in grazia in una nuova unione, pur vivendo more uxorio, posto che figli nella nuova unione annullano l’imputabilità della colpa, allora non vi è ragione per perseverare in un matrimonio che potrebbe prosciugare a tal punto le forze psicologiche da portare anche a perdere la fede.
            Si sono introdotte, da parte di certi uomini di Chiesa a vari livelli, circostanze che permettono, in buona sostanza, di vivere con un altra persona more uxorio, pur essendo legittimamente sposati.
            Questo non può portare ad altro che ad indebolire ulteriormente l’istituto del matrimonio come sacramento.
            Lo si chiami divorzio o come pare, questo è.

          • Marco ha detto:

            @Enrico

            “Se viene data la garanzia che la vita può essere in grazia in una nuova unione, pur vivendo more uxorio, posto che figli nella nuova unione annullano l’imputabilità della colpa, allora non vi è ragione per perseverare in un matrimonio che potrebbe prosciugare a tal punto le forze psicologiche da portare anche a perdere la fede.”

            La ragione invece c’è, e cioè che un matrimonio può essere salvato dalla Grazia di Dio, perciò non è giusto incitare qualcuno a romperlo.

            Specie dove ci sono figli; se non si devono danneggiare i figli del secondo matrimonio a maggior ragione non si devono danneggiare i figli nati dal primo, perciò sarebbe assurdo incitare al divorzio queste persone, con la sofferenza che provoca ai figli. Ripeto di nuovo: un conto è perdonare una colpa passata a chi non è in grado di porvi rimedio adesso, un conto è incitare qualcuno a commettere questa colpa. Se non capisce la differenza…

            Come dicevo il discorso è diverso invece per chi lo ha già rotto e insistere compulsivamente, con un rigore da Equitalia, a chiedere che riformi la sua vita anche quando ci sono circostanze che lo impediscono, in questi casi significa chiudere le porte della Grazia ad una persona, aggiungendo al suo errore già commesso anche quest’ulteriore male.

            E aggiungo che nessuno, nemmeno in passato, ha mai scritto o sostenuto che i divorziati risposati fossero sempre e comunque tagliati fuori dalla Grazia di Dio.

            Documenti come Familiaris Consortio e Sacramentum Caritatis, pur non negando (anzi affermando) che in alcuni casi l’imputabilità potesse non esserci o essere attenuata, privilegiavano l’aspetto oggettivo della situazione, escludendo dai Sacramenti chi oggettivamente non rispondeva a certi canoni anche se soggettivamente non fosse imputabile.

            Da nessuna parte, però, la Chiesa ha sostenuto che chi ha rotto un matrimonio e vive more uxorio fosse necessariamente un dannato ambulante.

            “Si sono introdotte, da parte di certi uomini di Chiesa a vari livelli, circostanze che permettono, in buona sostanza, di vivere con un altra persona more uxorio, pur essendo legittimamente sposati.
            Questo non può portare ad altro che ad indebolire ulteriormente l’istituto del matrimonio come sacramento.
            Lo si chiami divorzio o come pare, questo è.”

            Il matrimonio è un Sacramento, ma vivere in contrasto con questo Sacramento non danna ipso facto, se non ci sono le condizioni per l’imputabilità.

            Non esiste una condizione “dannante per se stessa”, se manca l’imputabilità della colpa, se mancano cioè o piena avvertenza (che può venire compromessa dall’insegnamento di sacerdoti lassisti) o deliberato consenso (l’impossibilità di agire diversamente senza una nuova colpa).

            Se lei non trova logica nelle mie risposte è perché applica al peccato del divorziato risposato un metro diverso da quello che applica ad altri peccati, come se il fatto che questo viva in contraddizione con un Sacramento lo renda ipso facto imperdonabile.

            Questo non è nemmeno colpa sua, ma è colpa del fatto che la Chiesa ha trattato questi peccatori come “reietti”, in passato, badando solo all’oggettività della situazione e non alla colpa reale, che se in alcuni è piena in altri non lo è.

            Che lei, come molti altri, veda questa questione del matrimonio con uno standard diverso dagli altri peccati lo conferma anche il fatto che non ha ribattuto al mio esempio sulla prostituta.

            Io le ho mostrato il paragrafo 2355 del Catechismo, che mostra che se è vero che il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso (cioè è sempre materia grave) l’imputabilità della colpa può essere annullata o ridotta dal ricatto o dalla pressione sociale.

            Le ho fatto, sulla scia di quel paragrafo, l’esempio della ragazza che inizia a prostituirsi per gioco o per aumentare la paghetta, e che poi entra in un meccanismo più grande di lei fatto di criminalità e abusi e al momento non può riformare la sua vita senza che le accada qualcosa di molto peggiore, lo stesso dicasi per la prostituta che alle spalle ha una famiglia disastrata.

            Le ho spiegato che in questi casi la prostituta può essere perdonata, se è pentita della colpa mortale iniziale di essersi messa in quella situazione, anche se al momento non può riformare la sua vita, perché mentre la sua colpa iniziale era mortale le sue colpe attuali sono veniali, non avendo lei la libertà di agire diversamente.

            Io ho applicato questo esempio della prostituzione anche ai divorziati risposati, che si trovano nella condizione di rovinare un’altra famiglia e di danneggiare i loro figli qualora imponessero al coniuge delle condizioni che distruggerebbero la loro unione (e con tutta la buona volontà, se un coniuge non è cattolico o è cattolico tiepido, le condizioni di FC84 è precisamente a questo che portano), ma lei sembra affermare che il riconoscere che i divorziati risposati, sebbene si trovino in una situazione oggettivamente peccaminosa, possano avere delle attenuanti che li proteggono dal peccato mortale, come dicevo lei sembra affermare che riconoscere questo fatto vada ad indebolire il matrimonio.

            E perché, di grazia? Forse il riconoscere che una prostituta possa non essere (o non essere più) imputabile a colpa mortale a causa di alcune attenuanti indebolisce il divieto di praticare la prostituzione?

            Ma stiamo scherzando?

            Se così fosse tutto l’insegnamento cattolico sulle condizioni soggettive necessarie per il peccato mortale indebolirebbe i dieci comandamenti, perché È UN FATTO che uno può vivere in contrasto con un comandamento e non dannarsi se ha delle attenuanti che lo sgravano dalla colpa.

            E allora perché applicare questo insegnamento dottrinale anche al matrimonio sarebbe illogico?

            Dove trova scritto che i divorziati risposati sono in una condizione imperdonabile o sempre del tutto personalmente colpevole, quasi che il divorzio e il secondo matrimonio fosse sullo stesso piano del peccato contro lo Spirito Santo?

            A mio avviso è lei che ha un forte pre-giudizio verso queste questioni.

        • enrico2 ha detto:

          a Marco

          Certamente, ma come lei mi insegna, questo deriva dall’interpretazione che la Chiesa ortodossa dà del termine porneia.
          Ovvero che la grazia che sostiene il matrimonio può morire anche a causa di colpe gravi accadute successivamente alle nozze.
          Ma noi siamo cattolici e non ortodossi.
          Detto questo la dottrina ortodossa riguardo il matrimonio è piuttosto particolare, infatti come lei sa, comunque le seconde o terze nozze vengono benedette e non sono considerate sacramento, così come nemmeno la morte di uno dei due coniugi permette di celebrare un secondo matrimonio come sacramento.

          • Marco ha detto:

            @Enrico

            “Certamente, ma come lei mi insegna, questo deriva dall’interpretazione che la Chiesa ortodossa dà del termine porneia.
            Ovvero che la grazia che sostiene il matrimonio può morire anche a causa di colpe gravi accadute successivamente alle nozze.
            Ma noi siamo cattolici e non ortodossi.”

            Naturalmente. Quello che volevo dire è che, esattamente come a un ortodosso viene indotta una coscienza erronea dalla sua Chiesa, che lo induce a ritenere legittima o comunque non problematica per la salvezza la sua situazione, facendo sì che questa coscienza erronea incolpevole di fatto liberi l’ortodosso dal peccato mortale di adulterio (cioè commette sempre adulterio ma non gli è imputabile), lo stesso avviene coi cattolici che vengono in qualche modo sviati da sacerdoti lassisti.

            Consideri che già per molti è difficile accettare certi insegnamenti, nel senso che la coscienza degli uomini di oggi fatica a “recepire” certi insegnamenti, ma fin quando c’è un insegnamento chiaro da parte dei sacerdoti il fedele può ancora ritenersi vincolato, il punto è quando il sacerdote stesso, nel discernimento, va a tranquillizzare il fedele dicendogli che è a posto di fronte a Dio, che a Dio interessa che siamo buoni e che vogliamo bene al prossimo e non ciò che facciamo sotto le lenzuola, specie se c’è amore ecc ecc ecc.

            La cosa ironica è che, partendo da una premesse dottrinalmente falsa (e cioè “a Dio non interessa ciò che facciamo sotto le lenzuola”) arrivano a rendere vero che questo fedeli sono a “posto di fronte a Dio” perché creando in loro una coscienza erronea li rendono non imputabili per i loro atti.

            Ironico, eh?

            Forse anche questo fa parte del piano di salvezza di Dio per quest’epoca, dato che è risaputo che Dio scrive dritto su righe storte.

            Magari Dio, sapendo che oggi molti continuerebbero a vivere come vivono anche di fronte ad una Chiesa “dura e pura” che non fa sconti alle coscienze e che insegna la “dura lex sed lex”, sapendo che in questo caso molti rifiuterebbero per propria colpa la grazia sufficiente che Lui da comunque a tutti per essere casti, sta permettendo questo per far si che queste persone possano salvarsi ed evitare di autocondannarsi col peccato mortale.

            Potrebbe essere.

            Ciò non toglie comunque, a parte questi casi di coscienza erronea indotta da pastori, che dove ci sono veri fattori attenuanti sia giusto anche dottrinalmente prenderne atto.

            “Detto questo la dottrina ortodossa riguardo il matrimonio è piuttosto particolare, infatti come lei sa, comunque le seconde o terze nozze vengono benedette e non sono considerate sacramento, così come nemmeno la morte di uno dei due coniugi permette di celebrare un secondo matrimonio come sacramento.”

            È vero, gli ortodossi infatti lo fanno perché conoscono la natura umana e sanno che una posizione più rigorista non sarebbe di aiuto alla salvezza delle anime.

            Quella degli ortodossi è una posizione “oikonomica”, cioè più attenta alla Misericordia che alla Legge.

            La stessa cosa sta avvenendo nella Cattolica, seppur con principi differenti dovuti al nostro dogma che si è stabilito diversamente dal loro.

    • Acchiappaladri ha detto:

      @Giorgio Rapanelli

      La lettera di quel suo amico è una triste ma banale, ignorante bestemmia per un cristiano.

      E’ nulla di nuovo, cose simili sono state pensate, dette e scritte cissaà da quante centinaia di milioni di cristiani in diversi tempi, diversi luogi, diverse lingue, diversi momenti dolorosi della loro vita.
      E chissà quante diverse risposte, tutte però con lo stesso significato di base, sono già state date da clerici o laici misericordiosi e un po’ più forti nella fede cristiana al loro fratello sconsolato.

      Come semplice ma efficacemente risposta cristiana di oggi mi viene da proporre un pezzo della predica fatta ieri in una sua messa da un vecchio parroco di Modena, don Giorgio Bellei.

      Don Giorgio da qualche anno utilizza anche le nuove tecnologie per la sua pastorale, semplice e chiara come quella di tanti bravi preti delle passate generazioni: può darsi che l’omelia sia disponibile online.
      Altrimenti può contattare don Giorgio anche per posta elettronica o via Facebook.
      Si possono trovare maggiori informazioni sul sito web della parrocchia:
      http://www.spiritosantomodena.com/index.html

    • Massimiliano Gualla ha detto:

      Si può rispondere facendogli leggere il Vangelo del figliol prodigo, facendo presente che il rischio di un simile atteggiamento è quello di comportarsi come il fratello maggiore del figliol prodigo che non ha compreso che compito di ognuno di noi è osservare la legge mettendo amore in quello che facciamo e misericordia: l’osservanza della legge fine a se stessa servendo un Dio padrone e non invece amando ed essendo amati da un Dio Padre è l’errore che ha fatto la persona che ha le ha scritto la lettera e che ognuno di noi fa quando dimentica che non è l’uomo ad essere stato creato per la legge ma la legge per l’uomo. Una buona serata!

  • Liso ha detto:

    La società ha sempre bisogno di miti, leggende, personaggi nazionalpopolari, ora più che mai.
    Cibo italiano, auto tedesca, telefonino con la mela, ecc ecc.
    Tutto rientra nell’ordine delle cose.

    • Dorotea ha detto:

      Concordo , Liso!
      Infatti ciò accade quando si abbandona Dio, la sana Dottrina, poiché è impensabile che il vuoto lasciato resti “vuoto” e allora deve essere riempito con qualcosa d’altro che non sia troppo impegnativo, ma apparentemente riempitivo e di soddisfazione….. che non implichi l’uso della ragione e della responsabilità, ma che ci si fermi alle emozioni. Una forma di esorcizzazione delle responsabilità nei confronti di Dio, in questo caso.

  • BrokenOutInLove ha detto:

    Conoscendo il Vescovo di Roma (in ossequio a come desidera essere chiamato) temo che una sua eventuale risposta aumenterebbe ulteriormente i dubbi (Bergoglio è tanto semplice nei gesti quanto fumoso e ambiguo su argomenti di vitale importanza), oppure renderebbe manifesta la frattura all’interno del mondo cattolico. Non so, veramente se, è meglio il silenzio o la risposta. Gesù, Maria: indicateci la strada.

    PS: se non fosse per la fede che mi sostiene sarei davvero demoralizzato per quella che a mio avviso è la cecità spirituale e l’idolatria di molte persone nei confronti di questo pontefice. Ieri, in una conversazione, ho udito queste parole entusiaste:”Ah sapessi il Papa cosa ha fatto ieri: è andato a fare pipì nel bagno chimico!”. Un’altra le risponde: “Francesco è un grande e basta”. E io, povero sciocco, che pensavo che per conoscere la Verità occorresse guardare oltre le apparenze e mettersi in ascolto della voce dello Spirito.

    Ma magari sono io a sbagliare, chissà: solo che non mi convince proprio il fatto che tanti avversari della Chiesa lodino Bergoglio pur non essendosi minimamente convertiti e continuano a ragionare secondo il mondo. Mentre tanti cattolici non fanno altro che idolatrare il pontefice, nemmeno fosse una rockstar. E se si prova ad avanzare una minima obiezione si viene visti grosso modo come un appestato e isolati.

  • Alessandro ha detto:

    Chapeau, Eminenza Burke

  • Iginio ha detto:

    E che problema c’è? La risposta consiste nelle folle plaudenti il papa a Milano. Quando i megaraduni li faceva Giovanni Paolo II, tutti a borbottare contro il culto della personalità e l’imitazione dei regimi autoritari. Quando il megaraduno lo fanno per Bergoglio, allora diventa una cosa mai vista (dixit Enrico Mentana) e una sorta di plebiscito. Dunque Burke e quelli come lui non stiano a rompere le scatole. Pensiamo invece a divertirci.
    Ovviamente nessuno ha invece commentato la recentissima sentenza della Cassazione che respingeva l’accusa di blasfemia verso una sorta di balletto, dicendo che l’arte è libera e incensurabile e che i sentimenti religiosi sono personali e dunque nessuno può offendersi se un altro non li rispetta. Questa è l’Italia di oggi, anno Domini 2017.

    • que decepção. Você é realmente Católico Apostólico Romano? Tenho a plena a certeza que não. É mais um libertário infiltrado, deveria sair e ser da linha de Lutero já que Bergoglio o tanto admira. Aliás, o que ele menos fez no seminário aqui na América Latina foi estudar a Bíblia e as escrituras. A seu maior desejo foi karl marx e esconder os Marxistas e os seus Livros dentro da Igreja ou do convento. Esse globalista foi escolhido pelos globalistas, só um imbecil não enchergar, ainda mais na América Latina, a Rainha do PÓ. Onde você vive seu ingênuo? Todo mundo sabe quem é o bergoglio, um vagabundo e aproveitador. Metido a Madre Teresa de Calcutá. Não dou um centavo por esse homem, só valoriza a ditadura. Vai ser burro lá no inferno.

    • A.C. ha detto:

      Le cose mai viste, magari si sono verificate con il pontificato di San G. Paolo II – Il Grande.
      Allora era veramente navigazione in mare aperto.
      Chi non ricorda il suo: “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo ” e la conseguente caduta dell’impero sovietico?
      La situazione attuale della Chiesa è un normale cabotaggio, a volte con qualche incaglio (i dubia).

    • Marco Creccco ha detto:

      L’ignoranza è una brutta bestia e la bestia di questo mondo ci sguazza con gli ignoranti!!!
      Studiare (non leggere) la Sacra Bibbia prima di proferire castronate
      pseudo-cattoliche!!!

    • Sircliges ha detto:

      “Quando i megaraduni li faceva Giovanni Paolo II, tutti a borbottare contro il culto della personalità…”

      Tutti chi?

  • Escrito hace dos semanas, autopublicidad:
    NO DUDEN NI PIDAN ACLARACIONES A FRAN”CISCO” “PASTOR NECIO Y FALSO PROFETA”, PORQUE ES COMO DUDAR Y PEDIR ACLARACIONES A SATANÁS.
    Lo escribí en la adición con fecha 27 de mayo de 2014:
    LO QUE HARÁ FRAN”CISCO” SERÁ LEGALIZAR EL PECADO Y CON ELLO INCITAR AL PERSONAL A CAER EN LA “INDIGNIDAD, CONDENA Y CASTIGO” 1.Co 11:23-29.
    Bruno Forte, arzobispo, secretario del Sínodo de los Obispos sobre la Familia y uno de los principales secuaces de Fran”cisco”:
    “El camino de acompañamiento culmina en la comunión para los divorciados vueltos a casar, que es un signo de obediencia a la misericordia de Dios”:
    http://www.romasette.it/bruno-forte-nonostante-le-ferite-vale-la-pena-scommettere-sulla-famiglia/
    Y RECUERDEN LO QUE LE DIJO FRAN”CISCO” AL TAL BRUNO FORTE ANTES DE ELABORAR DEFINITIVAMENTE LA AMORIS LAETITIA:
    “Si hablamos explícitamente de la comunión para los divorciados y vueltos a casar usted no sabe qué desastre armamos. Luego hablaremos, no de manera directa, háganlo de tal modo que existan las premisas, entonces yo sacaré la conclusión”:
    http://www.zonalocale.it/2016/05/03/-nessuno-si-deve-sentire-escluso-dalla-chiesa-/20471
    http://adelantelafe.com/forte-del-papa-soltando-la-lengua/
    FRAN”CISCO” EL PROFETIZADO “PASTOR NECIO Y FALSO PROFETA” ZACARÍAS Y APOCALIPSIS:
    “El mundo ha cambiado y la Iglesia no puede encerrarse en supuestas interpretaciones del dogma”: 14 ego entrevista:
    https://lossegadoresdelfindelmundo.blogspot.com.es/2016/01/2029-2031-fin-del-papado-en-roma-y-fin_12.html