UN BEL MINCULPOP TARGATO EUROPA. MA PERCHÉ SI PREOCCUPANO? PER LA VOCE “OMOFOBIA” C’È GIÀ FACEBOOK…

1 Gennaio 2017 Pubblicato da

Marco Tosatti

Durante il fascismo si chiamava MinCulPop, Ministero della Cultura Popolare. Aveva un obiettivo ampio e semplice: “Il ministero aveva l’incarico di controllare ogni pubblicazione, sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime e diffondendo i cosiddetti ordini di stampa (o veline) con i quali s’impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli, l’importanza dei titoli e la loro grandezza. Più in generale, il ministero si occupava della propaganda, quindi non solo del controllo della stampa”. Citiamo da Wikipedia e ad essa rimandiamo per chi voglia rapidamente saperne di più.

Lo sviluppo dei social ha creato un problema ulteriore ai detentori del potere. Le notizie sono uscite dal monopolio dei grandi mezzi di comunicazione, controllabili e controllati. Fra esse non solo le notizie vere, ma anche quelle false, o ironiche, o tendenziose. Il cui effetto però non è neanche lontanamente paragonabile, come effetto, ai frutti avvelenati della propaganda “ufficiale” trasmessa dai media tradizionali. Pensiamo alle armi di distruzione di massa dell’Iraq, usate per scatenare la guerra prima radice del caos attuale; tutte le menzogne e le parzialità connesse alla guerra contro la Siria. E gli esempi potrebbero continuare.

Come sempre la libertà di espressione da’ fastidio ai potenti. E per colpirla, e limitarla, più di quanto già non sia su alcuni social – ne parleremo più in basso – si è inventato il problema delle “Bufale” delle “Fakenews”. E dal responsabile dell’antitrust italiano, Giovanni Pitruzzella, è venuta la proposta di istituire organismi indipendenti, statali, coordinati dall’Unione Europea, che potrebbero rapidamente etichettare le notizie false, rimuoverle dalla circolazione e infliggere ammende se necessario”.

Il responsabile dell’antitrust italiano, Giovanni Pitruzzella, chiede all’Unione Europea di “agire” su quelle che sarebbero “notizie false”, consiste a dir poco in una repressione totale della libertà di espressione e darebbe ai governi la libertà di mettere a tacere qualsiasi fonte che non rispetti la propaganda dell’establishment.

In un’intervista al Financial Times, Pitruzzella ha detto che le regole sulle “false notizie” su internet sarebbero meglio gestite dallo stato piuttosto che dalle società dei social media come Facebook, un approccio già adottato in precedenza dalla Germania, che ha richiesto a Facebook di porre fine all’”hate speech” (discorso di odio, ndVdE) e ha minacciato di multare il social network fino a 500.000 euro per ogni “falso” post.

Pitruzzella, a capo dell’antitrust dal 2011, ha detto che “i paesi dell’UE dovrebbero istituire organismi indipendenti — coordinati da Bruxelles e modellati sul sistema delle agenzie antitrust — che potrebbero rapidamente etichettare le notizie false, rimuoverle dalla circolazione e infliggere ammende se necessario.”

Cioè, la censura per tutte le notizie che possano risultare scomode per le politiche di chi è al potere.

Un potere affidato a un gruppo di burocrati, non eletti dai cittadini, che avrebbero potere di vita e di morte sull’informazione di base dei social.

E’ ovvio che una decisione del genere potrebbe essere immediatamente contestata in base alla Costituzione che garantisce la libertà di parola.

Fra l’altro i mezzi legali per contrastare e punire chi diffonde notizie false e tendenziose sono già presenti nella nostra legislazione. (Art. 656 del codice penale).

Allora perché creare questo nuovo Grande Fratello orwelliano, se non per creare una forma di censura ulteriore? Perché le forze politiche al governo in Italia, negli Stati Uniti, in Germania e in Europa cercano di togliere voce al disagio creato dalle loro politiche limitando la libertà di espressione. In particolare in tema di migranti incontrollati, economia, banche e politiche legate all’antropologia umana.

Su questo ultimo tema in realtà non dovrebbero preoccuparsi più di tanto. Già Facebook compie un’opera di censura efficacissima. L’ultimo caso riguarda un sito, “Ontologismi”, che ha criticato il concetto stesso di omofobia. In maniera civile e pacata, come potete leggere dalla fotografia allegata.

Per questo motivo è stato bloccato da Facebook per 30 giorni.

Un episodio analogo era accaduto a Mario Adinolfi, leader del Popolo delle Famiglia, e direttore del quotidiano La Croce, nel giugno scorso.

Ne avevamo dato notizia così, su San Pietro e Dintorni de La Stampa:

“Il Grande Fratello profetizzato da George Orwell è già qui, e si chiama Facebook. Ieri qualcuno ha segnalato è imposto l’oscuramento sul popolarissimo social del simbolo del “Popolo della Famiglia”, l’organizzazione politica creata da Mario Adinolfi, bestia nera, vittima e il bersaglio dei gruppi di pressione e degli attivisti LGBT, omosessuali.

Fra l’altro alcuni sono arrivati ad attribuirgli qualche responsabilità (indiretta, per fortuna) anche per la strage di Orlando, fino a quando non è emerso che il criminale assassino aveva da anni tendenze e frequentazioni omosessuali.

Da quello che siamo venuti a sapere, è stato individuato come “omofobo” il simbolo del Pdf a causa della scritta “No gender nelle scuole”. Ci scrive Mario Adinolfi, a cui abbiamo chiesto qualche lume: “Non posso usare neanche Messenger. e gli Lgbt hanno segnalato in massa il simbolo del Pdf, tra l’altro bloccando per sempre la mia possibilità di usarlo come foto profilo. Dovessi ripubblicarlo, mi sarebbe bloccato il profilo per sempre”.

Ora su Facebook chi frequenta il sito vede di tutto. Al limite (e qualche volta anche oltre) la pornografia, insulti, malvagità, pettegolezzi e scemenze di ogni genere. Bloccare un’immagine come quella che vedete a fianco la dice lunga sul grado di follia del mondo in cui stiamo vivendo. Oltre che sul livello di ideologizzazione a cui sono sottoposti i cosiddetti “amministratori” con potere di censura del social network. E vogliamo parlare del silenzio che accompagna, sui grandi giornali anch’essi lietamente proni ai dettami del nuovo MinCulPop, fatti come questo? Perché sono immobili le penne degli scandalizzati per vocazione e professione?”.

Già, perché?

 



Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa”. 

Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.


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14 commenti

  • Giuseppe Marson ha detto:

    Ancora una volta grazie Tosatti per la sua libertà nel fare informazione, poco incline al pensiero unico e politicamente corretto.

  • Liso ha detto:

    La censura è parte del nostro dna.
    Quante volte ad esempio ci autocensuriamo in un giorno, ovvero non diciamo cosa realmente pensiamo di un fatto, di una persona.
    Ora, anche il potere ha la censura nel suo dna, è normale, e il potere fa il suo lavoro.
    Sta a noi non farci censurare il cervello, preferendo magari informarci sulla televisione, sempre falsa e menzognera.

  • Cesare Baronio ha detto:

    Tra poco, com’è evidente dalle premesse, vi sarà chi pretenderà dalla Chiesa – quel poco che ne resta, fedele alla Tradizione o anche solo vagamente conservatore – di censurare i passi scritturistici e magisteriali considerati omofobi, per cui non sarà più permesso citare San Paolo o i Padri della Chiesa, il Catechismo di San Pio X o le Istruzioni del Sant’Uffizio. Dire che i sodomiti non entreranno nel regno dei cieli, o che la sodomia è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio sarà proibito. E sarà proibito condannare l’aborto, il concubinato, il divorzio, l’eutanasia. Sarà un reato condannare gli adepti delle false religioni, o affermare che la Chiesa è l’unica arca di salvezza, o che gli Ebrei sono deicidi.

    Né è da sperare che colui che siede sul Soglio di Pietro interverrà in difesa dei rigidi formalisti, visto ch’egli è il primo a precorrere questi nefasti provvedimenti, creando le basi teoriche e pratiche per questa persecuzione. Come potrà infatti schierarsi con un sacerdote della Fraternità San Pietro, o dell’Istituto del Buon Pastore, o della Familia Christi, chi oggi afferma che il proselitismo è una sciocchezza, che la rigidità dogmatica è un peccato, che occorre arrabbiarsi con Dio, che Giuda e Lutero sono un esempio, che si può ammettere ai Sacramenti i pubblici peccatori?

    I tempi si abbreviano: teniamoci pronti.

    • Andrea Salvi ha detto:

      Che cosa è il proselitismo? Per capire cosa nella Chiesa si intende con tale termine e’ corretto rifarsi al seguente documento:
      Nota dottrinale su alcuni aspetti della evangelizzazione (Congregazione per la Dottrina della Fede- 3 dicembre 2007, nota 49 – durante il pontificato di papa Benedetto XVI )
      Originariamente il termine proselitismo nasce in ambito ebraico ove proselito indicava colui che proveniente dalle genti era passato a far parte del popolo eletto. Così in ambito cristiano il termine proselitismo spesso è stato utilizzato come sinonimo della attività missionaria. Recentemente il termine ha preso una connotazione negativa come pubblicità per la propria religione con mezzi e motivi contrari allo spirito del vangelo e che non salvaguardano la libertà e la dignità della persona…
      Quindi cari amici quando oggi nella Chiesa si parla di proselitismo si intende questo e non altro. Non fraintendiamo.

      • Paolo Giuseppe ha detto:

        Caro Andrea Salvi,
        come dicono a Napoli: “accà nisciuno è ffesso”.
        Scrivi: “recentemente il termine proselitismo ha peso una connotazione negativa come pubblicità per la propria religione con mezzi e motivi contrari allo spirito del Vangelo ecc.”.
        Segnalo che prima di “recentemente” nessun cattolico ha mai attribuito questo significato al termine proselitismo con il quale invece si è sempre intesa una naturale possibile conseguenza della Buona Novella annunciata a tutti.
        Soltanto da poco Qualcuno ha attribuito alla parola un significato negativo. Chi sarà mai questo Qualcuno? (avviso: si tratta di una domanda da 1 centesimo di €.)

        • Andrea Salvi ha detto:

          Si tratta di un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede emesso il 3 dicembre 2007. A quel tempo papa Francesco non era ancora nato (come papa…). Papa era Benedetto XVI . L’accusa di proselitismo alla Chiesa Cattolica veniva allora anche dalla Chiesa Ortodossa.
          Non sto contando balle!

    • Giovanni ha detto:

      La Chiesa non ha mai affermato che gli Ebrei sono deicidi, per il semplice fatto che Dio non può essere ucciso. Il catechismo del Concilio di Trento, a proposito della morte di Cristo (secondo la sua umanità), afferma che “Uomini di ogni stirpe e di ogni classe si accordarono nell’infierire contro il Signore e il suo Cristo (Sal 2,2). Pagani ed Ebrei furono solidalmente istigatori, autori e strumenti della passione. Giuda lo tradì, Pietro lo rinnegò, tutti lo abbandonarono.” Giustamente il Vaticano II afferma che la responsabilità del sinedrio sulla morte di cristo non può essere imputata a tutte le generazioni di ebrei, come la responsabilità di Pilato non può essere imputata ai romani di oggi.

  • Alessandro2 ha detto:

    Tema spinoso, delicatissimo. Minaccia ulteriore alla democrazia della parola e delle opinioni, ora che ci è stata tolta quella del voto (anche indiretto: il referendum non ha sortito effetti sulla politica, chi ci governa abusivamente dopo anni è ancora là). In altri tempi, le piazze si sarebbero ribellate, anche violentemente.
    Possibile che nessuno veda dove siamo finiti? Intanto, piano piano, col metodo della rana bollita, stiamo diventando un pezzo di Africa o di Medio Oriente.

  • Echenique ha detto:

    Censura e piú censura. Nella Chiesa la censura adesso é contro gli ortodossi, chiamati spregiativamente rígidi e dottori della léttera.

    • Andrea Salvi ha detto:

      Potresti specificare chi quando e con quali mezzi ha censurato nella Chiesa di oggi gli ortodossi in questo modo? Grazie

      • G. Gervasi ha detto:

        Venerato Salvi,
        basta che legga i discorsi, prediche e commenti del Gran Satrapo. Sul blog poi c’é una caterva di prese di posizioni del clero modernista ed ereticizzante
        ( vedi, pars pro toto Galantino, Forte, ed in specie gli intimissimi Spadaro e Fernandez, quest’ultimo dal Cardinal Prefetto dell’ex Sant’Ufficio, Müller, definito come eretico). Contempli lo Spadaro, poi, quello degli insulti aperti o furbescamente anonimizzati ai quattro Cardinali, anche detto l’adolescente di Santa Marta e CC). Veda infine gli inevitabili laici al seguito (pars pro toto re Tarquinio di Avvenire, Melloni, Bianchi, etc.).
        Se poi desiderasse una documentazione più voluminosa, accurata, e bibliograficamentre documentata, si rivolga pure ad un centro di ricerca e, naturalmente, paghi questi signori per il loro lavoro.

        • Andrea Salvi ha detto:

          mi riferivo alle critiche alla chiesa ortodossa. Attendo risposta se possibile, non frasi fatte. Grazie

  • natan ha detto:

    Un regalo di capodanno a Spadaro e amucozzi a tutela del modernismo e a catastrofe di chi ancora pensa alla Cattolicità