AMORIS LAETITIA, I DUBIA. IL SILENZIO DEL PAPA È OPERA DELLO SPIRITO SANTO PER EVITARE ERRORI? L’IPOTESI DEL NEW YORK TIMES
28 Novembre 2016
Marco Tosatti
La situazione che la Chiesa cattolica sta vivendo, dopo l’Amoris Laetitia, le richieste di chiarimento formale di quattro cardinali, i cosiddetti Dubia, (voce di un bacino di perplessità enormemente più ampio, come testimoniano le firme della Supplica Filiale, e documenti di teologi e docenti) e il rifiuto di rispondere del Pontefice la porta a percorrere una “terra incognita”, secondo l’editorialista del New York Times Ross Douthat.
E in effetti, a oltre tre mesi dalla ricezione della lettera privata con cui i porporati chiedevano chiarimenti, che avrebbero provocato una sostanziale irritazione nel Papa (e lo crediamo, nonostante le smentite private) una risposta non c’è stata; definizioni non elogiative, accuse di rigidità, suggerimenti che dietro la rigidità ci siano problemi psicologici, dottrinarismo e chi più ne ha più ne metta. Ma una risposta netta, chiara e sincera no.
Da praticone ignorante, riassumo la questione per chi non la conosce. Amoris Laetita, l’esortazione del Pontefice dopo due Sinodi sulla famiglia, lascia capire, in una nota, senza abolire il magistero precedente, che lo escludeva, che una persona divorziata e risposata civilmente possa accedere all’eucarestia. Cioè qualcuno che è – formalmente – in peccato mortale, e senza cambiare la sua situazione, può comunicarsi. E’ una prospettiva che apre la porta a molte possibilità: perché non si può applicare la stessa soluzione ad altri peccati, anch’essi gravi? Insomma, un bel pasticcio. Che appare voluto.
E infatti come ricorda Ross Douthat, “I liberals hanno avuto il permesso di sperimentare, i conservatori di tenersi alla lettera della legge, e i vecsovi sono stati lasciati in sostanza a scegliere il loro personale insegnamento su matrimonio, adulterio e sacramenti – il che molti hanno fatto in quest’anno, oscillando fra i conservatori in Polonia e Filadelfia, i liberals a Chicago e in Argentina, con frizioni inevitabili fra vescovi di interpretazioni diverse”.
In effetti, a parte le accuse eccessivamente ripetute, e piuttosto deboli, da un punto di vista di contenuto, sulla rigidità, l’unica risposta è venuta con una lettera di approvazione indiretta all’interpretazione dei vescovi argentini. Indicativa, ma difficilmente spendibile come un atto di magistero autorevole in una crisi di queste proporzioni.
“Questa obliquità importa, perché – scrive Douthat – nel cattolicesimo le parole formali del Papa, le sue encicliche ed esortazioni hanno un peso che ammiccamenti e accenni impliciti e lettere personali non possono avere…così evitare la chiarezza sembra essere inteso come un compromesso, una copertura”.
Ma questo strano spettacolo intorno ai Dubia “ci ricorda che questa non può essere un sistemazione definitiva”. La logica di Roma locuta, causa finita, secondo il commentatore del New York Times, è troppo connaturata nelle strutture cattoliche per permettere solo una temporanea decentralizzazione della dottrina. “Finché il papa rimane il papa, ogni controversia di grande importanza arriverà inevitabilmente su su fino al Vaticano”.
“Francesco deve saperlo. Per ora sembra scegliere la crisi minore di vescovi in contrasto e insegnamento confuso alla maggiore crisi che potrebbe venire (anche se chi può dirlo con certezza?) se offrisse le sue risposte personali ai conservetori sui Dubia e semplicemente chiedesse loro di obbedire. Sia l’obbedienza che lo scisma potrebbero venire dopo un poco, ma non finché il tempo e l’azione dello Spirito Santo avessero indebolito la posizione dei suoi critici nella Chiesa”.
In conclusione, Ross Douthat offre un’ipotesi interessante: “Nel frattempo il suo silenzio ha l’effetto di confermare i conservatori nella loro resistenza perché a loro sembra che il suo rifiuto di dare una risposta definitiva potrebbe essere esso stesso il lavoro della provvidenza. Cioè, lui pensa di essere machiavellico e strategico, ma in realtà è lo Spirito Santo che gli impedisce di insegnare l’errore”.
E’ un’ipotesi “teologicamente rara, che può essere facilmente confutata”; e il Papa “deve solo esercitare la sua autorità rispondere alle critiche e dire chiaramente ai fedeli che cosa vuole che credano. Ma finché non parla, l’ipotesi è aperta”.
Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa”.
Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.
L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.
E iscrivetevi alla newsletter per gli aggiornamenti, qui a fianco.
Condividi i miei articoli:
Tag: amoris laetita, chiesa, divorziati risposati, douthat, dubia, eucarestia, new york times, papa, scismatici
Categoria: Generale
Infatti i dubia non sono solo 4 o 5 sono molti di piu’, ogni giorno il papa ne fa sorgere uno che rimane li grosso come un macigno! Ma la sua piu’ grande preoccupazione non dovrebbe essere quella di fare in modo che il suo gregge non si disperda? Ed invece , sue testuali parole ” Dormo come un legno”, come a dire : non m’importa di niente e di nessuno!
Il giorno 1/10/13 Eugenio Scalfari pubblicò su “la Repubblica” la seguente intervista a Papa Francesco, mai smentita:
Domanda:” Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?”
Risposta:”Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene”.
Il 18/4/2005 Ratzinger, nell’omelia della Messa Pro Eligendo Romano Pontifice disse:”Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”.
Dunque non sono in ballo solo i “Dubia”, ma molto, molto di più.
La Chiesa oggi mi lascia confuso e stordito: non so più da che parte andare.
Ma infatti mi chiedo io, se tutti obbedissero allo S.Santo che assiste nei conclavi, non ci sarebbe bisogno di fare più votazioni, alla prima, zaccc ed il nuovo papa è eletto all’unanimità.
Mi domando una sola cosa. In quel conclave lo Spirito Santo ebbe la sua “delicatissima”parte? O fu messo a tacere dalla voluttà dei padri cardinali. Il Signore atterra e suscita , affanna e consola. Ciò che avverrà sarà perché il Signore lo permetterà. Poiché se i cuori e le teste sono troppo dure è inutile ….i tempi e le modalità li deciderà il Signore. Su questo Papa ho seri dubbi . Ma è papa , canonicamente eletto .
Io so poche cose figuriamoci, se penso di saperne di più dello Spirito Santo, ma il silenzio del Papa, non è segno dello Spirito Santo, che mai vorrebbe, la divisione esistente nella Chiesa perchè come dice Gesù ” OGNI REGNO DIVISO IN STESSO VA IN ROVINA E OGNI CASA CADE SULL’ ALTRA” LC 11,17
Anche se questo periodo che la S. Chiesa sta attraversando, è indubbiamente stata l’occasione, forse positiva per far emergere il pensiero di molti cuori in seno alla Chiesa stessa.
Mi auguro che il Santo Padre, dia una una risposta, ai “DUBIA” perchè il suo compito primario è servire Cristo conducendo il popolo tutto a lui affidato all’incontro con il Risorto.
Compreso quelli che lui fa fatica a tollerare,( o meglio tollera con carità perchè li ritiene dottori della legge che pensano che basta sapere tutto della dogmatica per salvarsi) così la Chiesa cammina, certa che il successore di Petro, la sta conducendo all’incontro con Cristo, perchè obbediente lui per primo alla Tradizione apostolica.
Per questo il Santo Padre, che crede con più fede forza santità e misericordia di me in Cristo presente qui ed ora non può tacere sarebbe come se dicesse ( spero che Gesù perdoni la mia irriverenza interpretativa) : THE ANSWER MY FRIEND IS BLOWIN’IN THE WIND.
Io non so nulla di dogmatica ne di teologia ma sono marito padre e nonno che desidera che la sua casa quella dei suoi figli e dei suoi nipoti innanzitutto, non cadano una sull’altra.
perchè come cantano i bambini : IL SAGGIO SULLA ROCCIA HA FATTO LA SUA CASA, IL VENTO SOFFIAVA , LA PIOGGIA CADEVA E LA SUA CASA RESISTEVA.
Se fanno l’Atto Formale di Cirrezione, Bergoglio dirá che sono dei superbi e continuerá per la sua strada, quella della rovina della Chiesa. L’ha detto giá, che andrá avanti, coi farisei, che accetávanno il divorzio, mente Gesú é stato molto chiaro : Un no assoluto, per il bene degli sposi, dei figli, della famiglia, della societá, dello stato e della chiesa. É per quello che ha elevato il matrimonio a sacramento, che Josemaría Escrivá benediceba con le due mani. E quando gli chiedébanno perché con le due mani, rispondeva ” perche non ne ho tre “. Grazie Gesú. Salva la tua Chiesa. Non lasciarci in questo tempo di terríbile confusione bergogliana.
La rovina della chiesa siete voi che vivete chiusi nella vostra superbia
Sì, son d’accordo con Douthat. E’ chiaro che c’è un disegno della Provvidenza. Quanto alla vicenda dei “Dubia”, credo che – in prevedibile continuazione di mancanza di risposta – sia inevitabile che i Quattro procedano al preavvisato “Atto formale di correzione” del papa. Dopodichè, credo che le cose procederanno secondo il consenso – che mi auguro ci sarà – che essi avranno nella Chiesa, sia nel senso di gerarchia che di popolo. La Provvidenza, anche in questi frangenti difficili, seguiterà a tenere il soffio dello Spirito sulle sorti del mondo. Preghiamo.
Non ci sarà nessun atto formale, i quattro Cardinali hanno avuto il “Coraggio”, una qualità che manca a molti altri, per questo penso che non ci sarà nessun atto formale, nessuno vuole rischiare la…….poltrona.
Gesú non ha fondato una Chiesa schizofrénica come quella che stiamo vivendo in questo momento. I dubbi soono stati giá risolti per Giovanni Paolo II nella Familaris Consortio: Non si puó, a meno di vívere come fratello e sorella. Bergoglio non vuole dire chiaramente sí alla comunione in peccato mortale, perché sarebbe accusato di eresía, peró neanche vuole dire no, perche finirebbe la rivoluzione bergogliana. La cosa migliore que puó fare é andarsene e lasciare il posto a un Giovanni Paolo III o un Benedetto XVII.
O a un Pio XIII
Condivido in pieno..il problema ga un nome. BERGOGLIO…IL CONFUSO.