GENDER A SCUOLA. LA STRANA DEMOCRAZIA DEL RIFIUTO DEL DIALOGO. SI MUOVONO I GENITORI, E MANIFESTANO IN SEDICI CITTÀ. SI ATTENDE LA CEI.
1 Ottobre 2016
Sono una strana democrazia, e uno strano governo quello che rifiuta di incontrare un Comitato promotore di una manifestazione che ha portato a Roma centinaia di migliaia di persone. Eppure è così: il primo ministro Renzi, il ministro dell’Istruzione Giannini e il ministro per le Riforme Boschi non hanno accettato di ricevere una delegazione del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Chissà di che cosa avranno avuto paura. O forse erano tutti troppo impegnati a cercare di raccattare voti per il sì al Referendum (anti)costituzionale. Comunque così è, e allora, è successo qualche cosa di diverso, come ci informa un comunicato che leggete di seguito.
In attesa dell’uscita delle linee guida del comma 16 della legge 107, la Buona scuola, relative all’attivazione di percorsi educativi di lotta alla ‘discriminazione per orientamento di genere’, e dopo essere stati inascoltati dal ministro dell’Istruzione Giannini e da quello delle Riforme Boschi, una delegazione dei vertici del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore dei Family day del gennaio 2016 e giugno 2016, ha manifestato davanti al Quirinale e consegnato alla segreteria della Presidenza della Repubblica un dossier sui casi di gender delle scuole, la richiesta di ufficializzazione del consenso informato preventivo per affermare il diritto del primato educativo dei genitori e una copia del manifesto educativo redatto dallo stesso Comitato. È stata inoltre avanzata la richiesta di essere ricevuti dal capo dello Stato Mattarella, per esprimergli le preoccupazioni delle famiglie italiane riguardo ai tentativi di introdurre la teoria gender nelle scuole, al fine di destrutturare l’identità sessuata dei bambini.
Contestualmente, in altre 15 città Italiane – Verona, Bergamo, Brescia, Parma, Salerno, Treviso, Genova, Vicenza, Pesaro, Gorgonzola, Perugia, Avellino, Milano, Massa e Novi Ligure – centinaia di persone appartenenti alle sezioni locali del Comitato hanno manifestato davanti agli uffici scolatici provinciali o regionali, consegnando lo stesso materiale e chiedendo di poter argomentare con i dirigenti scolatici rispetto a queste tematiche così sensibili.
“Il comitato rinnova la condanna ferma dei casi di violenza di genere e condivide ogni sforzo teso alla promozione di un’educazione alla parità dei sessi intesa come parità di opportunità, diritti e dignità, senza che questo apra ad una contrapposizione tra genere maschile e femminile a danno dell’identità sessuata dei bambini, ma piuttosto favorisca una alleanza tra uomo e donna nel rispetto della diversità dei sessi”, dichiara Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli.
Posto che si tratta di un qualche cosa che riguarda le famiglie, e le scuole, e naturalmente fra queste anche le cattoliche, ci si attende che i competenti uffici della Cei, e magari, chissà, anche i vertici, mostrino un qualche interesse o preoccupazione per il problema. E facciano sentire la loro voce. O forse anche no, per loro va tutto bene, come in occasione della legge Cirinnà.
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Tag: boschi, cei, chiesa, cirinnà, family day, gandolfini, gender, giannini, renzi, scuola
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