IL RAGAZZINO MESSICANO ALLA MARCIA CONTRO LE UNIONI GAY? UNA PROBABILE BUFALA

19 Settembre 2016 Pubblicato da

Marco Tosatti

La foto del ragazzino messicano che apre le braccia davanti ai partecipanti alla marcia contro le unioni omosessuali ha fatto il giro del mondo. Qualche grande giornale nell’entusiasmo eroico filo LGBT l’ha pubblicata affiancata a quella del giovane – lui sì, eroico – in piedi davanti a una colonna di carri armati a Tien An Men.

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Una foto che è diventata subito un’icona della propaganda LGBT contro quelli che pensano che il matrimonio sia fra un uomo e una donna. E naturalmente al ragazzino è stato attribuito quel sentimento e quella volontà: di fermare la marcia contro uguaglianza, progresso, e chissà quante magnifiche sorti e progressive.

Ahimè, tutto questo non era vero. Il ragazzino, uno studente delle scuole primarie, che la famiglia e i vicini considerano “inquieto”, secondo le notizie raccolte da El Universal, un grande quotidiano messicano, pare che lo abbia fatto per gioco; anzi, che non sia la prima volta che compie un gesto del genere.

La didascalia diceva che Alessandro – questo il nome fittizio del ragazzino – avrebbe manifestato in mezzo alla via, davanti alla marcia, perché aveva uno zio omosessuale. “E’ una menzogna – ha dichiarato la zia di Alessandro al cronista de El Universal – perché non ha parlato con nessuno e non ha affatto nessuno zio o parente omosessuale”.

La versione è stata confermata dalla madre del ragazzo. La famiglia, che vide pubblicata la foto su un sito locale non diede importanza alla cosa, fino a che non si accorsero della risonanza del gesto sulle reti social. “La verità è che fu una birichinata – dice la zia – lo fa sempre a ogni sfilata, non ha niente a che vedere con quello che è stato pubblicato”.

 



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